8 Dicembre, 2025
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Giornale del Lago e della Tuscia edito dall'Associazione no-profit "L'agone Nuovo". Per informazioni su pubblicità e le nostre attività: 339.7904098 redazione@lagone.it

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Roma celebra la Giornata della Grande Unione e inaugura l’Anno Culturale Romania-Italia 2026

L’Agone ha avuto l’onore di poter presenziare alle celebrazioni che Roma ha ospitato, nella cornice prestigiosa del Teatro dell’Opera, della festa nazionale della Repubblica di Romania, occasione che ha segnato anche l’avvio ufficiale della prima edizione dell’Anno Culturale Romania-Italia 2026. L’iniziativa, posta sotto l’Alto Patronato dei Presidenti dei due Paesi, si articolerà in un ricco calendario di eventi: mostre d’arte, rassegne cinematografiche, esposizioni archeologiche, concerti e spettacoli teatrali, pensati per raccontare la profondità dello spirito romeno e la bellezza del dialogo culturale con l’Italia.

La festa nazionale della Romania, conosciuta come “Giornata della Grande Unione”, si celebra ogni 1° dicembre e ricorda l’unificazione della Transilvania con la Romania nel 1918, momento fondativo della moderna identità nazionale.

Alla serata di gala hanno preso parte personalità di primo piano: l’Ambasciatrice di Romania in Italia, Gabriela Dancau, il Ministro della Cultura italiano Alessandro Giuli, il suo omologo romeno András István Demeter, e il Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati Federico Mollicone.

La cerimonia è stata impreziosita dall’esecuzione solenne degli inni nazionali italiano e romeno da parte dell’Orchestra dell’Opera Nazionale di Bucarest, diretta dal maestro Daniel Jinga. Sul palco, tre voci di fama internazionale, il soprano Anita Hartig, il mezzosoprano Ruxandra Donose e il tenore Stefan Pop, hanno interpretato celebri brani della tradizione musicale dei due Paesi, regalando al pubblico, presenti oltre 1200 persone, un momento di intensa emozione.

Nel suo intervento, l’Ambasciatrice Dancau ha sottolineato come “con il linguaggio universale della musica, l’emozione diventa argomento e l’armonia, la più convincente forma di diplomazia”. Ha poi rivolto un pensiero alla comunità romena in Italia, definita “un ponte vivo tra i due Paesi”, capace di arricchire la società che li accoglie attraverso professionalità, creatività e responsabilità civica. “Il senso di appartenenza, ha aggiunto, non si misura in miglia, ma in valori”.

Un applauso particolarmente sentito ha accompagnato le parole del Ministro Giuli, quando ha ricordato il contributo della comunità romena, ormai pienamente integrata nel tessuto sociale italiano, e ha reso omaggio alla memoria di Octav Stroici, l’operaio romeno rimasto vittima del crollo parziale della Torre dei Conti a Roma.

Con questa celebrazione, Roma ha non solo reso omaggio alla storia della Romania, ma ha anche aperto un percorso culturale che, nel 2026, promette di rafforzare ulteriormente i legami tra i due Paesi attraverso l’arte, la musica e il patrimonio condiviso.

 

Riccardo Agresti

Sagra d’autunno di Manziana: “La castagna 2025 ha dato il suo meglio”

C’è un evento a Manziana che riesce a far sbiadire la malinconia per le feste d’estate consentendo di conservare il sorriso anche durante l’autunno, la stagione della caduta delle foglie, delle giornate che si accorciano, i primi maglioni necessari, il tempo dei caminetti e dell’uggia: è la sagra della Castagna, un appuntamento atteso e divenuto simbolo di un territorio e delle sue eccellenze.

L’edizione 2025 ha confermato uno straordinario afflusso di visitatori, riempiendo le vie del centro della cittadina che si affaccia sul lago di Bracciano; il fatto che le edizioni non siano numerate, è metafora di un rito che si rinnova ogni anno, sempre diverso, come lo è la natura, mai uguale a se stessa nel suo nascere e sfiorire.

La castagna locale, regina della manifestazione, ha di corredo altre tipicità enogastronomiche del territorio, confermando, peraltro, un’organizzazione perfetta; parcheggi, piani di sicurezza, gruppi di intrattenimento artistico e musicale, aree per degustazioni di street food e, ovviamente, le grandi rostiere per fare le caldarroste, gli enormi fuochi che anticipano il tepore necessario per le sere fresche alle porte.

L’agone ha incontrato l’organizzatore della sagra, Giacomo Albicini, che con la sua tenera timidezza ha precisato che il merito della riuscita è da suddividere tra tutti gli organizzatori. 

“Siamo felici, tutti, perché anche quest’ anno la Castagna ha dato il suo meglio. Un paese intero, la sua comunità, si è vestita con il suo abito migliore e ha realizzato un evento speciale. Perché ciò che rende unica e speciale la Castagna di Manziana è il lavoro di tutti i volontari che con passione si adoperano nei mesi precedenti.
Tutti, dalle istituzioni al singolo volontario, ogni anno danno qualcosa in più. Ci regalano un piccolo dono. E la nostra capacità sta solo nel fatto di saper accogliere i loro doni, dare ad ognuno la stessa dignità, e metterli insieme fino a dare vita alla Castagna. I numeri e le presenze possono sorprendere. Ma quello che è veramente straordinario è la passione che tutti mettono nel dare vita a questo evento.

È impossibile dare merito a qualcuno di questo risultato, perché il merito è condiviso tra tutti quelli che rendono possibile questo evento”.

Ed è proprio questa comunità di intenti che permette all’evento di aggiungere un piccolo mattone a questa rara e coraggiosa costruzione che è la Castagna.
È impossibile fare dei ringraziamenti mirati o individuali, perché la parola “individuale” non può in alcun modo legarsi al senso profondo della Castagna di Manziana.

Gianluca Di Pietrantonio

Una rinascita che parte dai servizi: Manziana restituisce alla comunità spazi, identità e futuro

Negli ultimi anni Manziana sta vivendo una stagione di profondo rinnovamento, frutto di una visione amministrativa che mette al centro la comunità e i suoi bisogni. Dopo un periodo segnato dalla chiusura di strutture e dalla mancanza di servizi importanti, il Comune ha avviato un percorso di rigenerazione volto a restituire ai cittadini spazi dedicati alla socialità, alla cultura, allo sport e all’educazione. Un impegno concreto che si traduce oggi nella nascita di nuovi progetti e nella riattivazione di servizi rimasti a lungo inattivi, capaci di restituire vitalità al tessuto urbano e sociale di Manziana.

Emblema di questa rinascita è il nuovo asilo nido comunale “La Tana dei Lupetti”, un servizio educativo atteso da tempo e oggi finalmente realtà. Nato dalla volontà di trasformare aree dismesse in luoghi di crescita e incontro, il nido rappresenta un investimento importante sulle nuove generazioni e sulle famiglie di Manziana, offrendo ambienti moderni, accoglienti e sicuri. La sua apertura, avvenuta il 13 ottobre 2025, segna un passo decisivo nel rafforzamento dei servizi per l’infanzia e nel sostegno concreto alla genitorialità.

Accanto alle nuove strutture – come l’area calisthenics, il campo da calcetto e quello di picketball allestiti nello stadio comunale Marcozzi – Manziana celebra anche il ritorno di spazi storici rimasti chiusi per anni, come la piscina comunale. Dopo lo stop del 2022, disposto a seguito di prescrizioni sanitarie, l’attuale amministrazione ha scelto di investire nella sua riqualificazione. Nell’ottobre 2025, l’impianto ha riaperto al pubblico, diventando nuovamente un luogo di sport, salute e aggregazione. La sua rinascita rappresenta non solo il recupero di una struttura, ma anche la restituzione di un punto di riferimento per l’intera comunità e di un presidio di benessere per tutte le età.

A completare questa visione di rilancio c’è il progetto per la creazione dell’Ecomuseo di Manziana, parte del programma “PUI – Poli culturali, civici e di innovazione”. Con un investimento di 300.000euro, l’iniziativa mira a valorizzare il patrimonio storico, naturale e paesaggistico del territorio, promuovendo un nuovo modo di raccontare l’identità locale. I lavori, già avviati, porteranno alla creazione di uno spazio diffuso che coinvolgerà luoghi simbolo come la Caldara di Manziana, la Macchia Grande e i siti archeologici etruschi, trasformandoli in tappe di un percorso culturale condiviso con cittadini, scuole e associazioni.

L’apertura del nuovo asilo nido, la riattivazione della piscina comunale e la nascita dell’ecomuseo raccontano una stessa storia: quella di un’amministrazione che sceglie di investire sulle persone e sul territorio, che restituisce vita a spazi pensati per rispondere ai bisogni reali della comunità. Manziana oggi si presenta come un territorio in movimento, dove ogni progetto nasce per rafforzare il senso di appartenenza e migliorare la qualità della vita dei cittadini. 

“Tarquinia sottosopra”, il 6 e 7 dicembre doppio appuntamento tra letteratura e ceramica

Riceviamo e pubblichiamo

La rassegna “Tarquinia sottosopra” propone, nel primo fine settimana di dicembre, due appuntamenti alla scoperta della città attraverso la sua storia letteraria e la sua tradizione ceramica.
Sabato 6 dicembre 2025 è in programma “Tarquinia letteraria: da Vincenzo Cardarelli a Titta Marini”, una passeggiata guidata nei luoghi più amati dai due grandi poeti tarquiniesi, accompagnata da letture di brani tratti dalle loro opere.
La partecipazione è libera e non richiede prenotazione. La partenza è fissata alle ore 14.30 dalla “Barriera San Giusto”. Domenica 7 dicembre 2025 sarà invece la volta di “Tarquinia città della ceramica”.
L’iniziativa prevede la visita guidata al Museo Archeologico Nazionale negli spazi di Palazzo Vitelleschi, ai laboratori dei maestri ceramisti tarquiniesi e al Museo della ceramica d’uso a Corneto, ospitato a palazzo Sacchetti, sede della Società Tarquiniense d’Arte e Storia. Per questa attività è richiesta la prenotazione al numero 0766 849282 (massimo 30 partecipanti).
L’ingresso al Museo Archeologico Nazionale sarà gratuito, in occasione della prima domenica del mese. La rassegna “Tarquinia sottosopra” è promossa dal Comune di Tarquinia, con il contributo della Regione Lazio e il patrocinio della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale e del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia.

Capranica, inaugurato il Villaggio di Natale in miniatura

Riceviamo e pubblichiamo

È stato inaugurato domenica scorsa a Capranica il Villaggio di Natale in miniatura, diventato un appuntamento tradizionale delle festività natalizie.

Il Villaggio di trova in via Valle Santi 3, e rimarrà aperto fino al 6 gennaio 2026, nei giorni di sabato e domenica con orario 10-12 e 16-19.

Alla cerimonia del taglio del nastro hanno presenziato il Vescovo emerito Dino Fumagalli, il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, i Sindaci di Capranica, Vetralla, Castel Sant’Elia, Graffignano, Vejano, Sutri, Bassano Romano, Montalto di Castro, Tessennano, Latera, Barbarano Romano.

Il villaggio in miniatura è un mondo incantato, che attira grandi e piccini, composto da vari quadri creati con materiali prodotti dalla ditta Lemax. L’inaugurazione è stata allietata dalla musica di uno zampognaro.

Il Vescovo emerito Lino Fumagalli ha benedetto il Villaggio e i partecipanti e ha sottolineato l’importanza del Natale, delle tradizioni cristiane e della famiglia che è l’asse portante della nostra società.

Il Presidente della Provincia, Alessandro Romoli, ha elogiato l’impegno di Virgili e dei suoi collaboratori e la sensibilità che essi hanno verso lo spirito del Natale. Il Sindaco di Capranica, ha sottolineato la passione e l’impegno di Virgili e dei suoi amici e ha definito una meraviglia l’allestimento di quest’anno.

“Provo una grande gioia per questa tredicesima edizione del Villaggio di Natale in miniatura– ha detto il consigliere comunale Francesco Virgili – ringrazio il Vescovo, il Presidente della Provincia, i Sindaci del territorio. Un grazie particolare agli amici del gruppo Per Migliorare Capranica e chi mi ha sostenuto in questa impresa.

Quest’anno il Villaggio ha un significato più profondo, perché lo dedico alla mia cara mamma, Lucia, scomparsa alcuni giorni addietro e che voglio ricordare per la sua forza.

Il Villaggio – ha concluso Virgili – è il simbolo della nostra comunità che si stringe attorno ai Valori del Natale, nel nome della pace e della fratellanza tra i popoli.”

Il consigliere comunale Francesco Virgili

A Pescasseroli, il XX Forum dell’informazione per la custodia del creato

L’appuntamento a Pescasseroli si è confermato un momento importante per promuovere un giornalismo sostenibile, etico e specializzato; tre giorni, dal 14 al 16 novembre, organizzati dall’Unione Stampa Sportiva Italiana e Greenaccord, associazione internazionale che si occupa di tematiche ambientali. Il tema della tre giorni era lo sport inteso come palestra di fraternità, declinato in sostenibilità, inclusività e rispetto di tutti. 

L’evento è stato patrocinato, tra gli altri, dal Ministero dell’Ambiente, dal CONI, dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, dal Comune di Pescasseroli e dall’Unione Cattolica Stampa Cattolica; tra i media partners autorevoli, come Radio Vaticana, l’Osservatorio Romano, il TGR Rai, l’Avvenire, Famiglia Cristiana, con orgoglio c’era anche L’agone, presente con il suo direttore a rimarcare l’impegno nelle tematiche in parola tanto care alla linea editoriale perorata con ferrea infaticabilità dal presidente Giovanni Furgiuele.

L’organizzazione impeccabile del presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio, ha visto l’alternarsi di autorevoli relatori tra cui Mons Santo Marcianò, Arcivescovo emerito di Frosinone, Stefano Pantano, campione del mondo di Spada, Luciano Sammarone, direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Marina Marinucci, presidente dell’Ordine di Giornalisti d’Abruzzo, Mario Morcellini, prorettore della comunicazione della Sapienza Università di Roma, Sandro Fioravanti, telecronista sportivo RAI, Alessandra Ferraro, direttore Isoradio, Benedetta Rinaldi, conduttrice televisiva RAI.  

Le tre sessioni sono state dedicate alla sostenibilità che deve accompagnare e contraddistinguere lo sport, filo conduttore sono state le linee guida prodotte dal Comitato Olimpico Internazionale; all’analisi dello sport come promotore di uguaglianza e inclusione e alla narrazione sportiva che può fare molto per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente.  

Il Forum è stato anche l’occasione della consegna delle “Sentinelle del Creato”, riconoscimento che Greenaccord tributa a giornalisti che si sono distinti con i loro articoli sulle tematiche ambientali e a imprenditori che hanno scelto di ridurre l’impatto delle loro aziende sull’ambiente.

Un momento prezioso, quello della tre giorni di convention, in cui si è rafforzata la consapevolezza che il giornalismo detiene la potenzialità di incidere sulle coscienze attraverso la parola, o meglio la combinazione e la scelta giusta delle parole.

Tra le decine di contenuti preziosi, riporto quello che ho ritenuto più forte: l’opportunità di cancellare la parola ‘inclusione’ perché contemplandola si ammette l’accettazione dell’esclusione mentre Dio e il Creato, tutto include.

Gianluca Di Pietrantonio

     

𝐎𝐩𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐃𝐞𝐜𝐨𝐫𝐨 𝐔𝐫𝐛𝐚𝐧𝐨: 𝐚𝐥 𝐯𝐢𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐁𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨

Riceviamo e pubblichiamo

 
Proseguono con intensità le attività di 𝐩𝐮𝐥𝐢𝐳𝐢𝐚, 𝐬𝐟𝐚𝐥𝐜𝐢𝐨 𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐮𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐯𝐞𝐫𝐝𝐞 per garantire ai cittadini spazi pubblici curati, sicuri e accoglienti.
𝐂𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨
È attualmente in corso un intervento di taglio del verde, passaggio della spazzatrice e lavaggio delle griglie.
Un’azione capillare che coinvolge vie, piazze e angoli del cuore storico della nostra città.
𝐁𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐍𝐮𝐨𝐯𝐚
Proseguono gli interventi nelle aree verdi: in questi giorni si è lavorato su via Santissimo Salvatore, nelle rotatorie della zona e nel parco di Traversa Borsellino.
Gli interventi continueranno nei prossimi giorni negli altri 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢.
Un impegno quotidiano per un territorio più ordinato e vivibile per tutti.
Chiediamo alla cittadinanza di fare la loro parte e di lasciare le aree pubbliche pulite dopo averle frequentate.

La parola ad Alberto Civica, Segretario UIL Regione Lazio

Alberto Civica, cittadino di Anguillara, con un curriculum di tutto rispetto per quel che riguarda l’impegno sociale e nel sindacato, tanto da essere attualmente il Segretario UIL della regione Lazio, il suo mandato scadrà nel maggio del prossimo anno. Da dipendente ENEA, risiede ad Anguillara dal 1977, diventa il segretario generale UIL Università, Ricerca e degli istituti di Alta formazione coreutica e Musicale, fino a ricoprire la carica di membro del Consiglio di Amministrazione del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica con Ruberti Ministro (1989-92). E’ inoltre membro del Consiglio della Camera di Commercio di Roma e provincia. Un suo commento qualificato su alcuni temi caldi risulta sicuramente utile per comprendere quelli che sono i processi in corso nella Regione Lazio.

D. Nel prossimo giugno i lavori PNRR dovranno essere terminati, la domanda sul loro stato nella regione Lazio è d’obbligo. I finanziamenti del Piano dovevano aiutare il Paese e quindi anche le Regioni, a perseguire delle riforme di tipo strutturale, che giudizio dai sull’utilizzo dei fondi PNRR nella regione Lazio?

R.  Il giudizio è preoccupante, anche per l’uso che è stato fatto dei fondi PNRR all’interno della legge finanziaria in fase di approvazione, sembra infatti che alcune opere che avevano già la copertura dalle finanziarie precedenti, vengano invece finanziate con i fondi PNRR, distraendoli quindi da altri progetti.  Un altro argomento che sta a cuore a tutti noi è la sanità, quello che mi lascia perplesso è che a fronte di numerosi progetti utili per la realizzazione di strutture sanitarie e ospedaliere territoriali non si affronti la questione dell’assunzione  degli operatori sanitari da impiegarsi  in tali strutture. Non pensiamo che la richiesta della Regione Lazio ad utilizzare i medici di famiglia in tali strutture per almeno 8 ore a settimana sia la soluzione e paventiamo il rischio che la soluzione adottata possa essere la esternalizzazione dei servizi,  con tutti i problemi che ne conseguono, oppure, cosa ancora più grave, che tali strutture restino inutilizzate.

D.  Come abitante di Anguillara, quali potrebbero essere le ricadute sulla comunità se le preoccupazioni espresse dovessero confermarsi?

R. I timori espressi sopra che per il bene di tutti spero siano infondati, potrebbero concretizzarsi nell’ospedale di comunità che si sta realizzando ad Anguillara, infatti se non si attua già da ora un piano per l’assunzione degli operatori sanitari che andranno a gestirlo, potrebbe diventare una struttura utilizzata per altro, come per esempio ospitare la ASL locale. Un altro tema che mi ha colpito parlando con le persone che incontro nel paese, è la difficoltà nel reperire informazioni alla fonte, per esempio capire in modo organico come vengano spesi i fondi PNRR, quali siano i tempi di consegna o lo stato di avanzamento dei lavori. I dati sono distribuiti su più fonti ed è estremamente difficoltoso renderli omogenei. Paradossale nell’epoca dell’informazione globale, penso a quelle persone che non sono particolarmente abili con i mezzi informatici, ma che vogliano esercitare un controllo democratico su come vengano spesi i propri soldi, ricordiamo infatti che i fondi PNRR dovranno essere in gran parte restituiti. 

Salvatore Scaglione

Viviamo in un ambiente ferito. Un raggio di luce sul Summit Cop-30

L’ambiente è al centro di una grave crisi che spinge la comunità internazionale a introdurre l’ecocidio, come crimine, nel diritto internazionale penale. 

Il concetto di ecocidio, promosso da Charles Chernor Jalloh, membro della Commissione di diritto internazionale ONU, e le denunce sulla devastazione ambientale causata dalle guerre, sollevate dalla direttrice del programma ONU Inger la Cour Anderson, riguardano “drammi” che inquietano, per gli “effetti collaterali” che minano il futuro. 

La guerra, oltre a spezzare vite e distruggere città, lascia cicatrici profonde sull’ambiente, la cultura e le tradizioni di un popolo. 

Consapevolezza ritardata

Sebbene l’ambiente si presentasse “malato” sin dall’inizio del secolo scorso, la piena consapevolezza dello stato di crisi è emersa solo negli anni ’60 e ’70 e solo dagli anni ’90 il dibattito si è focalizzato sui cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile. Un momento chiave è stato il 1987, con la nascita del “Rapporto Brundtland”, per merito della politica norvegese Gro Harlem Brundtland. 

Questo rapporto ha messo in luce il dominio dell’uomo sulla Terra, nato con la Rivoluzione Industriale e giunto oggi a un punto massimo di insostenibilità. A questo dominio vanno correlati i bisogni umani e le esigenze della Natura. 

I problemi ambientali che si riversano sulla salute umana, animale e vegetale sono: le guerre; l’uso di combustibili fossili; l’inquinamento industriale; la gestione dei rifiuti; l’uso insostenibile del suolo e delle risorse; il consumo eccessivo di acqua dolce, minerali e materie prime.

A fronte di ciò, l’OMS ha adottato l’approccio “One Health”, sottolineando quanto la salute umana sia connessa a quella animale e all’ecosistema.

Un raggio di luce

Un segnale di speranza viene dal messaggio inviato da Papa Leone al prossimo Summit della “Cop-30”, che si terrà a Belem, in Brasile, dal 10 al 21 novembre 2025. Il Pontefice ha sottolineato che, sebbene l’attenzione sia concentrata sui conflitti, è crescente la consapevolezza che la pace è minacciata anche “dalla mancanza del dovuto rispetto per il creato, dal saccheggio delle risorse naturali e da un progressivo declino della qualità della vita a causa dei cambiamenti climatici”.

Anche Papa Francesco si era pronunciato su quella parte di umanità che “si nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della diversità vista come ostacolo”. 

Il vuoto normativo sull’ecocidio nello Statuto di Roma va colmato integrando l’art.8 del cap.2 con l’art.8/ter con atti ad hoc. 

Purtroppo, il negoziato Cop-30 è partito con assenze significative come Stati Uniti, Cina, India, Russia e Italia.

Franco Marzo

ECOCIDIO: crimine perseguibile dalla Corte Penale Internazionale

Negli ultimi anni è cresciuta la coscienza giuridica globale verso la tutela dell’ambiente come bene comune dell’umanità, e la spinta a istituire e perseguire il reato di “ecocidio”. In questi giorni viene rilanciata la proposta di riconoscere l’ecocidio come crimine internazionale, secondo la definizione proposta nel 2021 dall’associazione Stop Ecocide International: “atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tali atti causino danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente naturale”.

Se ne sta facendo carico la Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite – dando seguito anche ad una recente (2024) esplicita richiesta degli Stati insulari del Pacifico (Vanuatu, Samoa e Fiji) – con la proposta di estendere i poteri della Corte Penale Internazionale attraverso un emendamento allo Statuto di Roma, che definisce poteri e campo d’azione della Corte stessa.

Si tratta di aggiungere il crimine di ecocidio ai 4 oggi perseguibili – genocidio, crimini contro l’umanità, aggressione e crimini di guerra – facendo un grandissimo passo avanti per la tutela dell’ecosistema, sempre più compromesso sia in tempo di guerra che in tempo di pace.

Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente istituito nella conferenza di Stoccolma del 1972, intervenendo alla giornata internazionale per prevenire lo sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati, celebrata dall’ONU ogni 6 novembre, ha presentato un quadro drammatico di distruzioni ambientali, da Gaza ad Haiti, alla Siria e tante parti del mondo. 

Non sono effetti collaterali, da accettare perché inevitabili, ma crimini contro l’ambiente e più in generale contro l’ecosistema. Le devastazioni ambientali causano fame e malattie, e alimentano sempre più importanti fenomeni migratori, mentre la crisi climatica acuisce le tensioni e genera conflitti per il controllo dei terreni coltivabili, dell’acqua e delle risorse naturali. È un serpente che si morde la coda: la guerra distrugge l’ambiente, alimentando così nuove guerre.

Per questo motivo, la protezione dell’ambiente in guerra assume una valenza ben più ampia: non si tratta soltanto di salvaguardare il patrimonio naturale, ma assicurare la pace e i diritti umani fondamentali, nella consapevolezza del legame inscindibile che lega giustizia ambientale e giustizia sociale.

Introdurre il reato di ecocidio vorrebbe dire anche cambiare le regole di base con cui opera l’economia perché renderebbe giuridicamente, oltre che moralmente, inaccettabile un eventuale grave danno alla natura, allontanando i finanziamenti dalle pratiche nocive per gli ecosistemi, e stimolando l’innovazione nel solco della sostenibilità.

E dunque, l’ambiente non può essere subordinato alle esigenze dell’economia e men che meno usato come arma di guerra, ma deve essere considerato al vertice della scala delle priorità nelle scelte dei governi.

Se ne è parlato anche alla COP30, Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite: https://www.lagone.it/2025/11/27/cop30-2025/

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In Europa: è stata approvata nel marzo 2024 la Direttiva (UE) 2024/1176 sulla protezione dell’ambiente attraverso il diritto penale, che introduce il concetto di reati “comparabili all’ecocidio”.

In Italia: giace da 2 anni in Parlamento una proposta di legge per l’introduzione del reato di genocidio nella legislazione nazionale

Giuseppe Girardi