28 Marzo, 2024
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Manziana ciak si gira, successo annunciato

Il 7 maggio a Manziana, ha avuto luogo la manifestazione “Manziana ciak si gira”, evento volto a dare rilievo ai siti scelti come set cinematografici e televisivi di pietre miliari del cinema storico italiano, da “La Grande Guerra”, a “Pinocchio”. Il programma della serata, presentata dall’assessore alla cultura Eleonora Brini e dal sindaco Bruno Bruni, si è aperto con la proiezione dello spot del 1952, girato a Manziana e Quadroni, “La scuola dei grandi”, seguita dall’intervento del presidente dell’associazione “Il mascherino”, il prof. Gaetano Vari, che ha illuminato la storia degli stretti rapporti tra il cinema e la città di Manziana, ricordando che “i luoghi del cinema corrispondono ai luoghi della bellezza”, e come tali sono luoghi da custodire, e quanto il cinema abbia dato a queste zone, baciate dalla fortuna portata dall’industria cinematografica dagli anni ’60. Elisabetta Ceciarelli, ha poi donato al pubblico gemme di memoria, aneddoti di vita quotidiana di icone del grande schermo, ospiti di Villa Giulia. È stata quindi proposta una rassegna di spezzoni di cinema dagli anni ’60 ai giorni nostri, girato nel territorio di Manziana, a cura della Consulta giovani del Comune.

Ultima tappa, in questo viaggio alla scoperta di un territorio immerso nel cinema da sempre, è stata la proiezione del cortometraggio di Daniele Catini, “Il signorino della cava”. Il regista, manzianese di adozione, ha raccontato il dolore del distacco, riuscendo a far affezionare lo spettatore ai luoghi di Manziana, vicoli e sentieri che fanno sentire a casa dal primo sguardo. Il sentimento della nostalgia viene raccontato attraverso la storia di un bambino costretto a lasciare la propria casa, che, insieme al fantasma del nonno, costruisce un legame e un ricordo indelebile della propria terra, qualcosa da portare sempre con sé. Le parole dell’esergo dicono “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché la siete stati e là vorrete tornare” (Leonardo Da Vinci). Uno struggente inno alla bellezza, all’umanità che la abita.
Davide Licastro

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