28 Aprile, 2024
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Morire di gioventù. Il dramma (assurdo) della società moderna

Giovani e suicidio, analisi di un fenomeno in preoccupante ascesa

 Secondo l’ultima indagine Istat, negli ultimi due anni i suicidi di giovani tra i 14 e i 19 anni sono aumentati del 75%, divenendo la seconda causa di morte adolescenziale. Chi mi conosce sa quanto mi stanno a cuore i giovani e ciò che rappresentano nel mio immaginario romantico: la primavera dell’esistenza, quel ponte con il domani fatto di entusiasmo e spensieratezza, unico passaggio verso la continuità della vita e matrice della speranza di propositi migliori e possibilità inedite.

Comprensione

Chi mi conosce sa anche che mi soffermo spesso a cercare di comprendere, con onestà intellettuale, cosa stia succedendo ai nostri ragazzi, domanda inevitabile in conseguenza di ricorrenze che li vedono attori e vittime di azioni sconsiderate e sempre più spesso drammatiche. Fra tutte le azioni più estreme, ma pur sempre rimediabili, quella del suicidio è però l’avamposto dell’inconcepibile, frontiera dell’imperdonabilità di noi adulti indegni di essere genitori, educatori e rappresentanti delle istituzioni e della politica.

Quella del suicidio, che in linea di principio dovrebbe essere antitetica con i propositi di sviluppo, sta diventando invece una scelta ricorrente tra i ragazzi: opzione tra l’affannoso disorientamento del progredire e un rifugio dal mal di vivere nella diluizione del nulla.

L’agire d’impulso

Come per diverse altre azioni, i giovani agiscono l’irreparabile per lo più d’impulso, dando voce a una rabbia accecante, alla loro disperazione e a carichi di frustrazione insostenibili. Sono per lo più esteriorizzazioni di carichi emotivi improntati su tonalità depressive, lontane da gesti premeditati tipici delle determinazioni suicidarie degli adulti. Non essere ascoltati e perennemente alla ricerca di considerazione, rende gli adolescenti rabbiosi, mentre i genitori cercano di compensare la loro distrazione e indifferenza con un iperprotezione che rende i figli fragili e incapaci di sopportare le delusioni e gli insuccessi.

Le cause

Gli esperti ricercano le cause di questi effetti drammatici e imperdonabili: la pandemia con il conseguente forzoso isolamento e la riduzione dei rapporti sociali sicuramente sono stati fattori predisponenti, ma anche stili di vita sregolati e improntati all’abuso di sostanze hanno contribuito a minare la fragile struttura adolescenziale.

Numerose ricerche segnalano tra le cause di scompenso funzionale, anche l’abuso di accesso alla realtà virtuale legata all’uso di smartphone e all’iperconnessione in rete, che porta a significative riduzioni di sonno e, insieme a stili di vita scorretti, all’alterazione dei ritmi circadiani, influendo sulla regolazione dell’umore; il sonno, infatti, ha una funzione conservativa del sistema nervoso.

La rete familiare

Si pensi, infine, all’indebolimento delle reti familiari, caratterizzate sempre più da nuclei allargati, che spesso deprivano i nostri figli del senso di protezione affettiva e relazionale indispensabili al loro percorso di crescita ma anche all’incertezza economica e geopolitica che con il termine “precarietà” messo a fattor comune di un domani senza prospettive, li spaventa a morte.

Ancora una volta resta determinante la regola delle tre A: Attenzione, Ascolto e Amore, alchimia di elementi indispensabili per realizzare quei progetti di donne e uomini a cui è affidato il senso compiuto del nostro esistere.

Gianluca Di Pietrantonio
Criminologo Forense

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