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Lo sviluppo urbano intelligente sta conoscendo una rapida fase di sviluppo a livello europeo, ma a che punto è la progettualità in Italia e nel nostro territorio che sviluppo può avere? Sabrina Salerno, sindaco di Anguillara Sabazia illustra alcune idee
di Massimiliano Antonini, Nicole Maoloni, Andrea Merangola, Domiziana Napoleoni, Luca Olamide Ojegbade, Ricasoli Leonardo, Flavia Simonelli, Eleonora Smarchi, Classi 4H e 4I Liceo Scientifico Ignazio Vian – Anguillara Sabazia
Cos’è la Smart City?
Smart city, o città intelligente, è una nuova strategia di progettazione urbana che coinvolge la sostenibilità a 360 gradi.
La città intelligente integra un processo di innovazione sociale e tecnologica che unisce lo sviluppo sostenibile ad un miglioramento della qualità della vita, sviluppando l’economia a favore di un capitale sociale troppo spesso trascurato, promuovendo così notevoli vantaggi sociali, naturalmente senza trascurare il fattore ambientale.
Il concetto di smart city è nato da un’idea nei primi anni del 2000, pensando all’integrazione di più aspetti urbani:
economia intelligente
mobilità intelligente
ambiente intelligente
persone intelligenti
vita intelligente
governo intelligente
Da quel momento sono state avviate varie sperimentazioni, soprattutto nelle grandi città e sono stati varati programmi di sviluppo e funzionamento in tutto il mondo. In particolare, la Comunità Europea ha varato il programma ‘Horizon 2020’1 che si propone l’ambizioso obiettivo di dare sempre più spazio al tema delle smart cities& communities. In questo contesto, sono stati varati ben 24 progetti in Europa per lo sviluppo di quartieri intelligenti, o smart districts. In generale, dunque, il tema dello sviluppo urbano intelligente è noto e sta conoscendo una rapida fase di sviluppo a livello europeo.
Smart Cities, in Italia funzionano?
Poiché i progetti a livello europeo sono abbastanza definiti, sorge spontaneo chiedersi a che punto sia la progettualità nel nostro paese; per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato l’Ingegner Mauro Annunziato dell’ENEA, che ha tenuto una conferenza al liceo Vian, per divulgare le idee che stanno alla base dei progetti Smart City.
D: La smart city può essere un metodo per affrontare le disfunzionalità urbane, risolvibili con progetti pensati in cooperazione e che possono inoltre portare uno sviluppo economico e sociale del territorio, con un’attenzione particolare al fattore ambientale. Quali esperienze di Smart City si stanno attuando in Italia?
R: Sono numerose le esperienze che si stanno attuando in diverse città italiane, e in particolare in quelle più grandi; a L’Aquila, Torino e Bari, sono presenti i primi progetti Smart. Essi mettono a fattor comune numerose tematiche affrontandole in modo integrato, quali il tema della mobilità, del consumo energetico, dell’illuminazione stradale o dello sviluppo di una comunità. In altre città, come Roma, stanno iniziando a nascere i primi progetti di natura Smart.
D: Come si potrebbero avviare dei processi di Smart City nel nostro territorio?
R: Anche in realtà più piccole come la nostra possono essere avviati dei progetti smart. Il punto di partenza consiste nell’analizzare i bisogni principali della comunità per poter in seguito attuare dei progetti che rispondano ad essi. È necessario però sviluppare dei progetti che coinvolgano i cittadini, in quanto il coinvolgimento e la partecipazione della comunità sono fondamentali per i progetti di questa natura, sono le persone a portare alla nascita di questi progetti.
D: In generale nell’avviare questi progetti che difficoltà si incontrano?
R: Le difficoltà che si possono incontrare sono di due ordini. Il primo è di ordine progettuale. E’ importante capire quale sia il progetto più indicato per ogni località, poiché ogni realtà ha bisogno di uno specifico progetto. Il secondo è di natura economica. Alcuni progetti permettono di risparmiare denaro immediatamente, mentre altri necessitano di finanziamenti provenienti dai cittadini o dai comuni, e ciò può talvolta influire sull’avvio di questi.
La nascita delle idee: lo Smart Lab
Come ha sottolineato l’Ingegner Annunziato nell’intervista, per la nascita di progetti smart è necessaria un’attenta analisi dei bisogni della popolazione di un territorio, e ciò viene fatto in appositi laboratori, detti smart laboratories; nel corso della nostra esperienza scuola-lavoro ne abbiamo realizzato uno in classe, per simulare in piccolo quanto viene fatto per ideare progetti smart.
Il laboratorio smart è partito dall’analisi dei bisogni dei cittadini del territorio di Anguillara, suddivisi in fasce di età (<14; 14-30; 30-65; over 65), ognuna delle quali è stata affidata ad un gruppo di studenti.
Sono state compiute due analisi principali: una prima riguardante i bisogni primari comuni delle fasce di età, quali la sanità, il lavoro, l’istruzione e l’intrattenimento, ed una seconda che ha analizzato più nello specifico i bisogni, diversificandoli in base all’età e alle caratteristiche delle varie fasce sociali.
L’analisi è partita dalla situazione attuale e si è sviluppata immaginando quali miglioramenti avrebbero potuto essere compiuti per garantire un aumento della qualità della vita: si è dunque pensato a modi per migliorare l’istruzione creando spazi per aiutare gli studenti di tutte le età; è stata ribadita la necessità di garantire un futuro solido per le imprese locali mediante un’economia territoriale sostenibile, e di assicurare un’assistenza sanitaria adeguata per ogni fascia d’età. Non si è tralasciato nemmeno l’ambito dell’intrattenimento e del turismo, che, secondo l’opinione dei ragazzi che ci vivono, nel nostro territorio è troppo spesso sacrificato.
Tutto ciò viene fatto per aumentare il “capitale sociale”, un importante indicatore della salute della comunità che risiede in un determinato territorio. Per salvaguardarlo è necessaria la creazione di smart communities che sappiano integrare al meglio gli individui che le compongono.
Alla fine dello smart lab, noi ragazzi abbiamo datolibero sfogo alla fantasia nella ideazione di progetti – molto spesso infrastrutture – volti a mettere in pratica in concreto quanto si è evidenziato durante l’attività laboratoriale. I progetti sono risultati fantasiosi, talvolta utopici, ma non è detto che in un futuro più o meno prossimo non sia realizzabile qualcosa che ci si avvicini. In piccolo è stato simulato quanto è necessario fare per ideare progetti di questo tipo, seguendo lo stesso modus operandi che è adoperato per le analisi svolte dagli enti statali accreditati.
La parola al sindaco di Anguillara Sabazia, Sabrina Anselmo
Dopo aver analizzato il concetto di Smart City ed aver provato ad applicarlo, seppur idealmente, alla realtà in cui viviamo, abbiamo deciso di capire che sviluppo questa possa avere nel nostro territorio. Ci siamo dunque rivolti a chi meglio di chiunque altro lo conosce, il sindaco di Anguillara Sabazia, Sabrina Anselmo, la quale ci ha illustrato varie idee in cantiere in diversi campi, dalla community turistica alla strada in cui l’automobile è semplicemente un’ospite.
D: Sappiamo che con ENEA avete iniziato una collaborazione per uno sviluppo intelligente del territorio che risponda alle necessità dei cittadini e che garantisca un miglioramento della qualità della vita, in ambito sociale, economico ed ambientale, ispirato alla filosofia Smart. Quali priorità avete individuato tra le problematiche e le opportunità del nostro territorio?
R: Innanzitutto le priorità sono state individuate nell’ottica di un piano strategico urbanistico, uno strumento urbanistico innovativo, che parte da un’analisi sociale, economica antropologica ed ambientale del territorio per avere uno sviluppo dei servizi in esso presenti. Per fare un esempio, è stato fatto per la zona del centro storico partendo dalla popolazione che vi risiede, e sono state individuate le necessità di questa, con lo scopo di soddisfare il più possibile le necessità dei residenti e della componente turistica, che risulta essere di vitale importanza per l’economia di zone come quella presa in considerazione o per quella del Lungolago Belloni. Una problematica significativa individuata con questo metodo è quella del traffico, per la quale ci siamo rivolti all’ENEA con lo scopo di creare una viabilità alternativa sul territorio del comune, oltre che per un miglioramento dell’efficienza delle infrastrutture dedicate all’illuminazione pubblica; grazie a questa collaborazione pensiamo di poter ottenere risultati significativi, che possono scaturire da idee innovative, come ad esempio l’inserimento, all’interno dei lampioni, di dispositivi per il monitoraggio del traffico, esempio di come le tecnologie Smart possano semplificare la vita del cittadino, evitando ingorghi o incidenti sulle strade del territorio, indicando percorsi alternativi, o, addirittura, segnalando la presenza di aree libere dedicate al parcheggio.
D: Un modo, dunque, per trovare le problematiche del comune e trasformarle in soluzioni?
R: Esattamente, il tutto volto a dedicare servizi ottimali per il cittadino; sembra fantascienza, ma specialmente voi giovanissimi sapete bene che queste nuove vie sono possibili, se si decide di iniziare a percorrere questa strada.
D: Secondo lei, quali di queste possibilità possono essere applicate al territorio di Anguillara?
R: Sicuramente quelle riguardanti la mobilità sul territorio. Stiamo lavorando allo sviluppo di un trasporto urbano intelligente ed ecologico: “a chiamata”, che funzioni mediante semplici app per smartphone, o dei QR code e che permetta di coprire distanze che normalmente non è possibile assicurare con il servizio di trasporti attuale. Questa idea è molto più vicina ad essere realizzata di quella citata prima, grazie alla partecipazione del comune assieme a quella dei privati interessati. Un secondo progetto al quale stiamo lavorando e che pensiamo si possa iniziare ad applicare già dall’inizio del prossimo anno è quello della creazione di un‘albergo diffuso’ su tutto il territorio comunale, idea che risulterebbe vantaggiosa sia per i turisti che per i locali; una community, grazie alla quale si possono mettere a disposizione le stanze inutilizzate per i turisti, o viceversa, dove è possibile prenotarle. Grazie a questa community sarebbe possibile inoltre pubblicizzare eventi del territorio, con un beneficio notevole per l’economia locale.
D: Quali sono le difficoltà che si incontrano nell’avvio di questi progetti?
R: Probabilmente il fatto che queste idee per molti sono fantascientifiche: c’è una scarsa conoscenza delle potenzialità che le tecnologie offrono per ottenere un vantaggio per la collettività. Capita che questi progetti non colpiscano come dovrebbero chi opera sul territorio da molti anni, sottolineando un divario generazionale che vede i più giovani ‘pronti’ a sfruttare questi mezzi innovativi. È necessario avere coraggio ed essere pionieri per cambiare un sistema che ha perso il suo slancio iniziale e riconvertirlo in un futuro più sostenibile.
Si ringrazia per la collaborazione l’Ingegner Mauro Annunziato dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile)
C’è stato un incendio tra la stazione di Anguillara Sabazia e Crocicchie e la linea Fr3 è stata interrotta. Il treno partito da Roma Ostiense alle 17.02 è fermo ad Anguillara Sabazia in questo momento. Vi terremo aggiornati.
Oggi il Centro per l’Impiego di Cinecittà e gli uffici di via Raimondo Scintu 106 sono stati chiusi per un atto vandalico verificato questa mattina all’apertura degli uffici, a seguito del quale sono stati riportati danni strutturali e accesso agli atti degli uffici.
“Quanto avvenuto è doppiamente grave: oltre ad essere un attacco al bene pubblico, la conseguente chiusura degli sportelli genera un forte disservizio ai cittadini e impedisce ai lavoratori di portare avanti le loro quotidiane attività. Quello di Via Vignali è il Centro Impiego con maggiore flusso di utenza, un presidio di legalità e un punto di accesso fondamentale ai servizi per l’impiego per una larga parte di cittadini di quel quadrante, a tutt’oggi gestito, per la parte amministrativa, dalla Città metropolitana di Roma”. Così il Vice Sindaco della Città metropolitana di Roma, Fabio Fucci.
“Attualmente – prosegue Fucci – sono in corso i rilievi delle forze dell’ordine. Auspichiamo che dalle indagini in corso emergano quanto prima i responsabili e si risalga alle cause del gesto. I danni riportati non sono solamente di tipo strutturale, ma riguardano anche l’eventuale sottrazione di documenti e atti d’ufficio, in tal caso la questione avrà rilievo penale anche sotto il profilo del danno alla pubblica amministrazione e agli utenti”. Tutti gli appuntamenti sono stati rinviati a data da destinarsi.
Questa Amministrazione è lieta di comunicare ai cittadini di Bracciano la prossima apertura dell’Asilo Nido Comunale sito in loc. San Celso n.° 8 .
La cittadinanza da oggi può contare su un servizio qualificato che garantisce una risposta valida ed efficace per lo sviluppo psicofisico dei bambini dagli 0 ai 3 anni , nonché un valido affiancamento e supporto per le famiglie nella scelta educativa dei figli.
Il servizio è stato progettato nel rispetto dei criteri della normativa vigente L R. n.59/1980.
Il Nido verrà organizzato da figure professionali qualificate, impegnate nelle attività di accudimento e negli interventi educativi finalizzati allo sviluppo delle potenzialità cognitive, affettive, relazionali e sociali dei bambini. La struttura moderna e all’avanguardia è costruita in una zona residenziale, tranquilla e accogliente, immersa nel verde, con ampi spazi esterni ed interni e di per se già priva di barriere architettoniche in quanto pressoché pianeggiante e accessibile a tutti. L’asilo è strutturato in tre sezioni secondo le specifiche fasce di età: lattanti , semidivezzi e divezzi. Gli ambienti di pertinenza di ciascun gruppo di bambini sono articolati in diversi ambiti: attività ordinate e libere, il riposo, l’igiene, il cambio, la cura ed attività all’aperto.
La struttura vanta un’ampia e moderna cucina per la preparazione espressa dei cibi, riguardo l’aspetto nutrizionale verranno rispettate le tabelle dietetiche stabilite d’intesa con la ASL e nel rispetto di specifiche esigenze alimentari dei bambini.
Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle 16:00.
Da lunedì 26 giugno scorso sono aperte le iscrizioni dei bambini come riporta il sito del Comune che presenta
l’Avviso e la relativa modulistica. Nonostante una condizione di immobilità trascinatasi negli anni, per la quale c’era il rischio di subire da parte della Regione Lazio una forte penalizzazione economica, quest’Amministrazione grazie alla fattiva collaborazione dei dipendenti dell’area Pubblica Istruzione e Servizi Sociali è riuscita , finalmente, con orgoglio e soddisfazione a rendere fruibile alla cittadinanza di Bracciano un servizio di così alta qualità e importanza.
Energia è un vocabolo di uso molto comune del quale però non si conosce l’esatta definizione; dagli antichi greci ad oggi, filosofi e uomini di scienza affrontano questo tema. Nell’articolo si considerano alcune energie rinnovabili che permettono di garantire una maggiore sostenibilità ambientale
di Sara Cintio, Hristina Micoska, Giulia Morena, Massimiliano Baldinu, Dario Bandach, Lorenzo Michelangeli, Emanuele Petroselli, Oamil Zhupa, Classi IV H e IV I -‐ Liceo Scientifico Ignazio Vian -‐ Anguillara Sabazia
Che cos’è l’energia?
Tra i più prolifici ambiti di interesse della speculazione scientifica si annovera certamente la ricerca in campo energetico. Ben pochi sembrano essere i temi che meritino maggiormente l’appellativo di “attuale”, se confrontati con la poliedricità applicativa che tale materia di interesse ha da offrire agli studiosi. Oltretutto, la storia del termine energia è assai antica e complessa; deriva infatti dal greco ἐνέργεια, traendo le proprie origini etimologiche da ἔργον, opera. Durante la lunga odissea che ha condotto alla sua odierna definizione, il concetto di energia è stato largamente utilizzato nella produzione intellettuale di una vasta schiera di pensatori, filosofi e uomini di scienza. Nel sistema proposto da Aristotele, l’espressione ἐνέργεια indicava l’atto, ossia il principio determinante e attuante contrapposto alla potenza (δύναμις). Più precisamente, laddove la potenza indica la possibilità da parte della materia di assumere una determinata forma, l’atto rappresenta la realizzazione di tale capacità. Molti secoli più tardi, il matematico e filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-‐1716) definì energia l’essenza della monade e la causa intrinseca dei suoi cambiamenti. L’avvento della psicanalisi, sancito dalla produzione di Sigmund Freud, definirà “energia psichica” il sostrato degli aspetti dinamici del comportamento umano. Nonostante il divario cronologico e culturale fra i grandi intellettuali sopracitati, le varie declinazioni del concetto di energia ne anticipano in forma embrionale l’odierna definizione in ambito fisico, ovvero la capacità di un sistema di compiere lavoro. L’approvvigionamento energetico infatti rappresenta uno dei maggiori problemi dell’essere umano sin dalla notte dei tempi: che cos’è il nutrimento, se non un carburante naturale necessario all’organismo al fine di svolgere correttamente l’attività biologica?
Naturalmente, appare chiaro quanto ai nostri giorni la questione sia diventata enormemente più complessa della mera sopravvivenza individuale. La rivoluzione industriale, il progresso tecnologico, le grandi scoperte del secolo scorso hanno permesso all’essere umano di accrescere la propria conoscenza della realtà in cui è immerso, ma al contempo hanno aumentato esponenzialmente il fabbisogno energetico richiesto per il funzionamento dei complessi macchinari di cui disponiamo. E non solo: l’economia industriale fortemente capitalista ha incrementato parimenti la produzione e lo sperpero delle risorse. Risorse tutt’altro che infinite, com’è tristemente noto. Ci si trova, dunque, dinanzi ad un problema di complicata risoluzione. Come provvedere al fabbisogno energetico senza compromettere irreparabilmente il sistema Terra?
Lo sviluppo sostenibile e le energie alternative
Il concetto di sostenibilità è di recente formulazione. Introdotto per la prima volta durante la conferenza dell’ONU sull’ambiente del 1972, è stato necessario attendere ulteriori quindici anni affinché se ne avesse una chiara esplicazione. Nel 1973, la crisi petrolifera scosse l’economia mondiale, poiché a seguito della guerra fra Israele e Paesi Arabi questi ultimi avevano deciso di diminuire le esportazioni di petrolio verso l’Occidente e di aumentarne il prezzo. Diversi Paesi del mondo si trovarono a dover affrontare una grave crisi finanziaria; infatti, come conseguenza dell’impennata dei prezzi del petrolio, si ebbero un aumento dei costi dell’energia e una conseguente inflazione.
La crisi petrolifera del ’73 rappresentò dunque per l’Occidente un’occasione di riflessione sul possibile utilizzo di fonti alternative. Il rapporto Our Common Future, datato 1987 e promulgato dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo (Commissione Bruntland), definisce “sviluppo sostenibile” quel genere di sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri». A tal proposito, la comunità scientifica mondiale si è mobilitata per individuare nuove fonti di energia denominate alternative. Il concetto alla base di tale ricerca è la sostituzione dei combustibili fossili, risorse primarie non rinnovabili e altamente dannose per gli ecosistemi ambientali una volta trattate, con risorse rinnovabili e pulite. Attualmente, le principali fonti alternative sono state individuate nelle energie solare, eolica, idroelettrica, geotermica e nucleare.
L’energia solare
L’energia solare è l’energia che viene prodotta grazie allo sfruttamento diretto dell’energia irradiata dal Sole sulla Terra, raccolta e accumulata dai pannelli solari. L’energia solare è un’energia pulita e quindi è un’energia rinnovabile. All’interno del sole si verificano continuamente reazioni termonucleari che liberano quantità elevatissime di energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche. Sulla terra arriva solo una piccola parte di questa energia radiante, che varia da luogo a luogo a seconda dell’angolo di incidenza, della stagione e dell’ora del giorno.
L’utilizzo di questa fonte energetica presenta sia vantaggi che svantaggi. Uno dei tanti punti a favore è che si tratta di energia pulita. Sfruttando il sole, infatti, l’uso di energia solare non provoca emissioni di CO₂ o di altri agenti inquinanti che influiscono negativamente sull’ozono o provocano l’effetto serra. Se tutto il mondo fosse alimentato con l’energia solare probabilmente non conosceremmo nemmeno il termine “riscaldamento globale”. Un altro vantaggio dell’energia solare è la sua economicità. Per ottenere la materia prima non c’è la necessità di recuperare carbone dalle cave, metano o petrolio dal sottosuolo, o mettere a rischio l’ambiente, la biodiversità o la vita umana. Il suo costo è zero, almeno quando si parla di approvvigionamento. Non sentiremo mai parlare di deforestazione per recuperare materia prima dal sole, né di guerre per accedere alle riserve sotterranee. Quindi oltre che essere pulita, l’energia solare può essere definita pacifica ed economica.
Un altro vantaggio è che l’economicità dell’energia solare è riscontrabile da coloro che la utilizzano. Mentre una centrale a carbone, a gas o con un altro combustibile può essere gestita solo da grandi società, l’energia solare la si può produrre direttamente sul tetto di casa. A fronte di un investimento iniziale si ottengono risparmi in termini di bolletta energetica (perché costa meno o si azzera), e di ritorno dell’investimento, dato che l’energia prodotta in surplus viene reimmessa nella rete elettrica. Infine, non ultimo vantaggio tra quelli elencati è la sua scarsa pericolosità. Si pensi al riscaldamento globale causato dalla combustione di carbone, petrolio e altre fonti fossili, che provoca innalzamento del livello del mare, siccità ed uragani, tutti eventi catastrofici che costano miliardi di euro alle nazioni di tutto il mondo. Questi eventi sarebbero evitati utilizzando l’energia solare. Ancora, la filiera dell’energia solare interessa migliaia di piccole società che lavorano direttamente sul territorio e creano posti di lavoro in tutto il mondo, andando contro il monopolio delle grandi società energetiche. Secondo le statistiche l’energia solare ogni anno crea sette volte i posti di lavoro del gas o del carbone.
Oltre ai vantaggi ci sono però anche alcuni svantaggi nell’utilizzo dell’energia solare. Tra questi il primo e più immediato è che il sole è discontinuo: di notte non produce energia e nei Paesi nordici per molti mesi dell’anno non fa nemmeno capolino. Nei periodi in cui il cielo rimane coperto per settimane o mesi, si registra un calo della produzione energetica, e quindi c’è sempre bisogno di far ricorso ad altre fonti. In altre parole, non è possibile alimentare il mondo solo ed esclusivamente con l’energia solare. A meno che non ci siano grandi batterie in grado di stoccare enormi quantità di energia e rilasciarla gradualmente quando ce n’è bisogno, ma parliamo di costi ancora troppo elevati.
L’energia del sole naturalmente è sostenibile se sfrutta superfici altrimenti inutili, come i terreni incoltivabili o il tetto delle case. Al contrario, sebbene non sia illegale, non ha alcun senso e anzi può risultare dannoso convertire un terreno agricolo in una distesa di pannelli solari togliendo spazio alle coltivazioni,.
L’energia eolica
L’energia eolica è l’energia cinetica prodotta dall’aria in movimento, grazie all’utilizzo di aereogeneratori che producono energia elettrica. E’ una fonte alternativa ai combustibili fossili, rinnovabile e pulita; non produce emissioni di gas serra durante il funzionamento dei macchinari, e generalmente si sviluppa mediante gruppi di mulini con grandi pale, disposti in precise zone definite “parchi eolici”. L’inquinamento è fortemente ridotto, in quanto gli aereogeneratori non consumano carburante e non emettono gas nocivi per l’ecosistema. I mulini a pale eoliche possono essere costruiti anche in aeree marine a basso fondale (dai 5 ai 30 metri), con rese energetiche leggermente superiori rispetto a quelle installate sulla terraferma, giacché a livello del mare i venti sono più forti e costanti. Queste zone marine ricche di aereogeneratori vengono chiamati “parchi eolici offshore” e sono sempre in continua evoluzione: le nuove tecnologie continuano a sperimentare diversi aerogeneratori galleggianti in grado di essere ancorati in zone dove il mare è più profondo di 30 metri. I principali vantaggi dell’utilizzo dell’energia eolica, sono quelli di non produrre inquinamento atmosferico o delle falde acquifere oltre a non comportare l’utilizzo di combustibile. L’energia prodotta viene pertanto definita green energy, ed è meno cara rispetto a quella ottenuta grazie all’utilizzo di carbone fossile o materiale nucleare. È inoltre molto utile poiché la trasformazione di per sé non ha emissioni climalternanti come quelle derivanti dalle trasformazioni di energie chimiche e la produzione è ben più costante rispetto ad altre fonti rinnovabili come il fotovoltaico che può produrre solo di giorno, o l’idroelettrico, che dipende da stagionalità e precipitazioni. Ci sono sicuramente dei punti positivi anche a livello di vita dei macchinari, chiaramente più semplici da smantellare e da riciclare rispetto alle centrali di generazione fossile, malgrado comunque la vita di una turbina sia di 20-‐25 anni.
Tuttavia, ci sono anche i lati negativi; al primo posto l’inquinamento visivo e acustico, considerati gravi in paesi come il nostro ad alta vocazione turistica; infatti i punti di migliore esposizione al vento sono presso la costa o sulle creste montane, dove la presenza dei mulini eolici impatta sul paesaggio e provoca un rumore sordo e costante di sottofondo, prodotto dagli elementi elettromeccanici e dai fenomeni aerodinamici.
L’energia idroelettrica
L’energia idroelettrica è una fonte di energia alternativa e rinnovabile che sfrutta la trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale, posseduta da una certa massa d’acqua ad una certa quota altimetrica, in energia cinetica al superamento di un certo dislivello; tale energia cinetica viene infine trasformata in energia elettrica in una centrale idroelettrica grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina.
Per quanto concerne il bilancio pro/contro, il settore idroelettrico presenta svariati elementi a suo favore. Si tratta di una fonte energetica assolutamente pulita e a emissioni zero. L’ambiente circostante è generalmente pulito e senza nessuna contaminazione dell’aria. I costi dell’energia prodotta si mantengono tra i più bassi e la stessa energia può essere prodotta continuamente in modo del tutto naturale. La realizzazione delle dighe adiacenti alle centrali, inoltre, favorisce il contenimento dell’acqua evitando improvvise inondazioni e regolando il gettito dell’acqua in modo fluido e regolare. Da tenere in grande considerazione è il fattore sicurezza: le centrali possono essere tempestivamente attivate o spente nel giro di qualche minuto, con l’apertura e la chiusura delle chiuse idrauliche. Il sistema permette così anche di coprire senza problemi eventuali picchi nella richiesta di energia dalle zone circostanti. Tuttavia anche alcuni svantaggi sono noti. Una centrale idroelettrica, ad esempio, non può essere costruita se non in siti idonei, in quanto sono necessari elementi contingenti del territorio: la presenza di un fiume di portata sufficiente, la possibilità di creare un invaso artificiale o di far “saltare” l’acqua da altezze consistenti. Un altro ordine di problemi è causato dalla necessità di spazio per la costruzione del complesso diga + centrale idroelettrica. Il sistema infatti ha bisogno di molto spazio e questo può portare alla riduzione o alla scomparsa di habitat adatti alla vita degli animali o di aree agricole utilizzabili dall’uomo (ne è un esempio la più grande diga del mondo: la diga Three Gorges sul fiume Yangtze, nella regione centrale della Cina). Le stesse dighe bloccano anche il trasporto di materiali solidi dei fiumi, come ghiaia e sabbia, alterando il riequilibrio naturale dell’erosione del mare lungo la costa, dando luogo a fenomeni di erosione costiera.
L’energia geotermica
L’espressione “energia geotermica”, secondo l’accezione comune, indica il calore terrestre che può essere estratto e sfruttato dall’uomo. La storia della relazione tra esseri umani e geotermia è lunga almeno cinquemila anni. Secondo l’UGI, Unione Italiana Geotermia, il rapporto delle antiche popolazioni italiche con le manifestazioni del calore terrestre risale al Neolitico medio-‐superiore (4°-‐3° millennio a.C.). Vulcani, sorgenti termali e manifestazioni analoghe avevano difatti lasciato intuire che al di sotto della crosta terrestre dovesse essere contenuto del calore. Il primo tentativo di utilizzare l’energia contenuta nel vapore geotermico per la produzione di elettricità risale al 1904, e venne effettuato in località Larderello in provincia di Pisa. La macchina, progettata da Ginori Conti, consisteva in un motore a pistoni accoppiato ad una dinamo azionata dal vapore. Il successo dell’esperimento, durante il quale furono accese ben cinque lampadine, evidenziò la potenzialità dello sfruttamento delle esalazioni geotermiche nella produzione di corrente elettrica a livello industriale. La produzione di energia elettrica a livello industriale iniziò a livello embrionale a Monterotondo Marittimo nel 1916, ma fu solo nel 1958 che venne costruita nella medesima zona la centrale geotermoelettrica dell’Enel, revisionata e potenziata nel 2002. Le centrali di Monterotondo sono sufficienti a coprire il fabbisogno energetico dell’intera provincia di Grosseto. In linea generica, a seconda degli scopi ai quali è destinata l’energia geotermica, si utilizzano fluidi a bassa temperatura (riscaldamento di edifici o di serre) oppure ad alta temperatura (produzione di energia elettrica). Il modo più semplice per suddividere i sistemi geotermici è quello che distingue fra sistemi geotermici ad acqua dominante e sistemi geotermici a vapore dominante. I sistemi geotermici ad acqua dominante sono sistemi la cui temperatura varia tra i 125 e i 225°C. A seconda della loro temperatura e della loro pressione, possono produrre una miscela composta da acqua e vapore. In questi sistemi l’acqua liquida è la fase continua che controlla la pressione. Invece nei sistemi a vapore dominante sono presenti acqua liquida e vapore: quest’ultimo controlla la pressione. Si tratta di sistemi ad alte temperature e, generalmente, producono vapore secco o vapore surriscaldato. Un’altra suddivisione utilizzata frequentemente è di sistemi geotermici dinamici e di sistemi geotermici statici. Nei primi l’acqua ricarica continuamente il serbatoio geotermico, aumenta di temperatura e poi passa in superficie o si disperde nel sottosuolo. Al contrario nei sistemi geotermici statici, la ricarica dei serbatoi è minimale o addirittura nulla. In quanto fonte rinnovabile, l’energia geotermica presenta numerosi vantaggi: in primo luogo, è pressoché inesauribile, e essendo totalmente assente qualsivoglia forma di combustione durante il processo produttivo, non produce né CO₂ né polveri sottili e risulta completamente sostenibile a livello di impatto ambientale. È inoltre sempre disponibile, indipendentemente dall’alternanza giorno/notte e dalle condizioni metereologiche del sito (al contrario, ad esempio, delle energie solare ed eolica, rispettivamente vincolate alla presenza continua di sole e vento). Nonostante le premesse più che ottimali, l’energia geotermica presenta anch’essa alcune “controindicazioni”. Numericamente, dall’attività delle centrali geotermiche proviene soltanto l’1% della produzione mondiale di energia, a causa della difficoltà nell’individuare siti adatti e sorgenti termiche ad una profondità che consenta l’estrazione di vapore. Ulteriori note dolenti sono l’impatto estetico degli impianti (la centrale si presenta come un groviglio anti-‐ estetico di tubature, problematica risolvibile grazie ad un’opera ingegneristica che tenga conto del buon gusto) e la presenza di odori sgradevoli in loro prossimità. Dalle sorgenti termali, infatti, oltre al vapore spesso fuoriescono anche miasmi sulfurei, facilmente eliminabili grazie agli impianti di abbattimento ma non sempre tollerati dai residenti locali. Di fondamentale rilevanza è anche l’aspetto economico, che non può ovviamente essere tralasciato: Secondo la già citata UGI, il costo di un impianto geotermico è più alto, spesso considerevolmente, di quello di un impianto dello stesso tipo alimentato con combustibili convenzionali. D’altro canto, il costo dell’energia utilizzata da un impianto geotermico è molto più basso di quello dell’energia fornita dai combustibili tradizionali e corrisponde soprattutto ai costi di manutenzione degli elementi dell’impianto. Il bilancio economico non dovrebbe dunque risultare particolarmente svantaggioso.
L’energia nucleare
La produzione di energia a seguito di una reazione nucleare può teoricamente avvenire in due modi: per fissione o per fusione. A livello pratico, tuttavia, soltanto il processo di fissione risulta essere attualmente riproducibile e controllabile sia a livello laboratoriale che su scala più ampia. Il processo di fissione si ottiene quando un nucleo pesante si scinde in due nuclei più piccoli di massa confrontabile. Tale trasformazione può avvenire in maniera del tutto spontanea in particolari atomi instabili (decadimento radioattivo), oppure essere indotta facendo sì che il nucleo da scindere assorba un neutrone e si divida. Ad esempio, quando un neutrone colpisce un nucleo di uranio-‐235, questo si scinde liberando circa 0,2 GeV di energia e 2 o 3 neutroni liberi, i quali possono innescare numerose altre reazioni in presenza di una grande quantità di uranio. Occorre precisare che la storia del nucleare è decisamente recente: i primi fenomeni fissili realizzati in laboratorio risalgono agli anni 30, e nella maggior parte dei casi si tratta di pure casualità, fissioni realizzatesi nel bel mezzo di esperimenti che miravano a tutt’altro risultato. Correva l’anno 1934: sotto la guida del fisico italiano Enrico Fermi, un gruppo di ricercatori realizzò la prima reazione nucleare controllata della storia. Nel 1938, Otto Hahn e Fritz Strassman furono i primi a dimostrare la possibilità di produrre energia grazie ai fenomeni fissili; in seguito a tale evento, si iniziò a supporre che la fissione potesse essere impiegata a livello pratico in svariati campi, alcuni dagli esiti purtroppo tragici. Soltanto pochi anni più tardi, infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu avviato il Progetto Manhattan, che aveva lo scopo di studiare le possibili applicazioni militari delle recenti scoperte in campo scientifico e nucleare. Com’è tristemente noto, la ricerca ebbe successo, e produsse le bombe atomiche che devastarono le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki (rispettivamente, la Little Boy e la Fat Man). Avvenimenti di una tale portata hanno comprensibilmente fatto sì che una cortina di sospetto e diffidenza calasse sull’utilizzo dell’energia nucleare, intensificata dagli incidenti nei reattori nucleari di Three Miles Island (USA, 1976) e Černobyl’ (URSS, 1986). La Repubblica Italiana, con il referendum del 1987 che ha fatto seguito al disastro ucraino, ha abrogato la legge che consentiva di produrre energia tramite reazioni nucleari di fissione. Tuttavia, in Europa, ci sono circa quattrocento centrali nucleari attive che producono energia tramite reazioni controllate all’interno degli appositi reattori. Per controllare una reazione si agisce sui neutroni liberi, riducendone il numero tramite le cosiddette barre di controllo che assorbono quelli in eccesso. L’energia prodotta dalla fissione è del tutto pulita e non rilascia CO₂ nell’atmosfera. Ogni medaglia ha però due facce, e occorre tenere in considerazione gli svantaggi dell’energia nucleare da fissione. In primo luogo, le scorie sono difficili da smaltire, in quanto il materiale radioattivo presenta tempi di dimezzamento estremamente lunghi. In secondo luogo, le scorte di uranio sono tutt’altro che infinite. E se ci fosse un modo per ottenere la stessa energia di una reazione fissile, o anche di più, ma senza la produzione di scorie o vincoli di risorse? Prima di fornire una potenziale risposta a tale domanda, è necessaria una piccola divagazione teorica sul funzionamento generico del nostro universo per come lo conosciamo. E tenendo uno sguardo verso il cielo, chissà che la risposta non ci arrivi dalle stelle…
Un’energia stellare
Molteplici sono le tipologie di forza presenti in natura, alcune delle quali di recente scoperta. Secondo i fisici moderni, tuttavia, è possibile comprendere l’andamento dei fenomeni naturali ricorrendo a quattro forze fondamentali: la forza gravitazionale, la forza elettromagnetica (frutto dell’unificazione concettuale delle forze elettrica e magnetica operata nel 1803 dai fisici Michael Faraday e André-‐Marie Ampère), l’interazione nucleare forte e l’interazione nucleare debole. Al fine della trattazione, saranno tenute in particolare considerazione le ultime due. L’interazione nucleare forte è, per definizione, la forza che tiene unite le particelle che compongono i nuclei atomici; l’interazione nucleare debole, la quale agisce anch’essa a livello atomico, è responsabile di alcuni fenomeni radioattivi ed è coinvolta nei processi termonucleari che avvengono nei nuclei stellari. Secondo la legge di Coulomb, tra particelle elettricamente cariche si esercitano forze attrattive se le cariche sono opposte, e repulsive se la carica è la medesima. Il fatto che il nucleo atomico sia composto da protoni (particelle positivamente cariche) e neutroni (particelle neutre) sembrerebbe quasi una contraddizione. Se si immaginasse di avvicinare tra loro due protoni, giunti alla minima distanza possibile la repulsione avrebbe la meglio e le particelle si allontanerebbero. Tuttavia, se si ipotizzasse di poter esercitare una pressione sufficiente a “convincere” i reticenti protoni ad avvicinarsi appena un po’ di più e superare questa barriera di potenziale, entrerebbe in gioco una forza di gran lunga superiore a quella di Coulomb: la forza nucleare forte, la più intensa tra le quattro fondamentali. Questo processo, durante il quale due nuclei leggeri si fondono in uno più pesante, è detto fusione nucleare, ed è il processo responsabile della nucleosintesi stellare. È proprio nei nuclei delle stelle che, a causa dell’elevatissima temperatura che provoca un esponenziale aumento dell’energia cinetica delle particelle, si formano la maggior parte degli elementi chimici presenti in natura. La reazione di fusione più conosciuta è quella in cui un nucleo di deuterio e uno di trizio, entrambi isotopi dell’idrogeno con rispettivamente uno e due neutroni, si fondono per formare un nucleo di elio secondo la reazione:
²H + ³H → ⁴He (3,5 MeV) + n (14,1 MeV)
Ideologicamente, un reattore a fusione nucleare sarebbe in grado di produrre enormi quantità di energia senza alcun prodotto di scarto né vincoli restrittivi dovuti all’esaurimento delle materie prime. Tuttavia, si dà il caso che la fusione sia estremamente complessa da realizzare in laboratorio, proprio a causa della grande quantità di energia necessaria per attivarla. Nell’Alcator C-‐Mod del MIT (Massachussets Institute of Technology, Boston, USA), basato sul metodo di confinamento magnetico del plasma, è stato recentemente compiuto un fondamentale passo in avanti nella realizzazione di un reattore a fusione. Secondo quanto riportato dalla sezione online di Focus, è stato stabilito un nuovo record di pressione esercitata sul plasma all’interno del reattore, pari a 2 atm. Affinché la sperimentazione sulla fusione abbia successo, infatti, è necessario escogitare un metodo per sopperire al nostro problema terrestre: la pressione. Per mantenere il plasma confinato e sospeso a mezz’aria nel reattore e far sì che gli ioni collidano, infatti, sono richieste temperature di circa cinquanta milioni di gradi per compensare il fatto che sembri impossibile aumentare in modo significativo la pressione sul plasma. A tal proposito, L’Europa sta costruendo in Francia il reattore ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor): si tratta, come nel caso dell’Alcator C-‐Mod, di un tokamak, ovvero di una macchina atta a contenere plasma termonucleare ricorrendo ad un campo magnetico per isolarlo dalle pareti con cui non deve assolutamente entrare in contatto. Tuttavia, ITER sarà ottocento volte più grande del suo cugino americano, e in assenza di ulteriori rinvii dovrebbe essere in grado di esercitare 2,6 atm di pressione attorno al 2032. Per quanto ne sappiamo, potremmo essere all’inizio di una svolta epocale non solo per la fisica teorica e sperimentale, ma per l’umanità intera.
I progetti Alternanza Scuola-Lavoro (ASL) sono tra le attività previste dal Protocollo su “Educazione allo sviluppo sostenibile, alla cooperazione internazionale e al rafforzamento del rapporto tra scuola e mondo del lavoro”, firmato lo scorso anno fra ENEA e Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. L’iniziativa è stata presentata il 28 aprile scorso presso la sede centrale dell’ENEA, alla presenza del Presidente, Federico Testa e della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. Due quarte del Liceo Scientifico “Ignazio Vian” di Anguillara hanno partecipato al progetto formativo che ha visto impegnata la Direzione Studi dell’ENEA per la realizzazione di alcuni articoli scientifici su alcuni temi della sostenibilità. Le attività hanno riguardato lezioni frontali in classe sui temi prescelti e una visita al Centro Ricerche Casaccia, supportate dalla presenza di ricercatori.
I ragazzi hanno svolto un’attività diretta di ricerca sul territorio con interviste a rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale locale. Il risultato è stato la realizzazione di quattro articoli scientifici: “A che punto siamo con l’Economia circolare?”; “Smart Cities: Perché sono e devono essere il futuro”; “Alimentazione ad Anguillara e nel mondo” e “L’Energia del futuro”. I ragazzi si sono dimostrati particolarmente partecipativi e propositivi. Il 15 maggio si è svolta al VIAN la giornata conclusiva del percorso formativo, alla presenza dell’Assessore Normando del Comune di Anguillara, del Presidente dell’Associazione L’agone nuovo, Giovanni Furgiuele, del Dirigente scolastico Prof.ssa Chimienti, dei professori coordinatori e dei ricercatori ENEA. Tutti hanno espresso la piena soddisfazione per i risultati raggiunti ed auspicano, anche per gli anni a venire, percorsi di Alternanza Scuola – Lavoro così proficui.
Gli articoli scientifici redatti dagli studenti saranno a breve pubblicati su L’agone e sul sito istituzionale dell’ENEA.
È convocata per giovedì 6 luglio alle ore 18.30 presso l’Aula Consiliare del Granarone la prima seduta del Consiglio comunale di Cerveteri del secondo mandato da Sindaco di Alessio Pascucci.
“Un Consiglio comunale al quale invito tutti i cittadini a partecipare – ha dichiarato Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri – sarà un momento importante per poter conoscere gli uomini e le donne che per i prossimi cinque anni andranno a rappresentare nella massima assise comunale le istanze e le tematiche della nostra città. Presenteremo inoltre i componenti della nuova Giunta comunale, che provvederò a formalizzare nelle prossime ore ore”.
All’Ordine del Giorno la convalida degli eletti in Consiglio comunale, il Giuramento del Sindaco davanti all’Assise comunale e alla città, l’elezione del Presidente e del Vice Presidente del Consiglio e l’elezione della Commissione Elettorale comunale.
“Quello di giovedì non è il primo Consiglio comunale a cui partecipo, ma è probabilmente quello più emozionante – ha dichiarato Alessio Pascucci – è il primo Consiglio infatti da Sindaco rieletto per un secondo mandato. Come già avvenuto cinque anni fa, per permettere anche a chi non può raggiungere l’Aula Consiliare, i lavori del Consiglio comunale saranno visibili in diretta streaming già dalla prima seduta. Un importante servizio di trasparenza e partecipazione che siamo orgogliosi di poter garantire anche in questo secondo mandato. Auguro a tutti i Consiglieri, di maggioranza e opposizione, un ottimo e proficuo lavoro. Sono certo che il buon senso e l’amore per la città prevarranno al di fuori di ogni schieramento e simboli di appartenenza e che si lavorerà solamente per portare a compimento tutte quelle grandi opere di cui Cerveteri ha bisogno”.
Il sito dello streaming è http://www.magnetofono.it/streaming/cerveteri/. Una volta collegati è sufficiente cliccare la scritta LIVE in alto a sinistra. Le frequenze di Radio Lyra Caere sono 91.500 e 103.700.
Tutto pronto, a Canale Monterano, per la IX edizione della “Sagra der Cignale” organizzata dalla Nobile Contrada Carraiola. L’evento, che è diventato ormai un appuntamento imperdibile dell’estate canalese, si articola in tre serate, da venerdì 7 a domenica 9 luglio (anche a pranzo) in piazza della Carraiola.
Sarà una festa all’insegna del buon gusto, del divertimento e della voglia di stare insieme con pietanze di qualità a costi contenuti. Per un pasto completo con primo, secondo, acqua e vino non si superano, infatti, i 15 euro. La peculiarità della manifestazione, oltre all’ottimo cibo a base di carne di cinghiale, è l’importante contributo musicale che l’associazione culturale Nobile Contrada Carraiola propone ogni estate ai visitatori della sagra.
Quest’anno i tributi saranno dedicati al compianto Sandro Bastianelli che ha enormemente creduto e contribuito al successo dell’iniziativa, cresciuto negli anni grazie alla società “Lake Service”.
Nelle tre serate si alterneranno, tra l’area palco e l’area giardino, numerose band, tra cui le cover dei Door’s – un gruppo di ragazzi provenienti dal Veneto che suonano musica balcanica. L’evento clou è però quello di domenica, il concerto di Greg.
“Molte le novità di quest’anno – spiega il giovanissimo presidente Manuele Magagnini – innanzitutto un’innovativa idea musicale con la Jam Session organizzata dalla nostra contradaiola Virginia, mostre fotografiche da allestire in piazza e soprattutto il grande evento di domenica, con l’esibizione di Greg, il primo artista di fama nazionale. Confermate, inoltre, tutte le iniziative sportive e culturali: la corsa ciclistica, l’attività della palestra “Glissade” ed il torneo di scacchi».
“Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza a Pamela Baiocchi, candidata nella lista Governo Civico per Cerveteri nell’ultima tornata elettorale già delegata alla Pubblica Istruzione nell’Amministrazione appena passata, e a Fabio Romani, anch’egli candidato nella lista delle Frazioni per i gravi gesti intimidatorie e per le minacce telefoniche ricevute in queste ultime ore”.
A dichiararlo è Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri. Gli episodi sono avvenuti nelle ore immediatamente successive al gesto da parte di parte di ignoti che nella nottata tra giovedì e venerdì hanno dato alle fiamme un’area del giardino della casa di Cerveteri dello stesso Sindaco, dove in quel momento c’erano i suoi genitori.
“Questo clima violento e vergognoso, che la nostra città non aveva mai conosciuto prima, non ci ferma – ha dichiarato Alessio Pascucci – non ci ferma. Anzi, continuiamo a lavorare per portare avanti tutto quello in cui crediamo”.
“Mi rivolgo ora a Pamela, a Fabio e ai loro cari – prosegue il Sindaco – sappiate che non siete soli. Voglio che lo sappiate. La comunità di Cerveteri, fatta di uomini e donne per bene, in queste ore ci sta facendo sentire tutta la sua vicinanza e il suo affetto. E questo amore sarà più forte di ogni violenza e odio”.
” Qualcuno vorrebbe far passare per morta la Città metropolitana di Roma Capitale, ma deve rassegnarsi”.
La Sindaca Metropolitana Virginia Raggi interviene dopo una notizia apparsa su un quotidiano, nella quale si critica la scelta di aver dismesso le armi in dotazione della Polizia metropolitana di Roma.
“E’ un iter imposto dalla legge – chiarisce la Raggi – ormai si usano davvero tutti i metodi per cercare di screditare il nostro operato. La Polizia metropolitana che assolve compiti importanti su tutto il territorio provinciale, non può detenere armi in più rispetto al suo organico. Per questo, come avviene per le auto blu o altro bene mobile degli Enti locali, lo ricollochiamo sul mercato con un ritorno economico che torna all’Ente che lo ha acquistato. I proventi andranno ad implementare il capitolo di bilancio sulla sicurezza e per la prevenzione, sia stradale che ambientale, compiti ai quali la Polizia metropolitana, da sempre è in prima linea. L’Ente si riserva di lasciare un 5% delle armi in più, rispetto agli agenti in servizio, come scorta in armeria”.