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Il Comitato Bracciano Stop Discarica ha scritto una lettera al sindaco di Roma, Ignazio Marino, sull’ipotesi che vede Cupinoro diventare discarica di servizio per la Capitale. Di seguito la lettera che riportiamo integralmente.
Come cittadini di Bracciano e di tutto il territorio che si estende a nord di Roma fino a Civitavecchia e all’entroterra di Viterbo, siamo rimasti esterrefatti dalle sue dichiarazioni e siamo terrorizzati dalle decisioni che il comune di Roma si accinge a prendere in queste ore. Da quando la discarica di Cupinoro, che è pubblica, è stata individuata per lo sversamento dei rifiuti della capitale, della città del Vaticano, di Fiumicino e Ciampino, e sono cominciati i lavori per l’ampliamento (senza le dovute autorizzazioni), abbiamo scoperto che stiamo per diventare l’immondezzaio della capitale e forse dell’intera regione.
Egregio sindaco, come abitanti di un territorio già provato da impianti inquinanti di vario genere, dove la percentuale di abitanti colpiti da tumore e altre gravi patologie aumenta costantemente, vorremmo che ci spiegasse meglio le sue intenzioni: Come fa a parlare di “una piccola discarica di servizio” ben sapendo che soltanto la città di Roma produce 4.000 tonnellate al giorno di rifiuti tal quale? E sotto le feste natalizie la raccolta è addirittura andata in tilt? Come fa a prevedere di raggiungere il 60% di differenziata nel 2015 se, dopo un anno dal suo insediamento, non risulta alcun piano predisposto con questo obiettivo? Quale piccola discarica pensa rimanga tale con questi presupposti?
E poi, a cosa è servito chiudere Malagrotta, se poi andate a portare i vostri rifiuti in casa d’altri, in netta opposizione con gli indirizzi della Regione Lazio? Le ricordiamo che stiamo aspettando da 22 anni che la famigerata montagna di Cupinoro, composta dai rifiuti tal quale di 25 comuni, venga chiusa definitivamente, avendo esaurito lo spazio disponibile. Questa discarica si trova in area ZPS protetta, archeologica, gravata dagli usi civici, gestita dall’Università Agraria di Bracciano che avrebbe dovuto valorizzare e tutelarne l’aspetto agro-silvo-pastorale, anziché accettarne la trasformazione in una discarica sempre più grande.
Proprio in queste ore si attendono le decisioni per il rinnovo dei poteri straordinari del commissario ad hoc del ministero dell’Ambiente, Sottile. Riteniamo che questo sia un insulto ai principi della democrazia. Le imposizioni dall’alto, fuori dal rispetto delle leggi, ricordano ben altre esperienze. Eppure lei, amministratore del bene pubblico, non può nascondersi dietro le decisioni di chi è stato messo lì proprio per sollevare i politici dalle proprie responsabilità.
Dalle scelte attese in queste ore, c’è anche quella che riguarda il presidente della Siena Ambiente al vertice dell’AMA. Anche questo ci preoccupa, dato l’interesse finora dimostrato dalla Siena Ambiente per il business dei rifiuti a Cupinoro. Non sappiamo cosa nascondono i rifiuti di oggi, oltre alle tombe di epoca etrusca e romana, anche perché negli anni 90 a Cupinoro, come nella Terra dei Fuochi, lo sversamento dei rifiuti avveniva senza seri controlli. Siamo molto preoccupati e ancora di più nel constatare che il sindaco di Roma potrebbe contribuire a peggiorare questa situazione.
Anche la Regione Lazio in queste ore si accinge a decidere del destino di decine di migliaia di famiglie e di un territorio di grande bellezza e valore, che attira turisti da ogni parte del mondo, grazie alla sua storia e alla sua natura, alla valorizzazione operata dall’Unesco ma anche da chi coltiva la terra e alleva il bestiame nel rispetto di questo habitat, valorizzandone le caratteristiche: prerogative che meritano di essere considerate soprattutto in un momento così difficile per la nostra economia. A che serve, sindaco Marino assumersi pubblicamente le proprie responsabilità se poi non si è in grado di risponderne? Siamo i cittadini di Bracciano, Cerveteri, Ladispoli, Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Oriolo Romano, Manziana, Canale Monterano, I Terzi, Valcanneto, Borgo San Martino, Cerenova, Santa Marinella, Santa Severa e tanti altri che ora non sanno più cosa lasciare ai loro figli. Se non un esempio di cosa significa lottare per la propria terra e per il diritto inalienabile alla salute. Un diritto, egregio sindaco, che lei conosce bene.
Appuntamento con una commedia noir domani sera al Teatro Claudio di Tolfa. La Compagnia Teatrale Instabile di Marina di San Nicola infatti mette in scena una commedia divertentissima formata da Lillo&Greg: “ll mistero dell’assassino misterioso”, per la regia di Chiara Moretti.
Uno spettacolo importante per la compagnia di Ladispoli e il primo grande successo di Lillo e Greg: il divertimento è assicurato, con un finale a sorpresa. Si tratta di un giallo di stampo inglese con innumerevoli risvolti comici, una commedia nella commedia. Nella campagna londinese, all’interno del castello di Worthington, è stata avvelenata l’anziana e ricca contessa, che lascia in eredità un ingente patrimonio. Sull’omicidio indaga lo scaltro ispettore Mallory; i sospetti ricadono sui membri della famiglia e sulla fidata infermiera.Il giallo si trasforma in un esilarante commedia che farà morire il pubblico… dalle risate.
I biglietti per lo spettacolo, al costo di 10€ (ridotto a 5€ per under 23 e over 75) sono in vendita dal pomeriggio presso il Teatro Claudio, Viale d’Italia 102, Tel. 0766/93400.
E’ passata da qualche tempo la legge tanto auspicata e desiderata. I figli, oggi, sono solo figli. Dal momento dell’attuazione di questa riforma, sparisce dal codice civile ogni aggettivo connesso alla parola figli, come “naturali”, “legittimi” o “adottivi”, e gli articoli che prevedevano delle differenze saranno eliminati o riformulati. La riforma sancisce il principio di unicità dello stato di figlio.
Per comprendere le ragioni più profonde poste in essere da tale riforma, vorrei sviluppare la mia idea in merito alla relazione esistente, secondo me, tra la riforma e le controversie che si sono scatenate in Francia all’inizio del 2013, circa il matrimonio omosessuale, nonché la relazione con l’espansione della legge Reale-Mancino (che punisce gli atti di discriminazione basati sull’origine etnica, la nazionalità e la religione) all’orientamento sessuale e alla religione.
Le manifestazioni contro il progetto di legge che apre il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso, hanno radunato, sulle strade di Parigi, il 13 gennaio scorso, tra le 350 e le 800 mila persone. Il progetto di legge prevede di modificare il codice civile, al fine di includere i casi delle famiglie LGTB. In un primo momento il progetto prevedeva, quando necessario, di sostituire il termine “genitori” a quello di “padre” e “madre”, sancendo, in tal modo, l’unicità genitoriale.
Sui cartelloni delle manifestazioni, da parte degli anti-manitromialisti gay, si leggeva: “Non toccate il Codice Civile”. Dimenticavano tuttavia che il codice civile, creato nel 1804 da Napoleone, continua ad essere modificato di pari passo all’evoluzione della società, specialmente per ciò che riguarda la famiglia.
Nel 1884, ristabilisce il diritto al divorzio. Nel 1912, autorizza l’accertamento della paternità. Nel 1938, definisce la capacità giuridica delle donne sposate, fino ad allora dipendenti dal marito nella stipulazione di contratti e nel citare in giudizio. Nel 1965, integra la riforma dei regimi matrimoniali. Nel 1970, elimina l’ineguaglianza giuridica tra figli naturali e illegittimi. Nel 1999, si ha l’adozione dei pacs.
Chiaramente, il codice civile è, come il diritto in generale, una materia viva, che si evolve insieme con la società. Presupporre che tale documento debba restare “immodificato” è dunque un controsenso storico.
E questo mi riporta sulle motivazioni che sono alla base della riforma per quanto riguarda l’eliminazione di ogni discriminazione, anche formale, fra diverse tipologie di figli. Esistono i figli nati all’interno del matrimonio (denominati prima figli “legittimi”), quelli nati da una coppia non sposata (cosiddetti figli “naturali”) e gli adottivi. La riforma, annullando queste differenze, ha apportato significative modifiche nell’ambito del diritto ereditario, nel legame di parentela e nella separazione. In particolare, una differenza che ancora residuava prima della riforma riguardava il legame di parentela con i parenti dei genitori. Era stato riconosciuto in giurisprudenza che il figlio naturale (nato al di fuori del matrimonio) fosse considerato discendente dei nonni, ma non aveva un vincolo di parentela con zii e cugini.
Questo non era un problema che avrebbe potuto influire su un’eventuale affidamento del bambino in caso di morte di entrambe i genitori, ma di sicuro la questione aveva risvolti nel diritto ereditario (il nipote non avrebbe ereditato dallo zio senza figli o ascendenti o fratelli senza una specifica disposizione testamentaria).
Per quanto riguarda la separazione, i genitori di figli naturali dovevano rivolgersi, prima, al Tribunale dei Minori, a differenza delle coppie sposate per le quali era competente il Tribunale Civile. Via anche questa regola: il giudice sarà lo stesso per chi è sposato e chi no.
Se oggi la nostra fosse società fosse rappresentata quasi esclusivamente da coppie sposate e/o da una quota marginale di coppie di fatto e, per giunta, eterosessuali, probabilmente, la riforma non sarebbe così essenziale, perché che gran parte dei figli sarebbero “legittimi”, senza ripercussioni sul diritto ereditario. Evidentemente, a mio avviso, questa riforma è stata dettata anche da un’evoluzione della famiglia: aumento dei rapporti di convivenza a scapito dei matrimoni, aumento significativo delle separazioni, aumenta sempre di più il numero delle cosiddette famiglie “allargate”, aumentano i matrimoni misti… e chissà cos’altro accadrà in futuro, visto che si profila la possibilità di autorizzare matrimoni omosessuali in diversi paesi.
Consideriamo cosa accadrebbe in mancanza di questa riforma. Probabilmente scoppierebbero delle vere e proprie “guerre legali” tra figli naturali e legittimi appartenenti alla stessa famiglia, con ripercussioni sulle generazioni successive e ingenti danni sui patrimoni familiari. In sintesi, si andrebbe dritti verso una spaccatura della famiglia. Al contrario, tale riforma permette di evitare un possibile scontro frontale tra figli “diversi” e, indirettamente, rafforza la famiglia e il patrimonio familiare.
E questo rafforzamento familiare e patrimoniale passa anche attraverso l’estensione della legge Reale-Mancino all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Si tratta di una leggeitaliana introdotta nel 1993 che condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. E’ il principale strumento legislativo che l’ordinamento italiano offre per la repressione dei crimini d’odio. Da tempo si discute in merito ad una possibile estensione della Legge Mancino ai reati basati sulla discriminazione in base all’orientamento sessuale. E da qui il passo verso l’autorizzazione ai matrimoni fra persone dello stesso sesso mi sembra una conseguenza logica, che probabilmente sarà attuata di pari passo con l’evoluzione della società. Di fronte ad una possibile “scossa” di questo calibro nel diritto di famiglia, è importante, prima di tutto, assicurare la stabilità e la tranquillità dei minori. Tale stabilità è assicurata, soprattutto e, forse, esclusivamente, attraverso l’eliminazione di ogni forma di discriminazione tra figli. Infatti, i figli, siano essi naturali o legittimi, eterosessuali o omosessuali, italiani o stranieri, di diversa religione o credo politico, rimangono, prima di tutto, dei figli. Pensiamo a come sarebbe “simbolicamente” escluso dalla società un minore che, oltre ad essere considerato “ figlio naturale” (quindi non legittimo), appartenesse anche a una minoranza etnica e religiosa (magari perché proveniente da un matrimonio misto) o fosse omosessuale o, ancora, i suoi genitori fossero gay. A questo punto, le “guerre legali” tra figli naturali e legittimi per il diritto ereditario si estenderebbero anche a “guerre legali” per i diritti umani. Quindi, tale riforma, oltre a proteggere indirettamente l’unità familiare e l’integrità del patrimonio familiare, attutisce anche i cosiddetti crimini d’odio fra realtà familiari molto diverse fra loro.
Questa riflessione mi rende consapevole anche del fatto che il vero stravolgimento della famiglia non consiste nella diminuzione dei matrimoni civili, nell’aumento delle convivenze, nell’incremento dei matrimoni misti e nemmeno nella possibilità di matrimoni fra persone dello stesso sesso.
Il vero stravolgimento consiste nel capovolgimento dei ruoli: ora sono i figli a dare stabilità alla famiglia e non i genitori. Per questo, forse, la riforma della famiglia va attuata dai figli e non dai genitori. Applicando, infatti, una riforma che sancisca l’unicità dello stato di figlio, è possibile mantenere ancora l’idea o, almeno, il simbolo di famiglia. Accada quel che accada, che un genitore si risposi tre volte, che scopra di essere gay dopo dieci anni di matrimonio, che abbracci un’altra religione per dare significato alla sua vita o che decida di andare su Marte per scoprire altre forme di vita, difficilmente potrà fare a meno di andare a vedere il figlio ad una recita scolastica, ad una gara sportiva e altro; il figlio è sempre là, unico, che riporta costantemente il genitore verso i suoi doveri, che lo guarda dal basso, che testimonia concretamente il legame esistente. E questo legame, indistruttibile di fronte a qualsiasi cambiamento, deve essere tutelato anche dalla legge.
Mi sembra assurdo ammetterlo, ma oramai ho l’impressione che siano i figli a tenere in vita le famiglie, siano esse rigorosamente tradizionali o eccezionalmente bizzarre.
I costanti cambiamenti della famiglia nel corso degli ultimi due secoli dimostrano una tendenza progressiva e non conservativa della stessa. Tuttavia la famiglia non è mai stata messa in discussione. Nei suoi numerosi stravolgimenti si è sempre conservata, non si è mai smembrata, almeno come idea, simbolo. E questo anche perché, a mio avviso, ha sempre conservato la sua funzione fondamentale, ossia la cura e la protezione della prole.
Credo che il destino della famiglia sia di cambiare nel corso delle epoche, mentre il destino dei figli sia quello di rimanere tali, per indicare, di volta in volta, la giusta rotta da intraprendere in caso di tempeste e di naufragi da parte dei genitori. I figli sono sempre là, fedeli al loro ruolo e alla loro posizione, come un’isola tranquilla su cui approdare dopo lunghi periodi di navigazione in mare aperto. Questo per una semplice ragione: figli si nasce, genitori si diventa.
Aurora Capogna
Bibliografia
P. Matteucci e M.E. Vincenzi, Niente più figli di serie B, La Repubblica, 10 luglio 2013, pag.20.
Padre e madre, codice civile…le controverità sul matrimonio omosessuale, traduzione del 21/01/2013 di una articolo comparso il 14/01/2013 su “Le Monde”, a Parigi.
Le indagini nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio, condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come ‘Ultimo’ (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini, hanno portato questa mattina all’arresto di sette persone.
Tra queste, il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti.
All’avvocato Cerroni, che da anni controlla la discarica di Malagrotta, sono stati concessi gli arresti domiciliari, così come all’ex presidente della Regione Lazio, Bruno Landi e altre cinque persone. Il gip li ha firmati su richiesta della procura di Roma per l’ipotesi di reato di truffa.
I cinque tratti in arresto, insieme a Cerroni e Landi, sono Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’imprenditore Piero Giovi, Raniero De Filippis e Pino Sicignano.
Senza avere un quadro chiaro sulla sicurezza e lo stato degli istituti scolastici, la pianificazione degli interventi necessari diventa impossibile. Questo il monito di Legambiente Lazio alla luce del quadro emerso sulla regione da Ecosistema Scuola, l’annuale indagine di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica. Grave in questo senso la mancanza dei dati di Roma, bocciata per aver fornito anche per il 2012, ormai per il terzo anno consecutivo, meno della metà dei dati richiesti, e per questo motivo non inserita in graduatoria. Bene Frosinone che è la prima città del Centro Italia a comparire nella classifica nazionale di Ecosistema Scuola, con un notevole miglioramento si piazza quest’anno all’11° posto su 86. Peggiora Latina che scende al 64° posto e Rieti poco sotto, al 70°. Anche Viterbo fuori dalla classifica per mancanza di dati. Quello che emerge quest’anno nel Lazio è quindi una fotografia piuttosto parziale, che evidenza un atteggiamento negligente da parte dei Comuni che non comunicano, o forse addirittura non possiedono, i dati sulla situazione degli edifici scolastici nei loro territori.
Sugli interventi di manutenzione ordinaria richiesti dagli istituti scolastici, solo Frosinone dichiara il dato che risulta pari al 4,7% quelli ritenuti urgenti. Di Latina sappiamo solo che ce n’è bisogno ma non in che misura perché non è stato specificato il numero degli edifici; Rieti invece dichiara di non avere edifici che richiedono tali interventi. Nel Lazio gli edifici scolastici, limitatamente a quelli di Rieti, Frosinone e Latina che hanno fornito i dati, sono più giovani rispetto alla media nazionale e mediamente più giovani di quelli del Centro Italia: sono il 13% quelli costruiti tra il 1991 e il 2012, contro il 9,5% del dato nazionale, e il 55,6% sono stati edificati tra il 1975 e il 1990 (appena 29,2% a livello nazionale). Sono il 31,5% quelli costruiti prima del 1974. Eppure gli edifici costruiti secondo criteri antisismici sono appena il 23,7%. Il dato vede più di 7 edifici su 10 non sicuri in caso di terremoto tra Frosinone, Rieti e Latina. Gli edifici di questi capoluoghi su cui è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica, sono il 30% del totale. Ancora nessun edificio nel Lazio è costruito secondo i criteri della bioedilizia, nulla si è mosso in tal senso rispetto allo scorso anno.
Parziali ma buoni, dove forniti, i dati sulle certificazioni degli edifici scolastici: a Frosinone e Rieti i dati ci dicono che il 98,2% possiede impianti elettrici a norma e che la totalità degli edifici possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico sanitaria. Il comune di Frosinone è l’unico in cui tutti gli edifici scolastici hanno il certificato di prevenzione incendi. A Latina i certificati di collaudo statico e di prevenzione incendi sono in fase di rinnovo. Nel resto del Lazio tutto tace, nessun altro capoluogo fornisce i dati in merito.
“La carenza dei dati forniti quest’anno dai comuni laziali evidenzia una pesantissima assenza di controllo su una situazione grave della quale ci si ricorda troppo spesso solo quando succedono tragedie – ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Per programmare gli interventi necessari alle scuole occorre avere un quadro chiaro della situazione. Alla nuova amministrazione capitolina, che ha dimostrato di voler aprire una strada diversa col recente stanziamento di 54 milioni per gli interventi urgenti in 88 edifici della Capitale, chiediamo di recuperare l’assenza di informazioni che ha caratterizzato gli ultimi anni per aprire un confronto anche con le associazioni utile ad analizzare lo stato dell’edilizia scolastica e a pianificare insieme le politiche da mettere in campo. Nel resto del Lazio, molte amministrazioni rispondono di non avere affatto i dati, una circostanza che, se vera, sarebbe gravissima perché indice di mancanza di monitoraggio e quindi impossibilità di pianificazione. Non possiamo ricordarci delle scuole solo durante l’ennesimo crollo o nel corso dell’ennesima emergenza”.
Più ombre che luci rispetto ai servizi messi a disposizione delle scuole e alle buone pratiche. Frosinone la prima città laziale presente nella classifica delle buone pratiche, al 33° posto su 86. Latina e Rieti tra le ultime dieci, in posizione 77 e 81. Sotto la media nazionale i dati relativi al servizio di scuolabus dei tre capoluoghi (21,9%) e pedibus (4,7%), scarsa l’attenzione rispetto alla sicurezza delle aree antistanti le scuole: solo il 22,8% degli edifici sono provvisti di attraversamenti pedonali, il 14% di aree di sosta per le auto, il 6% vede la presenza di nonni vigili, solo nello 0,9% dei casi sono presenti semafori pedonali, nessun edificio ha piste piste ciclabili nelle aree antistanti.
Buono il dato sulla media di prodotti biologici nei pasti delle mense (67,5%), ma ancora più della metà delle mense utilizzano piatti in plastica/carta (54,4%). Raccolta differenziata con dati contrastanti a seconda dei materiali considerati: a fronte di plastica e carta rispettivamente raccolte nell’80,9% e 85,1% degli edifici scolastici, abbiamo il vetro fermo al 3,2%, l’alluminio e l’organico al 4,3%, le pile al 5,3%, i toner e le cartucce al 9,6%.
Sull’impiego delle energie rinnovabili, il dato è poco sopra la media, con 14% degli edifici che possiedono impianti di energia rinnovabile. Il solare fotovoltaico l’unica fonte utilizzata. Destano qualche dubbio i dati sull’esposizione degli edifici scolastici a fonti d’inquinamento ambientale esterno che i comuni di Frosinone Latina e Rieti dichiarano essere pari o prossimi allo 0%. Carenti il monitoraggio dell’amianto, realizzato nel 66,7% degli edifici, ma soprattutto del radon, non effettuato.
“Col nuovo anno i fruitori dei tratti autostradali hanno ricevuto una spiacevolissima sorpresa: un aumento ulteriore della tariffe autostradali che va a gravare di nuovo su una spesa che è già di per sé ingente ed ingiusta. Ingente in relazione al servizio offerto, visti i tempi di percorrenza a volte biblici che riguardano soprattutto l’Autostrada dei parchi e l’Autostrada azzurra. Ingiusta perché vanno a colpire soprattutto chi ogni giorno si reca a Roma ed è costretto a prendere la propria autovettura perché magari il suo luogo di lavoro non è ben servito dai mezzi di trasporto pubblico”. A dichiararlo in una nota il segretario del PD Provincia di Roma Rocco Maugliani .
“Soprattutto per quanto concerne l’autostrada dei parchi – continua Maugliani – siamo di fronte ad un aumento del 10% sulla tariffa, ma anche i 10 centesimi in più al varco Civitavecchia Nord ed al vaco Roma-Fiumicino, moltiplicati per tutti i giorni dell’anno lavorativo costituiscono, in un momento così difficile, un autentico schiaffo a chi si usufruisce del servizio autostradale. Il Partito Democratico esprime con forza tutta la sua contrarietà ad un iniquo aumento in un momento di crisi, peraltro non accompagnato da alcun miglioramento di servizio”.
Si ricomincia come si era finito. Il 2013 si era chiuso con due belle vittorie, il 2014 si apre con un trittico di importantissimi successi, che proiettano la pallanuoto anguillarese nei quartieri alti delle categorie Under 15, 17, 20.
La prima squadra a scendere in vasca è l’Under 15 di Angelo Ragno, che a fronte di una grande prestazione regola con un perentorio 11-4 la compagine del Centumcellae di Civitavecchia.
Inizio di primo quarto molto equilibrato, la sensazione è che le due contendenti prima di affondare i propri colpi e darsi battaglia a viso aperto vogliano studiarsi attentamente e di conseguenza trovare la tattica più idonea da adottare.
L’Anguillara si schiera a zona con la seguente formazione: Borsani, Vasselli, Marchetti (capitano), Ianniello, Fortebraccio, Tamburrini e Cordelli (vice capitano) mentre il Centumcellae imposta il proprio gioco cercando di sfruttare maggiormente le vie centrali.
Al primo affondo la compagine di Civitavecchia passa in vantaggio, ma per i tirrenici non c’è neanche il tempo di esultare che Marchetti ristabilisce immediatamente la parità. A metà del primo quarto i ragazzi di Mister Ragno ribaltano il risultato ancora con una splendida rete di Marchetti che da qui a breve diventerà il protagonista dell’incontro. Le corsie laterali sono dominio assoluto dei ragazzi di Anguillara, ogni ripartenza diventa un’azione pericolosa che, il più delle volte viene tramutata in gol dagli attaccanti. E proprio da una di queste ripartenze nasce l’azione che porta alla terza segnatura la compagine lacustre. Borsani, Marchetti, Cordelli e palla a Vasselli che lungo la corsia di destra supera un avversario e con un bel tiro dal limite batte il portiere ospite. La classe e la concretezza difensiva di Fortebraccio e le belle parate del portiere Borsani evitano il secondo gol ospite. Fischio dell’arbitro e chiusura primo quarto sul risultato di 3-1 Anguillara.
Il secondo periodo inizia con un paio di tiri della squadra tirrenica andati fuori di poco, e con un palo centrato da Marchetti in prossimità di metà tempo. Continui capovolgimenti di fronte con azioni pericolosissime da ambo le parti fanno si che la partita diventa bellissima. Un’azione travolgente di Daniele Tamburrini sulla fascia sinistra si chiude con un gran tiro che si spegne all’angolino basso della porta avversaria. 4-1 Anguillara. Un’altra azione insistita del duo Grassi Marchetti crea ancora grossi grattacapi al portiere avversario. Il tempo si chiude con la tripletta del solito Marchetti, oggi veramente spietato sotto porta, che firma la rete del 5-1 e con una bella conclusione di Ianniello che sfiora la sesta segnatura.
Il terzo quarto è il tempo degli errori, prima il rigore tirato sul palo da Marchetti e poi la seconda rete del Centumcellae, frutto di un passaggio sbagliato di Borsani che serve su un piatto d’argento la palla al centro boa tirrenico che solo davanti a lui non ha nessuna difficoltà a depositare il pallone in fondo alla rete.
Una menzione a parte merita la quarta rete personale di Marchetti (in ordine temporale va collocata tra il suo rigore sbagliato e il secondo gol ospite) che con un bellissimo pallonetto supera il portiere avversario e si prende gli applausi anche dei tifosi ospiti. 6-2 Anguillara
Il tempo si chiude con le urla del mister rivolte ai suoi giocatori per via delle troppe azioni sbagliate sotto porta che avrebbero decretato con largo anticipo la parola “fine” all’incontro.
Nell’arco del match l’allenatore dell’Anguillara ha impiegato tutti i ragazzi a sua disposizione senza che il gioco ne risentisse minimamente anzi, gli ultimi entrati, hanno dato freschezza e nuova linfa alla squadra in vista del rush finale. Sono entrati in ordine sparso Grassi, Buttò, Fraschetti, Ledda, Cotini e Conte. Nell’ultimo periodo Grassi ha preso il posto del portiere Borsani, salvando con un paio di straordinari interventi la propria porta. La rete di Vasselli (doppietta) e la cinquina personale di Marchetti, intervallate dal terzo gol ospite, nascono da precisi rilanci del portiere e da quelle famose ripartenze tanto care alla squadra anguillarese. Il sesto gol di Marchetti che, con un delizioso pallonetto deposita in rete la palla del 9-3, rilega ormai a ruolo di comparsa la compagine civitavecchiese. Negli ultimi minuti di gioco il Centumcellae mette a segno il suo quarto gol con un bel tiro dalla distanza, ma subito dopo Tamburrini e ancora Marchetti, al settimo centro, chiudono definitivamente l’incontro con due bellissime reti.
Prima della fine del match mister Ragno dedica a Marchetti, mattatore dell’incontro, una meritatissima standing ovation che consente a Maurizio di uscire dalla vasca tra gli applausi degli spettatori presenti in tribuna. Il triplice fischio dell’arbitro sancisce la sonante vittoria della squadra di Anguillara per 11-4. La squadra anguillarese ha dominato la partita in lungo e in largo. Ha vinto l’incontro grazie al suo proverbiale gioco fatto di velocissime ripartenze sulle corsie laterali che hanno consentito la realizzazione di quasi tutte le reti segnate e hanno creato pericoli continui e scompiglio nella difesa avversaria. Il Centumcellae non è mai riuscito ad impensierire, tranne che in qualche rara occasione, la squadra lacustre.
IL PROTAGONISTA DELLA PARTITA
7 reti realizzate, agilità e concretezza, giocate da vero fenomeno, specialmente nella realizzazione dei gol segnati con 2 splendidi pallonetti.
La velocità, la potenza e la fantasia, questo è Maurizio Marchetti, un fuoriclasse agevolato e sostenuto dalla collaborazione di tutta la squadra. La naturalezza con cui si esprime in campo e la facilità di far gol fanno di lui un’arma micidiale contro le difese avversarie.
L’Under 20 di Mister Pellecchia espugna la piscina dell’Ede nuoto per 12-2 con una supremazia davvero imbarazzante. Già al secondo quarto, dopo la rete del 6-0, la partita era praticamente finita. Il terzo quarto vede una reazione d’orgoglio della squadra di casa che frutta 2 reti nel giro di pochi minuti. Nell’ultimo periodo la superiorità della squadra di Anguillara è davvero schiacciante, sei reti realizzate, tanti tiri in porta e diversi pali colpiti. Le 12 reti sono state messe a segno da: Biasiotti (3), Bettini su rigore (1), Bianchini (1), De Bartolomeo (1), bomber Fabeni (3), D’Angelo (2), Bernardini F. (1).
Il grande spirito di sacrificio profuso da ogni singolo elemento della squadra abbinato all’autorevolezza con cui affronta sempre l’avversario di turno e alla facilità ad andare in gol fanno della squadra anguillarese una vera e propria corazzata.
IL PROTAGONISTA DELLA PARTITA
La palma del migliore in campo questa volta spetta di diritto a Michael Caprioli che in difesa è stato un vero e proprio baluardo, riuscendo ad intercettare e strappare dalle mani dei giocatori romani un’infinita quantità di palloni…praticamente una saracinesca. Una citazione particolare va anche a Federico Bernardini che dopo la tripletta realizzata contro la Roma Accademy realizza un altro bel gol con un perfetto tap-in.
La classica ciliegina sulla torta la pone la formazione Under 17 di Mister Bombelli che con la netta vittoria contro i pari età del Colli d’Oro per 13 a 2 vendica la sconfitta subita dall’Under 15 nella prima giornata di campionato.
Anche in questa partita la superiorità della squadra di casa è stata schiacciante, le 13 reti segnate contro le sole 2 subite la dicono tutta sull’andamento dell’incontro.
Per la squadra di Anguillara scendono inizialmente in vasca: Giuliani (capitano), De Bartolomeo, Marchetti, Ciammetti, Grassi, Perrone, Colonna O.
Primo quarto molto equilibrato, diverse belle azioni da ambo le parti danno vita ad una partita molto divertente. Due legni colpiti da De Bartolomei e Ciammetti fanno da preludio al gol dello stesso Ciammetti che porta in vantaggio l’Anguillara. A metà tempo De Bartolomei facendosi parare un rigore spreca malamente l’occasione del raddoppio. In questo periodo si rende particolarmente evidente il portiere Giuliani autore di notevoli parate che evitano il pareggio della squadra ospite. Il tempo si chiude con un’occasione mancata da Grassi e un tiro alto sulla traversa di Marchetti.
Il secondo quarto si apre con il Colli d’Oro alla ricerca del pareggio, ma dopo una traversa colpita dal n° 10 ospite, ecco puntuale arrivare il raddoppio di De Bartolomeo che segna riprendendo una palla che prima aveva colpito il palo. Non passa neanche un minuto che Oronzo Colonna realizza uno splendido gol su assist di Marchetti. Anguillara – Colli d’Oro 3-0. La reazione orgogliosa della squadra del Labaro procura diversi tiri verso la porta di Giuliani e un gol realizzato dal giocatore con la calottina n°10, fino a quel momento il più pericoloso della compagine ospite. Intorno al 4° minuto De Bartolomeo con un tiro dalla distanza centra ancora una volta il palo della porta avversaria e subito dopo Marchetti realizza la rete del 4-1 Anguillara. La partita diventa bellissima, i capovolgimenti di fronte si susseguono, tiri in porta da una parte e dall’altra danno intensità e vigore all’incontro. Dopo una traversa centrata sempre dal giocatore n° 10 ospite e un’azione spettacolare confezionata dal duo Bernardini A. Marchetti chiusa con tiro di quest’ultimo finito fuori di poco, ecco arrivare la seconda rete della squadra romana che così riesce a rientrare in partita. Il tempo si chiude ancora con un gol del solito De Bartolomeo su assist di Oronzo Colonna e con una gran parata del portiere Giuliani su un tiraccio scagliato da metà campo dal giocatore n° 3 del Colli d’Oro. Risultato parziale alla fine del 2° quarto: Anguillara – Colli d’Oro 5-2
Dopo un buon avvio di terzo quarto la compagine del Labaro si spegne improvvisamente, prima l’espulsione del suo giocatore n° 3, con il conseguente rigore a favore della squadra lacustre realizzato ancora da De Bartolomeo e poi l’annunciato crollo definitivo con le quattro reti subite nello spazio di pochissimi minuti da: Marchetti, Oronzo Colonna, Simeoni (2). Due belle parate di capitan Giuliani chiudono il terzo periodo. Anguillara – Colli d’Oro 10-2. Il quarto tempo si apre con l’undicesima rete dell’Anguillara per merito di Marchetti (3° gol personale) che con un gran tiro scagliato dal settore destro della vasca batte inesorabilmente il portiere avversario. In questo momento il dominio della squadra di mister Bombelli è assoluto, sfiorano ancora il gol Tamburrini, Grassi, Cordelli e Simeoni. Giuliani, oggi sicuramente il migliore in campo, con una bella parata neutralizza un gran tiro scagliato dal giocatore n°4 del Labaro e ipnotizza lo stesso giocatore facendogli tirare fuori un rigore concesso dall’arbitro per un fallo commesso da Perrone in piena area. Altre belle azione in ripartenza dell’Anguillara con A. Bernardini, Mariani e Simeoni mettono ancora in grossa difficoltà la retroguardia romana, che si salva come può. De Bartolomeo (5° gol personale) e Simeoni (3° gol personale) chiudono definitivamente la pratica Colli d’Oro. Risultato finale: Anguillara – Colli d’Oro 13-2
La squadra di Anguillara, oggi in vasca con diversi ragazzi provenienti dalla categoria minore, ha disputato una signora partita non concedendo nulla all’avversario. Ha colpito come e quando ha voluto e ha dato una notevole dimostrazione di forza, ha messo in mostra un bel gioco grazie alla compattezza e all’unità di squadra che contraddistingue questi ragazzi, ha commesso si qualche ingenuità, ma soltanto a risultato acquisito. Mister Bombelli nel corso della gara ha fatto giocare tutti i ragazzi a sua disposizione, alcuni di loro tra cui Marchetti, Fortebraccio, Grassi, Cordelli, Tamburrini, De Bartolomeo, Colonna Oronzo, e Giuliani hanno giocato anche le partite disputate in precedenza nelle categorie Under 15 e Under 20. Oltre al protagonista della partita del quale leggeremo più avanti, si sono messi particolarmente in luce il solito Andrea De Bartolomeo (l’implacabile bomber), Daniele Tamburrini oggi un treno sulla corsia laterale e Luca Fortebraccio che con la sua calma olimpica ha dato tranquillità e solidità a tutta la difesa.
IL PROTAGONISTA DELLA PARTITA
Il protagonista dell’incontro è stato senza dubbio Andrea Giuliani il capitano dell’Anguillara (il portierone, come da me simpaticamente definito), il giocatore che con le sue splendide parate toglie sempre le castagne dal fuoco alla propria squadra. Alcune sue paratone equivalgono a gol fatti che alla fine del campionato avranno il loro peso. E’ il giocatore su cui ci puoi sempre contare, la sua bravura e la sua tenacia gli sono valsi anche la maglia n° 1 della squadra Under 20. Tre vittorie, 36 gol fatti e 8 subiti, questo dicono i numeri del bellissimo weekend appena trascorso, questo è il forte segnale che le squadre di Anguillara lanciano al campionato nei loro tre raggruppamenti.
Nel fine settimana, nelle due piscine (Poggio dei Pini Anguillara: Under 15/17 e Lanciani Roma: Under 20) dove si sono disputate le partite, c’è stata una notevole affluenza di pubblico (anche se la maggior parte dei tifosi è rappresentata da genitori e parenti) e questo la dice lunga su quanto questo sport considerato a torto “minore”, stia entrando piano piano nel cuore della gente e nelle vene degli stessi ragazzi.
Il Comune di Ladispoli è stato inserito tra i comuni che dovranno pagare la mini Imu. A confermarlo una nota dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Crescenzo Paliotta che ne ha ricevuto comunicazione dal Ministero degli Affari Regionali
“Nel 2013 – ha detto il sindaco Crescenzo Paliotta – l’Imu sulla prima casa è stata abolita dal Governo ma alcuni comuni, a cominciare da quello di Roma, hanno aumentato l’aliquota. Queste decisioni hanno provocato un aumento delle quote necessarie per rimborsare gli enti locali dagli introiti mancanti. E’ stato per questo motivo che il Governo, dopo lunghe e contrastate discussioni, ha deciso di far pagare una quota dell’Imu sulla prima casa: inizialmente la decisione era stata quella di far pagare solo i comuni che l’avevano aumentata nel 2013. In questa ipotesi i residenti di Ladispoli non avrebbero pagato nulla. Successivamente la norma è stata modificata e sono stati iscritti anche i comuni che avevano l’aliquiota Imu nel 2012”.
“Se non ci saranno ulteriori modifiche – ha concluso Paliotta – poiché l’Associazione dei Comuni italiani ha chiesto al Governo di trovare soluzioni in altri settori, entro il 24 gennaio i cittadini dovranno pagare il 40% dell’uno per mille, facendo riferimento a quanto pagato per l’Imu prima casa nel 2013. La quota da versare oscillerà tra le 20 e i 60 euro ad abitazione, in base alla categoria e alla grandezza. L’errata informazione dei giorni scorsi è stata diffusa quando sembrava che il Governo non avesse inserito Ladispoli tra i comuni che dovranno pagare la mini Imu. Il cambio di decisione ovviamente non è dipeso dall’Amministrazione comunale”.
Nei prossimi giorni saranno rese note il calcolo e le modalità di pagamento.
Stilato lo statuto del comitato “Oriolo per Michele Boccassini M.D.V.M.”, con la collaborazione e la consulenza legale della dottoressa Patrizia Troiano (Cavaliere della Repubblica) per la redazione dell’atto costitutivo e dello statuto stesso, e di Riccardo Libbi, consulente dell’Associazione dei Consumatori, prosegue l’impegno del Comitato medesimo nel raccogliere testimonianze. Obiettivo è richiedere direttamente al Capo dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano, l’autorizzazione della traslazione della salma di Michele Boccassini. E se a custodire la memoria storica è la parte più anziana del paese, un ricordo vivido, sia di Michele che della mamma Carmela, ci viene fornito dalla signora Orsolina. Classe ’29, la mente lucida, racconta appassionatamente, con intensità e affetto, il tempo trascorso al fianco a Carmela. Con calma, gentilezza e simpatia ci parla di questa donna con cui entrarono molto in confidenza e per cui svolgeva servizio di domestica.
Carmela, ricorda Orsolina, era una bravissima persona che, nonostante tutti i suoi problemi, non ha mai perso la forza d’animo per combattere fino all’ultimo, anche se, dopo la morte di Michele, non usciva più di casa, se non per andare a Messa. “È morta tra le mie mani, pronunciando il nome del figlio. Non credevo che se ne sarebbe andata così rapidamente, nel giro di pochi giorni. Quando si è spenta le ho chiuso gli occhi e l’ho vestita per il suo ultimo viaggio. Mi sono presa cura di lei ancora una volta, come ho fatto sempre. Ho voluto tenere in suo ricordo la cassapanca che ho riposto all’ingresso; è antiquariato, ma non mi interessa il valore economico quanto quello affettivo”. Ed anche per questo Carmela ha scritto sul testamento, inciso sulla carta del pane e in possesso del Comitato, che avrebbe lasciato tutti i suoi averi a lei, tranne alcune cose che andavano consegnate ad altre persone di Oriolo da lei indicate, e così è stato fatto.
Carmela, ricca aristocratica, era una contessa di Bologna poi trasferitasi a Roma e successivamente, a Oriolo, per seguire il figlio militare. Era una bella donna, molto dignitosa; teneva molto all’aspetto fisico, che curava dalla pettinatura all’abbigliamento: preferiva un bel vestito e qualcosa in meno da mangiare, pur di andare in giro per il paese vestita a modo, tanto che si poteva riconoscere ad occhio l’origine nobile. Orsolina ricorda i suoi gioielli, le sue pellicce e, soprattutto, i suoi cappotti nero e marrone. Michele assomigliava molto alla madre: entrambi belli e buoni d’animo. Carmela aveva una sorella più piccola però di fisionomia opposta (mingherlina ed esile e non robusta e alta come Carmela), che morì prima di lei. La sorella era più riservata e introversa, mentre Carmela, dal carattere più risoluto, era più combattiva e autoritaria (anche nel portamento austero che aveva).
Carmela e Orsolina si unirono ancora di più quando entrambe furono colpite da gravi lutti familiari: la prima perse una figlia morta precocemente prima di Michele; l’altra vide morirle un figlio di 11 anni. Le due condivisero gioie e dolori, pianti e risate. Andarono insieme a fare la richiesta per riavere il corpo di Michele al Ministero. Un attendente si prese troppe confidenze con loro e Carmela gli dette una borsettata prima di fargli rapporto dal comandante. “Mi piaceva ascoltarla parlare, si sentiva che era una donna istruita”, racconta Orsolina. Insieme si fecero tante risate, entrarono in confidenza: “Non la lasciavo mai, andavo a trovarla anche con una scusa e lei era contenta. Lei voleva sempre che restassi per chiacchierare un po’ con me; mi tratteneva anche quando volevo tornare a casa dalle mie figlie. Queste ultime le erano molte affezionate e la consideravano come una di famiglia. Ora si occupano loro di andare alla sua tomba al cimitero”.
E’ stata Orsolina a comprarle il loculo e la lapide e ad aiutarla quando divenne povera e non aveva più nulla se non il cane Ras. Quando si trasferì ad Oriolo andò ad abitare prima al borgo, poi in affitto in una casa ammobiliata sopra la posta e pagò anche i mobili (che amava e teneva a lucidare) che poi la gente portò via ad Orsolina, con la scusa di essere amici e parenti alla lontana di Carmela, di cui non si erano mai occupati, per avere l’eredità. Gli interni della casa di Carmela sono visibili nel film del ’78 “Il balordo” con Cettino, detto Tino, Buazzelli, riconoscibili in più di un fotogramma, e tra i mobili si intravede anche una foto di Michele. Come noto lo sceneggiato è tratto dal romanzo omonimo di Piero Chiara, ambientato all’epoca del fascismo e della seconda guerra mondiale e incentrato sulla figura di Anselmo Bordigoni (detto il Bordiga, interpretato da Buazzelli). Molti oggetti preziosi, purtroppo, sono andati perduti e poco è stato potuto essere recuperato dell’abitazione di Carmela.
Per 16 anni (dal ’62 all’80) se ne è curata solamente Orsolina, che per Carmela era come una figlia. Le parlava spesso di Michele, come se fosse vivo e lì presente, di quando era piccolo. Pare avesse una fidanzata a Roma, che venne a trovare Carmela dopo la morte del giovane. L’assenza pesa alla signora Orsolina che dice: “Spero di sognarmi Carmela!”. Vorrebbe riaverla per rivivere quei bei momenti intensi, anche se duri. Quando morì era un pomeriggio d’ottobre e fece un temporale terribile. Tante persone di Oriolo si recarono a salutare questa donna che fino alla morte ha cercato di mantenere vivo il ricordo del figlio e di riaverlo con lei. Carmela dagli oriolesi, in segno di profondo rispetto, ancora oggi, a 33 anni dalla sua scomparsa, è conosciuta e chiamata “La medaja d’oro”.
Arrivano i parcheggi rosa a Ladispoli. A seguito della mozione presentata dal consigliere Alessandro Grando ed approvata all’unanimità, l’Amministrazione ha provveduto ad avviare la realizzazione dei parcheggi destinati alle donne in stato di gravidanza o che siano da poco diventate mamme.
“Gli stalli rosa – spiega l’assessore alla mobilità Pier Lucio Latini – saranno realizzati davanti ad edifici pubblici tra cui scuole, farmacie, comune e banche e saranno evidenziati da apposita segnaletica orizzontale e verticale. L’amministrazione ne ha previsti per ora 25, in seguito vedremo se sarà necessario posizionarne altri. Ricordando che il codice della strada per ora non prevede sanzioni per chi lascia l’auto negli stalli rosa senza averne diritto, invitiamo tutti i cittadini alla massima collaborazione. E’ un discorso di rispetto verso le donne in maternità, siamo certi che Ladispoli offrirà la solita risposta di civiltà. Cogliamo l’occasione per ringraziare il consigliere Alessandro Grando che si è fatto promotore della proposta recepita dall’amministrazione, oltre al maggiore Danilo Virgili responsabile della viabilità per la polizia locale che sta provvedendo al coordinamento del progetto”.