10 Dicembre, 2025
spot_imgspot_img

Giornale del Lago e della Tuscia edito dall'Associazione no-profit "L'agone Nuovo". Per informazioni su pubblicità e le nostre attività: 339.7904098 redazione@lagone.it

Blog Pagina 4588

Col progetto I-Scope Cerveteri diventa “smart”

Si è svolto a Tartu, in Estonia, il 6° meeting internazionale di ‘Complex Challenges, Innovative Cities’ (CCIC), il progetto europeo che coinvolge 14 Istituzioni locali di 10 Paesi dell’UE con lo scopo di promuovere le ‘best practice’ in materia di innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico. Al centro dell’incontro, il coinvolgimento della società civile nei processi di innovazione nel settore pubblico.

Il Comune di Cerveteri si è reso protagonista dell’evento grazie alla Regione Lazio che, attraverso l’agenzia regionale Bic Lazio, ha illustrato come buona pratica il progetto pilota realizzato nel quadro dell’I-SCOPE, un acronimo per ‘Interoperable Smart City services through an Open Platform for urban Ecosystems’. Si tratta di un’iniziativa europea che ha l’obbiettivo di sviluppare le cosiddette ‘smart city’.
Il progetto che coinvolge il Comune di Cerveteri intende fornire, attraverso una piattaforma informatica aperta basata su un modello 3D del territorio urbano (3D City GML Model), servizi intelligenti a favore dei cittadini. Gli ambiti di applicazione sono tre: ottimizzare l’efficienza energetica da fonti rinnovabili, migliorare la mobilità e l’inclusione sociale, ridurre l’inquinamento acustico.

“La Regione Lazio – ha illustrato Lorenzo Croci, assessore allo Sviluppo sostenibile del Comune di Cerveteri – ha svolto nel nostro territorio delle rilevazioni che hanno permesso di realizzare delle banche dati aggiornatissime che serviranno per la lavorazione di importanti dati. Per esempio, studiando le struttura e l’ubicazione degli edifici, è possibile calcolare il potenziale di energia solare nel territorio di Cerveteri, in vista della realizzazione di impianti fotovoltaici”.

“Siamo molto orgogliosi – ha proseguito Croci – che la Regione abbia scelto Cerveteri come esempio di città che sostiene la ricerca tecnologica a favore della sostenibilità. Di questo vorrei ringraziare in primo luogo l’Assessore regionale Guido Fabiani, oltre che la Bic Lazio. Come sempre, la nostra città sarà disponibile alle nuove sperimentazioni che puntano a realizzare servizi più efficienti per il cittadino, ad ottimizzare le risorse per uno sviluppo realmente sostenbile”.

“La partecipazione della Regione Lazio al progetto CCIC si sta rivelando preziosa in quanto consente un confronto costante e attivo con le buone pratiche di molti altri enti locali europei in materia di promozione dell’innovazione – ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani –. In particolare trovo molto importante quanto si sta realizzando a Cerveteri con I-Scope perché è il segno tangibile di come, con l’impegno fattivo degli enti locali si possa fare innovazione a vantaggio dei cittadini e rendere sempre più concreto l’obbiettivo di trasformare i nostri centri urbani in smart city”.
Nell’ambito del progetto CCIC, la Regione Lazio parteciperà nei prossimi mesi alle “Deep Delegation” che si terranno in Danimarca e nei Paesi Bassi, dove verranno approfondite le buone pratiche in tema di ‘green economy’ e cooperazione tra Università, imprese e pubblica amministrazione.

Musica. Il video “Alla fine” di Renato Zero girato al Castello Odescalchi

Renato Zero inventa un altro triangolo passionale. E questa volta a fare da cornice a questo gioco degli equivoci è il Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano, in cui molti incesti furono consumati. Il video clip dell’ultimo singolo del “Re dei Sorcini”, “Alla fine”, è stato girato proprio qui, nella meta scelta da Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker e da Tom Cruise e Katie Holmes per i loro matrimoni. Nulla di migliore di un posto che ha accolto, e nascosto, tra le sue mura intrighi amorosi a volte anche intrisi di sangue.

Gli attori, protagonisti di questo tradimento consumato alle sue spalle, sono Euridice Axen e Andrea Preti. Renato mette in scena qui una storia d’amore della serie “io, lei, l’altro”, in cui domina la passione ardente di una seduzione ammaliatrice e traditrice, che provoca la rabbia e l’offesa per un orgoglio ferito, il risentimento per un tradimento che sarà fatale, nella disperazione del doversi rassegnare alla perdita di quello che sembrò un amore profondo. All’inizio rancore, dolore, una rabbia cieca, una voglia quasi di vendetta per riscattare l’umiliazione subita, poi la lucidità porta a trovare spazio per quello che, se non è perdono, o si avvicina molto ad esso o comunque è una conquista superiore alla perdita: la speranza. Alla fine quello che conta è l’amore, per questo artista che sta portando in giro in tutto il mondo il suo “Amo tour, capitolo II” (oltre 300mila spettatori in più di 48 date in tutta Italia), nella costruzione della “sua” favola, che non poteva che fare tappa in questo posto idilliaco e suggestivo, da favola appunto, del Castello Orsini-Odescalchi.

E così, prima che cali il sipario, come canta, trova posto dentro sé per un po’ di quiete e riposo dal tedio, dall’astio provocati dal dolore di questo triangolo amoroso di cui è vittima. E nonostante “la fine sia inaccettabile ed insopportabile”, se si è vissuto con intensità e passione il proprio sentimento, quello che è stato avrà comunque un valore aggiunto, sarà qualcosa di raro “che molti non sapranno cos’è”. Certo “la passione non giustifica tutta l’assurda violenza”, ed al mondo d’oggi ce n’è molta. Quante storie finite nel sangue, vicende di mogli, fidanzate, compagne, massacrate di botte, ridotte in fin di vita o che l’hanno persa a causa di mariti, padre-padroni, possessivi, ossessivi, che non sopportano che venga detto loro “no”, di essere rifiutati dalle propri donne, che sono “solamente loro” e di nessun’altro. Per questo quella di Renato Zero è una favola moderna, non sempre a lieto fine, ma comunque che resta lì, come il Castello Orsini-Odescalchi, a ricordarci di non dimenticare mai quello che è stato il nostro passato, i nostri affetti, poiché costituiscono quello che siamo oggi. Per guardare verso il futuro con occhi diversi, migliori, verso un mondo in cui regni più pace, più amore, più solidarietà, più sentimento.

E la lezione non manca: “si arriverà alla fine e fine sia purché ci resti speranza”. La speranza di aver vissuto pienamente, intensamente e completamente i nostri sentimenti. A rischio della propria vita; tra chi per interesse è pronto a pugnalarci alle spalle e tradirci, regna un amore, reale o recitato, in cui per esso si può morire e in nome di esso si può uccidere, poiché sa essere un veleno dolce quanto amaro. Una trovata geniale, che sa mostrare questa sfaccettatura dell’amore in maniera originale, unendo passato e presente, antichità e modernità. In cui si grida il rispetto per la propria dignità, pensando che non tutta l’umanità sia perduta e che resti un po’ di rimorso nella lacrime, che si spera sentite e non recitate. Per non sentirsi vuoti dentro, ma ricchi, come gli interni delle stanze del Castello, non di mobili od oggetti futili, ma di emozioni e sensazioni che fanno battere il cuore.

Renato Zero mostra, una volta di più, in questo video “in costume” diretto da Alessandro D’Alatri, la sua maestria da attore, oltre che di cantante. Con intensità espressiva, sa essere serio, austero e un po’ brutale, nel guardare in faccia la realtà e dirla con una schiettezza, al tempo stesso diretta, dolorosa e cruenta. Non fa sconti, ma sa ritrovare anche la tenerezza della saggezza e della maturità.  In questo teatro della vita messo in scena da Renato Zero, il Castello aggiunge un altro tassello importante alla sua artisticità per “conservare, diffondere, salvaguardare e trasmettere le opportunità educative racchiuse” al suo interno.

Barbara Conti

Regione. In Commissione Politiche Sociali arriva l’ok per il Garante dei Rifugiati

La commissione Politiche sociali e Salute, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), ha terminato l’esame dell’articolato della proposta di legge n.87, di iniziativa della Giunta, mediante la quale si intende istituire nel Lazio il ”Garante dei diritti dei rifugiati e delle persone bisognose di protezione internazionale o umanitaria”.

Si tratta di una figura di supporto alle attività regionali di prima accoglienza, che non avrà alcun budget economico a disposizione, se non il supporto logistico degli uffici e la facoltà di visitare i centri di accoglienza, vigilando sull’applicazione e l’attuazione delle normative e delle convenzioni internazionali, nonché sulle attività delle strutture ricettive dedicate ai profughi, promuovendo la realizzazione dei progetti territoriali finalizzati a garantire servizi sociosanitari, di inserimento lavorativo e tutela legale. La proposta di legge, composta da 8 articoli di cui 7 approvati ieri  all’unanimità, passa ora al vaglio della commissione Bilancio per l’esame delle disposizioni finanziarie.
Nel corso dell’esame del testo in Commissione sono passati all’unanimità 11 emendamenti – alcuni a firma del presidente Lena, altri del consigliere Devid Porrello (M5S) – tesi ad allargare la platea dei destinatari dell’azione del Garante e a rendere più trasparente e capillare l’attività di informazione e rendicontazione delle iniziative intraprese.

”La condivisione degli emendamenti – ha commentato Lena – dimostra ancora una volta che, di fronte ad argomenti di grande rilevanza, la buona politica sa sempre trovare la giusta sintesi per favorire il miglior percorso possibile a tutela dei più deboli. Inoltre – aggiunge il presidente – la Regione Lazio sarà la prima in Italia a istituire per legge una figura di riferimento per la difesa di tutte le persone che fuggono ogni giorno da miseria, fame e violenze di ogni tipo. E questo grazie al lavoro congiunto di tutti i gruppi consiliari”. Il Garante sarà nominato dal presidente della Regione (previo parere obbligatorio della commissione Politiche sociali), scelto tra persone che dispongono di particolare competenza nel settore della tutela dei diritti dei rifugiati e della protezione internazionale.

Bracciano. L’efficienza dell’Ambulatorio Infermieristico del “Padre Pio”

Aperto a settembre il nuovo Ambulatorio Infermieristico, al terzo piano dell’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano, di cui L’agone si era occupato, siamo andati a vedere come procede la sua attività. Il personale del Tribunale del malato di Civitavecchia si è recato lì in una visita di controllo ed ha trovato il servizio efficiente, funzionale, dotato di personale gentile e qualificato. L’unico appunto è che si auspica una maggiore collaborazione dei medici di famiglia. Da non dimenticare che, chi è esente, non paga nulla per ricevere i servizi erogati nell’Ambulatorio.

Sorto con lo scopo di essere “un punto d’ascolto sanitario” che garantisca “la continuità assistenziale tra ospedali e servizi territoriali”, la missione sembra riuscita. Le due unità di personale che vi operano si danno molto da fare per soddisfare e rispondere a tutte le esigenze di una clientela sempre più numerosa. Il riscontro c’è e l’Ambulatorio sta prendendo sempre più piede, con un ricambio continuo di pazienti e gente sempre più numerosa ad aspettare il proprio turno fuori dalla porta. Con il telefono che squilla in continuazione: le persone vogliono avere informazioni, e conoscere sempre meglio tale servizio, chiedendo suggerimenti.

Il modello dell’Ambulatorio Infermieristico (AA.II.) è rivolto a quei pazienti che non necessitano di ricovero, le cui cure sono prese in carico e gestite autonomamente da personale infermieristico qualificato. Per ridurre i tempi di attesa ed offrire cure ed assistenza migliori, soprattutto a malati cronici. Lavorando in stretta collaborazione con il Punto Unico di Accesso sociosanitario (PUA), contribuisce a una stesura più adeguata del piano terapeutico, partendo dalla creazione di una cartella infermieristica, aperta la quale si potrà seguire il paziente in maniera costante. Col continuo monitoraggio si potrà, così, decidere di ricorrere a metodologie di Valutazione Multi Dimensionale (VMD), per un aggiornamento più all’avanguardia del PAI, Piano Assistenziale Individuale.

Non si tratta, dunque, di una mera e passiva esecuzione delle terapie prescritte da terzi. La collaborazione con Medici di Medicina Generale (MMG) c’è ovviamente, ma si va oltre. Con tale servizio si intende favorire ed accelerare l’accesso alle prestazioni di assistenza sanitaria primaria (primary care); sviluppando nel paziente una propria capacità di autocura (self care), coinvolgendolo attivamente e rendendolo partecipe e consapevole delle scelte terapeutiche stesse, stilate in base ai suoi suggerimenti per un’assistenza condivisa che renda il paziente più soddisfatto e soprattutto anche più cosciente e preparato dal punto di vista medico-clinico: è il cosiddetto Empowerment del cittadino. Un potenziamento che significa una comunicativa più accessibile da parte della medicina al diretto interessato; un malato che ha il diritto sì alla cura, ma anche alla conoscenza: la medicina è del e per il paziente, non può né deve essere indotta passivamente e in maniera astrusa e distaccata, come fosse una scienza infusa incomprensibile, che spaventerebbe anche di più.

Barbara Conti

Sport. Mountain bike, il 16 febbraio riparte da Trevignano il Trittico Laziale

Manca poco all’inizio della nuova stagione della mountain bike nel Lazio ed esattamente domenica 16 febbraio sarà la giornata di avvio del Trittico Laziale a Trevignano Romano, primo dei suoi tre appuntamenti in calendario (2 marzo Bracciano; 9 marzo Bassano Romano), sotto l’egida del Centro Sportivo Italiano, tra il lago di Bracciano e i Monti Sabatini.

Una gara che ha alle spalle ben 20 edizioni: più passano gli anni, più si conferma l’interesse e il gradimento di tutti i bikers, dai più giovani a quelli meno, verso questa collaudata manifestazione nata nel lontano 1993 dall’esperienza e dall’amicizia che lega i suoi storici fondatori come Arnaldo Montanini, Gabriele Di Giacomo, Roberto Loreti, Antonio Mantua e Domenico Trogu che sono riusciti a portare sui campi di gara dai 900 ai 1000 bikers in media.

L’organizzazione della prima prova è affidata alla Cicli Montanini di Corchiano, nel viterbese, che sta predisponendo, con l’esperienza acquisita negli anni precedenti, tutti gli accorgimenti affinché l’evento riesca alla perfezione: confermato il classico percorso di 6500 metri con un dislivello di appena 300 metri tra Rocca Romana e il Monte Rinacceto con un tratto di salita al 15%.

Per quanto concerne le iscrizioni, il termine è fissato a giovedì 13 per la pre-iscrizione. La quota è di 15 euro con pagamento la mattina del 16 febbraio alla verifica tessere mentre i ritardatari potranno iscriversi versando la quota di 20 euro sul posto. Gli organizzatori hanno confermato tutta la logistica e il ritrovo al campo sportivo a partire dalle 7.30 ma, a seguito della concomitanza dell’evento podistico Giro del Lago di Bracciano, la partenza è stata spostata alle 10.

Tanta è l’attesa ma anche la voglia di ripercorrere a Trevignano Romano i più bei momenti agonistici che hanno caratterizzato le precedenti edizioni della manifestazione, con tanti nomi di spicco dello sterrato che hanno lasciato il segno: Martin Kraler, Thomas Dietsch e Johnny Cattaneo nel 2007 al Grand Prix d’Inverno e negli ultimi anni Stefano Capponi, i pluricampioni italiani, europei e del mondo master come Massimo Folcarelli, Mirko Balducci, Marco Cellini, Gianni Panzarini e Maria Adele Tuia, la biker di Civita Castellana che da quest’anno è passata nella categoria élite con la formazione piemontese della Servetto Footon.

Leggi il regolamento della gara: http://www.ciclimontanini.it/public/regolamento%20trittico%202014_0.pdf

Programma
Domenica 16 febbraio: Trevignano Romano (Roma); organizzazione Cicli Montanini e Trevignano Bike
Domenica 2 marzo: Bracciano (Roma); organizzazione Asd Bike Lake Bracciano
Domenica 9 marzo: Bassano Romano (Viterbo); organizzazione Cicli Montanini e Biker Club Bassano Romano

Protezione Civile. Il Consiglio regionale del Lazio approva la nuova legge

Con 31 voti favorevoli e sei contrari il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la proposta di legge regionale n.42 “Sistema integrato regionale di Protezione Civile”, che tra le altre cose prevede l’Istituzione dell’Agenzia regionale di Protezione Civile. Primi firmatari della proposta di legge licenziata dal Consiglio regionale, Massimiliano Valeriani (Pd) e Adriano Palozzi (Pdl). A votare a favore tutti i gruppi consiliari di maggioranza e minoranza, tranne quello del Movimento 5 Stelle che ha votato contro.

Oltre all’istituzione dell’Agenzia regionale, la proposta di legge n.42 prevede la nascita della Consulta regionale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile, i cui componenti lavoreranno a titolo gratuito e saranno in carica due anni. Questo organo conferisce centralità al ruolo dei volontari. Altre novità interne alla norma sono: l’istituzione del Centro funzionale multi-rischio, della Sala operativa unificata permanente e del Comitato regionale di protezione civile (presieduto dal governatore del Lazio e composto anche dai presidenti delle Province, dai sindaci dei Comuni capoluogo di provincia, dal sindaco di Roma e dai presidenti di Cal, Anci Lazio, Uncem Lazio e della Consulta regionale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile).

“Questa legge colma un vuoto normativo lungo trenta anni –  dichiara Massimiliano Valeriani, vice presidente del Consiglio regionale, che evidenzia le novità sostanziali introdotte dalla legge sul riordino della Protezione civile: “la creazione di un’Agenzia, la valorizzazione del volontariato e quella della formazione permanente”. “Analogamente a quanto già accade in altre regioni italiane – prosegue – nascerà infatti l’Agenzia regionale di Protezione civile con il compito di dare un’organizzazione centrale, una gestione snella e unitaria, oltre che un coordinamento e un controllo, sia in fase ordinaria che emergenziale. Inoltre il volontariato è ormai elemento imprescindibile e insostituibile nella vita e nell’organizzazione della Protezione civile. Un valore aggiunto, per altro un’attività gratuita e senza fini di lucro, da esaltare e valorizzare soprattutto per l’approfondita conoscenza dei territori sui quali si trovano ad operare. Infine, la legge 42 riconosce l’importanza di un’adeguata formazione professionale di tutti i soggetti che partecipano al Sistema integrato regionale di Protezione civile”. “Finora la materia era regolata dalla legge 37 dell’11 aprile del 1985, ovvero la legge istitutiva della Protezione civile, che però non teneva conto dei riordini successivi e delle ripartizioni delle competenze derivanti dalla legge Bassanini e dalla riforma del titolo V della Costituzione – ha spiegato il vice presidente Valeriani – oggi l’Amministrazione del Lazio ha varato una legge che risponde alle esigenze del territorio. Esigenze che sono ovviamente diverse da quelle di trenta anni fa. Il mio ringraziamento va a tutti i gruppi della Pisana, che hanno consentito l’approvazione di questa legge in tempi record”.

“Anche questo obiettivo è stato raggiunto” sottolinea il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Dopo un’attesa durata trent’anni, il Consiglio regionale ha finalmente approvato la nuova legge sulla Protezione civile. Una legge che permette al Lazio di dotarsi di una struttura organizzativa efficiente e snella, l’Agenzia regionale di protezione civile, di fondamentale importanza per la programmazione e l’organizzazione, sia per la gestione delle situazioni emergenziali che per quelle ordinarie. Voglio ringraziare tutto il Consiglio regionale, maggioranza e opposizione, per il senso di responsabilità dimostrato che ha permesso, in tempi brevi, di dare risposte concrete alle cittadine e ai cittadini del Lazio. In giornate nelle quali in Italia sembra sempre prevalere la polemica, lo scontro, le parole senza contenuti, il Lazio dimostra di essere in controtendenza: si producono fatti concreti in un clima che, insieme alla dialettica democratica, tiene ben presente il bene comune e il valore delle istituzioni”.

 

Bracciano. Due arresti per furto e tentato omicidio

I carabinieri della Compagnia di Bracciano – a chiusura di due distinte attività investigative – hanno tratto in arresto due persone. La prima è G.C.A., 34 anni, romeno residente a Trevignano Romano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per falsificazione di denaro e furto aggravato. In manette anche S.G., muratore di 50 anni, residente a Mazzano Romano, pregiudicato sul quale pendeva un ordine di carcerazione per tentato omicidio.

Nella mattinata di mercoledì scorso i carabinieri della Stazione di Trevignano Romano hanno bussato alla porta del 34enne romeno, già noto ai militari, e hanno notificato l’ordinanza. Il provvedimento, emesso dai gip di Civitavecchia, gli ha aperto le porte del carcere in attesa del giudizio definitivo.

A Mazzano, i carabinieri della Stazione di Campagnano, impegnati nella ricerca di un pregiudicato condannato per tentato omicidio e resosi irreperibile, hanno fatto irruzione in una masseria e hanno tratto in arresto il malvivente. Il 50enne, condannato per aver tentato di uccidere il figlio nel 2007, è stato quindi accompagnato nel carcere di Rebibbia, dove dovrà scontare diversi anni di reclusione.

Maltempo. Il Comune di Cerveteri chiede lo stato di emergenza

Il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci ha richiesto lunedì scorso alla Regione Lazio e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il riconoscimento dello ‘stato di emergenza’ per la città di Cerveteri.

“La pioggia torrenziale ha dato il colpo di grazia ad alcune strade della nostra città – ha detto il sindaco – e ci ha costretti a un grosso sforzo di prevenzione e tamponamento delle emergenze. Oggi la circolazione è compromessa in alcune zone, mentre altre zone sono collegate tra loro in modo precario. Per questo chiederemo alla Regione Lazio aiuti economici straordinari, e al Governo italiano di esentarci dal Patto di Stabilità per le spese straordinarie che dovremo affrontare per risolvere le problematiche e riparare ai danni causati dal nubifragio”.

Il bilancio dei danni subiti è in via di definizione. “Grazie ai costanti monitoraggi fatti nei mesi scorsi e ai notevoli interventi di prevenzione, non abbiamo riscontrato danni gravi a persone e immobili, come invece è accaduto diffusamente in tutta la Regione. Per questo ringrazio sentitamente il personale dell’Ufficio Tecnico-Manutentivo, la Protezione Civile e la Polizia Locale del nostro Comune, oltre che gli Assessori, i Consiglieri e i Delegati che si sono resi disponibili in prima persona per tutta la durata dell’emergenza. In questo modo abbiamo saputo contenere i fenomeni di allagamento diffuso che si riscontravano fino a qualche anno fa. Nonostante questo, però, i danni alla rete stradale e infrastrutturale sono ingentissimi. Mi riferisco all’area del Tyrsenia, oramai non più percorribile, ma potrei citare anche le zone del Sasso e Pian della Carlotta o Via Doganale, Ceri, Cerenova e Campo di Mare. La rete stradale è compromessa in tutto il territorio comunale”.

“Quando abbiamo capito l’entità dei rovesci – ha proseguito Pascucci – abbiamo richiesto interventi straordinari immediati per tamponare l’emergenza; la ditta incaricata della manutenzione ordinaria si è subito resa operativa, riuscendo già nella mattinata di lunedì ad effettuare i primi lavori, per poi proseguire nei giorni successivi senza interruzione di sorta. Contemporaneamente in Municipio abbiamo convocato una tavolo di emergenza al quale hanno preso parte l’assessore Andrea Mundula, il segretario comunale, i responsabili degli uffici tecnici del Comune e i comandanti della Polizia Locale e della Protezione Civile. La riunione è servita a fare il punto della situazione e licenziare immediatamente un piano di interventi d’urgenza. Nelle prossime ore predisporremo degli atti straordinari che consentiranno di sbloccare risorse economiche per gli interventi sulle strade. Sappiamo già che i limiti imposti dal Bilancio comunale e soprattutto dal Patto di Stabilità ci impediranno di spendere le risorse che abbiamo in cassa come vorremmo e come sarebbe necessario, e ciò è vergognoso. Sento il dovere di esprimere, ancora una volta, un’aspra denuncia verso il Governo centrale, completamente assente in situazioni come questa”.

Teatro, domani al Claudio di Tolfa in scena la Compagnia Pancrisia

Prosegue il cartellone teatrale al Teatro Claudio di Tolfa, realizzato da “Il Barsolo” e dal Comune. Domani, venerdì 7 febbraio il programma prevede la compagnia Pancrisia al debutto con “Uno, nessuno….cento amori”, uno spettacolo di teatro danza che sceglie come tema centrale l’amore.

Lo spettacolo è inteso e interpretato come un percorso emotivo, raccontato anche attraverso la voce di alcuni artisti del passato ma ancora ben vivi nella memoria di tutti, un percorso in cui sarà facile identificare la propria esperienza. La compagnia propone oltre a coreografie inedite anche coreografie ispirate a balletti d’autore quali “Lamentation” di Marta Graham e “Bella figura” di Kylian Jiri. Regia di Margherita Macor, coreografie di Valentina Politi, colonna sonora Valeria Magliani, musica dal vivo inedita Simone Frofumo”.

I biglietti, al costo di 10€ (ridotto a 5€ per under 23 e over 75) sono in vendita dal pomeriggio presso il Teatro Claudio, Viale d’Italia 102, Tel. 0766/93400. L’organizzazione inoltre informa che c’è anche la possibilità di sottoscrivere il mini abbonamento a 6 spettacoli a 40€.

Cerveteri. Il 10 febbraio Giorno del Ricordo per le Foibe

Il 10 febbraio di ogni anno si celebra in Italia il Giorno del Ricordo, solennità istituita con la legge n.9 del 30 marzo 2004 per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Per questa giornata, l’Amministrazione comunale di Cerveteri propone un’iniziativa culturale aperta a tutta la cittadinanza arricchita da testimonianze, dibattiti documenti storici ed opere artistiche. L’iniziativa si terrà alle ore 17 presso la sala della Biblioteca Comunale di Cerveteri, in via Etruria, nel centro storico, ed è proposta dall’Amministrazione comunale di Cerveteri insieme all’associazione I Colori dell’Arte e alla Pro Loco Marina di Cerveteri.locandina-giorno-ricordo

“È fondamentale conoscere i fatti storici e imparare a trarre dalla storia gli insegnamenti che ci permettono di costruire una società più giusta – ha detto Lucia Lepore, delegata alle Politiche della Pace e dell’Integrazione del Comune di Cerveteri – gli eccidi delle Foibe sono rimasti per lungo tempo in secondo piano rispetto ad altri fatti del ‘900, e questo nonostante anche queste vicende riguardano in modo drammatico il nostro Paese e il popolo italiano. Per questo abbiamo voluto coinvolgere, e li ringrazio per aver prontamente accettato, due persone che da punti di vista diversi ci aiuteranno a conoscere e comprendere gli eventi che hanno colpito la popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia durante la Seconda Guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Ascolteremo la testimonianza diretta del signor Rodizza, profugo della città di Fiume, e l’indagine storica del Dott. Lucio Barbetta, docente presso il Master in Educazione alla Pace dell’Università degli Studi Roma Tre. La proiezione di brevi video-documentari e l’esposizione delle opere del maestro Massimo Pilia arricchiranno l’iniziativa”.

“Gi eccidi delle foibe sono una delle pagine più crudeli della nostra storia – ha detto Federica Battafarano, vicepresidente del Consiglio comunale di Cerveteri – l’odio politico, razziale ed etnico ha prevalso sul rispetto della dignità umana. Abbiamo il dovere di conoscere e far conoscere la storia, soprattutto alle nuove generazioni. Vorrei esprimere un ringraziamento particolare a Lorenzo Croci, Assessore allo Sviluppo Sostenibile del Territorio, all’artista Massimo Pilia, che esporrà le sue opere, alla Pro Loco Marina di Cerveteri, all’Associazione I Colori dell’Arte e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa importante iniziativa”.

“Il nostro obiettivo è non dimenticare – ha proseguito la delegata Lucia Lepore – ma soprattutto vogliamo parlare alle nuove generazioni e stimolare in loro riflessioni sulla storia e l’attualità. Le grandi tragedie del ’900, come gli eccidi delle Foibe, dovrebbero essere per tutti un monito a rifuggire i sentimenti dell’odio e della vendetta. Un profonda motivazione per evitare che si ripetano quelle forme di violenza e di razzismo che hanno disegnato le pagine più buie della nostra storia recente e che, ancora oggi, sono purtroppo diffuse in tante parti del mondo”.