Esattamente ottanta anni fa terminava la Seconda Guerra Mondiale ed il Movimento di Liberazione dal nazifascismo trionfava.
L’Italia era un paese distrutto, allo sbando e sconfitto, ma la voglia insita nella natura umana di ripartire aveva una consapevolezza: una parte di italiani aveva lottato e resistito al Fascismo e poi al Nazismo occupante, salvando l’onore dell’Italia: era il movimento della Resistenza. Un movimento che fu caratterizzato in Italia dall’impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici: comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici, nonché semplici civili non organizzati e militari fecero la loro parte, spesso al prezzo della vita.
Ai militari, quelli di Canale e Montevirginio, che rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò, venendo internati in Germania, quest’anno abbiamo simbolicamente detto grazie accompagnando figli e nipoti al riconoscimento della medaglia al valore per gli Internati Militari Italiani. Oggi sono 6 i nostri decorati ed altri lo saranno in futuro, giustamente ricordati per il coraggio di aver scelto da che parte stare, la parte giusta.
La Resistenza rappresentava tutti gli italiani che, soprattutto negli ultimi anni di guerra, avevano “aperto gli occhi”: la guerra e l’occupazione nazista, la fame, le deportazioni, le violenze avevano provocato la caduta delle illusioni profuse dal Fascismo e risvegliato le coscienze.
Ripetiamolo perché non ci siano dubbi: chi si oppose al Fascismo ed al Nazismo fece, senza se e senza ma, la scelta giusta. Non solo i partigiani in armi, ma tutti coloro che li aiutarono. La Resistenza “civile” delle famiglie, delle donne soprattutto, fu fondamentale.
Ecco perché la Festa della Liberazione, l’Antifascismo e la Resistenza non possono essere considerate patrimonio di una fazione: sono patrimonio della nazione intera, di tutti gli italiani.
Il momento che stiamo vivendo, in cui la libertà torna ad essere in pericolo, i valori della democrazia non sono forti e saldi come vorremmo, in cui viene messo in discussione anche il tema fondativo dell’Unione Europea e ci lascia un Pontefice che fino alla fine ha gridato ai Potenti del mondo il suo no alle guerre, ci chiama a portare il 25 aprile in piazza con forza, a dire quanto dobbiamo alla Festa della Liberazione, al giorno in cui ci siamo liberati di quelli che avevano creato le Leggi razziali, lo stato fantoccio della “Repubblica sociale italiana”, le Brigate Nere, le SS, le camere a gas, i forni crematori.
Parimenti e con spirito unitario tutti noi abbiamo il dovere di festeggiare e celebrare altre feste che costituiscono l’identità stessa della nostra Nazione:
• il Primo Maggio, perché il lavoro è fondamento della nostra Repubblica e va onorato e difeso, onorato e difeso.
• il 2 Giugno, perché si celebra la nostra amata Repubblica, fondata sulla nostra meravigliosa Carta Costituzionale.
• e il 4 Novembre, la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”, che ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale e l’acquisizione di Trento e Trieste con il compimento del processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.
Ognuno di noi può preferire una all’altra di queste feste, ma se vogliamo essere veri cittadini italiani dobbiamo considerarle tutte per quello che rappresentano, ossia l’importanza e la necessità che il lavoro, la Repubblica, l’Unità Nazionale e le Forze Armate, hanno in una Comunità che vuol vivere insieme in un Paese civile, libero e democratico.
Grazie a tutti per la partecipazione e Buona Festa della Liberazione!
I ringraziamenti:
Ai parroci Don Giacomo e Don Valerio che sono qui con noi oggi.
Al Comandante Giancarlo Bellino della Stazione Carabinieri di Manziana.
A Giuseppina Bettarelli, Presidente della locale sezione dell’ass. Combattenti e Reduci, che ha deposto i fiori sull’altare ai Caduti.
Al Maestro Davide Guidi e tutti i componenti della Banda Musicale “E. D’Aiuto”, in special modo Antonio Cestra e Cristiano Cucco, che hanno eseguito il silenzio.
Ai cittadini e ai rappresentanti dell’associazionismo locale e territoriale presenti.
Alla Protezione Civile e alla Polizia Locale, che hanno permesso lo svolgimento delle cerimonie di oggi.