Due elementi naturali opposti ma complementari, entrambi essenziali per la vita ma al contempo portatori di potenziali pericoli. Si rifletta sull’indispensabilità dell’acqua per la sopravvivenza di ogni forma di vita, per conservare igiene e preservare dalle malattie, per idratarsi, per l’agricoltura, per l’industria, per la produzione di energia sostenibile e rinnovabile; si consideri quanto i mari, i laghi e i fiumi influiscano sul clima e sulle biodiversità.
Poi si pensi al fuoco, questa fonte primordiale di energia e calore, il suo impiego dalla cucina alla produzione industriale, a come fin dai tempi più remoti sia stato considerato un elemento simbolico nelle varie culture, religioni, nell’arte come espressione di passione, trasformazione e rinascita.
Un idillio perfetto, sembrerebbe, se non fosse che bene e male, buono e maligno sono demarcati da un confine fragile, imperfetto, volubile.
Ecco allora che in un attimo l’acqua, l’elemento in cui siamo immersi per nove mesi alla nascita, può diventare devastante: si pensi alle alluvioni o, al converso, alla siccità, che uccidono e creano danni alle comunità e all’economia. L’acqua che si ribella alla mano stupida dell’uomo che la inquina con plastiche, sostanze chimiche e scarti industriali che minacciano gli ecosistemi e così si ribella mancando, la crisi idrica che porta a conflitti per l’approvvigionamento.
In questa reversibilità anche il fuoco sa diventare cattivo: incendi che distruggono l’habitat, provocano emissioni nocive e minacciano la vita umana, le fiamme che causano danni ambientali e incidenti domestici.
Acqua e fuoco, la dualità tra ciò che ci nutre e ciò che può distruggerci. Forse la chiave sta nel rispetto e nella gestione consapevole che ne facciamo, così da saper canalizzare la loro forza verso il benessere collettivo e la sostenibilità.
Come ci rimanda la filosofia greca, torniamo a vedere nel fuoco l’archetipo del cambiamento per tornare all’acqua, ciò da cui tutto nasce.
Acqua e fuoco non sono solo elementi: sono linguaggi antichi con cui l’uomo ha cercato di spiegare il mondo e sé stesso e con cui oggi, chissà perché, non sa più dialogare perso appresso a logiche di consumo che sempre più spesso, scatenano la loro ira funesta.
Gianluca Di Pietrantonio


