20 Aprile, 2024
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Oriolo. Caso Boccassini, il ricordo della “medaja d’oro” della signora Orsolina

Stilato lo statuto del comitato “Oriolo per Michele Boccassini M.D.V.M.”, con la collaborazione e la consulenza legale della dottoressa Patrizia Troiano (Cavaliere della Repubblica) per la redazione dell’atto costitutivo e dello statuto stesso, e di Riccardo Libbi, consulente dell’Associazione dei Consumatori, prosegue l’impegno del Comitato medesimo nel raccogliere testimonianze. Obiettivo è richiedere direttamente al Capo dello Stato, il presidente Giorgio Napolitano, l’autorizzazione della traslazione della salma di Michele Boccassini. E se a custodire la memoria storica è la parte più anziana del paese, un ricordo vivido, sia di Michele che della mamma Carmela, ci viene fornito dalla signora Orsolina. Classe ’29, la mente lucida, racconta appassionatamente, con intensità e affetto, il tempo trascorso al fianco a Carmela. Con calma, gentilezza e simpatia ci parla di questa donna con cui entrarono molto in confidenza e per cui svolgeva servizio di domestica.

Carmela, ricorda Orsolina, era una bravissima persona che, nonostante tutti i suoi problemi, non ha mai perso la forza d’animo per combattere fino all’ultimo, anche se, dopo la morte di Michele, non usciva più di casa, se non per andare a Messa. “È morta tra le mie mani, pronunciando il nome del figlio. Non credevo che se ne sarebbe andata così rapidamente, nel giro di pochi giorni. Quando si è spenta le ho chiuso gli occhi e l’ho vestita per il suo ultimo viaggio. Mi sono presa cura di lei ancora una volta, come ho fatto sempre. Ho voluto tenere in suo ricordo la cassapanca che ho riposto all’ingresso; è antiquariato, ma non mi interessa il valore economico quanto quello affettivo”. Ed anche per questo Carmela ha scritto sul testamento, inciso sulla carta del pane e in possesso del Comitato, che avrebbe lasciato tutti i suoi averi a lei, tranne alcune cose che andavano consegnate ad altre persone di Oriolo da lei indicate, e così è stato fatto. Michele Boccassini

Carmela, ricca aristocratica, era una contessa di Bologna poi trasferitasi a Roma e successivamente, a Oriolo, per seguire il figlio militare. Era una bella donna, molto dignitosa; teneva molto all’aspetto fisico, che curava dalla pettinatura all’abbigliamento: preferiva un bel vestito e qualcosa in meno da mangiare, pur di andare in giro per il paese vestita a modo, tanto che si poteva riconoscere ad occhio l’origine nobile. Orsolina ricorda i suoi gioielli, le sue pellicce e, soprattutto, i suoi cappotti nero e marrone. Michele assomigliava molto alla madre: entrambi belli e buoni d’animo. Carmela aveva una sorella più piccola però di fisionomia opposta (mingherlina ed esile e non robusta e alta come Carmela), che morì prima di lei. La sorella era più riservata e introversa, mentre Carmela, dal carattere più risoluto, era più combattiva e autoritaria (anche nel portamento austero che aveva).

Carmela e Orsolina si unirono ancora di più quando entrambe furono colpite da gravi lutti familiari: la prima perse una figlia morta precocemente prima di Michele; l’altra vide morirle un figlio di 11 anni. Le due condivisero gioie e dolori, pianti e risate. Andarono insieme a fare la richiesta per riavere il corpo di Michele al Ministero. Un attendente si prese troppe confidenze con loro e Carmela gli dette una borsettata prima di fargli rapporto dal comandante. “Mi piaceva ascoltarla parlare, si sentiva che era una donna istruita”, racconta Orsolina. Insieme si fecero tante risate, entrarono in confidenza: “Non la lasciavo mai, andavo a trovarla anche con una scusa e lei era contenta. Lei voleva sempre che restassi per chiacchierare un po’ con me; mi tratteneva anche quando volevo tornare a casa dalle mie figlie. Queste ultime le erano molte affezionate e la consideravano come una di famiglia. Ora si occupano loro di andare alla sua tomba al cimitero”.targa Boccassini

E’ stata Orsolina a comprarle il loculo e la lapide e ad aiutarla quando divenne povera e non aveva più nulla se non il cane Ras. Quando si trasferì ad Oriolo andò ad abitare prima al borgo, poi in affitto in una casa ammobiliata sopra la posta e pagò anche i mobili (che amava e teneva a lucidare) che poi la gente portò via ad Orsolina, con la scusa di essere amici e parenti alla lontana di Carmela, di cui non si erano mai occupati, per avere l’eredità. Gli interni della casa di Carmela sono visibili nel film del ’78 “Il balordo” con Cettino, detto Tino, Buazzelli, riconoscibili in più di un fotogramma, e tra i mobili si intravede anche una foto di Michele. Come noto lo sceneggiato è tratto dal romanzo omonimo di Piero Chiara, ambientato all’epoca del fascismo e della seconda guerra mondiale e incentrato sulla figura di Anselmo Bordigoni (detto il Bordiga, interpretato da Buazzelli). Molti oggetti preziosi, purtroppo, sono andati perduti e poco è stato potuto essere recuperato dell’abitazione di Carmela.

Per 16 anni (dal ’62 all’80) se ne è curata solamente Orsolina, che per Carmela era come una figlia. Le parlava spesso di Michele, come se fosse vivo e lì presente, di quando era piccolo. Pare avesse una fidanzata a Roma, che venne a trovare Carmela dopo la morte del giovane. L’assenza pesa alla signora Orsolina che dice: “Spero di sognarmi Carmela!”. Vorrebbe riaverla per rivivere quei bei momenti intensi, anche se duri. Quando morì era un pomeriggio d’ottobre e fece un temporale terribile. Tante persone di Oriolo si recarono a salutare questa donna che fino alla morte ha cercato di mantenere vivo il ricordo del figlio e di riaverlo con lei. Carmela dagli oriolesi, in segno di  profondo rispetto, ancora oggi, a 33 anni dalla sua scomparsa, è conosciuta e chiamata “La medaja d’oro”.

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