25 Aprile, 2024
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Cinema da Camera – 8. SKYLIGHT del 2015 Stephen Daldry

 di Marco Feole

Stephen Daldry regista tra gli altri già di Billy Elliot e The Hours, porta letteralmente in questa occasione il teatro al Cinema. E lo fa davvero.

Sono lontani i ricordi di quando in passato si poteva assistere ad una piece teatrale su un canale televisivo, oltretutto ben girata e recitata. Daldry fa esattamente questo, e lo porta al Cinema, sul grande schermo, insieme ad un testo di estrema qualità firmato David Hare.

E’ sera e siamo a Londra. Kyra Hollis è un insegnante che si vede arrivare nel suo appartamento Edward, il figlio di Tom che fu suo amante e che lei lasciò una volta che la moglie di lui scoprì la loro relazione. Poco dopo l’uscita di scena di Edward, sarà proprio il ricco ed ex amante di Kyra a giungere, avendo trovato il coraggio di rivederla.

Un risultato interessante, un testo attuale, e due personaggi in scena che riflettono speranze, e sentimenti di vita vissuta. Lui inconsapevolmente forse, complice l’età, si ritrova a giudicare spesso senza rendersene conto, lei prova ancora qualcosa per lui di non definito. Due caratteri opposti. Per lui tutto esiste in funzione di se stesso, lei vive un rapporto opposto con la società, dove aumentano le persone in difficoltà, e che lei sente il bisogno di aiutare.

Quello a cui assistiamo è un vero e proprio spettacolo teatrale ripreso live con tanto di pubblico in sala, oltre che un interessante intervista dell’autore.  La bravura di Daldry nell’usare ed esaltare le espressioni condite dai gesti dei protagonisti è la vera operazione dietro a tutto. Lo fa usando e sfruttando il mezzo cinematografico che permette a tutti noi di carpire ciò che uno spettatore seduto su una poltrona del teatro non può fare. Il risultato finale è un unico ottimo spettacolo che nasce dalla fusione di due spettacoli diversi.

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