L’Agone ha avuto l’onore di poter presenziare alle celebrazioni che Roma ha ospitato, nella cornice prestigiosa del Teatro dell’Opera, della festa nazionale della Repubblica di Romania, occasione che ha segnato anche l’avvio ufficiale della prima edizione dell’Anno Culturale Romania-Italia 2026. L’iniziativa, posta sotto l’Alto Patronato dei Presidenti dei due Paesi, si articolerà in un ricco calendario di eventi: mostre d’arte, rassegne cinematografiche, esposizioni archeologiche, concerti e spettacoli teatrali, pensati per raccontare la profondità dello spirito romeno e la bellezza del dialogo culturale con l’Italia.
La festa nazionale della Romania, conosciuta come “Giornata della Grande Unione”, si celebra ogni 1° dicembre e ricorda l’unificazione della Transilvania con la Romania nel 1918, momento fondativo della moderna identità nazionale.
Alla serata di gala hanno preso parte personalità di primo piano: l’Ambasciatrice di Romania in Italia, Gabriela Dancau, il Ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli, il suo omologo romeno András István Demeter, e il Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone.
La cerimonia è stata impreziosita dall’esecuzione solenne degli inni nazionali italiano e romeno da parte dell’Orchestra dell’Opera Nazionale di Bucarest, diretta dal maestro Daniel Jinga. Sul palco, tre voci di fama internazionale, il soprano Anita Hartig, il mezzosoprano Ruxandra Donose e il tenore Stefan Pop, hanno interpretato celebri brani della tradizione musicale dei due Paesi, regalando al pubblico, presenti oltre 1200 persone, un momento di intensa emozione.
Nel suo intervento, l’Ambasciatrice Dancau ha sottolineato come “con il linguaggio universale della musica, l’emozione diventa argomento e l’armonia, la più convincente forma di diplomazia”. Ha poi rivolto un pensiero alla comunità romena in Italia, definita “un ponte vivo tra i due Paesi”, capace di arricchire la società che li accoglie attraverso professionalità, creatività e responsabilità civica. “Il senso di appartenenza, ha aggiunto, non si misura in miglia, ma in valori”.
Un applauso particolarmente sentito ha accompagnato le parole del Ministro Giuli, quando ha ricordato il contributo della comunità romena, ormai pienamente integrata nel tessuto sociale italiano, e ha reso omaggio alla memoria di Octav Stroici, l’operaio romeno rimasto vittima del crollo parziale della Torre dei Conti a Roma.
Con questa celebrazione, Roma ha non solo reso omaggio alla storia della Romania, ma ha anche aperto un percorso culturale che, nel 2026, promette di rafforzare ulteriormente i legami tra i due Paesi attraverso l’arte, la musica e il patrimonio condiviso.
Riccardo Agresti



