Riceviamo e pubblichiamo:
Cinque anni fa esisteva la Regione degli scandali, del deficit e della sanità allo sfascio. Il settore della mobilità pubblica era allo sbando, tutte le aziende partecipate a rischio fallimento e un sistema di spesa fuori controllo: era la Regione più in crisi del Paese. Quella Regione non c’è più. Il Lazio è cambiato. Oggi la Regione Lazio è la seconda istituzione italiana per utilizzo dei fondi europei, mentre al nostro insediamento era all’ultimo posto. È stata approvata la legge regionale sulle politiche sociali e quella sul rilancio della Protezione Civile, che ha permesso di intervenire con prontezza ed efficacia in occasione del tragico terremoto che ha colpito Amatrice e Accumuli.
Dopo quasi cinque anni possiamo dire che la Regione Lazio è un ente risanato: i conti sono migliorati e la sanità è uscita dal commissariamento. La flotta dei treni regionali è stata rinnovata, così come il parco mezzi della Cotral. Abbiamo proceduto alla messa in efficienza della macchina amministrativa con la centrale unica degli acquisti, che ha consentito un risparmio di oltre 600 milioni di euro, e abbiamo accorpato molte aziende pubbliche, tagliando le poltrone e i costi di gestione, senza toccare un solo posto di lavoro.
Il pagamento dei debiti verso le imprese è stato saldato: 9,8 miliardi di euro alle imprese fornitrici in 2 anni. I tempi di pagamento ai fornitori sono stati ridotti: nel 2012 la Regione pagava a 254 giorni i fornitori del comparto sanitario e a 1000 giorni gli altri. Oggi quei tempi si sono accorciati, rispettivamente a 30 e 60 giorni.
Questi sono solo alcuni degli obiettivi raggiunti, che abbiamo raccolto nella brochure che trovi allegata alla newsletter. Condividi questo materiale informativo con un amico per aiutarci a far conoscere i risultati conseguiti in questi anni dall’Amministrazione Zingaretti. Invitalo ad iscriversi alla newsletter per ricevere maggiori notizie sui progetti, le iniziative e i bandi della Regione Lazio. Sono tanti fatti concreti con cui ci presentiamo davanti ai nostri cittadini per chiedere un secondo mandato e continuare il lavoro intrapreso.