Siamo tutti più soli, credenti e no, il Papa della speranza e della misericordia non è più tra noi. La speranza che il secolare lavorio della Chiesa fosse in grado di fermare il male del mondo, la guerra, che fra tutti i mali è quello che prende con se il futuro di tanti uomini e donne che avrebbero potuto essere e non sono stati e sono stati privati di vivere la propria vita, di godere dei propri cari. Vedevamo in Francesco, il nome scelto per il suo pontificato già molto diceva, l’unico in grado di mantenere accesa la speranza di una pace fondata sulla comprensione reciproca e non sull’equilibrio del terrore dato da armi sempre più sofisticate e terribili.
Il cammino dell’Umanità è passato attraverso momenti bui e momenti più alti, la Chiesa nella sua storia millenaria ha seguito questo cammino, alcune volte prendendolo per mano altre subendolo, ma mai ha smesso di partecipare, nel bene e nel male. Papa Francesco ha detto con forza che il creato è la nostra casa e come tale la dobbiamo preservare e consegnare ai nostri figli meglio di come l’abbiamo trovata. Era perfettamente consapevole delle conseguenze di una tale richiesta, preservare la nostra casa significa anche non sfruttare il nostro pianeta più di quello che può offrirci, non rendere schiavi altri uomini per strappargli quelle risorse ritenute necessarie ad alimentare una società dedita al consumo sfrenato. L’insegnamento non dice che dobbiamo rinunciare ai benefici delle nostre conquiste, ma i loro frutti devono essere più sostenibili e più equi nel loro godimento.
La misericordia per i migranti, il dolore per le loro vite spezzate nella ricerca di un luogo sicuro dove vivere, è stato il grande insegnamento di Francesco, aprire le nostre case a questi derelitti del mondo è quanto di più umano e misericordioso possiamo e dobbiamo fare. Come possiamo giustificare la visione di uomini deportati per ragioni di Stato? Come possono gli Stati moderni aver paura di questi uomini che attraversano il mare su imbarcazioni precarie mentre moderni aerei e navi da guerra li osservano e per fortuna, alcune volte, li soccorrono?
In questo momento la Chiesa ha sulle proprie spalle un peso terribile, continuare l’opera di Papa Francesco sarà ancora più faticoso e il prossimo Papa dovrà continuare ad essere una speranza per tutti noi, indipendentemente dal nostro credo, la pace è per tutti.
Associazione Culturale no Profit L’Agone nuovo


