20 Aprile, 2024
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Ponte o tunnel, ora il governo riparte sullo Stretto di Messina

Sarà finanziato uno studio per valutare le opzioni di collegamento stabile dopo lo sblocco della Salerno-Reggio Calabria veloce e l’accelerazione della Catania-Messina-Palermo

Ora che il governo Conte – con il premier e con la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli – si è intestato il progetto del completamento dell’Alta velocità di rete-Avr (reintitolato #italiaveloce) con l’avvio del progetto della linea ferroviaria veloce Salerno-Reggio Calabria e l’accelerazione del progetto della Catania-Messina-Palermo, era ineludibile che si sciogliesse anche l’ultimo nodo restante sulla rete, quello del collegamento stabile, ferroviario e autostradale, fra Calabria e Sicilia sul Ponte dello Stretto.

Nuovo progetto di fattibilità

A ore – se non è già accaduto alla fine del Consiglio dei ministri notturno che ha esaminato il decreto legge semplificazioni e l’allegato Infrastrutture al Def contenente il piano delle opere prioritarie del governo – il premier e la ministra daranno l’annuncio della decisione di procedere con un nuovo progetto di fattibilità tecnico-economica (e anche ambientale) che metta a confronto le diverse opzioni possibili per l’attraversamento dello Stretto: ci sarà inevitabilmente il vecchio progetto del ponte a campata unica della società Stretto di Messina, per cui è ancora in corso un contenzioso con il general contractor Eurolink; ci sarà quasi certamente un nuovo progetto di ponte a più campate; rispunterà anche l’ipotesi del tunnel o dei tunnel subalvei.

Sono pronti una cinquantina di milioni di euro per decidere quale sia la soluzione più opportuna per garantire la realizzazione dell’anello mancante nel disegno di mettere nella rete dell’Alta velocità l’intero Paese.

Accelerazione su due fronti

Il rilancio sullo Stretto di Messina suonerà a molti anche come una prova dell’accelerazione che il premier vuole imprimere ai programmi infrastrutturali del suo governo. E di quelli per lo sviluppo del Mezzogiorno, in particolare. Una conferma che sulla doppia partita delle grandi opere e del Mezzogiorno il premier fa sul serio.

Conte per altro incontrerebbe il favore di una larga parte del M5S a questa scelta che risulterebbe digeribile – messa in termini di Alta velocità di rete – anche al Partito democratico, contrario all’opera quando fu proposta e progettata dai governi Berlusconi e dalla società Stretto di

La cautela politica impone di dire che nulla sarà effettivamente deciso fino al confronto che sarà innescato (anche con un procedimento di dibattito pubblico) dal progetto di fattibilità, ma il cambio di marcia è evidente.

(Il Sole24Ore)

 

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