23 Aprile, 2024
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CERVETERI FILM FESTIVAL, SECONDA EDIZIONE: TIRIAMO LE SOMME

di Marco Feole

Giunti ormai alla conclusione di questa seconda edizione, proviamo a tirare le somme sul Cerveteri Film Festival, che come lo scorso anno ha visto protagonista la pellicola. Da giovedì 22 a domenica 25 novembre sono stati quattro giorni di proiezioni, incontri con gli addetti ai lavori, e dibattiti alternati tra l’Aula Consiliare del Granarone e il Cinema Moderno, il tutto come l’anno precedente secondo la direzione artistica del critico e giornalista Boris Sollazzo.

La pellicola appunto, il desiderio di unire la magia del Cinema come si faceva una volta a quella delle bellezze uniche della città. Questo l’intento, come più volte anche dichiarato dal sindaco Pascucci. In questa occasione però, si è voluto anche ricordare, celebrare ma soprattutto dedicare l’intero evento a Giuliano Gemma. Un attore e un amico di Cerveteri, soprattutto negli ultimi anni di vita, dove aveva continuato a coltivare molte delle sue passioni, una su tutte oltre il Cinema, quella della scultura.

L’apertura del Festival dunque è stata tutta dedicata a lui. Giovedì 22 si è aperto subito dopo la presentazione del concorso internazionale dei cortometraggi, con la proiezione in pellicola de “Il prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri alla presenza di Baba Richerme, giornalista e seconda moglie dell’attore.

Venerdì 23 è stata invece la volta di uno dei più importanti cineasti del nostro paese, Giuliano Montaldo. Del quale è stata presentata una versione restaurata meravigliosa dalla cineteca di Bologna di “Sacco e Vanzetti”, senza alcun dubbio una delle sue opere migliori, con protagonista l’immenso Gian Maria Volontè, nonché film noto per le stupende musiche firmate da Ennio Morricone, che proprio quest’anno ha compiuto 90 anni. Alla proiezione era atteso anche lo stesso Giuliano Montaldo, che alla fine purtroppo per motivi di salute non ha potuto partecipare, ma ha voluto lo stesso lasciare un messaggio agli spettatori. E’ stato un vero peccato vedere però la sala con pochi spettatori, figlia senza dubbio di una scarsa “pubblicità” in relazione invece all’importanza dell’evento. Nella stessa giornata, in serata è stato il momento di uno dei premi principali di questo Cerveteri Film Festival, quello dedicato a Luca Svizzeretto, giovane giornalista cinematografico purtroppo prematuramente scomparso. E quest’anno dopo la premiazione lo scorso anno per Nicola Nocella è stata la volta di un giovanissimo attore, Guglielmo Poggi che all’inizio di quest’anno è stato protagonista insieme a Sergio Castellitto di una divertente e grottesca commedia, “Il tuttofare”. La chiusura della giornata affidata ancora a Montaldo e al suo “L’industriale.”

Sabato 24 sempre in Sala Consiliare è arrivato il momento di Valerio Zurlini, e del suo “Il deserto dei tartari”, e subito prima “Un uomo in ginocchio” di Damiano Damiani. Mentre nel pomeriggio dello stesso sabato, l’attenzione si è spostata al Cinema Moderno con “L’ultimo capodanno” film di Marco Risi, che ha fatto poi da apripista all’ultimo film di Filippo Bologna “Cosa fai a capodanno?”, in cui c’è stata l’occasione davvero notevole, vista l’importanza, di incontrare un attore italiano di enorme spessore per il Cinema e il Teatro come Alessandro Haber. Tralasciando il film in questione che a parer mio lascia tremendamente a desiderare, classificandolo come uno dei peggiori film italiani degli ultimi anni, la possibilità di incontrare però e conoscere un attore dal calibro di Haber è stata davvero un’occasione unica.

La chiusura, ovvero domenica 25 è stata quasi del tutto dedicata a una autrice italiana. Costanza Quatriglio, che grazie alla cineteca di Bologna ha presentato “L’isola” e in serata sugli schermi del Cinema Moderno invece “Sembra mio figlio” suo ultimo film, presentato tra l’altro all’ultimo Festival di Locarno. Nel pomeriggio non è mancato l’inevitabile omaggio a Stan Lee, il “padre” dei supereroi. Omaggiato con una doppia proiezione, discutibile sempre a parer mio, de “L’uomo ragno” e de “L’uomo ragno colpisce ancora” rispettivamente del 1977 e 1978. Talmente brutti, che io personalmente li avevo quasi rimossi. Il concorso internazionale dei cortometraggi ha trovato anche la sua conclusione, con la premiazione ufficiale, che davanti una giuria di sole donne ha visto ricevere i premi per le rispettive categorie.

“Promuovere il grande cinema valorizzando allo stesso tempo il nostro Patrimonio storico, artistico e culturale” ha dichiarato Federica Battafarano, Assessora alle Politiche Culturali del Comune di Cerveteri. “Questo è l’obiettivo del Cerveteri Film Festival, una rassegna che vogliamo diventi un appuntamento fisso dell’offerta culturale della nostra città”.

Il Cerveteri Film Festival è sostenuto dal MIBACT, Regione Lazio e comune di Cerveteri.

Quello che vorrei aggiungere io personalmente è che un Festival del Cinema a Cerveteri, che era una città che fino a poco più di un anno fa purtroppo non aveva più nemmeno una sala, per le cause che ormai purtroppo conosciamo bene tutti, è un evento meraviglioso che andrebbe nel corso del tempo davvero difeso e fatto crescere. E lo è non solo per me che amo follemente questa Arte.

Come è bellissima l’idea di dedicare un Festival alla pellicola, un modo romantico, stupendo, forse un po’ limitante visti i mezzi a disposizione a volte, o il tempo che viene utilizzato per organizzare il tutto. E tutto questo secondo me, se lo si fa per amore del Cinema, merita rispetto proprio per quest’ultimo.

A mio avviso andrebbe rivisto anche il periodo, forse tra ottobre e novembre non è proprio il momento ideale. Considerando che durante l’estate, momento in cui le produzioni cinematografiche quasi si fermano, nel periodo in questione invece riprendono piede, comportando questo ad una sala ad esempio come il Cinema Moderno a rinunciare a quattro giorni di proiezione regolare. Che per un mono sala così, non è proprio un dettaglio. E allora magari rivedere proprio il periodo estivo come momento ideale, anche in relazione a tutto quello che una manifestazione così può offrire se fosse dedicata in parte anche all’aperto, soprattutto in termini di affluenza di persone, che creano partecipazione e dibattito, alla base dell’Arte cinematografica.

Dare anche una certezza nel tempo. Mi spiego meglio. Quest’anno fino a pochissimo tempo prima dell’inizio non si sapeva nemmeno se questa seconda edizione ci sarebbe stata. Poi per fortuna all’improvviso questa opportunità si è concretizzata, ma non con pochi problemi. Organizzare una manifestazione cosi, in pellicola, complessa, piena di eventi e incontri, merita del tempo, merita l’attenzione dovuta ed è chiaro che se non si vuole andare a discapito della qualità tutto questo deve essere definito molto tempo prima. E forse con onestà capire che se non si ha il tempo necessario a volte è meglio lasciar stare, sempre per il concetto di rispetto, che citavo prima.

Avrei evitato ad esempio di trasformare una cerimonia di chiusura e ogni singola presentazione da parte del Direttore artistico Boris Sollazzo, in un auto-celebrazione dell’evento. Ringraziando in continuazione chi a detta loro si è fatto in 3 per riuscire in tutto questo. Quello che è sicuro, è che a differenza della serata di sabato, nel complesso sicuramente questa seconda edizione non è stato un successo di pubblico. Ma sinceramente con il poco tempo che si è avuto a disposizione e con lo scarso preavviso e presentazione della manifestazione, non ci si poteva aspettare di più. Il lavoro paga sempre, e mai come in questo caso ne è la testimonianza in senso negativo. Soprattutto dimostrare obbiettività in quello che si dice, perché ribadire in continuazione il pesante lavoro che si è fatto e dichiarare da parte del Sindaco Pascucci, il quale ha dedicato meno tempo a detta sua al tutto, che questa edizione è venuta anche meglio della precedente, non rispecchia la realtà. E non la rispecchia ancora di più quando lo si dice davanti ad uno scarso numero di spettatori. Ecco lascerei a loro, anche se pochi, decidere cosa è stato meglio. Dimostrare onestà nel dire che forse qualche buco nell’organizzazione c’è stato, aiuterebbe a fare meglio e a crescere davvero.

Detto questo non voglio certamente dire che sia stato fatto un cattivo lavoro da parte degli organi competenti, ma che hanno lavorato sicuramente al meglio aiutati anche grazie e SOPRATTUTTO aggiungo io, dallo stesso Cinema Moderno e da altre persone con estrema competenza, che magari in questi giorni non hanno trovato risalto con i loro nomi. Ecco io il mio personale applauso lo faccio a loro! Grazie a Isabella Della Longa e Mario Giuffrida proprietari di un sogno chiamo Cinema Moderno. Valentina Innocenti, scrittrice e sceneggiatrice che anche lei con la sua passione e competenza ha lavorato dietro a questo progetto. In loro, ho visto l’amore e la passione, per “lavorare” a servizio del Cinema, con rispetto dello spettatore.

Pensare, scrivere e organizzare qualcosa magari nel corso dell’anno aiuterebbe tutti a lavorare meglio, e anche a presentarsi meglio. Preparando il pubblico a quello che verrà. Perché sono esattamente loro poi l’anima di un Festival del Cinema.

Aiuterebbe poi soprattutto a celebrare davvero qualcosa che merita rispetto. Rispetto che il Cinema e l’Arte in generale si è conquistato negli anni, e che speriamo il Cerveteri Film Festival, nella sua splendida cornice, possa essere e diventare uno dei suoi maggiori paladini.

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