In Cina, lo spettacolo non è solo intrattenimento: è arte totale, fusione di tradizione, tecnologia e poesia visiva. Basta aver assistito alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Pechino (considerata una delle più spettacolari della storia olimpica, ha coinvolto oltre 15.000 performer, con effetti visivi mai visti prima), diretta dal maestro Zhang Yimou (regista di “Lanterne rosse”) e dal coreografo Zhang Jingang, per capire cosa significhi “meraviglia” in chiave cinese. Coreografie monumentali, sincronismi perfetti, scenografie che sembrano scolpite nella luce: ogni gesto è pensato per lasciare il pubblico senza fiato.
Nel mio viaggio, era previsto l’assistere al celebre Impression Liu Sanjie, diretto da Zhang Yimou, uno spettacolo notturno sulle acque del fiume Li, ambientato tra le montagne carsiche di Yangshuo. Purtroppo, il maltempo ha imposto un cambio di programma. Ma il destino ha voluto regalarmi un’alternativa altrettanto straordinaria: il “Guilin Eternal Love Show”, un’esplosione di emozioni e meraviglia: guerrieri che correvano orizzontalmente sulle pareti, una principessa che volava su un tappeto sospeso, acqua scrosciante che avvolgeva il palco, scenografie mobili degne del “Cirque du Soleil”, il tutto accompagnato da musiche dolcissime e danze che narravano leggende locali e storie d’amore eterne.
Una guida, con un sorriso complice, mi ha confessato che l’Italia è molto amata in Cina, soprattutto per la bellezza dei ragazzi del Sud e che le immagini dei “Mondiali di calcio” vinti nel 2006 hanno avuto una risonanza mediatica enorme, contribuendo alla popolarità del calcio italiano, nonostante le successive “figuracce” della nostra nazionale.
Il calcio maschile cinese ha partecipato a un solo Mondiale, nel 2002, uscendo con zero punti. Al contrario, la nazionale femminile ha ottenuto risultati notevoli, vincendo l’Asian Cup e raggiungendo le finali mondiali.
La guida mi ha poi confidato un aspetto curioso: gli atleti cinesi eccellono negli sport individuali, ma faticano negli sport di squadra. Il motivo? Forse il sistema di allenamento statale, che favorisce la selezione precoce e la specializzazione, premiando il rendimento personale. La cultura scolastica e sportiva cinese valorizza il successo individuale, e questo può ostacolare la cooperazione spontanea richiesta negli sport collettivi.
La Cina domina in ping pong, badminton, ginnastica, tuffi e sollevamento pesi, ha vinto oltre 2500 titoli mondiali e detiene quasi 1500 record. Il sistema sportivo è basato su accademie specializzate e allenamenti intensivi
In Cina, lo spettacolo è un linguaggio universale, lo sport una sfida personale, e la bellezza, che sia in una danza, in un gol o in un sorriso, è sempre celebrata con passione.
Riccardo Agresti
La puntata precedente: 10 La Cina che si gusta
Il prossimo appuntamento: 12 Dov’è il comunismo?


