25 Aprile, 2024
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Alessio Pascucci in una lunga lettera a L’Agone: la verità su Campo di Mare e nove domande a Massimo Gallo e una ai cittadini di Cerveteri

LA VERITÀ SU CAMPO DI MARE ovvero
NOVE DOMANDE A MASSIMO GALLO e UNA AI CITTADINI DI CERVETERI

Ho letto e sentito tante inesattezze e bugie sulla vicenda di Campo di Mare in questi giorni. Cercherò di spiegarvi in poche righe come stanno davvero le cose. Con una premessa: chiunque faccia qualsiasi affermazione su Campo di Mare deve essere in grado di provarla con documenti amministrativi che possano avere valore legale. Tutto quello che leggerete di seguito è comprovabile con atti. Perché le chiacchiere, si sa, se le porta via il vento.

LA LINEA DEMANIALE ovvero quello che è dello Stato e quello che non lo è
Campo di Mare è una frazione di Cerveteri che ha vissuto nel completo disinteresse di tutte le Amministrazioni per oltre quarant’anni. Unica eccezione una convenzione stipulata tra Comune e Ostilia nel 1991, purtroppo però mai fata applicare da nessuno.

C’è un primo complesso problema: tutte le aree all’interno della zona edificata di Campo di Mare non appartengono al Comune ma a una società privata: Ostilia srl. Per essere più chiari Ostilia è proprietaria delle aree verdi, delle strade (cavalcaferrovia incluso), dei pali della illuminazione, del depuratore, della rete fognaria, della rete per la distribuzione dell’acqua, del serbatoio di accumulo, del grande piazzale sterrato dove abitualmente parcheggiamo d’estate. Ed è anche di Ostilia, pensate un po’, una grande fetta della sabbia della nostra spiaggia, precisamente dal muretto a circa metà spiaggia.

Per fortuna, nella Variante Generale al Piano Regolatore predisposta dall’Amministrazione Comunale è già previsto il passaggio di queste aree (circa 14 ettari) all’interno del patrimonio pubblico del nostro Comune: significa che questi spazi, oggi appartenenti ad una società privata, saranno di proprietà di tutti i cittadini di Cerveteri.
In Italia lungo le coste dei corsi d’acqua, dei laghi e del mare, esiste una porzione di terra di proprietà dello Stato. Attenzione: non di proprietà dei Comuni, ma proprio dello Stato. Si tratta delle cosiddette “aree demaniali”; esse sono delimitate dalla “linea demaniale”, sulla quale i Comuni non hanno nessuna autorità, essendo competenza dello Stato Centrale. Le linee demaniali sono determinate e depositate presso il SID (Sistema Informativo del Demanio Marittimo) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La linea demaniale separa (anche dal punto di vista dell’individuazione cartografica catastale) quello che è dello Stato da quello che non lo è. A Cerveteri la linea demaniale taglia circa a metà la spiaggia per tutta la sua lunghezza. Cosicché la porzione di spiaggia vicino al mare è di proprietà dello Stato, mentre la parte retrostante non lo è.

Questa notizia potrebbe non essere conosciuta dai cittadini, ma è sicuramente nota ad alcuni personaggi attualmente impegnati nella vita politica della città che in questo frangente stanno cavalcando la notizia, dimenticando forse di aver votato negli anni (quando sedevano in Consiglio Comunale o in Giunta) atti sul tema. Ed è inoltre altrettanto nota ai gestori degli stabilimenti da moltissimi anni. E, molti di loro, compreso l’Ocean Surf, hanno approfittato di questa situazione. Cerco di spiegarmi meglio. Chi gestisce un pezzo di spiaggia pubblica è un concessionario dello Stato e come tale deve pagare un canone annuale allo Stato (ATTENZIONE: allo Stato non al Comune). Il canone si paga in funzione della dimensione della spiaggia occupata (in termini di metri quadrati) e della dimensione e tipologia degli immobili che sono realizzati sopra la spiaggia occupata (in termini di metri cubi). P

iù grande è la spiaggia in gestione, più grande e commerciale è la struttura realizzata sulla spiaggia in gestione, e più alto sarà il canone che il gestore deve pagare allo Stato. È ovvio che se una parte della spiaggia occupata dal gestore non è dello Stato (ma è di un privato), quella parte non viene conteggiata nella determinazione del canone. Non solo. Il canone cresce soprattutto in funzione del volume e della valenza commerciale degli immobili realizzati. Quindi se le strutture degli stabilimenti non sono sull’area demaniale ma su un’area privata, il canone da pagare diventa irrisorio. Vediamo allora quanto ha pagato Ocean Surf negli ultimi dieci anni.

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

1.386,62

1.421,98

1.500,19

1.449,19 1.489,76 1.545,63 1.589,68 1.581,73 1.567,49 1.542,41

Come si può vedere Ocean Surf ha pagato un canone annuale tra i 1.300 e 1.500 euro. Sì, avete letto bene: in tutti questi anni di noleggio ombrelloni, sdraio, lettini, pranzi, colazioni, cene, corsi, eventi serali, ricovero per surf e windsurf (tutto a pagamento ed a prezzi di mercato) il canone medio pagato è stato soltanto di 1.500 euro l’anno.

E questo grazie al fatto che la maggior parte dell’area non fosse demaniale. Prendiamo, ad esempio, un altro stabilimento di Campo di Mare che ha invece la struttura commerciale su area demaniale e vediamo quanto ha pagato. I canoni annuali si muovono tra 7.157,94 € e 9.774,70 € annui, con una media di 8.284 € annui (quasi 6 volte più grande del canone pagato da Ocean Surf). Massimo Gallo sostiene che l’area prospiciente il muretto sia stata fin dall’inizio dello Stato. Allora gli chiedo: perché in tutti questi anni ha invece pagato una cifra così bassa e non ha pagato il ben più elevato canone demaniale sull’area bar e ristorazione?

LA SENTENZA N. 1122/09 ovvero di chi sono le aree adiacenti al muretto
Nel 1997 la società Ostilia ha intentato una causa contro 4 gestori degli stabilimenti a Campo di Mare sostenendo che essi occupavano senza averne titolo una proprietà della stessa società. Gli stabilimenti coinvolti sono (partendo da nord): Six (che al momento della causa si chiamava in un altro modo), Associazione Nautica, Ocean Surf e Renzi.

La prima richiesta che l’avvocato degli stabilimenti ha avanzato al Tribunale è stata di “usucapione”, così riconoscendo esplicitamente che l’area occupata era di proprietà privata; tale richiesta venne rigettata mancando, a detta del Giudice, i presupposti temporali. Nel 2009 il Tribunale di Civitavecchia con la sentenza n. 1122/09 ha dato ragione a Ostilia e ha stabilito che gli stabilimenti dovessero liberare le aree occupate. È bene ripeterlo: la sentenza si riferisce alla porzione di spiaggia adiacente il muretto, non ha niente a che vedere con la parte di spiaggia demaniale che è e resterà sempre dello Stato. A seguito di questa sentenza, tre dei quattro stabilimenti (tra cui Ocean Surf) hanno deciso di fare ricorso, chiedendo una sospensiva della esecutività, richiesta più volte respinta.

L’appello è ancora in corso. Nel 2009 ero vicesindaco e i balneari vennero da me per raccontarmi questa vicenda (che allora non conoscevo). Mi attivai subito intuendo che l’unica strada era quella di chiedere allo Stato di arretrare la linea demaniale e far diventare dello Stato anche la spiaggia retrostante. L’amministrazione di allora (Sindaco Gino Ciogli) richiese, purtroppo senza esito, alla Capitaneria di Porto (unica abilitata per legge a proporre la revisione della linea demaniale) di intervenire. Dopo il mio insediamento, d’accordo proprio con i balneari (tra i quali c’era sempre anche Massimo Gallo) ho iniziato una battaglia lunga e molto fruttuosa. In primo luogo ho richiesto ufficialmente allo Stato (e agli enti competenti) di arretrare la linea demaniale, così superando inequivocabilmente le incertezze e discrasie tra vari documenti e perizie succedutesi nel tempo.

La richiesta è stata anche motivata con l’erosione che in questi anni ha mangiato un pezzo del nostro arenile. Esistono diversi documenti che provano la nostra attività in questo senso. Purtroppo gli Enti deputati alla gestione della linea demaniale ci hanno sempre riposto negativamente, anche a seguito di un lungo sopralluogo effettuato, con l’assessore Lorenzo Croci e la Capitaneria di Porto, proprio a Campo di Mare. La Capitaneria ha sempre sostenuto che il tratto di costa demaniale presente a Campo di Mare fosse sufficientemente ampio e che non ci fossero i presupposti per un arretramento della linea. Ma non ci siamo arresi. Abbiamo parlato con tutti; siamo stati all’ufficio demanio della Regione Lazio e presso gli assessorati competenti. Ci siamo recati (insieme al presidente dell’Assobalneari di Marina di Cerveteri Celso Caferri – che allora rappresentava anche l’Ocean Surf di Massimo Gallo) al Ministero dell’Economia e delle Finanze a incontrare il Sottosegretario Baretta, che si occupava di demanio; il Sottosegretario ci ha rassicurato e ci ha informato che a breve sarebbe stata promulgata una legge che dava mandato alle Regioni di fare una verifica sulle linee demaniali. Abbiamo approfittato di questa opportunità e abbiamo prodotto una relazione dettagliatissima e una richiesta ufficiale di arretramento della linea proprio alla Regione Lazio. Ovviamente tutto quello che sto dicendo è documentato con atti e delibere (accessibili a tutti).

Atti che sono ben noti anche a Massimo Gallo che ha partecipato a tutte le riunioni fatte sull’argomento. A questo punto vorrei chiedere: Massimo Gallo sostiene che la parte retrostante della spiaggia da lui occupata è sempre stata dello Stato; allora perché all’epoca il suo legale richiese al Tribunale l’usucapione e perché in questi anni insieme ai suoi colleghi ci ha chiesto ripetutamente di ottenere l’arretramento della linea demaniale?

IL RINNOVO DELLE CONCESSIONI DEMANIALI ovvero quanto l’Amministrazione ha fatto a tutela dei gestori degli stabilimenti

Le concessioni demaniali degli stabilimenti balneari di Campo di Mare sarebbero scadute il 31/12/2013. Sapevamo benissimo che la situazione tra Ostilia e gli stabilimenti era tesa e conoscevamo l’esito della sentenza. Abbiamo allora deciso di compiere un atto che avrebbe tutelato ulteriormente i gestori. Ovvero abbiamo rinnovato tutte le concessioni demaniali a tutti i gestori fino al 31/12/2020 (ultimo termine previsto dalla legge). La sentenza, è bene ribadirlo, può infatti disporre dell’area privata di proprietà dell’Ostilia, ma non può nulla sull’area del demanio che era e resterà sempre dello Stato. Massimo Gallo, così come tutti i suoi colleghi, ha tutt’ora in mano una concessione demaniale per l’area di proprietà dello Stato valida fino al 31/12/2020. E su quell’area può e avrebbe potuto esercitare l’attività nella scorsa stagione (estate 2016). Ora mi vedo costretto a chiedere: come mai Massimo Gallo non ha mai fatto accenno a questo rinnovo? E come mai non ha mai detto che la nostra Amministrazione lo ha messo nelle condizioni di lavorare fino al 2020 indipendentemente dall’esito della causa con Ostilia?

IL COMODATO D’USO GRATUITO PER GLI STABILIMENTI ovvero quello che l’Amministrazione ha ottenuto da Ostilia per salvare gli stabilimenti
La sentenza del 2009 in favore di Ostilia era esecutiva. Il che significa che la società aveva pieno titolo a picchettare le aree e a cacciare dalle sue proprietà gli occupanti. Lo sapevano tutti. Soprattutto i gestori. E, nel 2015, Ostilia era pronta a intervenire per far valere i propri diritti. A questo punto, d’accordo con l’Assobalneari (che, è bene ricordarlo, in quel periodo aveva al suo interno anche Massimo Gallo), ci siamo fatti promotori di un tentativo di mediazione. Abbiamo semplicemente chiesto a Ostilia di rinunciare ai suoi diritti almeno fino alla scadenza delle concessioni demaniali (fino cioè al 31/12/2020). Questo avrebbe consentito a quelle famiglie che da anni gestivano gli stabilimenti di continuare a lavorare. Ma sarebbe stato un vantaggio anche per la comunità perché gli stabilimenti, che riconosco sono stati portati avanti nel tempo con tanto impegno e sacrifici, offrono anche un servizio turistico irrinunciabile. Con la consueta trasparenza, che da sempre contraddistingue l’operato della nostra Amministrazione, ho proposto e ottenuto un incontro ufficiale presso la sede di Ostilia con i rappresentanti della società e tutti i gestori degli stabilimenti balneari (essendo Massimo all’estero, era presente un rappresentante della famiglia Gallo). Si è trattato del primo incontro mai organizzato fra le due parti nella storia della nostra città. In quel frangente Ostilia ha dichiarato chiaramente che a seguito delle esplicite richieste dell’Amministrazione e solo grazie a questa intercessione: era disposta a non procedere ai picchettamenti delle aree;
era disposta a lasciare in comodato d’uso gratuito le aree ai gestori fino al 31/12/2020;
in cambio del comodato d’uso gratuito chiedeva la rinuncia degli stabilimenti all’appello sulla sentenza del 2009;
il comodato sarebbe stato offerto anche allo stabilimento Renzi che non aveva nessun ricorso in piedi;
in caso di future realizzazioni (dopo il 2020) di nuovi stabilimenti nelle aree di sua proprietà avrebbe confermato i vecchi gestori (NB. questo punto non è mai stato da me condiviso perché a mio avviso la legge non consente di realizzare nuove strutture sul mare).

Non era mai successo nella storia della città che un’Amministrazione si muovesse in questa direzione. Mai. E sapete perché? Perché Campo di Mare e i gestori degli stabilimenti sono sempre stati lasciati soli. A dicembre 2015 Ostilia era pronta con i primi picchettamenti e, dopo mesi da quell’incontro, gli stabilimenti non avevano ancora dato nessun segnale. A questo punto Ostilia ha mandato in forma scritta la sua proposta ai gestori (ovviamente possiedo una copia del documento). I quattro stabilimenti però non si sono trovati d’accordo e soltanto 3 hanno risposto positivamente (tutti tranne Ocean Surf). Ostilia ha allora approfittato di questa situazione e ha avviato i picchettamenti (dicembre 2015), iniziando proprio da Ocean Surf. Le operazioni si sono svolte alla presenza dell’Ufficiale Giudiziario assistito tecnicamente dal CTU e dei Carabinieri.

È bene sottolineare che alle operazioni era presente anche la Guardia Costiera, che ha dovuto purtroppo confermare la correttezza delle relazioni tecniche fatte dal CTU del tribunale, limitandosi a far verbalizzare delle riserve che, a quanto di nostra conoscenza, ad oggi non hanno sortito esito alcuno. Nei mesi successivi l’ufficiale giudiziario ha picchettato gli altri 3 stabilimenti rimanenti (Six, Associazione Nautica, Renzi). Noi siamo tornati alla carica a difesa dei balneari preoccupati anche che la stagione estiva non si facesse e arrabbiati con Ostilia per l’atteggiamento: benché uno dei gestori non fosse d’accordo, gli altri tre stabilimenti avevano accettato la proposta. Ostilia, inopinatamente approfittando della divisione tra i balneari, ha allora rinnovato la proposta di comodato d’uso gratuito non più per 5 anni, ma per 2, seppur rinnovabili. Ocean Surf non ha accettato.

E, sia chiaro: è un suo diritto farlo. Non soltanto: gli auguro di tutto cuore che il Tribunale in appello gli dia ragione. Ma la concessione demaniale sulla parte davanti della spiaggia è ancora nelle sue mani. Perché dunque Massimo Gallo continua a sostenere che l’Amministrazione lo ha abbandonato e non si è interessata al suo caso? Come mai gli altri tre stabilimenti hanno invece aperto?

LA VARIANTE GENERALE AL PIANO REGOLATORE ovvero l’atto che renderà finalmente pubbliche tutte le aree tra lungomare dei navigatori etruschi e la linea demaniale

Ma c’è un ultimo aspetto. Il più importante. Quello che testimonia davvero l’importante lavoro fatto dalla nostra Amministrazione in questi anni. Quello che tutti tacciono. Massimo Gallo per primo. In questi cinque anni abbiamo lavorato senza sosta per risolvere l’annosa questione di Campo di Mare. Campo di Mare è un problema complesso che è veramente demagogico ridurre alla concessione di Massimo Gallo. Ci sono migliaia di persone che hanno un’abitazione nella frazione. Alcune di queste case sono state realizzate con il permesso a costruire sospeso e tutte le altre sorgono ancora in un terreno che da piano regolatore è agricolo. Chi parla di lottizzazione abusiva mente perché non esiste nessuna sentenza, neanche di primo grado, che individui il reato di lottizzazione abusiva. Chi dice che le case vanno acquisite al patrimonio pubblico o, peggio, demolite, mente.

Se fosse stato così semplice, i precedenti amministratori, alcuni ancora sulla scena politica, avrebbero dovuto già dar corso alla tanto sbandierata acquisizione al patrimonio comunale. Non dovete credere a me: fatevi mostrare i documenti che possano eventualmente smentire le mie affermazioni. Con una delibera storica, nell’autunno del 2015, abbiamo portato e approvato in Consiglio Comunale un atto (il primo nella storia di Cerveteri) che ha definito e avviato l’iter che risolverà in pochi mesi la vicenda Campo di Mare consentendo al Comune, tra le altre cose, di diventare proprietario di circa 15 ettari di terreno che dovranno essere ceduti gratuitamente da Ostilia. Non solo: abbiamo risolto definitivamente il problema dell’approvvigionamento idrico della frazione consentendo ai cittadini già da un anno di non rimanere senza acqua. Non solo: abbiamo avviato un tavolo Ostilia-ACEA ATO 2 che prevede il passaggio delle reti idriche, di fognatura e del depuratore proprio ad ACEA. Non solo: abbiamo già illuminato una importante zona di Campo di Mare e fra poche settimane inizieranno i lavori per la parte restante ancora al buio. Non solo: abbiamo preso un finanziamento (già assegnato) dalla Regione Lazio di 790.000 euro che ci consentirà in autunno-inverno di costruire il primo lungomare attrezzato della storia della nostra città. Ma, sembra incredibile, ancora non è tutto. La cosa più importante, quella che tutti tacciono, quella che Massimo Gallo tace, è che nella variante al Piano Regolatore (che andrà in aula a Maggio), è previsto che tutta la fascia a mare, tutta la fascia dalla strada Lungomare Navigatori Etruschi fino alla linea demaniale, tutto il grande parcheggio sterrato e soprattutto tutte le aree sabbiose dove si trovano le nostre spiagge libere e dove sorgono anche questi quattro stabilimenti, DIVENTERANNO PUBBLICHE E DI PROPRIETA’ DEL COMUNE. Gli attuali proprietari, chiunque essi siano, Ostilia o altri, saranno COSTRETTI A CEDERE GRATUITAMENTE AL COMUNE DI CERVETERI tutte quelle aree. Questo sarà un presupposto inderogabile per avere diritto a fare qualsiasi altra attività, edificatoria od altro, in qualsiasi altra area della frazione. È una cosa che ripetiamo da anni. Che abbiamo presentato in decine di assemblee pubbliche e in decine e decine di incontri con i gestori degli stabilimenti. Ora chiedo a Massimo Gallo, con quale coraggio continua a ripetere che la nostra Amministrazione è stata ferma? Con quale coraggio continua a ripetere che la nostra Amministrazione ha fatto gli interessi di Ostilia? Perché in nessuno dei suoi video dice che l’area oggetto di questa lunga diatriba, per la prima volta nella storia della nostra città, sta diventando pubblica?

LA CAMPAGNA ELETTORALE
Massimo Gallo, come tutti i lavoratori che sono in difficoltà, può contare, come ha sempre fatto, su tutta la mia solidarietà e sul mio appoggio. È ovvio che dopo le affermazioni pesanti che ha fatto (nessuna corredata da documenti che possano comprovarle), mi vedrò costretto a sporgere denuncia nei suoi confronti. Ed è altrettanto ovvio che mi aspetto le sue scuse, pubbliche e diffuse con la stessa energia usata per le sue bugie. Ma le scuse non arriveranno. Accadrebbe soltanto se fosse in buona fede. Non a caso questa sua grande esposizione mediatica è iniziata proprio in prossimità della campagna elettorale. E proprio lui, proprio Massimo Gallo, ha deciso di candidarsi Consigliere Comunale nelle fila del candidato Sforza Ruspoli. Sì, proprio quello Sforza Ruspoli che da quarant’anni cerca di far cadere una colata di cemento nei suoi terreni in località Beca, di fronte a Cerenova, quei terreni che nel nostro nuovo Piano Regolatore sono destinati all’agricoltura. Sì proprio quello Sforza Ruspoli che voleva realizzare sempre su quegli stessi terreni alla Beca un mega centro commerciale, operazione bloccata dalla nostra Amministrazione. Sì proprio quello Sforza Ruspoli che da anni cerca di distruggere le nostre campagne con centinaia di migliaia di metri cubi previsti nei Patti Territoriali; Patti Territoriali che l’adozione della variante al Piano Regolatore Generale dichiarerà finalmente, dopo oltre vent’anni, decaduti.
Ora la mia ultima domanda la rivolgo ai cittadini di Cerveteri. Secondo voi, si tratta di tutte coincidenze? Ai posteri, diceva il sommo, l’ardua sentenza.

PS: sono disponibile, lo dico chiaramente, a un confronto pubblico con l’interessato sull’argomento, anche di fronte a giornalisti e cittadini. Anche perché se qualcuno ci dimostrasse che il Comune può fare qualcosa che non sappiamo, saremo i primi a muoverci. In tutti questi anni, però, non è riuscito a dimostrarlo nessuno.

Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri 

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