19 Marzo, 2024
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Raccolta rifiuti, in arrivo ondata di scioperi degli operatori Ama

I sindacati hanno scritto al Prefetto Piantedosi proclamando lo stato di agitazione. I primi a scendere in piazza dovrebbero essere gli operatori delle aziende

che per conto della municipalizzata effettuano la raccolta differenziata delle utenze non domestiche

A Roma è in arrivo una nuova ondata di scioperi dei lavoratori Ama che si occupano della raccolta rifiuti. I primi a scendere in piazza dovrebbero essere gli operatori delle aziende che per conto della municipalizzata effettuano la raccolta differenziata delle utenze non domestiche (negozi e uffici). I segretari generali della Fp Cgil di Roma e Lazio, Giancarlo Cenciarelli, della Fit Cisl del Lazio, Marino Masucci, e della Fiadel, Massimo Cicco, hanno scritto al Prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, e alla sindaca di Virginia Raggi, proclamando lo stato di agitazione, il passo immediatamente precedente l’annuncio dello sciopero.

“Il 2020 è stato caratterizzato da una difficilissima vertenza sugli appalti, con un’internalizzazione dei servizi che ha portato alla perdita di occupazione per oltre 190 lavoratori – scrivono i sindacati – l’appalto per la raccolta differenziata per le utenze non domestiche era diviso in lotti con durata differente. La prima ondata di licenziamenti ha riguardato i lotti scaduti nel 2020 e, tanto l’internalizzazione quando la riduzione delle somme destinate a questo servizio, furono motivate con l’assenza di adeguate coperture a bilancio”.

Lo scorso 25 febbraio “dopo che l’ennesimo incontro concordato veniva differito a data da definirsi, sempre le scriventi, in assenza delle più basilari informazioni in merito agli accordi intercorsi tra la partecipata e le aziende affidatarie, diffidavano ama dal procedere con affidamenti e appalti in violazione dell’art.8 Del Ccnl Utilialia”.

Cgil, Cisl e Fiadel hanno ricordato il “Mandato politico che, con tanto di presentazioni alla stampa, ha visto l’azionista Roma Capitale chiedere un impegno economico rilevante ad Ama, in particolare sul settore della raccolta porta a porta delle utenze non domestiche” e “le procedure assunzionali dedicate ai lavoratori con esperienza in appalto, unico elemento di mitigazione del disagio sociale causato dai licenziamenti avvenuti nell’anno 2020” che però sono “bloccate da Ama in attesa dell’approvazione dei bilanci 2017-2018-2019 e del piano finanziario”. In questo contesto pesano l’incertezza “in merito alle possibili ricadute occupazionali dei tagli effettuati sui lotti in scadenza che, in base alle poche informazioni disponibili, potrebbero causare fino a 150 ulteriori licenziamenti”, insieme alla “grave decontrattualizzazione del settore” e il “mancato rispetto delle norme contrattuali”. Un somma di cause che hanno portato i sindacati a proclamare lo stato di agitazione e a prefigurare lo sciopero.

(La Repubblica)

 

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