Papa Leone XIV, in un discorso alla delegazione di rappresentanti politici e personalità civili della Val de Marne, in Francia (28 agosto 2025), afferma esplicitamente che gli uomini politici devono avere il coraggio di dire “no, non posso” quando è in gioco la verità. La verità è un presupposto fondamentale della democrazia, non esiste democrazia nella menzogna. Con il suo monito il Papa centra in pieno i mali che affliggono questo mondo e uno di essi è proprio la messa in gioco della verità, ovvero la sua negazione. Una raccomandazione che Papa Leone rivolge in particolare ai politici che si riconoscono in Cristo, ma che può essere estesa anche ai laici e ai non credenti. Affermare che la responsabilità di un amministratore sia una funzione di servizio e non un semplice arricchimento personale, non inteso però solo in termini economici, è un insegnamento che andrebbe preso alla lettera, riportando l’esercizio di una carica politica o amministrativa al suo autentico significato, quello di un servizio alla comunità e non una posizione di privilegio o da privilegiato. Si assiste al continuo richiamo della tradizione cristiana del nostro Paese, ma si ha la sensazione che ciò che scrive o dice il Papa, persona di riferimento per tale tradizione, non venga letto ne tantomeno ascoltato. Il richiamo all’impegno politico è forte, per citare una frase del discorso di Leone XIV, “…non c’è da una parte l’uomo politico e dall’altra il cristiano. Ma c’è l’uomo politico che, sotto lo sguardo di Dio e della sua coscienza, vive cristianamente i propri impegni e le proprie responsabilità!”. Qualcuno non crede allo sguardo di Dio, ma la coscienza esiste e ognuno di noi ne ha una, quindi, quanto detto dal Papa, può essere perfettamente compreso anche dai non credenti impegnati a “…rinnovare profondamente dall’interno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridici.” Per prendere ancora in prestito una frase del Papa. In questi tempi di guerra, il richiamo del Papa alla dottrina sociale della chiesa, sostanzialmente in sintonia con la natura umana e con il bene di ogni essere umano che, con il proprio impegno sociale, ha il dovere di edificare “…società pacifiche, armoniose, prospere e riconciliate.”
Forse, rispetto al continuo richiamo al riarmo, credenti e non credenti hanno il dovere, se non l’obbligo, di impegnarsi a far si che a governare le istituzioni siano uomini di pace e di riconciliazione.
Salvatore Scaglione


