29 Marzo, 2024
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Torpignattara, 5S e FdI fanno cacciare Mustafà.

Prima il decoro

«È stato messo su un treno», dicono dal municipio. Il presidente Giovanni Boccuzzi esulta su Facebook postando la foto dell’uomo. Dal comitato di quartiere: «Era completamente innocuo, ma le sirene populiste delle destre suonano più forte in campagna elettorale»

Poteva piacere o meno, far ridere o preoccupare, ma sostenere che fosse pericoloso è semplicemente disonesto.

A Torpignattara Mustafà lo conoscevano tutti. Impossibile non incontrarlo sull’omonima strada che spacca in due il quartiere, nel quadrante tra l’edicola, la sede del Partito Democratico, il kebabbaro Rodi, la pinseria Pepe Nero e la pasticceria Punjabi. Nella via che meglio riflette i tanti mondi che si intrecciano nel quartiere romano abbracciato a un pezzo di Casilina, Mustafà Fannan era una presenza fissa. Anche perché non aveva altra casa. Così lo si vedeva giorno e notte scherzare alle fermate del 105, atteggiarsi a vigile urbano nel mezzo della carreggiata, chiedere sigarette sui marciapiedi, proporsi per aiutare a scaricare i camion di fronte alla Conad. Sempre in giro, spesso alticcio e con un’energia per certi versi sbalorditiva. Per dare un’idea del personaggio, un periodo gridava «Allah Akbar» per spaventare i passanti più sprovveduti e poi se la rideva.

Non stava simpatico a tutti e la sua esuberanza poteva anche dare fastidio, ma nessuno ha mai assistito o sentito parlare di episodi di aggressività o violenza riconducibili all’uomo.

Nonostante ciò Fannan è finito al centro di una campagna mirata contro la sua presenza in strada. Decoro docet. Il 25 giugno Francesco Figliomeni, vicepresidente dell’assemblea capitolina di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione e segnalato la questione alle autorità di pubblica sicurezza. Il 15 luglio le istituzioni del V municipio hanno discusso del caso con alcuni residenti. Qualche giorno fa il quotidiano Il Tempo ha pubblicato un articolo firmato da Augusto Parboni e titolato a caratteri cubitali: «Mustafà è un incubo, paura a Torpignattara». Il clamore mediatico è cresciuto dopo che il 12 settembre Fannan si è seduto su una macchina dei vigili che presidiavano i lavori di riparazione della tubatura d’acqua esplosa al centro del grande incrocio di via Casilina (evento che ha quasi isolato il quartiere, visto che da giorni non passano né il 105 né il “trenino giallo”, unici mezzi per raggiungere la stazione Termini).

La foto del gesto è stata postata ieri dal presidente del V municipio, il grillino Giovanni Boccuzzi. «Il sig. “Mustafà” che contribuiva al degrado del quartiere anche con atti osceni e infastidiva e a volta impauriva con le sue azioni soprattutto le ragazze del quartiere, ieri è stato fermato dalla Polizia di Stato di zona e oggi è stato accompagnato fuori dalla Capitale con conseguente procedura di espulsione», ha scritto Boccuzzi trionfante. Soddisfazione, prevedibilmente, è stata espressa anche da Figliomeni e dai referenti territoriali del partito di Giorgia Meloni. 5 Stelle ed estrema destra, dunque, uniti nell’entusiasmo per una persona con problemi psichici e di alcolismo, ma comunque innocua per la collettività, presa in carico dalla polizia. Con tanto di fotografia data in pasto ai social da parte di un esponente istituzionale. «Tanto lo conoscevano tutti qui, il problema non è certo la foto», dice Boccuzzi.

Dove sia adesso Fannan non è chiaro.

Sicuramente non al Cpr di Ponte Galeria, dove sarebbe potuto finire per mancanza del permesso di soggiorno. Più probabile l’ipotesi di un daspo, strumento utilizzato a protezione del cosiddetto “decoro urbano”. Dal municipio dicono di saperne poco. «È stato messo su un treno», dice Boccuzzi, secondo cui Fannan avrebbe rifiutato il sostegno della sala operativa sociale e della Asl. «Dormiva per strada, beveva e urinava dove capitava», continua il presidente di municipio che sottolinea come l’intervento sia stato più volte sollecitato da un gruppo di cittadini. Ad ascoltare le voci che circolano in quartiere, però, quel gruppo sarebbe composto principalmente da sostenitori di Fratelli d’Italia.

«È vero che faceva pipì per strada, ma era un clochard: è un problema di povertà non di ordine pubblico – dicono dal comitato di quartiere I Love Torpigna – Mustafà poteva suscitare timore ma non ha mai usato violenza. Si era ritagliato il personaggio del matto del quartiere, forse per trovare una sua dimensione, ma era assolutamente inoffensivo. Ci risulta anzi che abbia aiutato una ragazza in una situazione di difficoltà». I cittadini impegnati nel comitato che si spende quotidianamente a favore del territorio raccontano come Fannan nel corso del 2019 avesse intrapreso un percorso di disintossicazione dall’alcol, anche grazie al loro interessamento. Dalla comunità di recupero era uscito lucido e tranquillo, ma quando non si ha una casa, né un lavoro, né alcuna forma di stabilità è facile ricominciare a bere. Anche perché la richiesta che gli fosse assegnato un tutor per gestire la fase di fuoriuscita dalla struttura non aveva avuto risposta.

«Nessuno nega che sarebbe meglio se avesse un tetto, soprattutto per lui – continuano dal comitato di quartiere – Ma cacciarlo così, senza alcun processo di accompagnamento

nel recupero della persona, non è quello che ci saremmo aspettati da una persona che rappresenta l’ente di prossimità. Così si cede soltanto alle sirene populiste delle destre, che come al solito sotto campagna elettorale suonano più forte».

Tolto di mezzo il signor Fannan è da vedere cosa ne sarà delle altre persone, italiane e straniere, che con l’uomo trascorrevano pomeriggi e sere nei capannelli di via di Torpignattara. Hanno meno parlantina e una minore tendenza a mettersi in mostra, ma è facile immaginare che la loro presenza infastidisca comunque chi vede nella marginalità o nel disagio sociale un attentato al decoro. Chissà se qualcuno ha intenzione di “mettere su un treno” anche loro.

(dinamopress)

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