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Questo weekend torna BeeRoma: alcuni pub della Capitale, nuove realtà di spicco nel settore brassicolo, si riuniranno in una location esclusiva per offrire al pubblico la loro selezione birraria
Mancano pochi giorni a BeeRoma, l’ormai famosa rassegna delle birre e del gusto. In questo weekend, dal 29 aprile al 1 maggio, presso lo Spazio Eventi “Meloncini” in zona Ponte Milvio a Roma, si potranno degustare ottimi prodotti brassicoli, sia italiani che internazionali. La selezione sarà operata dai pub partecipanti, nuove realtà capitoline che si sono già affermate sulla scena della birra artigianale romana grazie alla passione e all’entusiasmo dei loro publican, che accoglieranno il pubblico con una scelta di birre votata alla qualità e alla varietà. BeeRoma darà spazio, quindi, alla qualità birraria, ma non dimenticando quella gastronomica, concentrandosi nella ricerca continua dell’eccellenza, puntando sul cambiamento e sull’innovazione.
Quest’anno BeeRoma sarà all’insegna delle novità anche per la location prescelta, ovvero lo Spazio Eventi “Meloncini”, in zona Ponte Milvio. Con gli ampi spazi interni, in cui verranno allestite le postazioni dei pub, e l’area esterna, tra una pinta e l’altra sotto il sole, “Meloncini” è il posto ideale per tre giorni dedicati al gusto, nel massimo relax. Anche grazie alla disponibilità di un’area dedicata ai più piccoli e di un ampio parcheggio per le auto.
L’ingresso sarà gratuito, mentre le degustazioni saranno a pagamento. Per tutti gli aggiornamenti e le informazioni è possibile consultare il sito beeroma.org
Alcuni giorni fa, abbiamo ricevuto una mail da una nostra lettrice, riguardo la situazione della via Anguillarese:
Gentilissima Signora Sindaco, da cittadina di Anguillara che si muove spesso a piedi, e da persona che ha visitato ed abitato in alcuni paesi europei, vorrei porle una questione secondo me di primaria importanza riguardante l’incolumità fisica dei suoi amministrati.
Ritiene possibile che una strada che attraversa il paese densamente popolata di abitazioni, supermercati e negozi possa essere considerata una strada da percorrere ad alta velocità, senza che non ci sia uno straccio di semaforo, uno straccio di controllo anche con sanzioni pecuniarie? Per non parlare dei passaggi pedonali dove le strisce non esistono quasi più perché mai ridipinte e dove il pedone per attraversarla mette a rischio la pelle.
Nella cittadina tedesca dove ho abitato per anni, ad esempio, oltre ai controlli di velocità tramite semafori e relative multe, un bel 30 Km a dimensioni giganti era scritto ovunque sulla carreggiata onde fosse ricordato il limite agli smemorati. Perché non può essere così anche qui? Abbia coraggio, la spesa penso sarebbe limitata e forse ripagata dai trasgressori. Delle buche poi è necessario parlarne a parte, grazie e distinti saluti, Vittoria Tedei.
Il Vicesindaco non ha gradito le critiche alla leccata di asfalto pre-elettorale che stanno distribuendo su tutta la città. Al netto di chi sarebbe arrivato a “vomitare rabbia” (ognuno ha i suoi problemi), noi ci limitiamo a lasciar giudicare i cittadini. Il sentore, piuttosto diffuso, è che molti stiano giudicando questa operazione una vera e propria presa in giro, visto che per cinque lunghi anni siamo stati costretti, tutti, ad esibirci in pericolosi slalom acrobatici fra buche in numero e dimensioni mai conosciute prima.
Tra l’altro, c’è anche chi teme che alle prime piogge sarà già tutto da rifare, perché a quanto pare non stanno “rifacendo” le strade, ma solo dando un’aggiustatina allo strato di asfalto superficiale. E nemmeno dappertutto, perché nelle vie laterali come in molte strade di campagna, il trucco non è arrivato.
Oggi il Vicesindaco cerca di giustificarsi, di metterci la classica “toppa”, che però, come spesso accade, rischia di rivelarsi peggio del buco (o della buca) che voleva riparare. Ci spiega infatti che nel 2014 hanno “pensato” di rifare le strade e hanno preparato il progetto, poi nel 2016 hanno avviato la gara e solo nel 2017 i lavori sono finalmente cominciati. Insomma, sono stati eletti nel 2012, ci hanno messo due anni (due!) per capire che forse serviva programmare la manutenzione delle strade e poi altri tre (tre!) per riuscire a mettere in piedi la gara e affidare i lavori. Se non è un’ammissione di incapacità questa! Cinque lunghi anni per una normale manutenzione stradale. Qualcuno dovrebbe almeno chiedere scusa.
Che poi, per analogia, vengono in mente pure le peripezie della gara per la gestione dei rifiuti. Chi non ricorda la solenne promessa: “raccolta porta a porta su tutto il territorio, entro il 2013!”. E invece quell’appalto è stato rifatto due volte, ha avuto problemi per l’interdittiva antimafia alla ditta vincitrice e ad oggi, ossia 2017, il servizio non è ancora attivo su tutto il territorio. Senza contare gli innumerevoli disagi che sta causando.
Francamente non credo che ai cittadini interessino i dettagli procedurali sciorinati dal vicesindaco. Il problema sono i fatti, le condizioni in cui ha vissuto la città fino ad oggi, sono le discutibili scelte politiche dell’amministrazione Pascucci-Zito, l’arroganza di sentirsi migliori degli altri e poi invece dimostrarsi incapaci di gestire normali gare d’appalto, le battaglie portate avanti per anni, come quella contro il centro commerciale, e poi rinnegate con una disinvoltura da far impallidire i professionisti della Prima Repubblica.
Questo, temo per loro, è quello che ricorderanno i cittadini. Il loro giulivo populismo alla prova dei fatti si è rivelato solo un triste fallimento. E lo dimostra pure il fatto che cinque anni fa vincevano sotto una spinta popolare senza precedenti, mentre oggi, perso l’appeal con i cittadini, pensano di sostituirlo con una strana accozzaglia di liste (si parla di sette o otto!) dove non ci stupiremmo di trovare diversi politicanti in carriera in qualche modo “convinti” alla causa del “pascuccismo”. Una bella differenza. Questo strano cambiamento dovrebbe spiegare il Vicesindaco, tra una leccata d’asfalto e l’altra.
Juri Marini, candidato a Sindaco del Partito Democratico a Cerveteri
Il 21 Aprile una nota testata giornalistica locale, commentando il documento prodotto nell’ultima riunione di giunta e consultabile sul sito del Comune di Ladispoli, ha annunciato l’arrivo di un bilancio da “lacrime e sangue”.
Forse però si tratta di altro ancora.
Le riduzioni di spesa più importanti del bilancio preventivo 2017/2018 proposte dalla Giunta comunale riguardano i settori della cultura, dell’istruzione e, più importante perché più delicato, quello dei servizi sociali. Ricordiamo a tutti che i servizi sociali comunali sono già ridotti all’osso e palesemente insufficienti ai bisogni della nostra città. Se le cose non cambieranno, verranno ulteriormente decurtati di circa 900 mila euro, con inevitabili conseguenze disastrose. A giugno 2017 si esauriranno i fondi per l’educativa scolastica, ossia l’assistenza scolastica agli alunni con disabilità, che di fatto terminerà. Il servizio potrà riprendere con finanziamenti ridotti solo a partire da gennaio 2018, provvedendo appena a metà dell’anno scolastico. Gli altri ambiti di intervento riguarderanno l’assistenza domiciliare e le case di riposo per gli anziani, anch’essi destinati a terminare durante l’estate 2017.
Tutto ciò si tradurrà in una paralisi dei servizi sociali, il cui indotto verrà di fatto chiuso, mettendo a rischio i circa 100 posti di lavoro degli impiegati del terzo settore impegnati in questi due ultimi progetti, senza contare i disagi che ne deriveranno per tutti coloro che di questi servizi usufruiscono. Rischiamo così, di ereditare un Comune che sarà impossibilitato a provvedere ai bisogni dei cittadini. Il Consiglio Comunale il 27 Aprile alle ore 20.30 discuterà se approvare questo bilancio preventivo. Crediamo comunque di poter dire che non si arriverà alla sua approvazione; i termini sono infatti scaduti il 31 marzo e questo indica la chiara volontà di non prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Temiamo invece che il Consiglio diventerà l’ennesimo circo in cui nani e ballerine cercheranno di mettersi in mostra inventandosi improbabili variazioni di quel bilancio che loro stessi hanno disastrato.
LA VERITÀ SU CAMPO DI MARE ovvero
NOVE DOMANDE A MASSIMO GALLO e UNA AI CITTADINI DI CERVETERI
Ho letto e sentito tante inesattezze e bugie sulla vicenda di Campo di Mare in questi giorni. Cercherò di spiegarvi in poche righe come stanno davvero le cose. Con una premessa: chiunque faccia qualsiasi affermazione su Campo di Mare deve essere in grado di provarla con documenti amministrativi che possano avere valore legale. Tutto quello che leggerete di seguito è comprovabile con atti. Perché le chiacchiere, si sa, se le porta via il vento.
LA LINEA DEMANIALE ovvero quello che è dello Stato e quello che non lo è
Campo di Mare è una frazione di Cerveteri che ha vissuto nel completo disinteresse di tutte le Amministrazioni per oltre quarant’anni. Unica eccezione una convenzione stipulata tra Comune e Ostilia nel 1991, purtroppo però mai fata applicare da nessuno.
C’è un primo complesso problema: tutte le aree all’interno della zona edificata di Campo di Mare non appartengono al Comune ma a una società privata: Ostilia srl. Per essere più chiari Ostilia è proprietaria delle aree verdi, delle strade (cavalcaferrovia incluso), dei pali della illuminazione, del depuratore, della rete fognaria, della rete per la distribuzione dell’acqua, del serbatoio di accumulo, del grande piazzale sterrato dove abitualmente parcheggiamo d’estate. Ed è anche di Ostilia, pensate un po’, una grande fetta della sabbia della nostra spiaggia, precisamente dal muretto a circa metà spiaggia.
Per fortuna, nella Variante Generale al Piano Regolatore predisposta dall’Amministrazione Comunale è già previsto il passaggio di queste aree (circa 14 ettari) all’interno del patrimonio pubblico del nostro Comune: significa che questi spazi, oggi appartenenti ad una società privata, saranno di proprietà di tutti i cittadini di Cerveteri.
In Italia lungo le coste dei corsi d’acqua, dei laghi e del mare, esiste una porzione di terra di proprietà dello Stato. Attenzione: non di proprietà dei Comuni, ma proprio dello Stato. Si tratta delle cosiddette “aree demaniali”; esse sono delimitate dalla “linea demaniale”, sulla quale i Comuni non hanno nessuna autorità, essendo competenza dello Stato Centrale. Le linee demaniali sono determinate e depositate presso il SID (Sistema Informativo del Demanio Marittimo) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La linea demaniale separa (anche dal punto di vista dell’individuazione cartografica catastale) quello che è dello Stato da quello che non lo è. A Cerveteri la linea demaniale taglia circa a metà la spiaggia per tutta la sua lunghezza. Cosicché la porzione di spiaggia vicino al mare è di proprietà dello Stato, mentre la parte retrostante non lo è.
Questa notizia potrebbe non essere conosciuta dai cittadini, ma è sicuramente nota ad alcuni personaggi attualmente impegnati nella vita politica della città che in questo frangente stanno cavalcando la notizia, dimenticando forse di aver votato negli anni (quando sedevano in Consiglio Comunale o in Giunta) atti sul tema. Ed è inoltre altrettanto nota ai gestori degli stabilimenti da moltissimi anni. E, molti di loro, compreso l’Ocean Surf, hanno approfittato di questa situazione. Cerco di spiegarmi meglio. Chi gestisce un pezzo di spiaggia pubblica è un concessionario dello Stato e come tale deve pagare un canone annuale allo Stato (ATTENZIONE: allo Stato non al Comune). Il canone si paga in funzione della dimensione della spiaggia occupata (in termini di metri quadrati) e della dimensione e tipologia degli immobili che sono realizzati sopra la spiaggia occupata (in termini di metri cubi). P
iù grande è la spiaggia in gestione, più grande e commerciale è la struttura realizzata sulla spiaggia in gestione, e più alto sarà il canone che il gestore deve pagare allo Stato. È ovvio che se una parte della spiaggia occupata dal gestore non è dello Stato (ma è di un privato), quella parte non viene conteggiata nella determinazione del canone. Non solo. Il canone cresce soprattutto in funzione del volume e della valenza commerciale degli immobili realizzati. Quindi se le strutture degli stabilimenti non sono sull’area demaniale ma su un’area privata, il canone da pagare diventa irrisorio. Vediamo allora quanto ha pagato Ocean Surf negli ultimi dieci anni.
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
1.386,62
1.421,98
1.500,19
1.449,19
1.489,76
1.545,63
1.589,68
1.581,73
1.567,49
1.542,41
Come si può vedere Ocean Surf ha pagato un canone annuale tra i 1.300 e 1.500 euro. Sì, avete letto bene: in tutti questi anni di noleggio ombrelloni, sdraio, lettini, pranzi, colazioni, cene, corsi, eventi serali, ricovero per surf e windsurf (tutto a pagamento ed a prezzi di mercato) il canone medio pagato è stato soltanto di 1.500 euro l’anno.
E questo grazie al fatto che la maggior parte dell’area non fosse demaniale. Prendiamo, ad esempio, un altro stabilimento di Campo di Mare che ha invece la struttura commerciale su area demaniale e vediamo quanto ha pagato. I canoni annuali si muovono tra 7.157,94 € e 9.774,70 € annui, con una media di 8.284 € annui (quasi 6 volte più grande del canone pagato da Ocean Surf). Massimo Gallo sostiene che l’area prospiciente il muretto sia stata fin dall’inizio dello Stato. Allora gli chiedo: perché in tutti questi anni ha invece pagato una cifra così bassa e non ha pagato il ben più elevato canone demaniale sull’area bar e ristorazione?
LA SENTENZA N. 1122/09 ovvero di chi sono le aree adiacenti al muretto
Nel 1997 la società Ostilia ha intentato una causa contro 4 gestori degli stabilimenti a Campo di Mare sostenendo che essi occupavano senza averne titolo una proprietà della stessa società. Gli stabilimenti coinvolti sono (partendo da nord): Six (che al momento della causa si chiamava in un altro modo), Associazione Nautica, Ocean Surf e Renzi.
La prima richiesta che l’avvocato degli stabilimenti ha avanzato al Tribunale è stata di “usucapione”, così riconoscendo esplicitamente che l’area occupata era di proprietà privata; tale richiesta venne rigettata mancando, a detta del Giudice, i presupposti temporali. Nel 2009 il Tribunale di Civitavecchia con la sentenza n. 1122/09 ha dato ragione a Ostilia e ha stabilito che gli stabilimenti dovessero liberare le aree occupate. È bene ripeterlo: la sentenza si riferisce alla porzione di spiaggia adiacente il muretto, non ha niente a che vedere con la parte di spiaggia demaniale che è e resterà sempre dello Stato. A seguito di questa sentenza, tre dei quattro stabilimenti (tra cui Ocean Surf) hanno deciso di fare ricorso, chiedendo una sospensiva della esecutività, richiesta più volte respinta.
L’appello è ancora in corso. Nel 2009 ero vicesindaco e i balneari vennero da me per raccontarmi questa vicenda (che allora non conoscevo). Mi attivai subito intuendo che l’unica strada era quella di chiedere allo Stato di arretrare la linea demaniale e far diventare dello Stato anche la spiaggia retrostante. L’amministrazione di allora (Sindaco Gino Ciogli) richiese, purtroppo senza esito, alla Capitaneria di Porto (unica abilitata per legge a proporre la revisione della linea demaniale) di intervenire. Dopo il mio insediamento, d’accordo proprio con i balneari (tra i quali c’era sempre anche Massimo Gallo) ho iniziato una battaglia lunga e molto fruttuosa. In primo luogo ho richiesto ufficialmente allo Stato (e agli enti competenti) di arretrare la linea demaniale, così superando inequivocabilmente le incertezze e discrasie tra vari documenti e perizie succedutesi nel tempo.
La richiesta è stata anche motivata con l’erosione che in questi anni ha mangiato un pezzo del nostro arenile. Esistono diversi documenti che provano la nostra attività in questo senso. Purtroppo gli Enti deputati alla gestione della linea demaniale ci hanno sempre riposto negativamente, anche a seguito di un lungo sopralluogo effettuato, con l’assessore Lorenzo Croci e la Capitaneria di Porto, proprio a Campo di Mare. La Capitaneria ha sempre sostenuto che il tratto di costa demaniale presente a Campo di Mare fosse sufficientemente ampio e che non ci fossero i presupposti per un arretramento della linea. Ma non ci siamo arresi. Abbiamo parlato con tutti; siamo stati all’ufficio demanio della Regione Lazio e presso gli assessorati competenti. Ci siamo recati (insieme al presidente dell’Assobalneari di Marina di Cerveteri Celso Caferri – che allora rappresentava anche l’Ocean Surf di Massimo Gallo) al Ministero dell’Economia e delle Finanze a incontrare il Sottosegretario Baretta, che si occupava di demanio; il Sottosegretario ci ha rassicurato e ci ha informato che a breve sarebbe stata promulgata una legge che dava mandato alle Regioni di fare una verifica sulle linee demaniali. Abbiamo approfittato di questa opportunità e abbiamo prodotto una relazione dettagliatissima e una richiesta ufficiale di arretramento della linea proprio alla Regione Lazio. Ovviamente tutto quello che sto dicendo è documentato con atti e delibere (accessibili a tutti).
Atti che sono ben noti anche a Massimo Gallo che ha partecipato a tutte le riunioni fatte sull’argomento. A questo punto vorrei chiedere: Massimo Gallo sostiene che la parte retrostante della spiaggia da lui occupata è sempre stata dello Stato; allora perché all’epoca il suo legale richiese al Tribunale l’usucapione e perché in questi anni insieme ai suoi colleghi ci ha chiesto ripetutamente di ottenere l’arretramento della linea demaniale?
IL RINNOVO DELLE CONCESSIONI DEMANIALI ovvero quanto l’Amministrazione ha fatto a tutela dei gestori degli stabilimenti
Le concessioni demaniali degli stabilimenti balneari di Campo di Mare sarebbero scadute il 31/12/2013. Sapevamo benissimo che la situazione tra Ostilia e gli stabilimenti era tesa e conoscevamo l’esito della sentenza. Abbiamo allora deciso di compiere un atto che avrebbe tutelato ulteriormente i gestori. Ovvero abbiamo rinnovato tutte le concessioni demaniali a tutti i gestori fino al 31/12/2020 (ultimo termine previsto dalla legge). La sentenza, è bene ribadirlo, può infatti disporre dell’area privata di proprietà dell’Ostilia, ma non può nulla sull’area del demanio che era e resterà sempre dello Stato. Massimo Gallo, così come tutti i suoi colleghi, ha tutt’ora in mano una concessione demaniale per l’area di proprietà dello Stato valida fino al 31/12/2020. E su quell’area può e avrebbe potuto esercitare l’attività nella scorsa stagione (estate 2016). Ora mi vedo costretto a chiedere: come mai Massimo Gallo non ha mai fatto accenno a questo rinnovo? E come mai non ha mai detto che la nostra Amministrazione lo ha messo nelle condizioni di lavorare fino al 2020 indipendentemente dall’esito della causa con Ostilia?
IL COMODATO D’USO GRATUITO PER GLI STABILIMENTI ovvero quello che l’Amministrazione ha ottenuto da Ostilia per salvare gli stabilimenti
La sentenza del 2009 in favore di Ostilia era esecutiva. Il che significa che la società aveva pieno titolo a picchettare le aree e a cacciare dalle sue proprietà gli occupanti. Lo sapevano tutti. Soprattutto i gestori. E, nel 2015, Ostilia era pronta a intervenire per far valere i propri diritti. A questo punto, d’accordo con l’Assobalneari (che, è bene ricordarlo, in quel periodo aveva al suo interno anche Massimo Gallo), ci siamo fatti promotori di un tentativo di mediazione. Abbiamo semplicemente chiesto a Ostilia di rinunciare ai suoi diritti almeno fino alla scadenza delle concessioni demaniali (fino cioè al 31/12/2020). Questo avrebbe consentito a quelle famiglie che da anni gestivano gli stabilimenti di continuare a lavorare. Ma sarebbe stato un vantaggio anche per la comunità perché gli stabilimenti, che riconosco sono stati portati avanti nel tempo con tanto impegno e sacrifici, offrono anche un servizio turistico irrinunciabile. Con la consueta trasparenza, che da sempre contraddistingue l’operato della nostra Amministrazione, ho proposto e ottenuto un incontro ufficiale presso la sede di Ostilia con i rappresentanti della società e tutti i gestori degli stabilimenti balneari (essendo Massimo all’estero, era presente un rappresentante della famiglia Gallo). Si è trattato del primo incontro mai organizzato fra le due parti nella storia della nostra città. In quel frangente Ostilia ha dichiarato chiaramente che a seguito delle esplicite richieste dell’Amministrazione e solo grazie a questa intercessione: era disposta a non procedere ai picchettamenti delle aree;
era disposta a lasciare in comodato d’uso gratuito le aree ai gestori fino al 31/12/2020;
in cambio del comodato d’uso gratuito chiedeva la rinuncia degli stabilimenti all’appello sulla sentenza del 2009;
il comodato sarebbe stato offerto anche allo stabilimento Renzi che non aveva nessun ricorso in piedi;
in caso di future realizzazioni (dopo il 2020) di nuovi stabilimenti nelle aree di sua proprietà avrebbe confermato i vecchi gestori (NB. questo punto non è mai stato da me condiviso perché a mio avviso la legge non consente di realizzare nuove strutture sul mare).
Non era mai successo nella storia della città che un’Amministrazione si muovesse in questa direzione. Mai. E sapete perché? Perché Campo di Mare e i gestori degli stabilimenti sono sempre stati lasciati soli. A dicembre 2015 Ostilia era pronta con i primi picchettamenti e, dopo mesi da quell’incontro, gli stabilimenti non avevano ancora dato nessun segnale. A questo punto Ostilia ha mandato in forma scritta la sua proposta ai gestori (ovviamente possiedo una copia del documento). I quattro stabilimenti però non si sono trovati d’accordo e soltanto 3 hanno risposto positivamente (tutti tranne Ocean Surf). Ostilia ha allora approfittato di questa situazione e ha avviato i picchettamenti (dicembre 2015), iniziando proprio da Ocean Surf. Le operazioni si sono svolte alla presenza dell’Ufficiale Giudiziario assistito tecnicamente dal CTU e dei Carabinieri.
È bene sottolineare che alle operazioni era presente anche la Guardia Costiera, che ha dovuto purtroppo confermare la correttezza delle relazioni tecniche fatte dal CTU del tribunale, limitandosi a far verbalizzare delle riserve che, a quanto di nostra conoscenza, ad oggi non hanno sortito esito alcuno. Nei mesi successivi l’ufficiale giudiziario ha picchettato gli altri 3 stabilimenti rimanenti (Six, Associazione Nautica, Renzi). Noi siamo tornati alla carica a difesa dei balneari preoccupati anche che la stagione estiva non si facesse e arrabbiati con Ostilia per l’atteggiamento: benché uno dei gestori non fosse d’accordo, gli altri tre stabilimenti avevano accettato la proposta. Ostilia, inopinatamente approfittando della divisione tra i balneari, ha allora rinnovato la proposta di comodato d’uso gratuito non più per 5 anni, ma per 2, seppur rinnovabili. Ocean Surf non ha accettato.
E, sia chiaro: è un suo diritto farlo. Non soltanto: gli auguro di tutto cuore che il Tribunale in appello gli dia ragione. Ma la concessione demaniale sulla parte davanti della spiaggia è ancora nelle sue mani. Perché dunque Massimo Gallo continua a sostenere che l’Amministrazione lo ha abbandonato e non si è interessata al suo caso? Come mai gli altri tre stabilimenti hanno invece aperto?
LA VARIANTE GENERALE AL PIANO REGOLATORE ovvero l’atto che renderà finalmente pubbliche tutte le aree tra lungomare dei navigatori etruschi e la linea demaniale
Ma c’è un ultimo aspetto. Il più importante. Quello che testimonia davvero l’importante lavoro fatto dalla nostra Amministrazione in questi anni. Quello che tutti tacciono. Massimo Gallo per primo. In questi cinque anni abbiamo lavorato senza sosta per risolvere l’annosa questione di Campo di Mare. Campo di Mare è un problema complesso che è veramente demagogico ridurre alla concessione di Massimo Gallo. Ci sono migliaia di persone che hanno un’abitazione nella frazione. Alcune di queste case sono state realizzate con il permesso a costruire sospeso e tutte le altre sorgono ancora in un terreno che da piano regolatore è agricolo. Chi parla di lottizzazione abusiva mente perché non esiste nessuna sentenza, neanche di primo grado, che individui il reato di lottizzazione abusiva. Chi dice che le case vanno acquisite al patrimonio pubblico o, peggio, demolite, mente.
Se fosse stato così semplice, i precedenti amministratori, alcuni ancora sulla scena politica, avrebbero dovuto già dar corso alla tanto sbandierata acquisizione al patrimonio comunale. Non dovete credere a me: fatevi mostrare i documenti che possano eventualmente smentire le mie affermazioni. Con una delibera storica, nell’autunno del 2015, abbiamo portato e approvato in Consiglio Comunale un atto (il primo nella storia di Cerveteri) che ha definito e avviato l’iter che risolverà in pochi mesi la vicenda Campo di Mare consentendo al Comune, tra le altre cose, di diventare proprietario di circa 15 ettari di terreno che dovranno essere ceduti gratuitamente da Ostilia. Non solo: abbiamo risolto definitivamente il problema dell’approvvigionamento idrico della frazione consentendo ai cittadini già da un anno di non rimanere senza acqua. Non solo: abbiamo avviato un tavolo Ostilia-ACEA ATO 2 che prevede il passaggio delle reti idriche, di fognatura e del depuratore proprio ad ACEA. Non solo: abbiamo già illuminato una importante zona di Campo di Mare e fra poche settimane inizieranno i lavori per la parte restante ancora al buio. Non solo: abbiamo preso un finanziamento (già assegnato) dalla Regione Lazio di 790.000 euro che ci consentirà in autunno-inverno di costruire il primo lungomare attrezzato della storia della nostra città. Ma, sembra incredibile, ancora non è tutto. La cosa più importante, quella che tutti tacciono, quella che Massimo Gallo tace, è che nella variante al Piano Regolatore (che andrà in aula a Maggio), è previsto che tutta la fascia a mare, tutta la fascia dalla strada Lungomare Navigatori Etruschi fino alla linea demaniale, tutto il grande parcheggio sterrato e soprattutto tutte le aree sabbiose dove si trovano le nostre spiagge libere e dove sorgono anche questi quattro stabilimenti, DIVENTERANNO PUBBLICHE E DI PROPRIETA’ DEL COMUNE. Gli attuali proprietari, chiunque essi siano, Ostilia o altri, saranno COSTRETTI A CEDERE GRATUITAMENTE AL COMUNE DI CERVETERI tutte quelle aree. Questo sarà un presupposto inderogabile per avere diritto a fare qualsiasi altra attività, edificatoria od altro, in qualsiasi altra area della frazione. È una cosa che ripetiamo da anni. Che abbiamo presentato in decine di assemblee pubbliche e in decine e decine di incontri con i gestori degli stabilimenti. Ora chiedo a Massimo Gallo, con quale coraggio continua a ripetere che la nostra Amministrazione è stata ferma? Con quale coraggio continua a ripetere che la nostra Amministrazione ha fatto gli interessi di Ostilia? Perché in nessuno dei suoi video dice che l’area oggetto di questa lunga diatriba, per la prima volta nella storia della nostra città, sta diventando pubblica?
LA CAMPAGNA ELETTORALE
Massimo Gallo, come tutti i lavoratori che sono in difficoltà, può contare, come ha sempre fatto, su tutta la mia solidarietà e sul mio appoggio. È ovvio che dopo le affermazioni pesanti che ha fatto (nessuna corredata da documenti che possano comprovarle), mi vedrò costretto a sporgere denuncia nei suoi confronti. Ed è altrettanto ovvio che mi aspetto le sue scuse, pubbliche e diffuse con la stessa energia usata per le sue bugie. Ma le scuse non arriveranno. Accadrebbe soltanto se fosse in buona fede. Non a caso questa sua grande esposizione mediatica è iniziata proprio in prossimità della campagna elettorale. E proprio lui, proprio Massimo Gallo, ha deciso di candidarsi Consigliere Comunale nelle fila del candidato Sforza Ruspoli. Sì, proprio quello Sforza Ruspoli che da quarant’anni cerca di far cadere una colata di cemento nei suoi terreni in località Beca, di fronte a Cerenova, quei terreni che nel nostro nuovo Piano Regolatore sono destinati all’agricoltura. Sì proprio quello Sforza Ruspoli che voleva realizzare sempre su quegli stessi terreni alla Beca un mega centro commerciale, operazione bloccata dalla nostra Amministrazione. Sì proprio quello Sforza Ruspoli che da anni cerca di distruggere le nostre campagne con centinaia di migliaia di metri cubi previsti nei Patti Territoriali; Patti Territoriali che l’adozione della variante al Piano Regolatore Generale dichiarerà finalmente, dopo oltre vent’anni, decaduti.
Ora la mia ultima domanda la rivolgo ai cittadini di Cerveteri. Secondo voi, si tratta di tutte coincidenze? Ai posteri, diceva il sommo, l’ardua sentenza.
PS: sono disponibile, lo dico chiaramente, a un confronto pubblico con l’interessato sull’argomento, anche di fronte a giornalisti e cittadini. Anche perché se qualcuno ci dimostrasse che il Comune può fare qualcosa che non sappiamo, saremo i primi a muoverci. In tutti questi anni, però, non è riuscito a dimostrarlo nessuno.
Completata un’altra tappa del progetto “Pace o Guerra”, realizzato dall’Associazione Eserciti e Popoli col finanziamento della Regione lazio e il patrocinio del Comune di Bracciano.
Nel pomeriggio del 25 aprile, infatti, si è svolto a Bracciano, presso il teatro della Chiesa del Beato Charles de Focauld, il concerto “Voci, suoni e canti della Grande Guerra”.
Chi avesse avuto l’impressione di dover assistere alla ennesima performance di canti alpini ha dovuto ricredersi fin dall’inizio dello spettacolo. Il numerosissimo pubblico intervenuto si è trovato, infatti, a ripercorrere le sensazioni, i sentimenti, le angosce, i dolori e anche le piccole gioie che hanno accompagnato i padri dei nostri nonni che cent’anni fa, per forza o vocazione, avevano lasciato gli abiti da lavoro di una nazione prevalentemente contadina, per vestire la divisa militare e andare a combattere quella che sarebbe stata chiamata la Grande Guerra.
I militari, i soldati, da che mondo è mondo, si sono fatti accompagnare dalla musica, dal canto e dalla parola.
Musica che segna il tempo nelle grandi parate, squilli di tromba e rulli di tamburo che segnano le ore della giornata e le attività connesse, come anche i movimenti sul campo di battaglia. Anche senza l’accompagnamento di bande e fanfare, i soldati, però, hanno sempre e comunque cantato. Il canto teneva compagnia durante le marce e infondeva coraggio lassù sul fronte alpino.
Le voci sono le parole dei padri dei nostri nonni in trincea: pensieri che la mente trasmette, attraverso la mano, ad un mozzicone di matita conservato gelosamente su taccuini consunti e logori, dove grafie spesso incerte riescono talvolta a far sì che l’orrore della guerra sublimi nella speranza di una vita normale.
Lo spettacolo si è dunque rivelato un giusto mix di musica, canto, letteratura e richiami storici: un percorso segnato dalla Banda Filippo Cruciani di Castelgiuliano diretta dal Maestro Salvatore Mele e dal coro la Naja dell’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria – Sezione Tuscia Romana, diretto dal Maestro, Maggiore Antonio Mariani.
La giovane attrice braccianese Nicole Mastroianni è stata autorevole guida nel condurci in questo viaggio immaginario, mentre il suo altrettanto giovane collega Federico Giordano Orsini ha letto in modo impeccabile Ungaretti, Lussu e altre belle pagine che i poeti e gli scrittori “con l’emetto” ci hanno lasciato.
Semplicemente donne è l’ultima fatica di Aurelia Matteja, già autrice dei precedenti libri: Chi è Sophie Antonucci? e La modista di Albachiara. Il libro è stato presentato il primo aprile al teatro delle scuole medie di Anguillara Sabazia, all’interno del Cineforum organizzato dall’Associazione “Lo sguardo di Andala”.
Semplicemente donne è uno scritto tutto al femminile che ci presenta delle donne vere in cui si può facilmente riconoscersi e immedesimarsi. Come scrive l’autrice nella premessa del libro: «Nel corso dei secoli si sono tratteggiate le figure femminili più disparate. Scrittori, commediografi, registi, giornalisti, direttori d’aziende, cacciatori di teste, sacerdoti: tutti vedono le donne a modo loro. Penso ad esempio a due grandi scrittori, conosciuti in tutto il mondo: Bukowski e il nostro Camilleri. Entrambi hanno scritto un libro intitolato “Donne”. Le hanno conosciute, sognate, studiate, amate. In questo libro troverete solo donne vere che ho conosciuto o con cui ho vissuto o che mi hanno raccontato la loro storia».
“Nessun approccio ideologico per affrontare la delicata e drammatica vicenda Alitalia – spiega Emiliano Minnucci, Partito Democratico – come parlamentare del territorio di Fiumicino e come membro della Commissione Trasporti giudico, dunque, la rigidità espressa in queste ore dai Ministri Calenda e Poletti potenzialmente molto pericolosa sia per il destino della compagnia aerea che per il futuro di migliaia di lavoratori di Alitalia e dell’indotto. Mettiamo da parte questa ingiustificabile fermezza palesata da alcuni esponenti del Governo e iniziamo a pensare a tutte le soluzioni possibili per poter salvare Alitalia. A riguardo, perché non prevedere un impegno, industriale non assistenziale, di grandi realtà nazionali, come Finmeccanica, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane, per evitare il fallimento di Alitalia? Trattasi di grandi ‘campioni nazionali’ che potrebbero benissimo integrare le proprie attività con quelle di una grande compagnia aerea, sviluppando sinergie ed economie di scala in grado di mettere in campo un piano industriale credibile e concreto.
Il Governo si muova risolutamente su questa strada, senza indugi e senza tentennamenti”.
Domenica prossima, 30 aprile, insieme alla prima edizione Mercato della Terra, dove si potranno conoscere i prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento locale, insieme con creazioni artigianali del posto, sarà a disposizione dei bambini il laboratorio gratuito “Mani in Pasta”, per imparare a creare pasta alimentare in modo giocoso, divertente e creativo. Ogni ultima domenica del mese a Canale Monterano, in Piazza Tubingen, sul corso principale del paese.
“Contro le guerre, contro ogni forma di violenza, contro la fame, la miseria ed ogni forma di ingiustizia. Venerdì scenderemo tra le vie della nostra città per manifestare il desiderio e la speranza di pace tra le zone martoriate dalla guerra”. Lo ha detto il Sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, annunciando la Marcia della Pace per la Siria, organizzata dall’Associazione Maraa Onlus, in collaborazione con la Parrocchia San Francesco di Marina di Cerveteri e le comunità musulmane siriane, musulmane senegalesi e musulmane arabe.
La Marcia si svolgerà venerdì 28 aprile alle ore 18.00 a Cerenova, con partenza da Piazza Morbidelli.
“Le immagini provenienti dalla Siria che nelle ultime settimane stanno trasmettendo tutte le televisioni sono davvero sconvolgenti – ha dichiarato il Sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci – uomini, donne e soprattutto tanti bambini uccisi dal terrorismo, dilaniati dalle bombe. Davanti a tutto questo non si può rimanere inermi.
Credevamo fosse importante, anche a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, come Istituzioni e cittadini, lanciare il nostro piccolo ma denso di significato messaggio di vicinanza e solidarietà a tutte quelle persone di quelle parti del mondo dove la pace purtroppo è ancora lontana.
Sfileremo in tanti, non solo per la pace in Siria, ma per tutti quei luoghi devastati dalla guerra. Saremo di tante religioni e nazionalità diverse, ma uniti dal desiderio di pace”.
“Tutta la cittadinanza è invitata ad unirsi al corteo – prosegue il Sindaco Alessio Pascucci – sarà un momento di condivisione e vicinanza verso tutte le vittime della guerra e del terrorismo”.