8 Dicembre, 2025
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Giornale del Lago e della Tuscia edito dall'Associazione no-profit "L'agone Nuovo". Per informazioni su pubblicità e le nostre attività: 339.7904098 redazione@lagone.it

Blog Pagina 4574

Bracciano. Venerdì scuola Tittoni chiusa per interruzione luce

 “Scuola elementare e materna Tommaso Tittoni chiusa domani 14 marzo a Bracciano a causa di una interruzione di energia elettrica nella mattinata. Lo dispone con
una ordinanza il sindaco di Bracciano che specifica che l’interruzione dell’energia elettrica riguarderà, tra le altre zone, anche via Principe di Napoli, Via Armellini, Via Garibaldi e Via Regina d’Italia, dalle ore 8,30 alle ore 14,30, creando disagi per lo svolgimento delle attività didattiche”. Lo comunica in una nota il Comune di Bracciano. “Siamo venuti a conoscenza dell’interruzione di energia – dice il vicensindaco con delega alla Pubblica Istruzione Gianpiero Nardelli – solo da un avviso affisso per le vie di
Bracciano questa mattina. Abbiamo provveduto a contattare l’Enel per deplorare l’accaduto e scongiurare altri episodi simili chiedendo di essere messi al corrente di eventuali problemi sulla fornitura elettrica con la dovuta tempestività. Ci scusiamo con le famiglie per i disagi non dipendenti da nostre scelte”.

Trasporti. Treni della linea FL3 prolungati alla stazione Tiburtina

“Grazie all’accordo siglato da Regione Lazio e Trenitalia, a partire da domenica 16 marzo saranno intensificati i collegamenti tra le stazioni di Roma Tiburtina e Ostiense con il prolungamento dei treni della linea FL3 (treni da e per Cesano) fino a Tiburtina. Il nuovo servizio sarà in grado di offrire due importanti vantaggi ai pendolari del Lazio: 5.000 posti in più al giorno nella fascia più critica per gli spostamenti dei pendolari sulla tratta Ostiense-Tiburtina (tratta ad oggi servita esclusivamente dalla linea Orte-Fiumicino Aeroporto); collegamenti più comodi e veloci, senza più la necessità di trasbordo, per coloro che viaggiano da Cesano e dintorni verso la zona est di Roma e viceversa. Per assicurare questa nuova offerta ai cittadini del Lazio la Regione sosterrà un costo aggiuntivo di 1,3 milioni di euro all’anno”. E’ quanto si legge in una nota della Regione Lazio.

Saranno 33 i treni da e per Cesano che prolungheranno la corsa fino a Roma per un totale di 5.000 posti in piu’ offerti da Trenitalia ai pendolari fra Ostiense e Tiburtina nella fascia oraria 6.30-9.00, quella che registra il maggior flusso viaggiatori. I viaggiatori della provincia nord di Roma avranno collegamenti diretti, senza piu’ la
necessita’ di trasbordo quando da Cesano si dovra’ raggiungere la zona est di Roma e viceversa. Il dettaglio delle variazioni è consultabile sui siti web trenitalia.com e
fsnews.it e nelle stazioni.

“Migliaia di pendolari che utilizzano le linee ferroviarie gestite da Trenitalia avranno queste importanti novità che vanno nella direzione di servizi più efficienti, così come chiedevano a gran voce i passeggeri di una linea strategica come quella che da Viterbo porta nella Capitale ed in particolare i pendolari dell’area metropolitana di Roma”. Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti “con il prolungamento da Ostiense a Tiburtina dei treni provenienti da Cesano, a un costo aggiuntivo
di un milione e trecentomila euro che per la Regione Lazio è un buon investimento, vengono offerte maggiori possibilità di scelta tra due nodi nevralgici del sistema dei trasporti della Capitale per migliaia di pendolari dei Comuni della Provincia di Roma a nord della Capitale”.
Secondo Zingaretti “allo stesso tempo si tratta di un beneficio per migliaia di pendolari che provengono da Viterbo e che possono raggiungere il quadrante est di Roma, dove ci sono il Policlinico Umberto I e la Città Universitaria, con treni regionali della stessa linea senza utilizzare da Ostiense altri mezzi di trasporto. C’è tanto ancora da
fare – conclude Zingaretti – ma stiamo dimostrando, così come abbiamo fatto stringendo i tempi per la consegna di 26 nuovi treni entro la fine dell’anno, la nostra attenzione a decine di migliaia di pendolari del Lazio che per troppi anni sono stati dimenticati e abbandonati al loro destino”.

Pallanuoto. I ragazzi dell’under 15 sabatina battono il Colli d’oro

Si dice che la vendetta “nel nostro caso sportiva” è un piatto che va servito freddo e la squadra anguillarese ha atteso il passare di un intero girone per prendersi la così detta rivincita contro la compagine del Colli d’Oro che, in apertura di campionato le aveva imposto la prima e unica sconfitta stagionale. Quella sconfitta, nonostante la sonora vittoria ottenuta per 13 a 6, pesa ancora come un macigno sulla testa della squadra sabatina, perché con quei tre punti la formazione di Mister Ragno si sarebbe ritrovata a dover guardare dall’alto tutte le rivali del proprio girone. I ragazzi anguillaresi sono scesi in vasca con “l’obbligo” della vittoria e confermarsi ai primissimi posti della graduatoria, continuando così quel trend positivo che li accompagna ormai dalla lontana 2^ giornata di campionato con uno score di 5 successi e un pareggio.  Per la compagine romana il bis della vittoria dell’andata avrebbe senz’altro significato rientrare nel gruppetto delle prime e giocarsi fino in fondo l’unico posto a disposizione per il passaggio al turno successivo. La formazione sabatina ha sofferto soltanto nel primo periodo quando la compagine del Labaro ha imbrigliato il gioco della squadra di casa e creato più di un pericolo alla porta difesa dall’ottimo Luca Grassi. Dal secondo vantaggio in poi per gli squali lacustri è stato un continuo crescendo rossiniano, culminato dal consueto rito del tuffo collettivo in vasca, praticato scaramanticamente dopo ogni vittoria.….il resto è soltanto cronaca.

Per la squadra di Mister Ragno sono scesi inizialmente in vasca: Grassi Luca, Vasselli Fabrizio, Marchetti Maurizio, Ianniello Luca, Fortebraccio Luca, Tamburrini Daniele, Cordelli Fabio, in panchina: Borsani Dario, Di Biase Berardino, Formaggi Luca, Conte Ludovico, Cavicchia Davide, Orlandini Romano, Ledda Simone.

Erano assenti per diversi motivi: Cotini Andrea, Fraschetti Matteo e Buttò Lorenzo

Il primo quarto è stato molto combattuto e ricco di occasioni da gol non sfruttate adeguatamente dalle due squadre, tanto che a metà tempo il punteggio era ancora inchiodato sullo 0-0 iniziale. Per sbloccare il risultato c’è voluto un rigore assegnato dall’arbitro Nicolai alla squadra di casa, che Murizio Marchetti trasforma senza problemi. Prima della fine del tempo il Colli d’Oro trova il pareggio con il giocatore n° 7 che con un tiro da distanza ravvicinata batte il portiere locale. Per la formazione ospite non c’è neanche il tempo di gioire che la squadra anguillarese torna nuovamente in vantaggio con una gran bella giocata di Maurizio Marchetti su preciso lancio di Luca Grassi. Risultato parziale: Anguillara – Colli D’Oro 2-1

Il secondo quarto è stato un monologo della squadra locale che con un parziale di 6 a 0 ripone nel cassetto gli ambiziosi sogni della compagine romana. I sei gol della formazione sabatina portano la firma di: Fabrizio Vasselli (2), Maurizio Marchetti (2) e Daniele Tamburrini (2). Un tiro alto sulla traversa del centro boa del Colli d’Oro chiude il secondo periodo. Risultato parziale: Anguillara – Colli D’Oro 8-1

Il terzo quarto vede un leggero risveglio della squadra ospite che si fa vedere più frequentemente in attacco mettendo più volte in apprensione la retroguardia anguillarese. Un tiro dalla distanza del giocatore n°3 del Colli d’Oro sorprende il portiere Dario Bersani, subentrato a inizio periodo a Luca Grassi. Due gol consecutivi di Maurizio Marchetti portano la formazione locale in doppia cifra e sempre più vicino alla meritata vittoria. La rete del giocatore n°9 ospite ridà un po’ di brio alla sua squadra che chiude in attacco il terzo quarto. Risultato parziale: Anguillara – Colli D’Oro 10-3

L’ultimo quarto si apre con due gol consecutivi del giocatore n° 7 del Colli d’Oro ma le  successive reti di Fabrizio Vasselli che firma la sua tripletta personale e Maurizio Marchetti, al settimo centro, ristabiliscono immediatamente le distanze.  La quarta rete personale del giocatore n° 7 ospite, miglior giocatore in campo per la sua squadra e la bella rete di Simone Ledda, alla sua prima rete in categoria, fanno scorrere i titoli di coda al match. Risultato finale: Anguillara – Colli D’Oro 13 – 6 (2-1) (6-0) (2-2) (3-3)

Una citazione particolare va fatta ai giocatori dell’Anguillara: Davide Cavicchia, Luca Formaggi, Romano Orlandini, Conte Ludovico e Simone Ledda, che sono sempre pronti a sfruttare tutte le opportunità che il Mister gli concede e per la squadra rappresentano una piacevole realtà.

La compagine del Colli d’Oro non ha saputo ripetere la bella prova dell’andata deponendo le armi già nel secondo periodo e perdendo nettamente il confronto con la più titolata avversaria. A questo punto della stagione, la squadra del Labaro, salvo clamorosi colpi di scena è in pratica fuori dai giochi.

Attualmente la classifica per le prime tre posizioni recita: Centumcellae Civitavecchia 21, Anguillara 19, Samo Fiumicino 19. Per la squadra sabatina, la città di Civitavecchia, rappresenterà nelle prossime due giornate il crocevia della stagione, affronterà in sequenza, prima il Marinella Nuoto al PalaEnel Marco Galli e poi il Centumcellae nella piscina di San Liborio. Due match ostici e ricchi di insidie, specialmente il secondo, visto l’attuale primo posto in classifica della squadra civitavecchiese. Lo scontro tra le prime della classe scriverà quasi sicuramente per una delle due contendenti la storia di questo campionato, in una partita da dentro o fuori, da mors tua vita mea, con un terzo incomodo, la formazione del Samo Nuoto di Fiumicino spettatore più che interessato. Signori e Signore allacciate le cinture di sicurezza, suspance e colpi di scena sono dietro l’angolo, lo spettacolo è appena cominciato.

Prossimo incontro

Marinella Nuoto  – Anguillara

Lunedì 24/03/2014 ore 21:00

PalaEnel Marco Galli – Civitavecchia

Sergio Grassi

Anguillara. Giovedì 13 marzo convegno sulla Protezione civile

Protezione civile del Lazio: finalmente c’è la nuova legge. Il 6 febbraio il Consiglio regionale ha approvato il Sistema integrato regionale con la legge 42/2014. Le novità sostanziali introdotte dalla legge sul riordino della Protezione civile sono fondamentalmente tre. La nascita dell’Agenzia regionale di Protezione civile, che avrà il compito di dare un’organizzazione centrale, una gestione snella e unitaria, oltre che un coordinamento e un controllo, sia in fase ordinaria che emergenziale. Poi la valorizzazione del volontariato e l’importanza di un’adeguata formazione professionale di tutti gli operatori. Se ne parlerà nel corso dell’iniziativa in programma ad Anguillara giovedì 13 marzo alle ore 17.30 nella sala polifunzionale – ex consorzio agrario – in via Anguillarese 145.

Protezione civile, un nuovo inizio. Al convegno saranno presenti Massimiliano Valeriani, vice presidente del Consiglio regionale, primo firmatario e promotore della legge, il sindaco di Anguillara, Francesco Pizzorno, il Direttore nazionale del Centro di Meteorologia e Climatologia Aeronautica, colonnello Massimo Ferri, il presidente dell’associazione L’agone nuovo, Giovanni Furgiuele, insieme a responsabili e volontari della protezione civile e della croce rossa sabatina.

Erano quasi trenta anni che la nostra Regione attendeva un provvedimento simile. La Protezione civile finora si è retta solo ed esclusivamente sulla legge istitutiva, la 37 dell’11 aprile del 1985. Un testo che però non teneva conto dei riordini successivi e delle ripartizioni delle competenze derivanti dalla legge Bassanini e dalla riforma del titolo V della Costituzione. Nel frattempo, ovviamente, le esigenze del territorio sono altre rispetto a quelle di trenta anni fa. E l’Amministrazione Zingaretti ha messo questo riassetto della Protezione civile tra le sue priorità, dove il volontariato rappresenterà un elemento imprescindibile e insostituibile nella vita e nell’organizzazione della Protezione civile. Un valore aggiunto, per altro un’attività gratuita e senza fini di lucro, da esaltare e valorizzare soprattutto per l’approfondita conoscenza dei territori sui quali si trovano ad operare.

Trevignano, incontro pubblico sul Piano del Parco di Bracciano e Martignano

Primo incontro pubblico a Trevignano per presentare il Piano del Parco di Bracciano e Martignano, giovedì 6 marzo nella sala della BCC di Formello e Trevignano Romano. Il primo incontro, appunto, al quale seguirà un incontro in ciascun comune del Parco in modo da assicurare la maggior diffusione possibile delle informazioni.

“Scopo dell’incontro non è di entrare nel merito di un progetto che è estremamente complesso perché interessa un territorio molto esteso, diversificato, antropizzato, con uno straordinario valore paesaggistico”, spiega il Commissario Straordinario, Giuseppe Curatolo.  Si vuole spiegare come leggere i documenti, cosa cercare e poi come presentare le osservazioni. Intanto, tutti possono presentare, gratuitamente, delle osservazioni sull’apposito modulo, disponibile anche sul sito. Il Piano verrà pubblicato quasi certamente il 29 marzo su un organo di stampa a diffusione nazionale e, da questa data, decorreranno i 40 giorni per  depositare le osservazioni. Subito dopo la pubblicazione, gli uffici dell’Ente Parco saranno a disposizione, su appuntamento, il martedì e il giovedì per aiutare i cittadini a capire il piano e a formulare le osservazioni.

Guido Cianti, presidente della Comunità del Parco, dice che la pubblicazione è stata rimandata, su richiesta dei sindaci, proprio per allungare il tempo a disposizione. Infatti, i Piano è già disponibile in via ufficiosa in tutti i comuni interessati e può, quindi, già essere consultato, anche con l’aiuto dei tecnici comunali.

L’architetto Mari, in rappresentanza dei tecnici che hanno elaborato il piano, contraddice subito quanti lamentano che il piano è stato imposto dall’alto; intanto l’iter è quello previsto per legge e che, comunque, negli anni sono stati fatti innumerevoli incontri per spiegare il lavoro man mano che andava avanti. Purtroppo, aggiungiamo noi, almeno a Trevignano, la partecipazione a questi incontri è stata sempre molto scarsa.

L’obiettivo del lavoro fatto è di tutelare sia il territorio sia gli interessi degli abitanti con norme più puntuali rispetto alle norme transitorie applicate in attesa del Piano. Com’è noto il Piano è subordinato al PTP e quindi non può togliere dei vincoli ma può, in determinate circostanze, adattarli alle esigenze degli abitanti. La fase delle osservazioni, che possono riguardare tutti gli aspetti del Piano, è un momento cruciale dell’elaborazione del Piano e va vista come l’occasione per migliorarlo.
Il territorio del Parco è stato suddiviso in 56 unità minime omogenee e per ciascuna viene fornita una sintesi dei valori tutelati, il criterio di «zonizzazione» quindi il livello di tutela, le finalità  e eventuali progetti speciali. Infine le norme tecniche di attuazione spiegano la regolamentazione prevista.
Il pubblico, per una volta, era numeroso, segno forse che finalmente si comincia a entrare nel vivo del Parco.

Alessandra Lombardi

Ladispoli, entro il 2014 il nuovo asilo nido comunale

La Giunta comunale di Ladispoli ha approvato il nuovo progetto esecutivo per la costruzione dell’asilo nido in via Luisiana nel quartiere Miami.

“Questo si è reso necessario – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Pierini – sia per risolvere alcune problematiche relative al vecchio progetto che per adeguarlo alle necessità scaturite dall’estensione del finanziamento che la Regione Lazio ha concesso per rendere le strutture pienamente conformi alla normativa antisismica.

La nuova distribuzione degli ambienti interni e degli spazi esterni armonizza l’edificio con il terreno non pianeggiante circostante in modo tale da facilitare l’accesso delle persone e dei bambini dalla strada pubblica”.
Alcuni mesi fa l’Amministrazione comunale aveva rescisso il contratto con la vecchia ditta appaltatrice poiché i lavori non stavano procedendo nel modo ottimale.

“Nei prossimi giorni – ha detto il sindaco Crescenzo Paliotta – verrà pubblicata la nuova gara d’appalto per affidare i lavori che potranno così ripartire. L’asilo nido potrà accogliere fino a 30 bambini e sarà funzionante entro il 2014”.

Bracciano, nuove funzionalità per la cittadinanza nel sito web comunale

Il nuovo sito Web del Comune di Bracciano ha attivato in questi giorni l’area riservata ai cittadini residenti che potranno usufruire di una serie di servizi on line senza doversi più recare negli uffici.

Per ora le prime funzionalità messe a disposizione riguardano i servizi anagrafici con le sue numerose autocertificazioni che saranno generate automaticamente dalle banche dati degli uffici a semplice richiesta dell’utente registrato; i servizi elettorali che, oltre a fornire le informazioni personali, permetteranno di inviare domande per l’iscrizione all’albo degli scrutatori, presidenti di seggio e dei giudici popolari nei tempi stabiliti dalla legge; e l’Ufficio Relazioni con il Pubblico che rappresenterà un canale di comunicazione diretto tra il cittadino e gli uffici comunali.

Sono previste a breve attivazioni di nuove funzionalità relative ai tributi, servizi scolastici, svolgimento pratiche edilizie e del commercio aperte anche ai non residenti.

Per accedere al nuovo servizio, collocato nella home page del sito istituzionale sotto la voce “aree riservate”, è necessario registrarsi con il proprio nominativo, codice fiscale e carta d’identità in modo da essere riconosciuti dalla banca dati anagrafica ed autorizzati dal sistema all’accesso.

“Con questi nuovi strumenti – commenta il sindaco Giuliano Sala – prosegue il nostro impegno a semplificare il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini attraverso l’uso delle nuove tecnologie 2.0. La possibilità di ottenere certificati anagrafici direttamente da casa è un servizio importante che qualifica l’ente locale perché nei fatti lo pone come una interfaccia moderna nel rapporto con i cittadini. Ritengo sia un primo ma importante elemento – conclude Sala – che permette di finalizzare anche nei piccoli comuni, il superamento della burocrazia”.

La prevenzione del suicidio: una sfida per i nostri giorni

I dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità indicano che Italia su circa 4.000 persone morte per suicidio in Italia nel 2002, ben 3.000 erano uomini. Analizzando le tre macroaree del nostro paese, Nord, Centro e Sud-Isole si evidenzia chiaramente un gradiente Nord-Sud, tanto per gli uomini quanto per le donne, con livelli di mortalità per suicidio più alti al Nord. Livelli particolarmente elevati di mortalità per suicidio si osservano nelle province del Nord Est, e quelle dell’arco alpino. Nel centro Italia tutte le province del Lazio e l’Aquila hanno tassi di suicidio significativamente più bassi della media nazionale. La Sardegna con tutte le sue province, rappresenta una nota dissonante nel contesto dell’area sud-insulare e in particolare  i suicidi fra gli uomini raggiungono livelli di oltre il 75% più elevati della media nazionale,  sono fra i più alti in Italia superando anche quelli che si registrano in molte province del Nord Est. Le ragioni del gradiente Nord-Sud potrebbero trovare una spiegazione nelle differenze sociali e culturali del nostro Paese.

Allo stato attuale, il suicidio è un problema grave nell’ambito della salute pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima un peggioramento del fenomeno suicidario dall’attuale milione di morti per suicidio potrebbe raggiungere un milione e mezzo nel 2020. E’ la tragedia umana che ogni anno si consuma superando le morti per attentati terroristici, conflitti bellici e calamità naturali messe insieme. Il suicidio e’ il risultato di una complessa interazione di fattori psicologici, biologici e sociali. Il suicidio non emerge mai dal piacere (sebbene vi siano delle eccezioni del tutto particolari), piuttosto e’ sempre legato a dispiaceri, vergogna, umiliazione, paura, terrore, sconfitte ed ansia; sono questi gli elementi del dolore mentale che conducono ad uno “stato perturbato”. Si tratta di uno stato della mente in cui il soggetto perde gli abituali punti di riferimento. Si sente angosciato, frustrato, senza aspettative nel il futuro e inaiutabile. Questa miscela di emozioni diviene “esplosiva” quando l’individuo si rende conto che per risolvere tale sofferenza estrema, il suicidio è la migliore soluzione. Nella trattazione del suicidio la parola chiave non e’ ‘morte’ ma ‘vita’ dal momento che questi individui sono fortemente ambivalenti circa la loro scelta; piuttosto vogliono vivere ma senza il loro dolore mentale insopportabile. Sebbene i contributi nella ricerca sul suicidio siano sempre più numerosi, solo una minoranza apporta indicazioni pratiche e facilmente assimilabili. La suicidiologia è la scienza dedicata alla prevenzione e allo studio scientifico del suicidio. Il termine è attualmente impiegato per riferirsi allo studio del fenomeno suicidario ma andrebbe riservato agli interventi volti a salvare la vita degli individui a rischio. Tale disciplina è nata e si è sviluppata a Los Angeles grazie all’opera pionieristica di Edwin Shneidman.

Il suicidio e’ uno dei tabù più radicati nella nostra società. Parlare dell’argomento suscita riluttanza ed evitamento e persino dagli operatori della salute il tema é in gran parte misconosciuto. I dati della letteratura riportano che frequentemente i soggetti che hanno commesso il suicidio nei mesi e settimane precedenti la morte si sono recati da un operatore della salute, in primo luogo un medico di base. Secondo recenti studi, il 45% delle persone decedute per suicidio aveva avuto un contatto con la medicina di base nel mese precedente il suicidio. Altri studi indicano che tra il 25% e il 75%, dei pazienti che commettono il suicidio hanno un contatto con la medicina di base nel lasso di tempo da 30 a 90 giorni. Puntualmente però sia i medici di base che gli altri operatori della salute falliscono nel riconoscere il rischio di suicidio omettendo di chiedere al soggetto se abbia mai pensato al suicidio.

Spesso il comportamento suicidario si associa ad una crisi, soprattutto in situazioni di stress straordinario di limitata durata. In questo contesto, gli individui considerano il suicidio con grande ambivalenza psicologica. Infatti,  il desiderio di morire e quello di essere salvati sussistono allo stesso livello. Persino nella crisi gli individui conservano il bisogno di esprimersi e di comunicare con gli altri, smentendo la nozione che il suicidio avviene improvvisamente, inevitabilmente e senza alcun avviso come dimostrato dalla letteratura. Se si osservano retrospettivamente i dati dei soggetti suicidi si osserva che la sofferenza mentale prolungata, l’ambivalenza nei confronti del suicidio, fantasie di vendetta, di essere salvati e di rinascita sono state presenti per un lungo periodo di tempo. Il tentativo di porre fine alla sofferenza è caratterizzato da manovre maladattative fallimentari che poi riconducono il soggetto all’idea del suicidio. Il soggetto emette dei segnali inerenti la sua preoccupazione coinvolgendo le persone che lo circondano attraverso parole e azioni, concentrando nelle sue comunicazioni il “Cry for Help” ossia la richiesta di aiuto.

Nel corso di una vita trascorsa a studiare il suicidio, Shneidman ha concluso che l‘ingrediente base del suicidio è il dolore mentale, egli chiama questo dolore insopportabile psychache, che significa “tormento nella psiche”. Shneidman suggerisce che le domande chiave che possono essere rivolte ad una persona che vuol commettere il suicidio sono “Dove senti dolore?” e “Come posso aiutarti?”. Se il ruolo del suicidio è quello di porre fine ad un insopportabile dolore mentale, allora lo scopo è alleviare questo dolore. Se infatti si ha successo in questo compito, quell’individuo che voleva morire sceglierà di vivere.

Shneidman inoltre considera che le fonti principali di dolore psicologico (vergogna, colpa, rabbia, solitudine, disperazione) hanno origine nei bisogni psicologici frustrati e negati. Nell’individuo suicida è la frustrazione di questi bisogni e il dolore che da essa deriva, ad essere considerata una condizione insopportabile per la quale il suicidio sembra il rimedio più adeguato. Ci sono bisogni psicologici con i quali l’individuo vive e che definiscono la sua personalità e bisogni psicologici che quando sono frustrati inducono l’individuo a scegliere di morire. Potremmo dire che si tratta della frustrazione di bisogni vitali; questi bisogni psicologici includono il bisogno di raggiungere qualche obiettivo come  affiliarsi ad un amico o ad un gruppo di persone, essere autonomi, opporsi a qualcosa, imporsi, il bisogno di essere accettati e compresi e il conforto. Shneidman ha proposto la seguente definizione del suicidio: “Attualmente nel mondo occidentale, il suicidio è un atto conscio di auto-annientamento, meglio definibile come uno stato di malessere multidimesionale in un individuo bisognoso che è alle prese con un problema  percepisce il suicidio come la migliore soluzione“. Shneidman ha inoltre  suggerito che il suicidio è meglio comprensibile se considerato non come un movimento verso la morte ma come un movimento di allontanamento da qualcosa che è sempre lo stesso: emozioni intollerabili, dolore insopportabile o angoscia inaccettabile, in una parola psychache. Se dunque si riesce a ridurre, ad intaccare e a rendere più accettabile il dolore psicologico quel soggetto sceglierà di vivere.

Nella concettualizzazione di Shneidman il suicidio è il risultato di un dialogo interiore; la mente passa in rassegna tutte le opzioni. Quando emerge l’idea del suicidio la mente lo rifiuta e continua la verifica delle opzioni. Trova il suicidio, lo rifiuta di nuovo; alla fine la mente accetta il suicidio come soluzione, lo pianifica, lo identifica come l’unica risposta, l’unica opzione disponibile.

L’individuo sperimenta uno stato di costrizione psicologica, una visione tunnel, un restringimento delle opzioni normalmente disponibili. Emerge il pensiero dicotomico, ossia il restringimento del range delle opzioni a due sole (veramente poche per un range): avere una soluzione specifica o totale (quasi magica) oppure la fine (suicidio). Il suicidio è meglio comprensibile non come desiderio di morte, ma come ]cessazione del flusso di idee, ovvero la completa cessazione del proprio stato di coscienza e dunque la risoluzione del dolore psicologico insopportabile. Noi ci proponiamo di rendere più tollerabile tale dolore mentale.

Il medico o colui che deve confrontarsi con soggetto a rischio ha la naturale paura favorire idee di suicidio durante l’indagine sul tema. Tuttavia non esiste alcuna prova che sostenga tale timore; il suicidio e’ un atto serio e cosciente che necessita molto di piu’ di un singolo colloquio per essere agito. Parlarne con onestà e franchezza, senza timori aiuta notevolmente coloro che lo hanno meditato. Per prevenire efficacemente il suicidio e’ necessario che l’operatore conosca bene il proprio impatto con il tema, interrogandosi con domande simili:

  • Ritengo che il suicidio sia un segno di debolezza di cui la gente dovrebbe vergognarsi?
  • Ritengo il suicidio come immorale o peccaminoso?
  • Penso che il tema de suicidio sia un tabù?
  • Penso che il suicidio sia il risultato della follia?
  • Reagisco eccessivamente con ricoveri e precauzioni di ogni genere in presenza di un’ideazione suicidaria?

Il paziente può cogliere il giudizio del terapeuta dal tono della voce o dal linguaggio corporeo. Se il terapeuta nutre delle attitudini di condanna nei confronti del suicidio sostenendo i miti e non i fatti sul suicidio probabilmente fallirà nel suo compito. Il medico deve poter comunicare al paziente che si può parlare di suicidio e che la trattazione del tema avviene su un terreno sicuro. Se al contrario, il medico evita di chiedere e si affretta a chiedere con modalità non appropriate otterrà dal paziente solo la chiusura. Spesso indagare il rischio di suicidio implica il dover passare maggiore tempo con il paziente; confrontarsi con il paziente e i familiari per provvedimenti coatti; rischiare possibili confronti medico-legali. In altre parole: maggiore impegno, maggiori problemi, maggiori preoccupazioni; questi sono solo alcuni motivi per i quali l’indagine sul rischio di suicidio e’ evitata nella pratica clinica.

Ci sono delle semplici regole che è importante seguire nel comunicare con gli individui a rischio di suicidio:

Come comunicare

  • Ascoltare attentamente, con calma
  • Comprendere i sentimenti dell’altro con empatia
  • Esprimere rispetto per le opinioni e i valori della persona in crisi
  • Parlare onestamente e con semplicità
  • Esprimere la propria preoccupazione, accudimento e solidarietà
  • Concentrarsi sui sentimenti della persona in crisi

Come non comunicare

  • Interrompere troppo spesso
  • Esprimere il proprio disagio
  • Dare l’impressione di essere occupato e frettoloso
  • Dare ordini
  • Fare affermazioni intrusive o poco chiare
  • Fare troppe domande

L’American Association of Suicidology ha coniato l’acronimo “IS PATH WARM?” (letteralmente “Il sentiero è caldo?” per veicolare efficacemente i segnali di allarme per il suicidio

IS PATH WARM?

  • I              Ideation — threatened or communicated (ideazione suicidaria, minaccianta o comunicata)
  • S             Substance Abuse — excessive or increased (abuso di sostanze – aumentato o eccessivo)
  • P             Purposeless — no reasons for living; anhedonia (mancanza di un fine nessuna ragione per vivere, anedonia)
  • A            Anxiety, Agitation/Insomnia (ansia, agitazioneinsonnia)
  • T             Trapped — feeling no way out; perceived   burdensomeness (sentirsi in trappola, nessuna via di uscita, sentirsi di peso per se e gli altri
  • H            Hopelessness (disperazione)
  • W           Withdrawal — from friends, family, society (ritiro, dagli amici, dalla famiglia, dagli altri)
  • A            Anger (uncontrolled)/rage/seeking revenge (rabbia, aggressività, cercare vendetta)
  • R             Recklessness — risky acts. unthinking (comportamenti ad altro rischio, non curarsi di se)
  • M           Mood changes (dramatic) (rapidi cambiamenti dell’umore)

Domande utili

  • Ti senti triste?
  • Senti che nessuno si prende cura di te?
  • Pensi che non valga la pena di vivere?
  • Pensi che vorresti suicidarti?

Indagine sulla pianificazione del suicidio

  • Ti è capitato di fare piani per porre fine alla tua vita?
  • Hai un idea di come farlo?

Indagine su possibili metodi di suicidio

  • Possiedi farmaci, armi da fuoco o altri mezzi per commettere il suicidio?
  • Sono facilmente accessibili e disponibili?

Indagine su un preciso lasso di tempo

  • Hai deciso quando vuoi porre fine alla tua vita?
  • Quando hai intenzione di farlo?

Fattori di rischio per il suicidio

Fattori di rischio biopsicosociali

  • Disturbi mentali, in particolare disturbi dell’umore, schizofrenia, ansia grave e alcuni disturbi di personalità
  • Alcol ed altri disturbi da abuso di sostanze
  • Hopelessness
  • Tendenze impulsive e/o aggressive
  • Storia di trauma ed abusi
  • Alcune patologie mediche gravi
  • Precedenti tentativi di suicidio
  • Storia familiare di suicidio

Fattori di rischio ambientali

  • Perdita di lavoro o perdita finanziaria
  • Perdite relazionali o sociali
  • Facile accesso ad armi letali
  • Eventi locali di suicidio che possono indurre fenomeni di emulazione

Fattori di rischio socioculturali

  • Mancanza di sostegno sociale e senso di isolamento
  • Stigma associato a necessità di aiuto
  • Ostacoli nell’accedere alle cure mediche, soprattutto relative alla salute mentale e all’abuso di sostanze
  • Credenze culturali e religiose (ad esempio credere che il suicidio sia una soluzione a dubbi personali)
  • Esposizione ad atti di suicidio, come attraverso i mass media

Raccomandazioni finali

  • Identificare i vari fattori che contribuiscono alla crisi suicidaria;
  • Condurre una valutazione “psichiatrica” completa, identificando fattori di rischio e fattori di protezione distinguendo quelli modificabili da quelli non modificabili;
  • Chiedere direttamente sul suicidio;
  • Determinare il livello di rischio: basso, medio, alto;
  • Determinare il luogo e il piano terapeutico;
  • Indagare l’ideazione suicidaria presente e passata così pure intenti, gesti o comportamenti suicidari; indagare sui metodi usati; determinare il livello di hopelessness, anedonia, sintomi ansiosi, motivi per vivere, abuso di sostanze, ideazione omicida.

Oltre ad offrire sostegno per gli individui in crisi e per coloro che hanno perso un caro per suicidio, un centro di prevenzione deve poter agire da catalizzatore di risorse promuovendo consapevolezza e responsabilità nella comunità. Far conoscere i luoghi a cui gli individui possono chiedere aiuto è un primo target ma si rende necessario anche provvedere a campagne divulgative che permettano a quanti più individui possibili di apprendere i principi basilare per riconoscere gli individui in crisi. Non vi deve essere reticenza nell’appoggiare programmi divulgativi e di raccolta fondi a sostegno della ricerca e delle continuità dei servizi dedicati alla prevenzione.

Sono questi i principi ispiratori del SERVIZIO PER LA PREVENZIONE DEL SUICIDIO avente sede in Roma, presso la U.O.C. di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea – Cattedra di Psichiatria, Facoltà di Medicina e Psicologia,  Sapienza Università di Roma.   Questo servizio è attualmente il più importante riferimento in Italia e nel mondo per la prevenzione del suicidio e per il disagio mentale.

Le attività del Servizio, coordinato dal Prof. Maurizio Pompili – Ricercatore universitario della facoltà di Medicina e Psicologia –  vengono portate avanti grazie allo sforzo di un team instancabile composto da medici, psicologi, volontari, tirocinanti, frequentatori scientifici e specializzandi che  quotidianamente si dividono tra la pratica clinica e attività collaterali.

Le storie, le vicende e vicissitudini degli utenti rappresentano una sfida per gli operatori, oltre a costituire il tessuto sul quale improntare l’ esperienza professionale e personale.

Conclusioni

La prevenzione del suicidio è un compito che riguarda tutti. Chiedere se il un individuo ha pensato al suicidio non è mai rischioso anzi rappresenta la principale arma di prevenzione. Particolare enfasi dovrebbe essere posta sulla formazione, specialmente duranti gli anni che conducono al conseguimento della laurea. Avere professionisti capaci di trattare il rischio di suicidio con serenità e destrezza rappresenta uno dei grandi traguardi della medicina. (www.prevenireilsuicidio.it – 06.33777740).

Dott. Maurizio Pompili

Maurizio Pompili, medico psichiatra e suicidologo, è Ricercatore Universitario e docente presso i corsi di laurea e specializzazione della II Facoltà di Medicina e Chirurgia, Sapienza Università di Roma. E’ affiliato al McLean Hospital – Harvard Medical School, Boston, USA. E’ autore di oltre 300 pubblicazioni sul suicidio
compresi dieci libri internazionali. E’ il referente per l’Italia dell’International Association for Suicide Prevention (IASP) e il Presidente dei Rappresentanti Nazionali IASP. E’ stato insignito nel 2008 con lo Shneidman Award dall’American Association of Suicidology per i contributi di alto valore resi alla ricerca sul suicidio.

Il circolo Sel-Lago Bracciano cerca la “strada giusta” per ripartire da sinistra

Incontro-dibattito sabato 1 marzo ad Anguillara voluto da Sinistra ecologia e libertà e incentrato su “la strada giusta” per ricostruire la sinistra. “Il progetto Italia Bene Comune, è fallito” ammette Giuseppe Girardi, coordinatore Sel – Circolo Lago di Bracciano, ma non è finita la sinistra, contrariamente a quanto sostiene Matteo Renzi. Secondo Girardi, “si tratta di ritrovare la capacità di aggregare, di riaprire un dialogo con le persone, con i movimenti, con un popolo di centro-sinistra che ambisce all’uguaglianza e alla libertà”. Per le prossime elezioni europee, il circolo appoggia con convinzione la lista di Alexis Tsipras, non per uscire dall’Europa, bensì per proporre un’idea diversa di Europa, non concentrata sulle banche, il debito e lo spread, sulla salvaguardia dello status quo.

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Un momento dell’incontro

Bengasi Battisti, del Coordinamento Enti Locali Acqua Bene Comune, ha iniziato il suo intervento sottolineando l’importanza della “commistione”, di idee, di saperi, di informazioni e della “consapevolezza” dei valori fondanti della comunità. La partecipazione vera dei cittadini parte dall’elaborazione di proposte incisive, basate sulla consapevolezza del luogo in cui viviamo che permette di tutelare la vocazione naturale del territorio e così difendere la storia e il futuro, e sulla circolazione di idee e di informazioni spesso nascoste, più o meno volutamente, dai media. Per esempio, pochi sono a conoscenza che, in base agli accordi Anci-Conai, i produttori di imballaggi versano una tassa, che ammonta a ben 750 milioni di euro all’anno, per il recupero degli imballaggi stessi. In Italia solo il 18% di questa somma viene distribuita ai Comuni, ai quali compete l’onere del recupero, rispetto all’80% distribuito in molti altri paesi europei. Duecento amministrazioni locali hanno chiesto la revisione dell’accordo Anci-Conai ma pochi sono a conoscenza di questa istanza. Ancora, il movimento no-Tav è rappresentato come un gruppo minoritario di violenti facinorosi mentre la realtà è del tutto diversa: la mobilitazione riguarda la maggioranza della popolazione ed è decisa, ma assolutamente pacifica.

Secondo Battisti, “la consapevolezza dei propri diritti è quella che ci permette di contrastare la prepotenza e le sopraffazioni. L’acqua, bene comune per eccellenza, rientra in questo discorso. Sorvolando sulla protervia con la quale si creca di annullare il risultato del referendum sulla gestione del servizio idrico, ora ci stiamo avvicinando al 25 marzo, data entro la quale il Consiglio Regionale deve discutere la proposta di legge sulla gestione pubblica e partecipata dell’acqua che, altrimenti, verrà sottoposta a referendum regionale. Intanto – continua Battisti – la Giunta regionale ha recentemente approvato una delibera che fissa dei criteri per la gestione dell’acqua in aperto contrasto con la legge proposta. Sorprende come sia cambiata la sensibilità dell’amministrazione regionale dopo le elezioni, in particolare dell’assessore Refrigeri che aveva persino partecipato alla stesura della proposta di legge”.

Per Maurizio Zammataro, Coordinatore Sel Area Metropolitana, il percorso illustrato da Battisti, la ricostruzione dei nessi sociali, delle comunità, è un esempio da seguire. L’Area Metropolitana va vista come un’occasione ma è anche pericolosa perché la Città cercherà di scaricare tutti i problemi sulla periferia. “Bisogna cercare di ragionare in termini di area vasta o area di prossimità – sottolinea Zammataro – partendo da problemi precisi: la gestione dei rifiuti, del servizio idrico, del modello di sviluppo per evitare che l’Agro romano sia ridotto a mero dormitorio”.

A seguire gli interventi dal pubblico. Sandro Griffini ha contestato l’impianto dell’Area Metropolitana: non può essere Roma a decidere per le diverse realtà dell’Agro Romano, sono queste che si devono autogovernare, coordinandosi e poi rendere Roma partecipe delle proprie decisioni. Griffini ritiene si debba contrastare la continua sottrazione di partecipazione: “Ci propongono un Senato non più eletto e cercano persino di evitare l’elezione delle Università agrarie. Si dovrebbe invece proporre che tutte le cariche degli enti pubblici siano solo elettive”.

Infine Giovanni Furgiuele, presidente dell’associazione “L’agone nuovo”, ha ricordato al pubblico il prossimo incontro organizzato dall’associazione sul tema della Protezione Civile che si terrà il prossimo 13 marzo.

Alessandra Lombardi

Turismo. Comuni lago di Bracciano: no a depotenziamento Consorzio di Navigazione

“Il Consorzio Lago di Bracciano è un ente strategico per la promozione turistica del territorio ed è un fondamentale organismo di coordinamento tra i Comuni che
si affacciano sul lago di Bracciano. Depotenziarne il ruolo, proprio in un momento in cui è stata consolidata la collaborazione tra amministrazioni locali in un’ottica di area vasta che allontana le antiche pratiche campanilistiche, sarebbe un attacco mirato alle potenzialità del territorio che da sempre rappresenta un patrimonio di attrattive culturali e naturalistiche ancora non pienamente espresse”. E’ quanto scrivono in un documento gli assessori delegati al Turismo dei Comuni di Bracciano, Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Canale Monterano e Manziana e il commissario del Parco di Bracciano-Martignano, in una lettera aperta inviata al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al commissario prefettizio della Provincia di Roma.
Il documento fa seguito alla decisione del commissario di nominare, in sostituzione dell’attuale presidente del Consorzio Lago di Bracciano, una figura commissariale. “La nomina di un subcommissario con mere funzioni di ordinaria amministrazione – hanno commentato gli amministratori locali – andrebbe a svilire la progettualità che è stata messa in campo e che richiede l’assunzione anche di decisioni di carattere “politico”. Già con il progetto di promozione turistica Destinazione Lago seguito da quello attuale denominato La Strada del Lago – senza l’impegno di risorse aggiuntive – il Consorzio Lago di Bracciano è stato ed è l’attore centrale di un processo importante che avvia un percorso di partecipazione rivolto anche ai comuni di Manziana e Canale Monterano prevedendo, tra l’altro, una gestione coordinata attraverso uno specifico protocollo d’intesa, dei Punti di Informazione turistica”.
Per queste ragioni nella lettera aperta gli assessori al turismo “sollecitano il commissario a mantenere sul territorio una figura che non lavori alla sola ordinaria
amministrazione ma che sia in grado di rendersi protagonista di un’azione di valorizzazione di un’area che ospita uno dei maggiori parchi della Regione Lazio
e che con il proprio lago costituisce, attraverso l’acquedotto d’emergenza Acea, Riserva Idrica per la Capitale. Il territorio sabatino – ribadiscono nel documento gli amministratori – chiede la dovuta attenzione, la stessa riservata dalla Provincia e la Regione Lazio ad altre aree ricadenti in ambito provinciale. Smantellare un organismo che ha dimostrato la propria efficacia e che lavora per una programmazione sovracomunale sarebbe un gesto che, sull’altare dei tagli, sacrifica la progettualità e la buona volontà degli amministratori di un’area a vocazione turistica che interessa 60mila abitanti”.