La dirigente scolastica Lucia Dutto, il giorno 12 aprile, nell’aula Magna dell’Istituto paritario Salvo d’Acquisto, ha presentato agli allievi di indirizzo aeronautico e agrario, il professor Roberto Mancinelli, docente di Ecologia e Agroecologia nel dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia.



Il professore di matematica e fisica dell’Istituto, Riccardo Rosini, ha illustrato il ricco curriculum professionale del professor Mancinelli che ha in attivo numerose pubblicazioni di livello nazionale e internazionale. Oggi insegna nell’Università della Tuscia che, dalla classifica Censis dei piccoli Atenei statali, nel 2024-2025, risulta posizionata al secondo posto su dieci, in termini di valutazione di servizi e strutture. Il professore vi insegna nel dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali ( DAFNE) che, nel 2023, è risultato il Dipartimento di eccellenza, al primo posto in Italia nel settore delle Scienze Agrarie e Veterinarie. Il tema della lectio riguardava la “Gestione sostenibile nella produzione agroalimentare”. Il professore ha trattato con molta chiarezza temi attuali e complessi legati al concetto di sostenibilità ambientale, di ecosistema, di agro agricoltura, di cibo di qualità e del suo spreco. Egli ha definito il concetto di “sviluppo sostenibile” come capacità di “soddisfare i bisogni della generazione attuale senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.

È un concetto di sostenibilità che si palesa in un equilibrio di principi tesi a: favorire il benessere delle persone; dare soddisfazione ai bisogni del presente senza compromettere le risorse per il futuro; preservare e proteggere l’ambiente. Dunque, la sostenibilità ambientale chiama in causa principi sociali, economici, ambientali. Mancinelli ha presentato l’ECOLOGIA come scienza che studia le relazioni tra gli organismi viventi, compresi gli esseri umani, e il loro ambiente fisico. Oggetto di studio dell’ecologia sono pertanto gli ecosistemi; questi sono un campo interdisciplinare che include sia le scienze della vita, cioè la biologia, sia le scienze della terra. L’ecologia ci fornisce informazioni su come possiamo utilizzare le risorse della terra in modo da lasciare alle future generazioni un ambiente sano. L’agroecologia attinge alle scienze sociali, biologiche e agrarie e le integra con le conoscenze tradizionali; ottimizza le interazioni tra piante, animali, esseri umani e ambiente e consente lo sviluppo di agroecosistemi con una dipendenza minima da input agrochimici ed energia.

L’Agroecosistema è un ecosistema utilizzato a scopi agrari per la produzione del cibo. Il cibo che ricaviamo da fonti animali, o vegetali in forma di latticini, miele, cereali, carne, verdura, frutta, è fondamentale per la sopravvivenza degli organismi poiché dà l’energia necessaria sia per svolgere il lavoro, sia per consentire i processi vitali. In riferimento alla “qualità” del cibo dobbiamo chiamare in causa: le forme di produzione (agricoltura biologica, rispetto per l’ambiente e per il benessere degli animali); le zone di produzione (la denominazione di origine) e le tradizioni associate (le produzioni tipiche locali). Una profonda riflessione si è aperta sui tre paradossi globali del cibo: – al mondo 805 milioni di persone soffrono la fame; 2,1 miliardi di persone sono obese o in sovrappeso; 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate ogni anno nel mondo e rappresentano 4 volte il fabbisogno di cibo per nutrire gli 805 milioni di persone che soffrono la fame. Dobbiamo SPRECARE CIBO O NUTRIRE CHI HA FAME?

Una lectio molto apprezzata dagli studenti anche dal punto di vista dell’Orientamento, Mancinelli ha presentato una panoramica sugli indirizzi dei percorsi universitari, sulla differenza tra laurea triennale e quinquennale delineando le 14 aree accademiche all’interno dell’Offerta Formativa delle Università italiane. Ha specificato che il termine Facoltà, seppure sia ancora in uso nel gergo universitario, è stato sostituito dal termine Dipartimenti; ha illustrato le differenze tra laurea magistrale e laurea triennale e il valore dei crediti formativi (CFU), con valore europeo, richiesti ad ogni esame.
L’allievo Cristiano, frequentante il quinto agrario, spinto dalla vocazione professionale e tecnologica dell’Istituto che frequenta, ha chiesto se nel piano di studi fossero previste attività pratiche e laboratoriali. Il professor Mancinelli ha plaudito alla domanda rimarcando come le esperienze condotte fuori dalle quattro mura del campus universitario e delle pratiche laboratoriali fossero una prerogativa di eccellenza dei percorsi universitari della Tuscia.
Agli allievi sono apparsi chiari alcuni concetti chiave: le tecniche agronomiche convenzionali hanno gravi conseguenze sulla gestione del territorio, sulle risorse, sull’ ambiente e sulla società; il cambiamento climatico ha prodotto effetti come: la degradazione del suolo, la scarsità di acqua; l’aumento degli insetti resistenti ai pesticidi, la diminuzione degli insetti impollinatori e la diminuzione della biodiversità, la deforestazione e gli scarsi incentivi per il lavoro in fattoria. Mi piace concludere con una significativa nota di “Scottish Natural Heritage” del 1993, citata dal professore: “L’eredità non è solo cosa ereditiamo, essa è anche ciò che lasciamo in eredità alle future generazioni…
Noi abbiamo il chiaro ruolo, come custodi di gestire l’eredità con cura e lasciarla ai posteri pulita o immutata e dove possibile riabilitata. Nello stesso tempo abbiamo il legittimo ruolo di creare nuove eredità purché, nel farlo, non stiamo danneggiando l’ambiente da noi ereditato”
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone



