14 Settembre, 2024
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A proposito di Inclusione #vienialvian, l’esempio di quest’anno

Fortemente motivata dall’esigenza interiore di scrivere le cose belle che spesso rimangono celate, in una società dove galleggiano chiacchiere e giudizi senza alcuna possibilità di confronto e di relazione costruttiva, vi racconto la mia esperienza di quest’anno scolastico come docente di sostegno al liceo scientifico statale Ignazio Vian. Un’esperienza dal valore umano ed esistenziale senza precedenti per me e, credo, per molti altri, resa possibile dagli sforzi profusi da un’intera comunità scolastica che si è stretta intorno a una studentessa che, nella sua singolare condizione di disabilità, aveva un desiderio: sostenere l’esame di Stato.

Una semplice richiesta che sarebbe potuta rimanere tale, senza poter essere soddisfatta, se non si fosse attivato un meccanismo virtuoso nel quale ciascuno ha fatto la sua parte: la dirigente scolastica Lucia Lolli, che ha creduto senza tentennamenti nella possibilità di realizzazione di un “esperimento” mai verificatosi prima in Italia e già agli inizi di settembre di questo anno scolastico contattava l’Usr Lazio  che si mostrava senza alcun dubbio disponibile alla soluzione più idonea a soddisfare il legittimo desiderio della nostra studentessa; i suoi stretti collaboratori, i docenti del consiglio di classe, i collaboratori scolastici, una menzione speciale al signor Rinaldo, che durante gli esami ha chiuso la scuola a notte fonda. E poi i compagni di classe, che nella sessione degli orali dedicata alla studentessa hanno sostenuto anche loro gli orali a pomeriggio inoltrato; i tecnici di laboratorio e, infine, ma non ultima, la commissione d’esame, alla quale va tutta la nostra riconoscenza per aver consentito che il “sistema scuola” mostrasse la sua veste più umana, inclusiva e addirittura innovativa nella ricerca di soluzioni adeguate alle necessità di ogni studente.  Nessuno si è tirato indietro; grazie alla sinergia di un gruppo di persone che lavorano per un unico fine, la studentessa ha così potuto sostenere il suo esame di Stato, ottenendo il meritato successo.

Questo successo è stato costruito giorno per giorno con il progetto “Notti al Vian”; infatti, durante l’anno scolastico, l’istituto è stato aperto appositamente la sera per consentire alla studentessa (che si è avvalsa per l’intero percorso liceale di un progetto di istruzione domiciliare) di frequentare nuovamente le lezioni insieme alla sua classe e ai suoi professori. È certo che non abbiamo fatto nulla di eccezionale, non abbiamo di certo mutato le sorti di una vita che combatte per la sua salute e alla quale auguriamo di trovare il suo posto in un mondo ancora troppo poco inclusivo, ma abbiamo ascoltato, accolto, trovato soluzioni per creare inclusione adattando un percorso scolastico alle inconsuete esigenze della nostra studentessa. Abbiamo fatto quello che la normativa prevede: realizzare il successo formativo e il pieno sviluppo della personalità di ogni studente.

Alle 20.30 del 3 luglio, davanti alla commissione d’esame si è chiuso il cerchio; la studentessa ha letto una poesia autobiografica e sostenuto il suo esame. Non è stato un percorso scolastico privo di ostacoli e difficoltà, ma l’emozione che ha accompagnato tutti coloro che hanno creduto a questo apparentemente semplice compimento, restituisce dignità e giustizia, infondendo speranza nella possibilità di una scuola che crede nella relazione e nell’inclusione.

Concludo citando Daniela Lucangeli: «Non esistiamo se non nella relazione, in ogni istante siamo parte di un Noi».

Chiara Luciotto, professoressa

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