5 Dicembre, 2025
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Enel, Governo, Regione: Bocciati tutti!

Si riceve e si pubblica

Dopo mesi di promesse tradite e teatrini politici, arriva l’ennesima coltellata al cuore del nostro territorio: si propone di prorogare fino al 2038 l’attività della centrale a carbone di Civitavecchia. Una scelta inaccettabile, promossa da Azione e Forza Italia e sostenuta da un Governo che si dimostra ancora una volta nemico della transizione ecologica e della giustizia sociale. Siamo di fronte a un atto violento contro una comunità che chiede salute, lavoro pulito e rispetto.

Civitavecchia continua a essere trattata come una colonia energetica di serie B, buona solo per bruciare carbone e pagare il prezzo altissimo in termini di tumori, disoccupazione e degrado ambientale. Le decisioni vengono prese lontano, nei palazzi romani, senza consultare cittadini, lavoratori, amministrazioni locali. Una dinamica coloniale mascherata da necessità economiche.

La responsabilità politica è pesantemente in capo ad Alessandro Battilocchio, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Periferie. Battilocchio, che viene da questo territorio, dimostra ogni giorno quanto ne sia ormai distante, sordo alle grida della sua stessa comunità. Sceglie consapevolmente di servire gli interessi delle grandi lobby industriali, portavoce di un’ideologia fossile che ha fallito ovunque, e che ora pretende di imporsi ancora sul futuro di Civitavecchia.

Ma non è solo Battilocchio: è tutta Forza Italia a portare avanti un disegno miope, arrogante, autoritario. Una forza politica incapace di immaginare un’alternativa, prigioniera di un passato che ha già fatto troppi danni. Si alleano con chi vuole continuare a inquinare in cambio di consenso, svendendo il futuro della nostra città per un pugno di voti. Ma le colpe non si fermano qui: la responsabilità è sistemica, trasversale, frutto di anni di accordi sottobanco e immobilismo mascherato da realismo.

Il decreto che imponeva la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025 doveva essere il punto di svolta, la rottura con un modello malato. Ma ora, con la proroga al 2038, si cancella ogni orizzonte di progresso. La centrale Enel, la più grande d’Italia, continua a funzionare, a sputare veleno, a spingere Civitavecchia verso il triste primato: il più alto tasso di tumori respiratori del Centro Italia. E tutto questo mentre il sistema sanitario locale è al collasso, lasciato senza risorse, personale e attenzione.

Le alternative sono state solo parole, spot, slogan da conferenza stampa. Enel Logistic doveva trasformare Civitavecchia in un polo innovativo, e invece è diventato il simbolo dell’abbandono. I lavoratori sono stati lasciati soli, divisi tra chi è costretto ad andarsene e chi resta con salari tagliati e nessuna garanzia. E tutto questo mentre si millanta una transizione “giusta”.

Le famose 28 manifestazioni d’interesse del MIMIT? Un mistero. Nessuna trasparenza, nessun contenuto reso pubblico. Solo fumo. Ora si giustifica la proroga con il pretesto di abbassare il prezzo dell’energia per le imprese, che pagano oggi gas importato dagli Stati Uniti. Ma il vero prezzo lo paghiamo noi: in malattie, morti, devastazione ambientale, precarietà.

Questa è la realtà di un sistema dove i deputati servono le lobby, i consiglieri regionali si preoccupano solo delle loro poltrone, e Enel fa profitti sulla pelle delle persone.

Il Partito Democratico di Civitavecchia è e sarà al fianco dei cittadini, dei lavoratori, delle famiglie. Ma serve un cambio di passo. Basta compromessi, basta mezze misure. Serve una rottura vera, radicale, contro chi continua a difendere un modello economico e industriale che ci condanna. Serve una mobilitazione dal basso, forte, unitaria e determinata, che dica con chiarezza: il tempo del carbone è finito. Il tempo della dignità deve cominciare.

Enrico Luciani

Segretario del Partito Democratico di Civitavecchia

 

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