Un abito cucito con il respiro dell’inverno
Decisero di sposarsi, travolti da un sentimento così puro e potente da dissolvere ogni confine, ogni differenza, come la nebbia che si fonde con la luce del mattino. Il loro amore era un ponte tra mondi opposti, una danza tra fuoco e ghiaccio, tra sud e nord, tra ardore e grazia.
Il giorno delle nozze giunse in fretta. Scirocco attendeva all’altare, con il cuore in tempesta e gli occhi colmi di emozione. Il suo respiro era caldo, vibrante, come il vento che accarezza le dune al tramonto. Ogni istante sembrava eterno, finché lei apparve.
Tramontana, splendida come mai prima, discese come una visione celeste, una regina incoronata dal silenzio delle vette. Il suo abito era un miracolo tessuto dal cielo: cucito con fiocchi di neve scintillanti, che danzavano alla luce come stelle cadute, ricamato con stalattiti di ghiaccio purissimo, che brillavano come diamanti scolpiti dal tempo. Lo strascico, lungo e maestoso, era fatto d’acqua di sorgente, limpida e gelida, che scivolava come seta liquida sulle rocce delle montagne più alte. Ogni passo lasciava dietro di sé una scia di freschezza e incanto, come se la natura stessa si inchinasse al suo passaggio.
Sembrava non una sposa, ma l’incarnazione dell’inverno in festa, una dea venuta a celebrare l’unione tra il calore del sud e la purezza del nord. I n quel momento, tutti si fermarono con il fiato sospeso per ammirare ammaliati dalla bellezza di ciò che nessuno aveva mai osato immaginare: l’amore che veste la bellezza e la bellezza che rende eterno l’amore.
Quando l’amore non basta
Ma l’amore, per vivere, non si nutre solo di passione e incanto. Ha bisogno di radici profonde: conoscenza, rispetto, comprensione. Scirocco e Tramontana, pur legati da un sentimento travolgente, non si conoscevano veramente. Erano due anime cresciute male, educate all’orgoglio, abituate a difendersi, incapaci di leggere il dolore dell’altro.
Così accadde l’irreparabile: Scirocco, sopraffatto dall’emozione, emise un sospiro ardente, un gesto spontaneo, un’esplosione di sentimento che voleva essere dono. Ma il calore, in quel momento sacro, fu come una lama invisibile: l’abito di Tramontana, tessuto con la delicatezza dell’inverno, si sciolse in un istante, dissolvendosi in rivoli d’acqua e cristalli infranti.
Lei rimase nuda, non nel corpo, ma nell’anima. Umiliata, ferita, si sentì tradita nel cuore divenuto gelido non per la neve, ma per l’atto di Scirocco per l’imbarazzo vissuto. Non comprese l’ingenuità del gesto, non vide l’amore dietro l’impeto. Lui, accecato dal dolore di vederla fuggire, non riuscì a cogliere la profondità della ferita che aveva inferta.
Tramontana, offesa, fuggì dall’altare come una tempesta silenziosa, lasciando dietro di sé solo il profumo del ghiaccio spezzato. Scirocco, ferito nell’orgoglio, rimase immobile per un istante, poi se ne andò, senza voltarsi, trascinando con sé il calore che avrebbe potuto salvare entrambi, se solo avesse saputo ascoltare.
Così, nel giorno che doveva celebrare l’unione, si consumò la distanza più grande: quella tra due cuori incapaci di chiedere scusa, di comprendere l’altro, di amare davvero. Divisi dall’incomprensione, dall’odio nato dall’egoismo imparato da piccoli, dalla incapacità di essere empatici, di comprendere le necessità e le ferite dell’altro e di capire i propri errori presenti nelle offese fatte anche inconsapevolmente come mai capito da bambini.
L’amore che non ha saputo ascoltare
Da allora, Scirocco e Tramontana si evitano, consapevoli che ogni incontro potrebbe essere l’ultimo. Nessuno ha mai avuto il coraggio di cercare l’altro, di scavare nel silenzio per trovare una voce, di tendere una mano oltre l’orgoglio.
Il tempo è passato, ma le ferite non si sono rimarginate, sono diventate paesaggi, climi, stagioni, incise nel vento e nella memoria del mondo.
Accade, a volte, che il destino, capriccioso e crudele, li faccia casualmente incrociare ancora. Allora fra l’umido calore dell’offeso Scirocco e il secco freddo della umiliata Tramontana, la tempesta è inevitabile. Non ci sono parole, solo scontri di correnti imparati da piccoli, urla di cielo e mare, lacrime che cadono sotto forma di pioggia torrenziale.
Il cielo si oscura, come se volesse nascondere il dolore che non riesce a contenere. Il mare si agita, in preda a convulsioni che ricordano un cuore spezzato. La Terra, antica testimone di amori e guerre, trema sotto il peso di un sentimento che avrebbe potuto essere eterno, ma che non ha saputo ascoltare.
Così, ogni volta che Scirocco e Tramontana si sfiorano, il mondo ricorda che l’amore, senza empatia, senza umiltà, senza il coraggio di comprendere, può diventare la più devastante delle tempeste.
La leggenda dei due venti: amore e tempesta
Si racconta, tra i pescatori che scrutano l’orizzonte, tra i pastori che ascoltano il respiro delle valli, tra i vecchi che siedono davanti al fuoco nelle notti d’inverno, che quando il cielo si fa scuro all’improvviso e il vento cambia direzione senza preavviso, non è solo il tempo a mutare, è il cuore di due antichi amanti che torna a battere per odio di un amore perduto.
Scirocco e Tramontana, figli opposti del cielo, si erano amati, ma il loro amore, troppo impetuoso, non seppe ascoltare, non seppe attendere, non seppe chiedere perdono.
Da allora, vagano separati, trasformando ogni incontro in tempesta.
Gli uomini, vedendo il cielo impallidire e il vento farsi nervoso, alzano lo sguardo e mormorano: “Si sono rivisti.” Chi conosce la storia, chi ha sentito il sibilo di un vento raccontarla tra le foglie, sa che non è solo maltempo: è il dolore di un amore antico, che ancora cerca pace.
Così nacque la leggenda. Ogni volta che il vento cambia all’improvviso, ogni volta che il caldo si scontra col gelo, gli uomini ricordano: che anche gli elementi hanno un cuore, e che l’amore, se non compreso, può diventare eterno solo nel rimpianto.
Riccardo Agresti


