9 Luglio, 2025
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ACEA A CACCIA DELL’ACQUA DEL LAGO

INTANTO FORZA ITALIA VUOLE LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA IN TUTTO IL LAZIO

La crisi idrica ormai ha assalito in maniera drammatica anche il nostro territorio, dove il razionamento dell’acqua potabile sta assumendo proporzioni impensabili. Non soltanto per gli sconvolgimenti del clima – mentre i governi pensano ad incrementare le spese per gli armamenti a danno di quelle per sanità, scuola, e transizione ecologica – ma anche per la mala gestione del servizio idrico, privatizzata, che punta al profitto piuttosto che alla tutela e qualità dell’acqua potabile.

Non è un caso che i vertici di ACEA siano sotto processo per presunto disastro ambientale causato, qualche anno fa, dal prelievo abnorme dell’acqua del lago di Bracciano.
Già ACEA nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme sulla possibile carenza idrica in concomitanza con l’afflusso straordinario di persone per il Giubileo, ricordando la “opportunità” del lago di Bracciano; oggi viene razionata l’acqua anche nel nostro territorio.
Non vogliamo pensare si tratti di una forma di terrorismo psicologico, una vera intimidazione:
volete l’acqua? Avete quella del lago!

La questione, che si trascina da anni investendo l’intera organizzazione nella regione Lazio, oggi ha una accelerazione: Forza Italia ha presentato una proposta di legge per centralizzare in un ATO unico regionale la gestione del Servizio Idrico, attualmente suddivisa in 5 “ATO” di fatto coincidenti con le province.

Con ciò vorrebbe azzerare la “legge 5” – ancora colpevolmente non attuata – approvata all’unanimità nel 2014 su proposta di iniziativa popolare, che prevede alcuni punti qualificanti:
1) la razionalizzazione dell’attuale sistema individuando i “Bacini idrografici” – ne furono proposti 19, ma si possono ridurre a una decina – per tener conto della reale conformazione del sistema idrogeologico,
2) maggiore potere ai Comuni,
3) una reale partecipazione popolare e,
4) fatto assai rilevante, l’individuazione trasparente dei nuovi gestori sulla base di “convenzioni” che privilegino la qualità del servizio;
5) la legge prevede anche meccanismi di perequazione per garantire a tutti i cittadini del Lazio di pagare le bollette in maniera uniforme, senza differenze legate a comuni o province di residenza.

È dunque una legge che non mette al centro gli interessi della finanza e del mercato, e per questo è rimasta inattuata e ora si vuole cancellare.
Con l’ATO unico, invece, verrebbe perpetuato ed esteso a tutto il Lazio il monopolio di tipo privatistico di ACEA per effetto del decreto Sblocca Italia del Governo Renzi, che all’Art.7 prevede che il gestore unico sarà scelto tra chi attualmente gestisce il servizio per almeno il 25% della popolazione che insiste sul territorio: così è spiegata anche la corsa all’accaparramento dei servizi idrici da parte di ACEA, anche i più critici (per vetustà degli impianti) come quello di Anguillara.

Continuiamo a pretendere l’applicazione della legge 5/2014, e ci auguriamo che le forze progressiste in Regione Lazio si uniscano insieme nel contrastare la proposta di Forza Italia.
Nell’immediato chiediamo ad ACEA di superare rapidamente questa fase oscura della sua gestione che ci assimila a quei territori del Sud Italia martoriati, per le ben note ragioni, da carenza cronica di acqua potabile.

Chiediamo anche al Comune di Roma, quale detentore della quota azionaria di maggioranza di ACEA, di intervenire in modo adeguato nei confronti della sua SpA.

Sinistra italiana-AVS Lago di Bracciano

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