9 Dicembre, 2025
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“Il PD: Rassicuriamo Grossi e Poletti, abbiamo letto attentamente la loro mozione”

Riceviamo e pubblichiamo

Il Partito Democratico ha letto integralmente la mozione presentata dai consiglieri Grossi e Poletti. Proprio perché l’abbiamo letta con attenzione, possiamo rispondere punto per punto alla replica apparsa sulla stampa.

La mozione afferma che «fenomeni analoghi sono registrati in molte città europee (Amsterdam, Rotterdam, Barcellona)» e suggerisce di adottarne i modelli. È un paragone improprio. Quelle città dispongono di budget, organici, strutture amministrative, corpi di polizia dedicati e competenze giuridiche non paragonabili a una città di 50 mila abitanti. Non è una posizione politica: è una differenza strutturale che rende quel riferimento fuorviante.

La mozione indica di «richiedere alla Prefettura l’avvio di un Patto per la Sicurezza Urbana ai sensi del D.L. 14/2017». È esattamente ciò che questa Amministrazione fa regolarmente nel rapporto istituzionale con Prefettura e Forze dell’Ordine. Rivendicare come novità ciò che è già in corso non trasforma una mozione in un piano operativo.

Gli stessi proponenti scrivono che «l’ipotesi di procedere ad assunzioni comunali non è percorribile». È un’affermazione corretta. Tuttavia, subito dopo, la mozione elenca nuove funzioni, nuovi tavoli, nuovi sistemi di monitoraggio, nuove figure operative e nuovi protocolli. È legittimo chiedere: chi li gestisce? Con quali risorse? Con quale struttura amministrativa? La mozione non lo chiarisce. Affida tutto a formule generiche come “contratti di servizio” o “co-progettazioni”, senza definire costi, responsabilità, tempistiche né sostenibilità per una macchina comunale già sotto organico. Questo non è un dettaglio: è l’elemento che determina la realizzabilità o meno di una proposta.

La mozione prevede inoltre di «istituire un Tavolo Comunale per la Notte Sicura e la Vivibilità Urbana». Ma il coordinamento in materia di sicurezza pubblica è già regolato dalla legge e attribuito a Prefettura e Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Un tavolo parallelo, “istituito per delibera”, rischia di sovrapporsi a organismi già esistenti, creando ambiguità istituzionali e duplicazioni che la norma non prevede. Non è una valutazione politica: è un limite giuridico.

Si propone poi un «Progetto pilota di mediazione sociale notturna» affidato a soggetti esterni, ma comunque in raccordo con la Polizia Locale. Ancora una volta, manca la definizione delle responsabilità operative, delle coperture assicurative, dei protocolli, della catena di comando e delle condizioni in cui questi operatori interagirebbero con funzioni pubbliche. Senza questo quadro, la proposta rischia di creare un ibrido ingestibile, con aspettative che il Comune non può garantire. È un tema di responsabilità amministrativa, non di volontà politica.

La mozione elenca infine «report trimestrali», «raccolta dati», «questionari periodici», «collaborazioni con università e centri di ricerca». Tutto condivisibile in teoria. Ma un piano è realistico solo se indica chi lo esegue, con quali risorse, con quali competenze e in quali tempi. Senza questi elementi, restano buone intenzioni prive di copertura.

Per questo rigettiamo al mittente l’idea che non avessimo letto la mozione. L’abbiamo letta, e proprio per questo abbiamo sollevato criticità oggettive. Gli stralci riportati sopra parlano da soli.

La verità è semplice: la mozione apre più problemi amministrativi e normativi di quanti ne risolva. Non basta citare il Decreto Minniti per rendere operative misure complesse: serve una struttura adeguata, una programmazione sostenibile, un coordinamento istituzionale reale.

Il tema della sicurezza merita serietà. Non possiamo votare testi che elencano obiettivi condivisibili ma non spiegano come raggiungerli.

Detto questo, vogliamo essere chiari: apprezziamo il tentativo di affrontare un problema reale e siamo disponibili a un confronto serio. Ma così come è scritta, questa mozione difficilmente potrà trovare accoglimento. Se i proponenti intendono rivederla alla luce delle criticità emerse, il Partito Democratico è pronto a collaborare.

Confronto sì. Improvvisazione no.

Partito Democratico di Civitavecchia

 

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