5 Dicembre, 2025
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Gente di Bracciano un paese allo specchio: microstorie che diventano memoria collettiva

A volte è l’amore per un luogo a innescare un racconto corale. È così che nasce Gente di Bracciano: dall’intuizione di Claudio Calcaterra, romano per nascita e braccianese per scelta, affascinato «dal lago, dal Castello, dalla storia» al punto da volerle dare una voce stabile. Con lui Graziarosa Villani e Mena Maisano: è di Mena l’idea del titolo che sposta il fuoco dal “dove” al “chi”.

Nel 2010 l’esperimento: un laboratorio di scrittura e giornalismo nei centri anziani. Il numero zero, in bianco e nero, “d’altri tempi”, convince la comunità a proseguire. Nascono così il periodico e poi l’Associazione Gente di Bracciano (presidente Calcaterra), con l’obiettivo di custodire la memoria locale e promuovere progetti culturali.

Al centro, le microstorie raccolte da Francesco Mancuso, che sceglie taccuino e penna al posto del registratore «per incontrare sì la storia, ma anche la persona». La prefazione di Duccio Demetrio è un piccolo manifesto: un elogio dei biografi per passione”, perché «strappare le vite all’oblio è un atto civile e, talvolta, persino terapeutico».

Nelle pagine emergono ritratti che tengono insieme il Novecento e il quotidiano di oggi.

Zio Pietro va in guerra: Pietro De Santis, classe 1921, pisciarelliano, la guerra da Palermo a Orano, poi Mannheim e il ritorno ai campi, alle domeniche al cinema e alla briscola. Una memoria che mescola ferite, ironia e quella testarda voglia di ricominciare.

Luciana, la Befana di Bracciano: dalla delusione infantile (quando scopre che la “Befana” è la zia) alla decisione, nel 1985, di ridare la festa ai bambini. Calzette cucite, raccolte solidali, banda in piazza, visita in ospedale: un rito comunitario che ogni 6 gennaio ricuce legami e appartenenza.

Gallerana e il diario che verrà: classe 1937, bidella, commerciante, coltivatrice, narratrice di sé. Dopo il primo incontro, riempie due quaderni di memorie («la sera sapevo che quel quaderno mi stava aspettando»). Le sue pagine – come quella autografa che presentiamo in foto – sono un invito a trasformare la vita quotidiana in archivio affettivo. «Quando avrò cent’anni – dice – mi piacerà rileggere la mia storia e tuffarmi negli album di fotografie».

Queste storie, cucite con dialetto, aneddoti, fotografie di famiglia, disegnano mappe di trasformazione: i lavori, i costumi, la “braccianesità” che resiste. Il Castello, come scrive Villani, è l’asse della “doppia elica” cittadina: attorno a lui le vite si intrecciano e la cronaca diventa storia.

Gente di Bracciano” invita i più giovani a riconoscersi nella voce degli anziani. E mostra che la letterarietà può nascere dal vero, quando chi raccoglie le storie «non tradisce le parole» ma le accompagna verso una forma condivisa.

Alla fine resta un gesto semplice e potente: continuare a raccontare. Perché la memoria, come il lago, riflette ciò che ha davanti: le persone.

Per chi desiderasse leggere l’intera raccolta, è possibile richiederla con una mail al progetto “BarattAMO pagine e pensieri” attivo presso il Centro Civico di Traversa Borsellino, 31 (Bracciano Nuova), anche in formato cartacea, richiedendo le copie rimaste.

Per informazioni: barattiamopagine.pensieri@gmail.com

Paola Forte

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