La Tuscia è quella parte dell’Etruria che si trova nel Lazio e Umbria settentrionale. È rinomata per le tracce di cultura etrusca, ma abbonda di cultura romana. Nei secoli il territorio della Tuscia ha visto la coesistenza e la successiva integrazione di due culture.
L’arte romana la vediamo nelle città, nelle infrastrutture, negli edifici pubblici, nelle ville etrusche. La vediamo anche nelle sculture funerarie, nei ritratti, nei mosaici e nelle pitture.
Lo testimoniano città come Ferento, vicino Viterbo, con un teatro ben conservato; Sutri con il suo anfiteatro romano scavato nel tufo; Tarquinia, celebre per le sue necropoli etrusche, i resti di un foro e di abitazioni romane.
Lo stesso dicasi dei famosi Musei della Tuscia: quello Archeologico Nazionale di Viterbo e quello Nazionale di Tarquinia, che conservano preziosi reperti.
L’arte romana è manifesta nelle grandi opere pubbliche, nei rilievi e nelle architetture onorarie.
Vi sono ancora molti esempi di architettura romana nella nostra Tuscia; uno fra questi si trova ad Anguillara Sabazia dove vi sono i resti di una antica villa di epoca augustea probabilmente adibita a personaggi di calibro nobiliare; anche la famosa necropoli di Cerveteri offre dei segni di influenza romana e non dimentichiamo poi le terme che non erano solo luoghi di igiene personale ma anche centri sociali e culturali. Le strutture termali erano complesse e ingegnose.
I romani svilupparono un sistema complesso di bagni pubblici che includevano diverse stanze con temperature variabili come il calidarium (acqua calda) il tepidarium (acqua tiepida) ed il frigidarium (acqua fredda).
Questi stabilimenti erano spesso dotati di palestre, biblioteche e giardini per essere luoghi adibiti allo svago come lo sono tutt’oggi.
In breve, l’arte romana nella Tuscia è visibile e resta un modello di assimilazione e di trasformazione di due culture, ed è meta ogni anno di migliaia di visitatori.
Ilaria Morodei
Redattrice L’agone


