5 Dicembre, 2025
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Eclissi passate e future tra mito, fede e scienza

Nel silenzio del cielo, quando la Luna si oscura e il mondo trattiene il respiro, l’umanità si ritrova a contemplare un mistero antico quanto il tempo. Le eclissi lunari non sono solo eventi astronomici: sono specchi dell’anima collettiva, riflessi di paure, speranze, credenze e scoperte. Da Gerusalemme a Giamaica, da Babilonia a Kyoto, ogni oscuramento lunare ha lasciato un’impronta nella memoria del mondo. È un incontro tra paura e meraviglia. Un invito a guardare in alto, e a ricordare che anche nell’ombra, la luce non smette mai di esistere.

 

L’eclissi della crocifissione

Secondo studi astronomici e storici, il 3 aprile del 33 d.C. potrebbe essere la data della crocifissione di Gesù. In quel giorno, una eclissi lunare parziale era visibile sopra Gerusalemme, coincidendo con l’oscurità descritta nei Vangeli (che in realtà parlano di pieno giorno: “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra”). Non si trattava di un’eclissi solare, impossibile con la Luna piena, ma di un fenomeno lunare che ha alimentato interpretazioni teologiche e simboliche per secoli.

 

Il trucco di Colombo

Il 1º marzo 1504, durante il suo quarto viaggio, Cristoforo Colombo sfruttò le effemeridi di Regiomontano per prevedere un’eclissi lunare. Minacciato dalla fame e dalla diffidenza degli indigeni giamaicani, usò l’evento per impressionarli: “Se non ci aiutate, la Luna sparirà!” disse. Quando il satellite si oscurò, gli indigeni offrirono rifornimenti. L’episodio è documentato nel diario del figlio Ferdinando: un esempio di come la scienza possa diventare strumento di diplomazia e sopravvivenza.

 

Il lato oscuro dell’eclissi

Per millenni, le eclissi lunari sono state interpretate come presagi divini o segnali di cambiamento. In molte culture, si credeva che creature celesti stessero “divorando” la Luna.

In Cina e India antiche draghi o demoni celesti cercavano di mangiare la Luna ed erano scacciati con tamburi e gong.

In Mesopotamia era presagio di morte per il re per cui … si nominava un “sovrano sostituto”.

Per i Vichinghi era il lupo Sköll che inseguiva il Sole, mentre Hati inseguiva la Luna.

In Grecia e Roma gli dei Selene (la Luna) e Helios (il Sole) oscurati erano segno di squilibrio cosmico.

In Egitto la Luna era invece Iside e l’eclissi simboleggiava la sua morte e successiva rinascita.

Per gli Assiro-Babilonesi il dio lunare Sin, padre e madre cosmica, diveniva vulnerabile durante l’eclissi.

In molte tradizioni, le donne incinte erano invitate a restare in casa, temendo danni al feto. Altre culture vedevano l’eclissi come un Capodanno spirituale, un momento per purificarsi e rinnovarsi.

 

Rituali religiosi tra purificazione e contemplazione

Le eclissi lunari continuano a essere vissute come momenti sacri in molte religioni.

Per l’Induismo si tratta di impurità cosmica causata dal demone Rahu e per combatterlo si effettuano digiuni, bagni rituali, mantra e meditazione.

Per l’Islam l’eclissi è un segno di Dio, si recita allora la Salat al-Khusuf, preghiera dell’eclissi lunare.

Per il Buddismo è potenziamento karmico: le azioni compiute durante l’eclissi hanno effetto amplificato.

Cristianesimo e giudaismo non hanno rituali specifici, ma alcune correnti evangeliche vedono la Luna rossa come segno apocalittico, citando la Bibbia.

Culture indigene e New Age invitano a meditazioni collettive, rituali di rilascio, scrittura di intenzioni.

La scienza della penombra

Oltre al fascino mistico, le eclissi lunari sono strumenti preziosi per la scienza:

Permettono di studiare la composizione dell’atmosfera terrestre: il colore della Luna cambia in base alla densità e al contenuto di particolato atmosferico. Dopo grandi eruzioni vulcaniche, ad esempio, la Luna appare più scura.

Aiutano ad analizzare la riflettività della superficie lunare.

Le eclissi consentono inoltre di calcolare con precisione orbite e velocità dei corpi celesti.

 

Un Capodanno sotto la Luna Blu che sarà rossa

Dopo l’eclissi del 7 settembre 2025, dovremo attendere oltre tre anni per assistere a un’altra eclissi lunare totale. Ma l’attesa sarà ripagata: il 31 dicembre 2028 quando una nuova eclissi totale inizierà nella prima serata, con la fase di totalità prevista intorno alle 20:11, e durerà circa 41 minuti. La Luna sarà alta nel cielo, rossa, ben visibile a occhio nudo verso est-sudest, e poi sempre più in alto man mano che la notte avanza. Dall’Italia, sarà perfettamente osservabile, meteo permettendo, e offrirà uno spettacolo celeste degno di un brindisi sotto le stelle.

La notte del 31 dicembre 2028, il cielo ci regalerà un evento di rara poesia: mentre il mondo saluterà il nuovo anno, la Luna si vestirà d’ombra e magia. Sarà la prima eclissi lunare totale a verificarsi durante una notte di Capodanno, e coinciderà con una Luna Blu, la seconda luna piena del mese, rendendo il fenomeno ancora più straordinario.

 

Un incanto che accade “ad ogni morte di papa”

Ma come mai la Luna rossa del capodanno 2028 è detta “Blue Moon”, Luna blu?

Il periodo fra un plenilunio ed il successivo è di circa 29 giorni e mezzo, quindi non coincide esattamente con il calendario mensile che di solito ha 30 o 31 giorni (tranne febbraio). Per questo può capitare che in un mese si verifichino due pleniluni dei quali il secondo prende il nome di Blue Moon. Questo accade in media ogni due anni e mezzo, e in inglese ha dato origine all’espressione “once in a blue moon”, che indica qualcosa di eccezionalmente raro, proprio come il nostro “ad ogni morte di papa”.

Nonostante il nome, la Luna Blu non appare affatto azzurra: il termine nasce da un errore di interpretazione nel XX secolo, ma è ormai accettato per indicare il secondo plenilunio nello stesso mese.

In origine, la definizione era diversa: si parlava di Luna Blu stagionale quando si verificavano quattro lune piene in una stagione astronomica, e la terza veniva chiamata “blu”.

 

La Luna Blu nella musica e nell’arte

La Luna Blu ha ispirato artisti di ogni epoca. Il brano più celebre è “Blue Moon” (1934) di Richard Rodgers e Lorenz Hart, diventato un classico del jazz e del pop, interpretato da leggende come Elvis Presley, Billie Holiday, Frank Sinatra e The Marcels. Anche “Blue Moon of Kentucky”, scritto da Bill Monroe e reso immortale da Elvis, canta di amori perduti e rimpianti sotto la luce lunare.

In Italia, Roberto Vecchioni ha giocato con il termine nel suo brano “Blumùn”, evocando nostalgia, amore e la dolce malinconia della vita. La Luna Blu è anche protagonista di poesie moderne, dove diventa metafora di eventi rari, amori impossibili e momenti sospesi nel tempo. In alcuni racconti, è legata a eventi magici, e nelle opere di Joan Miró e Marc Chagall, la Luna assume tonalità bluastre, diventando simbolo di sogni e visioni interiori.

 

Un augurio

Il 7 settembre 2025, il cielo ci regalerà un’opera d’arte vivente: la Luna, vestita d’ombra e di luce, danzerà sopra l’orizzonte come una dea silenziosa. Un invito a fermarsi, guardare, e lasciarsi incantare.

Invece una Luna Rossa, ma che porta con sé il mistero del tempo e il fascino dell’eccezione, sarà nel cielo il 31 dicembre 2028. Il cielo si farà teatro di un incanto doppio: una Luna Blu in un’eclissi totale, insieme, nella notte in cui il mondo cambia calendario. Un evento che accade “ad ogni morte di papa”, e che ci invita a guardare in alto, a cercare la bellezza dove meno ce l’aspettiamo: tra le ombre e la luce di un satellite che non smette mai di raccontarci storie.

Ciò che non conosciamo, spesso ci spaventa e ci inventiamo mostri che non esistono. Ma ormai sappiamo tutto delle eclissi e noi prendiamo spunto da questo evento per baciarci sotto la Luna Rossa, con l’augurio di farlo con chi amiamo dandoci, come poetava Catullo, “basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus”.

 

“La fisica delle eclissi lunari”

“L’eclissi del 7 settembre 2025”

 “Selene è libera!”

 

Riccardo Agresti

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