5 Dicembre, 2025
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A cinque anni dalla morte di Willy Monteiro Duarte: la scuola al centro della prevenzione di bullismo e violenza attraverso l’educazione civica e la memoria attiva

Si riceve e si pubblica

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si unisce al ricordo di Willy Monteiro Duarte, a cinque anni dalla sua tragica scomparsa, sottolineando l’importanza dell’istituzione della Giornata del Rispetto. Tale ricorrenza non deve limitarsi a un atto commemorativo, ma trasformarsi in un percorso educativo quotidiano capace di incidere sulla coscienza delle nuove generazioni. La scuola, infatti, è il primo e più importante presidio contro la violenza, ed è proprio dentro le aule che la memoria di Willy deve tradursi in impegno civile.

Non possiamo ignorare che i dati recenti sul bullismo e sul cyberbullismo mostrano un fenomeno diffuso e crescente: oltre due terzi dei giovani tra 11 e 19 anni hanno dichiarato di aver subito offese o aggressioni, e quasi la metà degli adolescenti italiani ha sperimentato episodi di cyberbullismo. Numeri che non solo allarmano, ma ci interrogano sul rischio di una violenza sempre più invisibile, capace di insinuarsi dietro uno schermo e di colpire in silenzio.

La prevenzione, dunque, rappresenta la parola chiave di ogni azione educativa. Non possiamo attendere che il conflitto esploda per poi condannarne le conseguenze: è necessario lavorare prima, costruendo negli studenti la capacità di riconoscere, nominare e respingere ogni forma di prevaricazione. Solo così la scuola potrà davvero compiere la sua missione di tutela e di crescita.

In questa direzione, l’Educazione Civica non può essere confinata a un insegnamento formale, ma deve diventare un laboratorio vivo di cittadinanza. Occorre ripensarla come spazio di dialogo, di confronto critico, di creatività condivisa, dove il rispetto non sia un concetto astratto ma una pratica quotidiana. Ogni lezione, ogni relazione con i pari, ogni esperienza comunitaria può trasformarsi in occasione per apprendere che la convivenza civile è una responsabilità collettiva.

Il CNDDU ritiene che percorsi sperimentali innovativi, che intreccino linguaggi artistici, uso consapevole dei media, collaborazione con associazioni e realtà territoriali, possano costituire una via concreta per contrastare la cultura dell’odio e per favorire la nascita di un tessuto sociale più coeso. La scuola non deve temere di sperimentare: è nell’innovazione, nella contaminazione di saperi e metodi, che gli studenti scoprono la forza del rispetto reciproco.

Ricordare Willy significa ribadire che il coraggio non è violenza, ma difesa della vita, protezione dell’altro, capacità di non voltarsi dall’altra parte. Il suo gesto di altruismo deve diventare un insegnamento permanente, un richiamo che ogni istituto scolastico ha il dovere di custodire e rilanciare attraverso attività formative mirate.

La Giornata del Rispetto offre dunque l’opportunità di rendere la scuola non solo luogo di trasmissione di conoscenze, ma palestra di cittadinanza attiva. È lì che i ragazzi imparano ad abitare la complessità del presente, a riconoscere l’altro come risorsa e non come minaccia, a costruire comunità fondate sulla solidarietà e non sulla prevaricazione.

Il CNDDU è convinto che investire nell’educazione significhi investire nel futuro del Paese. Ogni ora di Educazione Civica ben progettata è un argine all’indifferenza, ogni attività di prevenzione è un passo verso una società meno violenta, ogni testimonianza come quella di Willy è un faro che illumina il cammino.

Il CNDDU invita pertanto tutte le scuole a vivere il 20 gennaio come occasione di approfondimento, di creatività e di riflessione, affinché la Giornata del Rispetto diventi un appuntamento capace di trasformare la memoria in azione, l’educazione in prevenzione, il ricordo in responsabilità condivisa. Solo così potremo dire di aver davvero reso giustizia alla storia di Willy, facendo della scuola il cuore pulsante di una società più giusta e solidale.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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