Questo 25 aprire rimarrà nella storia per una parola: sobrietà. Per i nostri vocabolari i sinonimi sono: continenza, controllo, equilibrio, misura, moderazione, morigeratezza, regolatezza, temperanza, i contrari sono: eccesso, intemperanza, esagerazione, smoderatezza, esubera, sregolatezza. Ho un età in cui di 25 aprile ne ho passati tanti ma non ricordo manifestazioni particolarmente scalmanate eppure il significato di questa ricorrenza porta con sé la drammaticità di tanti episodi legati al fascismo e la felicità per averlo sconfitto, è un’occasione per ricordare i tanti eroi che non si sono arresi, che hanno sacrificato la loro vita e salvato la vita degli altri, semplici eroi, eroi del popolo, che circondavano, senza sapere di essere eroi, le nostre vite quotidiane ed è anche l’occasione per ricordare il momento della riconquistata libertà. È una data dalle forti emozioni, forse l’unica che unisce nella stessa giornata la disperazione più profonda e l’allegria più sfrenata eppure è una data non ha mai avuto bisogno dell’invito di un ministro della Repubblica a mantenere una certa sobrietà nelle manifestazioni pubbliche, ancora più inutile in occasione della perdita di un grande papa che ha saputo utilizzare parole d’ordine che hanno provocato il superamento dei rigidi confini tra cattolici e laici. Per un attimo ho anche pensato che questo invito fosse rivolto soltanto a una parte politica ma è un pensiero che ho subito cancellato perché ho capito che il ministro si rivolgeva a tutti coloro che festeggeranno, come ogni anno, questa importante ricorrenza, a tutti quelli che sentono questa data come il momento di una decisiva vittoria, fondamento della nostra Costituzione, quelli che la ricordano come una sconfitta o non la ricordano proprio, non hanno bisogno di un invito alla sobrietà, al massimo, per amor di patria, a un invito alla partecipazione.
Lorenzo Avincola