Domenica 29 giugno presso la Casina di Caccia, sita nel parco di Villa Altieri, si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Il corredo” dell’artista Gabriele Ermini, nell’ambito dell’ambizioso progetto nazionale “Una Boccata d’Arte”.
Giunta alla sesta edizione, la “rassegna diffusa” ideata da Marina Nissim (imprenditrice e presidente della Fondazione Elpis di Milano) ha come mission precipua “fare arte e comunità nei borghi italiani”.
Venti artisti – italiani e stranieri – dislocati in venti luoghi (uno per ogni regione, borghi e paesi sotto i cinquemila abitanti) con l’obiettivo di creare opere d’arte ad hoc o site-specific che siano in stretto contatto e in dialogo con il territorio e le comunità dei luoghi prescelti.
Le varie opere: installazioni, performance, audio e/o sonore e i vari progetti comunitari saranno visitabili dal 28 giugno al 28 settembre.
Obsoleta, ormai, la figura del committente o del mecenate … la “nuova” produzione culturale nasce o può nascere attraverso la collaborazione tra vari attori tra cui istituzioni, amministrazioni, associazioni locali e cittadini avendo come fine la promozione e la conoscenza dell’arte contemporanea (fuori dalle mura delle gallerie d’arte) attraverso insoliti itinerari e luoghi. Una possibile nuova interpretazione dell’Italia dei mille comuni.
Oltre alla Fondazione Elpis, copartner del progetto sono Galleria Continua e il collettivo Threes.
Nello specifico, per quanto riguarda Oriolo Romano, il progetto ideato da Gabriele Ermini – Il corredo – indaga i temi della finzione, del desiderio e della costruzione di immaginari storici. Partendo da una finta scoperta etrusca (è proprio di qualche giorno fa la notizia del ritrovamento di una tomba etrusca inviolata a Barbarano Romano, ndr) le ceramiche realizzate dall’artista mettono in scena una narrazione immaginaria ma, molto, verosimile.
Inoltre, durante i mesi estivi, la comunità sarà coinvolta in laboratori di ceramica in collaborazione con Iones Ricci contribuendo a far nascere un nuovo “tesoro” collettivo, un “corredo” – appunto – di manufatti contemporanei che rimarrà al paese.
Brunella Bassetti