28 Marzo, 2024
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Canale Monterano, sbarramento guado del fiume Mignone, Stefani: “Subito ricorso alle sedi competenti per chiedere annullamento”

“Stiamo mettendo a punto un ricorso nelle sedi competenti per chiedere l’annullamento di un provvedimento che penalizza la gestione del nostro territorio”. E’ quanto annuncia Angelo Stefani, sindaco di Canale Monterano, in merito al provvedimento disposto dall’ Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo che ha portato il 2 dicembre alla chiusura della strada di Ponte Antico all’altezza del guado del fiume Mignone all’interno dei territori dell’Università Agraria di Canale Monterano.

“Se l’Ardis, alla base del provvedimento, richiama motivi di sicurezza – sottolinea Stefani – non si capisce perché il guado di Ponte Antico è l’unico ad essere stato sbarrato con grossi massi, mentre restano del tutto privi di protezione altri transiti tra i quali anche quello dove in passato si è registrato un incidente, a seguito di una piena improvvisa, nel quale sono morte due persone. Dopo un lungo contenzioso – dice ancora Stefani – la strada era stata resa transitabile, ma oggi il provvedimento, di fatto taglia in due il territorio comunale, impedendo anche eventuali azioni di protezione civile, ambientale e di pronto soccorso.

Da non sottovalutare poi la strada che, da sempre costituisce un transito in un territorio che, pur essendo stato inserito dal 1993 nella Riserva Monterano, è e resta un patrimonio dell’Università Agraria di Canale Monterano, gravato da usi civici. La strada collega, da sempre, il territorio di Canale con quello di Vejano. Oggi si impedisce l’accesso alla località denominata Le Crete, collocata in territorio di Vejano, di butteri/lavoratori che risiedono a Canale Monterano e che lì lavorano, costretti ora a dover fare un lungo e tortuoso percorso di moltissimi chilometri per andare a lavorare, dovendo passare per Montevirginio, Oriolo e Vejano, a fronte dei 500 metri fatti finora. Anche i mezzi agricoli dovranno percorrere circa 25 chilometri e impiegare oltre due ore di viaggio per raggiungere una azienda agricola nella quale si allevano vacche allo stato brado. Con la stagione invernale l’azienda avrà inevitabili ripercussioni gestionali, economiche e si vedrà costretta al licenziamento del personale e alla vendita di gran parte del bestiame. Questo – dice ancora Stefani – è inaccettabile. Come amministrazione comunale riteniamo arbitrario il provvedimento e per queste ragioni stiamo predisponendo un ricorso alle sedi competenti. La Riserva – sottolinea ancora Stefani – integra i valori ambientali con quelli dell’economia rurale e delle tradizionali attività agro-silvo-pastorali. Di contro, essa non può costituire continuo ostacolo per l’allevamento del bestiame allo stato brado, per l’esercizio degli usi civici e delle attività rurali tipiche di queste terre. L’accanimento dimostrato con lo sbarramento di un solo guado tra i tanti del fiume Mignone mette in evidenza – commenta il sindaco di Canale Monterano – che sono stati adottati due pesi e due misure.  Sono stato tra i fautori della Riserva – conclude Stefani – ma ribadisco che essa deve necessariamente coniugare il ruolo di salvaguardia del territorio con la permanenza di attività economiche quali quelle dell’allevamento, dell’agricoltura, del turismo e soprattutto delle secolari consuetudini della popolazione legate all’allevamento e alla conduzione agro-silvo-pastorale che hanno permesso il mantenimento di un territorio e la sopravvivenza della collettività”.

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