Oggi, ci ha lasciato Stefano Benni: icona e mito di intere generazioni di lettori e lettrici. Oltre a divertirci tanto con libri come “Bar Sport” (1976) e “La Compagnia dei Celestini” (1992) ci ha raccontato l’Italia, la sua Italia riuscendo a dare una lezione di letteratura attraverso la sua ironia malinconica, la quotidianità assurda e visionaria – fantastica e fantasiosa – inventando, il più delle volte, un vocabolario nuovo e rovesciato attraverso la sua penna graffiante, umoristica e satirica.
I suoi personaggi pur divisi, spesso, dalle appartenenze sociali e politiche sono accomunati dalle stesse debolezze e dagli stessi eventi.
Gli interessi di Stefano Benni sono stati molteplici così come la sua produzione: racconti, romanzi, opere teatrali, piéce, film, musical, disegni e, infine, poesie.
Il nostro omaggio e il nostro ricordo, appunto, con una delle sue poesie “El Señor Fulci” (1988) che spicca per la tematica socio-politica dedicata al perenne conflitto israelo-palestinese:
“Così dissi al Señor Fulci: e lui
guardava i disegni e scuoteva
la testa. E non sorrideva
d’improvviso gridava, feroce:
‘Non ficcate il naso nelle nostre cose
ebrei e palestinesi che siate
non c’è niente da vedere
assolutamente niente da vedere!’
E mentre parlava rividi dietro a lui i soldati
e le scritte sui muri e le donne delle moschee
e volavano i sassi e le fucilate
e le cose tristi erano ritornate
e anche un poco di speranza”.
Brunella Bassetti – Redattrice de L’Agone


