28 Marzo, 2024
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Cinema da Camera – 11. LA PAROLA AI GIURATI del 1957 Sidney Lumet

di Marco Feole

 

Non che fino ad ora non abbiamo citato e ricordato in questo nostro cammino sul “Cinema da Camera” perle rare. Ma questo è proprio quel caso, e quindi torniamo a parlare di un autentico capolavoro del genere.

La parola ai giurati di Sidney Lumet.

Sidney Arthur Lumet, regista, produttore cinematografico e sceneggiatore statunitense, qui alle prese con il suo primo lungometraggio. Interpretato dal suo amico Henry Fonda con il quale girerà poi cinque film, la pellicola mette in scena la violazione dei diritti civili e il razzismo. Ottenendo diversi riconoscimenti tra cui l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e la nomination all’Oscar per la regia.

Dodici giurati stanno decidendo se condannare o assolvere un ragazzo accusato d’omicidio per rapina. In un primo momento tutti sono convinti della colpa del giovane ma poi, man mano, uno dei dodici, quello più calmo e riflessivo, riesce a convincere gli altri che non ci sono indizi sufficienti per sentenziare un verdetto che parli di colpevolezza.

La grandezza del film di Lumet a distanza di anni, dopo oltre mezzo secolo, sta nel reggere ancora oggi intatte le sue caratteristiche attuali e moderne. Un esercizio di arte cinematografica davvero grandioso. La pellicola manifesta la sua natura teatrale, fatta eccezione per tre minuti suddivisi tra l ‘inizio e la fine e due scene girate in una sala da bagno. Il film è interamente girato in un solo set. Un’unica stanza, quella in cui si riunisce la giuria. Sono 95 minuti, 12 uomini e nessun nome. All’imputato ci si riferisce con “il ragazzo”, il testimone come “il vecchio” e “la donna dall’altra parte della strada”.

Lumet è un mago nel gestire il tutto usando solo la forza delle parole, dai dialoghi e dalla prova attoriale di un cast leggendario.  Un esordio alla regia senza tempo. Intrattiene, tiene alta l’attenzione senza annoiare mai, senza nemmeno permetterti di distrarti. Doti comuni a registi già citati da queste parti.

La potenza della sceneggiatura e una regia che rasenta la perfezione, danno vita ad una autentica perla del genere. Che ci rende fortunati ogni volta abbiamo la possibilità di rivedere.

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