22 Dicembre, 2025
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Blog Pagina 3940

Il deputato Emiliano Minnucci: «Intervenire insieme sui temi del lavoro, dei trasporti e del lago»

Vi proponiamo l’intervista esclusiva a Emiliano Minnucci, deputato PD, uscito sull’ultimo numero cartaceo de L’Agone nel mese di aprile

Onorevole Minnucci, iniziamo dalle note dolenti: lei era presente alla manifestazione “Salviamo il nostro lago” svoltasi il primo aprile a Trevignano, durante la quale sono state presentate le proposte del ‘Comitato per la Difesa del bacino lacuale Bracciano-Martignano’, ed è stato duro nei confronti del Consorzio del Parco Bracciano-Martignano. Come mai?

«Non sono stato duro, ho solo chiesto ciò che a mio avviso è necessario per salvaguardare il nostro lago: partecipazione alla lotta e condivisione di intenti da parte di tutti, a partire dalle istituzioni locali e perciò anche dal Consorzio Lago di Bracciano. Abbiamo il dovere di sdoganare questo atteggiamento insolente di Acea Ato2 e della stessa Virginia Raggi, che sono rimasti indifferenti a questa crisi idrica che rischia di compromettere la vita del bacino che ricordo essere una semplice riserva idrica. Per contrastare questa posizione di totale indifferenza adottata da Piazzale Ostiense e dal Campidoglio, dobbiamo essere uniti e fare fronte comune a partire, come ho detto e ribadito più volte, dalle istituzioni locali. In tal senso, ho inviato una lettera al Parco Naturale Regionale Bracciano Martignano per chiedere, dato il suo compito di garantire e promuovere la conservazione e la valorizzazione del territorio per cui è competente, un impegno costante e incisivo su una vicenda che non possiamo trascurare per il bene delle comunità residenti ma soprattutto del nostro territorio».

È dalla direttiva dell’UE 2000, ben 17 anni, che si cerca di colmare un vuoto normativo in materia di acqua: secondo lei l’idea di una legge di iniziativa popolare come quella che ha proposto il Comitato è una strada percorribile?

«Ogni iniziativa volta alla risoluzione del problema è da prendere in considerazione e sostenere con forza e determinazione. Il Comitato, slegato dai partiti e iniziando un percorso anche su un ambito tecnico -scientifico, ha proposto questa iniziativa che mira alla costituzione di un’Autorità di Bacino con il compito di pianificare e programmare tutte quelle azioni utili alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, anche in base alle caratteristiche fisico-ambientali del Lago di Bracciano. Per questo, dunque, penso che l’iniziativa popolare messa in campo dal Comitato sia un atto responsabile che merita di essere sostenuto e portato avanti in primis dalle amministrazioni locali interessate».

Parliamo dei lavori per il sottopasso ferroviario di Anguillara. Lei ha recentemente detto che, su questo tema, l’amministrazione comunale sembra stia giocando “al gioco dell’oca”, eppure i fondi necessari per la realizzazione dei lavori sono stati sbloccati a suo tempo. Qual è il problema?

«Il problema non esiste. O meglio, il falso problema esiste solo per la giunta pentastellata di Anguillara che sta dimostrando di non essere in grado di superare la logica ‘vorrei ma non posso’. Una logica di difficile comprensione che rallenta l’attività amministrativa anche in casi come questi dove esistono già tutti i presupposti per l’inizio dei lavori di realizzazione del sottopasso su via Anguillarese. Con la concessione dei fondi necessari a eliminare il passaggio a livello nel tratto ferroviario FR3 Roma – Viterbo da parte della Città Metropolitana di Roma Capitale, la situazione poteva essere sbloccata già diversi mesi fa con una semplice delibera consiliare e l’approvazione dello schema di convenzione che stabiliva competenze e ruoli nella realizzazione e nella gestione dell’opera da mettere in cantiere. I mesi sono trascorsi tra riunioni, dubbi e perplessità fino a quella delibera monca approvata nell’ultimo consiglio comunale dalla maggioranza grillina che, inevitabilmente, rallenta il processo di realizzazione di quella che si attesta come un’opera di grande importanza strategica, sia da un punto di vista di sicurezza stradale che da quello di fruibilità del traffico. Date le capacità politiche e amministrative dei grillini, dobbiamo comunque ritenerci fortunati: finalmente hanno posto attenzione sul sottopasso e, osservando il bicchiere mezzo pieno, penso sia un piccolo passo in avanti. Dopo tanto sbraitare, ci hanno ascoltato e hanno redatto la delibera che poi hanno parzialmente approvato: d’altra parte nella vita non si può sempre avere tutto. Bisogna accontentarsi»..

Lei si è schierato fermamente con i lavoratori di Aral Lazio, che dopo essere stati per mesi senza stipendio ora rischiano il licenziamento collettivo. Quali provvedimenti può prendere, in una situazione di estrema urgenza come questa, il Presidente Zingaretti?

«Per questa situazione, come per quella dei lavoratori di tutto il comparto aeroportuale del Lazio, vale la stessa considerazione fatta per l’iniziativa popolare avanzata dal Comitato sulle condizione del Lago di Bracciano: c’è bisogno del sostegno e dell’impegno di tutti, a partire, in questo caso, dalla Regione Lazio e dal Ministero alle Politiche Agricole. Dopo i mancati stipendi dei mesi scorsi, per i lavoratori di Aral Lazio è arrivata una doccia gelata che deve essere bloccata immediatamente. Non possiamo permettere di mandare a casa decine di persone così come non si può rischiare di compromettere il sistema degli allevatori del Lazio che, altresì, deve essere rivalutato attraverso un piano industriale e strategico idoneo a salvaguardare i posti di lavoro scongiurando il funerale dell’intero comparto allevatoriale. La Regione Lazio, in collaborazione con il Ministero alle politiche agricole, deve assumere un ruolo da protagonista al fine di indicare la giusta strada da percorrere per dare slancio al sistema e salvaguardare il principio di occupazionalità. In tal senso, una parola vorrei spenderla anche per i lavoratori del comparto aeroportuale della nostra regione: da Ecotech a Simav passando per AMS, l’aeroporto di Fiumicino è diventato ormai scenario di manifestazioni civili, e allo stesso tempo disperate, da parte di tutti quei lavoratori che, a causa di opinabili scelte aziendali, hanno perso il loro impiego o sono in procinto di farlo. Concertazione e unità di intenti: così come ho sempre sostenuto, anche attraverso diverse interrogazioni parlamentari, penso sia necessario iniziare un percorso aperto alla discussione che veda coinvolti seriamente pubblico e privato, a partire dal Governo stesso, al fine di trovare le giuste contromisure per dare slancio all’intero sistema aeroportuale e salvaguardare quelle figure professionali che negli anni hanno prestato un servizio di alta professionalità che merita di essere incentivato invece che affossato con manovre che conducono a tagli e licenziamenti».

Francesco Persiani

Arriva CONFIGURAZIONE#1, la mostra d’esordio del gruppo COALA, Consorzio Artisti del Lago

È in programma al Palazzo degli Alessandri, nello storico quartiere di San Pellegrino nel cuore medievale di Viterbo, la mostra d’esordio del gruppo COALA, Consorzio Artisti del Lago, dal titolo CONFIGURAZIONE#1. Il gruppo, composto da otto artisti legati tra loro da una comune provenienza, il territorio che gravita intorno al lago di Bracciano, nasce come proposta per far conoscere le realtà d’arte che da anni operano in quel territorio.

I componenti del Gruppo COALA, Loredana Baldin, Enrico Bertorotta, Annele Giovanetti, Mauro Magni, Maria Carla Mancinelli, Mirna Manni, Massimo Melloni, Gloria Tranchida, artisti diversi, ma uniti dalla necessità di “leggere” il tempo contemporaneo, propongono le ultime realizzazioni del loro percorso artistico confrontandosi tra di loro e con il pubblico in una esposizione di opere pittoriche, sculture e installazioni che esaltano il valore degli spazi. COALA nasce dalla felice esperienza della galleria ARTIDEC, un’importante realtà culturale che per anni ha animato la vita artistica di Bracciano. Gli artisti presenti provano a rinnovare l’incontro tra loro, includendo nuove personalità di sicuro valore. La mostra, che gode del Patrocinio della Provincia di Viterbo, è in programma dal 13 al 21 maggio 2017. L’organizzazione della mostra è a cura di Margini e Segni.

L’introduzione al catalogo è di Stefania Fabri.

Secondo appuntamento, all’Istituto Alberghiero di Ladispoli, per il Progetto “Sapere i Sapori: a tavola con gli Etruschi”

Promosso e finanziato dall’A.R.S.I.A.L., il percorso, cominciato giovedì 27 aprile con il seminario introduttivo di Fabrizio Del Re, Direttore del Punto Magazine e Chiara Nobili, Ricercatrice E.N.E.A., è proseguito mercoledì 10 maggio con una giornata di studio interamente dedicata alla storia del vino e alle sue origini etrusche. Al tavolo dei relatori, è tornato Fabrizio Del Re, stavolta nella veste di scrittore e autore del volume “Introduzione al pensiero tradizionale” (Edizioni G. Laterza), accompagnato da Catia Minghi, sommelier di lunga esperienza e segretaria della F.I.S.A.R. (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori) di Civitavecchia, da Cesare Pennacchia, Sommelier della F.I.S.A.R. di Viterbo e da Giuseppe Giangreco, Presidente dell’Associazione culturale-archeologica “I Rasenna”. Ad introdurre i lavori, la Dirigente Scolastica dell’Istituto Superiore “Giuseppe Di Vittorio”, Prof.ssa Vincenza La Rosa: “Prosegue questa mattina il percorso di approfondimento dedicato alle origini della tradizione enogastronomica laziale. Il nostro obiettivo è ripercorrere e riscoprire, in cucina, l’identità dei luoghi e dei territori, anche e soprattutto attraverso l’esperienza di laboratorio.

Duplice è, infatti, il taglio di questo progetto: da una parte la storia, dall’altra la tecnica, ma storia e tecnica si incontrano, nella loro sinergia, quando la conoscenza si trasforma in azione e il sapere in saper fare. E questi sono, evidentemente, gli obiettivi primari in un Istituto Professionale Alberghiero. Ringrazio l’A.R.S.I.A.L., gli organizzatori e i relatori di questa giornata di studio, che vedrà alternare momenti di dibattito ad altri di dimostrazione e di pratica”.

E mercoledì 10 maggio si è parlato del significato simbolico del vino, ma anche delle tecniche di viticoltura introdotte e diffuse in Italia dagli Etruschi. Due – ha spiegato Catia Minghi – le principali varianti della “vite maritata” utilizzate dagli antichi abitanti dell’Etruria (ma ancora adottate, oggi, nel Cilento e nel Casertano): l’alberata e la piantata. Nel primo caso, la vite è legata ad un singolo albero (‘tutore vivo’), nel secondo a più alberi disposti in filari.

Al centro dell’incontro, un invito alla lettura da parte di Fabrizio Del Re: “Un futuro chef o maître non può non conoscere il Simposio di Platone, – ha affermato – filosofo posteriore all’età di massima espansione degli Etruschi, che però nella sua opera compendia un patrimonio di nozioni tutte riconducibili alla linea antica del “pensiero tradizionale”, ancora vivo e giunto fino a noi. Il Simposio di Platone, occasione suprema di festa in cui si mangia e si beve insieme, è dedicato all’elogio di Eros – ha aggiunto Fabrizio Del Re – forza superiore e divina che governa tutte le arti e le attività umane (compresa l’agricoltura, come afferma Erissimaco). Ma questo significa una sola cosa: gli antichi trasformavano il momento del convivio in un vero e proprio “axis mundi”, in grado di unire in senso orizzontale gli uomini fra loro, ma anche – in direzione verticale – la terra al cielo e alle sue divinità”.

Il Simposio ha dunque a che fare nello stesso tempo con il mito, con il rito e con il sacro. Dimensioni forse perdute nei frettolosi pasti consumati ai nostri tempi, ma che un professionista dell’enogastronomia deve far entrare nel proprio bagaglio culturale”. E, a proposito di mito, impossibile non citare, durante il convegno all’Alberghiero, quello di Dioniso (Dio della linfa vitale, del vino e dell’estasi) e di Ampelos (il giovinetto trasformato in vite, dopo la sua morte accidentale e tragica). Ma Fabrizio Del Re, proponendo all’attenzione degli studenti famosi passi di lirici greci e numerose fonti iconografiche, ha parlato anche dell’etimologia della parola “vino”, delle origini della viticoltura (dall’area transcaucasica al Mediterraneo), delle differenze fra il simposio greco e il banchetto etrusco. “Come è noto, i nostri territori si dimostrarono particolarmente adatti alla coltivazione della vite, – ha ricordato Fabrizio Del Re – se è vero che assai presto l’Italia venne chiamata proprio Enotria, con un preciso riferimento etimologico alla viticoltura – ha spiegato Fabrizio Del Re – In greco antico la parola ‘oinotron’ indicava infatti un palo di legno a sostegno di una pianta di vite”.

Al convegno del 10 maggio era presente anche Giuseppe Giangreco, Presidente dell’Associazione culturale-archeologica “I Rasenna”, che dal 2010 propone nel territorio cerite eventi ed iniziative dedicate alla rievocazione storica. Giuseppe Giangreco ha illustrato agli studenti i diversi e più importanti modelli del vasellame etrusco, soffermandosi in modo particolare sul cratere, sulla patera e sul kylix. Giuseppe Giangreco e Fabrizio Del Re hanno quindi mostrato agli allievi dell’Istituto Alberghiero le mosse principali del gioco del ‘kottabos’, assai diffuso nel mondo greco antico, ma anche in quello etrusco: “Il gioco – hanno spiegato – consisteva nel colpire un bersaglio, un piatto o un vaso, con il vino rimasto sul fondo della coppa in ceramica (kylix) usata per bere. Generalmente il premio che spettava al vincitore era un frutto, dei dolci, una coppa o il bacio della persona amata, cui era dedicato il lancio”.
“Ripercorrere la storia del vino significa ripercorrere la storia dell’uomo – ha spiegato Catia Minghi – La produzione enologica etrusca era molto vasta, tanto che il surplus di vino veniva esportato e venduto ad altre popolazioni”. Catia Minghi ha illustrato le due tipologie di coltivazione della ‘vite maritata’, diffusa in Italia dagli Etruschi, spiegandone gli aspetti positivi e negativi: “Indubbiamente si tratta di una tecnica assai longeva, considerando che è rimasta in uso fino alla fine dell’Ottocento. – ha sottolineato – Tuttavia, pur considerando i vantaggi legati ad una vera e propria “consociazione produttiva” (vigneti del genere, oltre alle uve, fornivano infatti foraggio, legna da ardere e frutta), dal Novecento in poi questo tipo di viticoltura non fu più ritenuto sufficientemente produttivo”. Catia Minghi ha quindi ricordato i vini ancora oggi prodotti in Italia con tale tecnica: dal Rosatello di Assisi all’Asprinio di Aversa, senza dimenticare alcune varietà di Ischia e del Cilento. Catia Minghi ha, infine, descritto agli allievi la “Strada del vino e dei prodotti tipici delle terre etrusco-romane”, istituita proprio al fine di preservare e promuovere le infinite ricchezze enogastronomiche offerte dal territorio dell’antica Etruria.

Cesare Pennacchia, Sommelier della F.I.S.A.R. Viterbo e studente laureando dell’Università della Tuscia, ha quindi spiegato i possibili percorsi formativi da intraprendere dopo il diploma, illustrando sia il piano di studi del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia, sia i compiti e le funzioni del sommelier. Cesare Pennacchia ha invitato gli allievi ad affrontare lo studio con passione, sottolineando l’importanza e la bellezza della professione dell’enologo, esperto conoscitore, ma anche insostituibile divulgatore della cultura e della storia dei territori. “Mi piace salutarvi con una frase di Salvador Dalì che ritengo particolarmente efficace per sintetizzare il senso più profondo della nostra attività. – ha concluso Cesare Pennacchia – “I veri intenditori, scriveva il celebre pittore spagnolo, innamorato dei significati esoterici e simbolici dell’enogastronomia, non bevono vino. Degustano segreti”.

E anche mercoledì 10 maggio (come era avvenuto per il seminario di apertura del Progetto, alla fine di aprile) le due fasi del seminario sono state inframmezzate da una colazione ‘all’etrusca’, preparata per i relatori nelle cucine dell’Istituto Alberghiero, grazie alla collaborazione dell’Assistente di Laboratorio Elisabetta Manuelli, aiutata da Mascia Mastroianni. Questo il menù del meeting – break: focaccia integrale con fichi secchi e rosmarino, tortine al farro, croccantini di noci e miele su foglie di alloro, frittelle di pane con uva passa, tartine con ricotta, composta di pere al timo, crema di ricotta con more e briciole di frolla all’olio extra-vergine di oliva.

Il servizio di Sala è stato curato dal Prof. Bruno Mazzeo, quello di Ricevimento dalla Prof.ssa Giovanna Albanese.

Festa della primavera ad Anguillara Sabazia

Sabato 13 e 14 maggio, ad Anguillara Sabazia, nel suggestivo centro storico che si affaccia sul lago di Bracciano, da via Aloisio, ai bastioni, ai caratteristici giardini del torrione, medievali e rinascimentali, si svolgerà la prima edizione della Festa della Primavera.

L’evento, promosso dal Rione Castello con il Comune di Anguillara Sabazia, in collaborazione con la Pro Loco Anguillara Sabazia e ViaggiaItalia Aps, caratterizzerà il centro storico il 13 maggio, dalle ore 12.00 alle ore 21.00, e il 14 maggio dalle ore 9.00 alle 16.00.

Tante saranno le sorprese, con l’apertura degli stand gastronomici il 13 maggio, dalle ore 18.00 con intrattenimento musicale fino alle 21.00 con il Sprint talent Show e balli di gruppo. Il giorno dopo si rinnovano gli appuntamenti con l’apertura degli espositori alle 9.00, poi alle 12.00 apertura stand gastronomici e musical “Una domenica con topolino” quindi alle 16.00 con l’intrattenimento dei bambini con musica e spettacolo teatrale a cura dell’Associazione Acquario. La musica dal vivo e l’animazione sarà a cura dell’Associazione Maricanto.

Ricordiamo anche che nella città di Anguillara Sabazia il 13 maggio mattina dalle ore 930 alle 1330 vi sarà all’Ecomuseo Porta del Parco una conferenza sull’antica Via Clodia, con studi, particolari e curiosità inedite, dal titolo “Via Clodia tra natura e archeologia” promosso da Ente Parco Bracciano Martignano in collaborazione con il Comune di Anguillara Sabazia, con Associazioni Antica Via Clodia e Forum Clodii. Alle 17.30 sempre del 13 prosegue il Cineforum con le grandi biografie al cinema nel Teatro IC San francesco con la proiezione della vita del Dalai Lama quindi presso il Museo della Civiltà Contadina e Tradizioni Popolari “Augusto Montori”, a cura dell’Associazione Sabate, sul percorso della festa della Primavera, la mostra di antiquariato “Sedie di altri tempi”.

Il Fact-checking di Pagella Politica sulle dichiarazioni di Virginia Raggi sui rifiuti a Roma a Porta a Porta

Il 9 maggio, in un post su Facebook che comincia con “Nessuno scarica barile sui rifiuti”, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha sostenuto che “Roma Capitale raccoglie i rifiuti e li trasferisce negli impianti di trattamento Tmb. Da qui, non possono partire i camion di rifiuti trattati perché la Regione non ha previsto impianti sufficienti e, addirittura, non autorizza l’incremento della capienza di quelli esistenti”.

E ha aggiunto: “Dal 2012 la Regione Lazio non ha ancora adottato un nuovo Piano Rifiuti Regionale”. La sera dello stesso giorno, ospite di Porta a Porta, il sindaco Raggi ha ribadito l’accusa, sostenendo: “Noi abbiamo scelto tre siti per aumentare la capacità di 120mila tonnellate”. E ancora: “Abbiamo già parlato con la Regione ed inserito i tre siti nel piano rifiuti”.

Insomma, il sindaco ha detto che la colpa dei disservizi è della Regione Lazio – il cui governatore è Nicola Zingaretti del PD – che non ha previsto impianti sufficienti, non autorizza l’allargamento degli attuali e non ha adottato un piano regionale.

La versione della Regione.

Sulla questione dei nuovi impianti, che mancherebbero per colpa della Regione che non li ha previsti, ha risposto via Twitter il presidente Zingaretti: “Rifiuti a Roma, è il Comune di Roma che dovrebbe indicare i nuovi impianti, la Regione ha compito di autorizzare. Finora nessuna proposta”. Una versione condivisa anche dall’assessore ai Rifiuti della Regione, Mauro Buschini, secondo cui “la Regione ha potere pianificatorio e autorizzatorio sulla base della programmazione che le Province e i Comuni debbono fornire alla Regione. Interpellata la Città Metropolitana della quale Lei (Virginia Raggi) è sindaca, alla Regione non è mai arrivata alcuna risposta, contrariamente a quanto hanno fatto le altre province. Per un anno e mezzo il Comune di Roma ci ha spiegato che non servivano impianti”.

Chi ha ragione?

Insomma, la versione della Regione è che sia stato invece il Comune di Roma a non presentare proposte per gli impianti. Chi ha ragione? Dalla Regione Lazio è stato confermato quanto dichiarato da Zingaretti e da Buschini: non sono mai arrivate proposte di nuovi impianti dal Comune di Roma, men che meno circa i tre menzionati dal sindaco Raggi. L’unica proposta ricevuta, fanno sapere, è giunta da un privato – Rida Ambiente – circa l’ampliamento della discarica di Aprilia. Ma, sottolineano alla Regione, sarebbe strano che il sindaco di Roma facesse riferimento a una richiesta avanzata da privati e non dall’ente pubblico incaricato (l’Ama), oltretutto per un impianto che si trova in provincia di Latina. Autorizzazioni anche per soli ampliamenti, confermano in Regione, dal Comune di Roma non ne sono mai arrivate. Abbiamo contattato il Comune di Roma per chiedere una smentita o una conferma dell’assenza di proposte, ma dopo vari solleciti siamo ancora in attesa di risposta.

Ma chi dovrebbe decidere?

Il decreto Ronchi – la norma che nel 1997 ha recepito tre direttive comunitarie in materia di rifiuti – stabilisce (art. 19) che l’individuazione delle zone idonee e non idonee per gli impianti spetti alla provincia. Nel caso di Roma, dal primo gennaio 2015 alla provincia è subentrata la città metropolitana di Roma Capitale, presieduta dal sindaco di Roma.

Riassumendo, spetta al Comune far proposte per le zone. Alla Regione (art. 20) invece spettano, tra le altre cose, l’adozione e l’aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti, la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, l’approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e l’autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti. Sulla questione della competenza ha dunque ragione Buschini.

Il piano regionale.

È vero, come sostiene Virginia Raggi, che la Regione non ha ancora adottato il nuovo piano rifiuti. Quello che il sindaco non dice è che la durata dell’ultimo piano, che è del 2012, si estende a tutto il 2017: l’aggiornamento per legge va fatto ogni sei anni. Dunque la Regione Lazio ha fino alla fine dell’anno per varare il nuovo piano. Come si legge in un comunicato della Regione, l’assessore Buschini il 10 gennaio scorso “ha presentato cinque bozze di delibere e una proposta di legge, invitando la commissione a dare il proprio contributo prima dell’approvazione in Giunta, in un’ottica di condivisione del percorso che porterà alla presentazione del Piano rifiuti in Consiglio regionale”. Un iter è dunque già stato avviato.

Vigna di Valle: Museo dell’Aeronautica Militare compie 40 anni

Il 24 Maggio 2017 ricorre il 40° anniversario della costituzione del Museo Storico dell’Aeronautica Militare, inaugurato nel 1977 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone.
L’idroscalo di Vigna di Valle, costruito sulla sponda meridionale del lago di Bracciano, accoglie quattro hangar che ripercorrono la storia del più grande sogno dell’uomo, raggiunto dopo vari tentativi: il volo.
Il Museo traccia la storia del volo iniziando dai precursori italiani, che costruirono macchine ispirandosi agli studi e ai modelli di Leonardo da Vinci, arrivando fino ai nostri giorni, attraverso un lungo percorso di geniali scoperte e tragici ricordi di guerre e bombardamenti aerei.

Il Museo nei suoi 40 anni di vita propone ai curiosi ed appassionati immagini, pannelli e fedeli riproduzioni di velivoli storici e di originali accuratamente restaurati e disposti in un meraviglioso allestimento su più livelli. L’Aeronautica Militare, in questa circostanza e soprattutto in questo periodo storico così fragile per l’instabilità politica mondiale e per l’incertezza del futuro professionale e non solo dei nostri giovani, vuole ricordare la passione, il sacrificio, l’ardimento e l’estremo senso del dovere di quanti hanno scritto la storia del volo militare. Buon Compleanno Museo!

Federica D’Accolti

Tolfa, a Maggio nella mensa della scuola primaria di primo livello di Tolfa arriva la carne maremmana biologica dell’Università Agraria

Nel mese di maggio sui tavoli della scuola primaria di Tolfa ci sarà la carne maremmana dei Monti della Tolfa. “Questo risultato – comunica il consigliere comunale Antonio Stefanini – è solo il principio di un più vasto programma che verrà attuato nell’anno scolastico 2017-2018 ed è il frutto di un lavoro di coordinamento sinergico tra amministrazione, allevatore/produttore (’Università Agraria) fornitore e commissione mensa”.

“Forniremo carne maremmana biologica certificata – sottolinea il Presidente dell’UA di Tolfa, Marco Santurbano – nata ed allevata nei Monti della Tolfa di proprietà dell’Università Agraria in questo ultimo mese di scuola, solo ed esclusivamente perché la pezzatura del bestiame è arrivato ora a “maturazione” per la macellazione. Sarà possibile inoltre trovare in vendita all’interno della macelleria lo Chalet della Carne di Andrea Pieragostini la nostra carne, ogni volta che forniremo la scuola cercando in questa maniera di offrire un servizio sempre più completo e far conoscere ed apprezzare la bontà della nostra carne”.

“Il nostro obiettivo – continua Stefanini – sarà quello, per l’anno scolastico 2017-2018, di fornire attraverso un capitolato sulla gestione della mensa dettagliato che mira ad accrescere la qualità, la sostenibilità e la sicurezza delle mense scolastiche prevedendo attraverso l’Università Agraria l’utilizzo di carne maremmana, l’utilizzo di pasta prodotta da grano biologico “senatore cappelli” coltivato e poi trasformato nel nostro territorio tutto rigorosamente biologico, inoltre almeno una volta a settimana la verdura utilizzata dovrà essere di Tolfa, di stagione e biologica”.

“Tutto questo – conclude il Sindaco Landi – è stato possibile grazie all’ottimo lavoro di coordinamento del consigliere Stefanini, della Commissione Mensa presieduta da Elisa di Dio e dell’Università Agraria che metterà a disposizione per la nostra comunità carne biologica scelta proveniente dai propri allevamenti”.

TPL, Colabello e Torquati: il PD torni al centro dei conflitti sociali

“Accogliamo con sollievo la notizia di stamane per cui sarebbero stati in parte pagati gli stipendi dei lavoratori TPL, che per tre giorni avevano sostanzialmente bloccato il trasporto pubblico periferico non uscendo dalle rimesse per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi degli ultimi tre mesi”. Lo dichiarano Daniele Torquati, Capogruppo PD del Municipio XV e Julian Colabello, Presidente della Commissione Trasparenza del Municipio XIV.

“Una situazione simile a quella che affrontammo nel 2015 e che si concluse con un accordo prefettizio su pressione dei Municipi di fascia esterna, che stabiliva tempi certi per il pagamento del Comune all’azienda e degli stipendi dall’azienda ai lavoratori. Nonostante la propaganda grillina ieri, assistendo al Consiglio convocato su questo tema, con sorpresa abbiamo sentito dire dall’Assessore Meleo che i pagamenti da parte del Comune erano stati effettuati solo nella giornata di ieri, quindi in estremo ritardo. Sono state accampate giustificazioni burocratiche sebbene l’accordo prefettizio di fine 2015 potesse consentire di superarle agevolmente.

Nonostante ciò il M5S ha continuato a rinviare la responsabilità all’amministrazione precedente e ha bocciato, provocando scoramento nella platea, l’odg presentato dal Gruppo PD capitolino che chiedeva misure di buonsenso a tutela dei lavoratori. Parimenti la promessa grillina di revocare l’appalto al Consorzio TPL è stata disattesa”, proseguono Colabello e Torquati.

“Alla fine del Consiglio – durato oltre 5 ore – siamo rimasti con i lavoratori sulla piazza del Campidoglio, dove abbiamo assistito a manifestazioni di rabbia e disperazione rivolte nei confronti del gestore del Consorzio e del Presidente della Commissione Mobilità capitolina Stefano. Abbiamo chiesto ai nostri parlamentari di porre la questione a livello nazionale affinché non si proceda a sanzioni nei confronti dei lavoratori per lo sciopero bianco messo in atto in questi giorni: nonostante infatti questo possa configurare reato pensiamo che dovrebbe essere parimenti reato non versare lo stipendio ai lavoratori, a maggior ragione ai lavoratori che garantiscono il nostro servizio pubblico di periferia. Un conflitto in questo caso che dura ormai da anni”, continuano i consiglieri, “e pensiamo sia necessario rifiutare come in passato l’idea di una guerra tra poveri dove si debba decidere se far prevalere l’interesse dell’utenza al servizio su quello dei lavoratori a riconoscere non tanto i loro diritti ma la loro stessa dignità di lavoratori che in questo caso gli è stata sottratta”.

“Spiace che in quella piazza fossimo da soli a rappresentare, per quello che possono fare degli esponenti municipali, il Partito Democratico e il Partito Democratico di Roma. Pensiamo sia importante non avere timore e tornare con urgenza, qui come in tanti altri casi della nostra città sofferente, al centro del conflitto sociale, senza facili speculazioni comunicative e di consenso, ma ricercando in questo la nostra identità e la nostra missione politica fondamentale. Continueremo a sollecitare i nostri parlamentari, in particolare quelli eletti nei collegi di Roma, a non essere indifferenti alle sofferenze della nostra città e pensiamo sia importante che nel prossimo dibattito in vista del congresso democratico cittadino quello del conflitto sociale dovrà essere un tema centrale da cui non si potrà prescindere”, concludono Torquati e Colabello.

Il Comitato Montebello ha denunciato il comune di Bracciano

Lunedì 8 maggio gli Studi Legali Riuniti di Roma hanno depositato all’Ufficio ingiunzioni fuori sede del Tribunale di Roma, un esposto-denuncia (prot. 1609/17), indirizzato alla Procura di Civitavecchia e inviato per conoscenza alla Corte dei Conti. Tale documento, a firma dal presidente del Comitato di quartiere Villaggio Montebello, dr. Amedeo Lanucara, chiede di accertare se abbiano rilevanza penale alcune condotte omissive del Comune di Bracciano, che hanno provocato gravi danni sia agli Abitanti del quartiere, sia allo stesso Comune, che non attua nemmeno le proprie ordinanze, benché corroborate da provvedimenti favorevoli del Giudice Amministrativo.

Son due le condotte omissive contestate presso la Procura di Civitavecchia e la Corte dei Conti (tra qualche giorno ne maturerà una terza, se nel frattempo nulla accade).

1) – Con ordinanza 113 del 18-5-2015 il Comune intimava la demolizione di opere realizzate in assenza di titolo edilizio (il cosiddetto ristorante), entro il termine perentorio di 90 giorni dalla notifica. Tale ordinanza era giustificata da due motivi: a) – il Tar-Lazio, con sentenza del 26-3-2014, aveva assegnato al Comune la proprietà delle particelle su cui sorge il manufatto; b) – il medesimo manufatto è costruito in forte surplus rispetto alla pur discutibile concessione. Poiché, dopo quasi due anni, la demolizione non avveniva, il Comitato il 21-2-2017 inviava una diffida extragiudiziale ad adempiere, elaborata dall’avv. Enrico Zampetti di Roma. Tale documento restava tuttavia inevaso dagli Uffici comunali, senza alcuna risposta, come se non esistesse. E ciò malgrado un intervento a suo sostegno del Difensore civico regionale, che invoca un Commissario ad acta.

2) – Il 12-3-2017 ecco una seconda diffida extragiudiziale ad adempiere, sempre del Comitato, elaborata sempre dall’avv. Enrico Zampetti di Roma. Essa stavolta riguarda l’attuazione dell’ordinanza comunale n. 46 del lontanissimo 18-12-2009, che intimava la demolizione di numerose opere abusive, entro il solito termine perentorio di 90 giorni. Le Società destinatarie dell’ordinanza proponevano ricorso al Tar-Lazio, chiedendo l’annullamento dietro sospensiva cautelare. Tali richieste venivano peraltro rigettate dal Tar con ordinanze 1774, 1784 e 1785 del 23-4-2010. Il Comune, pertanto, con delibera giuntale 520 del 12-10-2010 autorizzava la spesa di 5.000 euro per le operazioni di frazionamento, riservandosi di individuare successivamente un Notaio ed un Tecnico per eseguire detti lavori. Poiché tale delibera restava lettera morta, il Comitato il 12-2-2011 sollecitava il Comune ad attuarla con una diffida extragiudiziale. Identica sollecitazione proveniva anche dalla Regione Lazio, con nota 187004 del 21-7-2011 (Area vigilanza e lotta all’abusivismo). E così, con delibera giuntale 582 del 15-12-2011, il Comune affidava ad un Professionista esterno la redazione del frazionamento catastale, impegnando a tal fine 3.000 euro, regolarmente pagati. Ma successivamente nulla accadeva, malgrado la citata sentenza Tar-Lazio del 26-3-2014, che attribuisce al Comune la proprietà delle particelle su cui insistono le suddette opere abusive. Dopo reiterate e inutili sollecitazioni verbali e scritte, al Comitato non restava altra scelta che inviare un’altra diffida extragiudiziale, quella già citata del 12-3-2017, rimasta anch’essa senza risposta, come se non esistesse, malgrado un intervento a suo sostegno, anche qui, del Difensore civico regionale, che invoca un Commissario ad acta.

Come si vede, i fatti parlan da soli, ogni commento guasterebbe. Tranne che per un punto. Al Comitato aderiscono Socie e Soci di diverso orientamento politico, che a suo tempo denunciarono alla Procura, per ben due volte, anche la passata Amministrazione. Allora come adesso. l’obiettivo non è mettere un difficoltà una qualsiasi Amministrazione, ricamandoci sopra inammissibili speculazioni politiche, ma ottenere che gli Uffici adempiano correttamente e fin in fondo ai propri doveri istituzionali. La nostra correttezza, peraltro, fu apprezzata da tutte le forze politiche, di maggioranza e minoranza, l’8 settembre 2014, quando il Consiglio approvò all’unanimità un odg di sostegno alla legittimità delle nostre rivendicazioni. Attribuiamo a nostro merito, in quell’occasione, aver fatto dialogare positivamente (forse un unicum negli annali!) l’attuale sindaco Tondinelli col suo predecessore Sala, per una più efficace stesura di tale documento.

Bracciano, 10-5-2017 Il Presidente del Comitato Villaggio Montebello (Dr. Amedeo Lanucara)

Valeriani (Capogruppo PD Regione Lazio): la sanità inizia a cambiare

Massimiliano Valeriani, Capogruppo PD alla Regione Lazio:

“Il Lazio ha invertito la tendenza nella sanità: dopo stagioni di sprechi e inefficienze, ora abbiamo raggiunto un equilibrio di bilancio insieme ad una migliore qualità nei servizi e maggiori investimenti per l’ammodernamento tecnologico ed edilizio delle strutture ospedaliere. Questo non vuol dire che sono state risolte tutte le criticità del sistema sanitario: resta ancora molto da fare, ma non si possono negare i notevoli risultati conseguiti finora. La spesa sanitaria è finalmente sotto controllo: dopo dieci anni torna positivo il margine operativo lordo, mentre per il secondo anno consecutivo il disavanzo è sotto la soglia del 5%. Senza il risanamento e il contenimento dei costi non si poteva procedere con l’ammodernamento e il potenziamento della sanità regionale: adesso sono aumentati anche gli investimenti per la riqualificazione dei reparti, l’acquisto di macchinari hi-tech e l’assunzione a tempo indeterminato di circa 3000 persone, tra medici, infermieri e tecnici. Rivendico con orgoglio, inoltre, il concorso per ginecologici non obiettori all’ospedale San Camillo di Roma per assicurare la piena fruibilità dei diritti delle donne. Abbiamo riavviato la sanità del Lazio e dato certezze agli operatori, ai professionisti e ai fornitori perché il sistema è fatto di uomini e donne che sono al lavoro ogni giorno per garantire ai cittadini i servizi di cura e assistenza. Ora affronteremo con impegno e risorse anche un’altra importantissima sfida: ridurre le liste di attesa per consentire alle persone di accedere in tempi brevi alle prestazioni mediche e sanitarie. Il Lazio cambia”.