24 Aprile, 2024
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Ladispoli. Ancora una volta facciamo chiarezza sulla questione FLAVIA – ACEA

Nonostante in questi giorni alcuni esponenti politici locali si stiano lanciando in fantasiose interpretazioni e roboanti proclami sul futuro della gestione del servizio idrico a Ladispoli, la situazione è chiara e così va rappresentata. Il nostro Comune combatte da diversi anni una battaglia legale per opporsi ad un assurdo obbligo di legge che ci costringerebbe ad entrare obbligatoriamente in ATO2 (Ambito Territoriale Ottimale 2 di Roma e provincia) gestito da ACEA, ed è inutile spendere altre parole su quanto questo provvedimento ci penalizzerebbe. I nostri ricorsi, presentati in associazione con altri comuni,  sono stati diversi e, purtroppo, il loro esito non ci è mai stato favorevole. Lo scorso luglio, non appena insediata la nuova amministrazione, abbiamo giocato l’ultima carta presentando una richiesta di revocazione contro la sentenza del consiglio di stato che, in ultimo grado, ci condannava ad aderire ad ATO2. Un tentativo che può apparire velleitario ma che abbiamo voluto fare perché poteva consentirci di guadagnare tempo tenuto conto che, nel frattempo, qualcosa sembrava stesse cambiando a livello normativo e che una nuova attenzione al problema si avvertiva a livello regionale e nazionale. Nel frattempo non siamo stati fermi quanto ad interventi sul sistema idrico, investendo per migliorare infrastrutture e servizi, con la realizzazione del dearsenificatore, con la programmazione del secondo pozzo, con interventi sulla rete, su quella fognaria e sul depuratore. Ciò non solo ha consentito che a Ladispoli non vi fossero interruzioni nell’erogazione dell’acqua, mentre nei comuni gestiti da ACEA si assisteva al razionamento, ma ci mette anche nella condizione di avere un sistema efficiente, per un periodo più lungo possibile, nel caso in cui fossimo condannati in via definitiva ad aderire ad ATO2. E’ noto infatti che gli scarsi, a volte inesistenti, investimenti sul sistema idrico sono il vero problema che porta con se la gestione ACEA, basti guardare, ad esempio, la mancanza di un depuratore nella frazione della vicina CERI o il malfunzionamento cronico di quelli di Cerenova e Campo di Mare.

Ma ritorniamo alla vicenda politico-legislativa: lo scorso novembre il presidente Zingaretti ha improvvisamente aperto alla costituzione di nuovi ambiti territoriali su base idrografica, così come prevede la legge, e ciò ha immediatamente generato in noi la concreta attesa di poter essere gli artefici del nostro futuro in una gestione del servizio idrico in associazione con i comuni del nostro bacino. Per sfruttare al meglio l’opportunità, personalmente mi sono fatto promotore di una mozione nella quale si chiedeva alla Regione di definire, di concerto con i comuni, una pluralità di ambiti territoriali ottimali su base idrografica e di impedire il passaggio forzato in ATO2, mozione che è stata votata all’unanimità dal nostro Consiglio e che è stata subito diffusa a moltissimi comuni interessati. Lo scorso 6 febbraio nuova iniezione di fiducia per la pubblicazione di una delibera nella quale, in applicazione della legge, la Regione Lazio ridefiniva gli ambiti territoriali creandone uno aggiuntivo e ridistribuendo l’appartenenza di alcuni comuni, dimostrando di fatto che era possibile prendere in considerazione, sebbene per altre aree, le nostre richieste.

Poi la doccia fredda: inaspettatamente, circa 15 giorni fa, abbiamo ricevuto dalla Regione Lazio l’invito a confluire in ACEA-ATO2 pena l’immediato commissariamento. Per chi non è addetto ai lavori bisogna precisare che con il commissariamento il nostro destino sarebbe segnato e ci priverebbe di qualsiasi potere contrattuale nei confronti di ACEA nel trasferimento degli impianti e delle infrastrutture, il cui valore che dovrebbe esserci riconosciuto all’atto del passaggio.

Non vogliamo credere che gli annunci e gli atti del presidente Zingaretti siano stati dettati da esigenze di campagna elettorale e per questo gli abbiamo immediatamente chiesto un incontro per discutere del repentino cambiamento di direzione della Regione e per cercare una soluzione politica alla vicenda. Nello stesso tempo abbiamo formalmente risposto all’ufficio regionale che ci ha sollecitati, interrompendo di fatto i termini per il commissariamento. Inoltre, abbiamo subito attivato i nostri legali che, di concerto con altri comuni nella stessa situazione, hanno rafforzato la nostra posizione sulla richiesta di revocazione ancora pendente al consiglio di stato e stanno valutando di intraprendere altre azioni che possano tutelarci.

Di tutto ciò saranno informati ancora più in dettaglio i capigruppo consiliari di maggioranza ed opposizione, in un incontro fissato per l’11 maggio, affinchè ognuno abbia la possibilità di far sentire la propria voce attraverso il proprio gruppo politico regionale a sostegno delle ragioni del nostro Comune.

Qualora ce ne fosse bisogno, voglio infine ribadire che continueremo ad opporci in tutti modi all’esproprio della gestione del nostro servizio idrico, ricorrendo ad ogni mezzo e avendo come obiettivo quello del mantenimento della sua gestione in ambito comunale, precisando che da quando si è insediata la nuova amministrazione, non ci sono mai state trattative con ACEA, né ci sono stati contatti per arrivare ad un accordo sulla gestione congiunta.

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