12 Luglio, 2025
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PD Lazio. Dalla destra, sull’urbanistica, solo caos e pessime scelte

Lo scorso 11 giugno è andata in scena una seduta di Consiglio in cui per oltre tre ore la destra regionale ha cercato di trovare una soluzione ai problemi da loro stessi causati. Sulla legge 171 infatti, la maggioranza è al palo, bloccata non solo dalla continua discussione interna, ma anche dagli uffici legislativi regionali.

Tra i molti problemi di legittimità costituzionale e di incongruenza con la normativa vigente, 20 articoli su 21 sono stati di fatto stralciati, dando l’ennesimo plastico esempio di come questa giunta operi.

D’altronde questa legge, già prima del cambio di deleghe interno che ha visto passare l’urbanistica nelle mani dell’assessore Schiboni, aveva grosse problematiche mai risolte denunciate dal Partito Democratico in tutte le occasioni istituzionali preposte e non solo. E checché ne dica lo stesso assessore Schiboni, togliere o modificare il primo articolo sulle aree agricole emendando il testo non semplificherà il processo legislativo.

Ad esempio, la sanatoria sui sottotetti e i cambi di destinazione d’uso riguardanti la trasformazione dei piani terra presenta di per sé criticità. La Corte Costituzionale ha già bocciato infatti una legge simile, con tali interventi, alla Regione Puglia.Insomma, per una legge presentata lo scorso 9 agosto, il lavoro fatto dalla maggioranza è stato, per usare un eufemismo, a dir poco mediocre.

Il blocco da parte dell’ufficio legislativo è arrivato, per citare un caso, riguardo l’utilizzo di edifici agricoli dismessi per manifestazioni ed eventi, consentendo anche la realizzazione di piscine e scuderie: «Solleva perplessità il riferimento al carattere pertinenziale delle piscine». Ricordando che il Consiglio di Stato lo ha già escluso, definendo la piscina come «una struttura di tipo edilizio che incide con opere invasive sul sito in cui viene realizzata». Sui cambi di destinazione d’uso, invece, gli uffici hanno sostenuto che «i criteri di determinazione dello stato legittimo dell’immobile richiedono una disciplina uniforme sull’intero territorio nazionale, senza che sia consentito alle Regioni di porre regole differenti».

Perplessità espresse anche sulle questioni relative ai cinema e i teatri, sui quali andrebbe valutata la proporzionalità della disposizione alla luce della giurisprudenza costituzionale. Su questo il dibattito era già stato fortemente acceso nei mesi invernali, con le proteste di esponenti del mondo non solo del cinema e della cultura in generale.

Insomma, altro che la semplificazione promessa e promossa da Rocca e dalla sua Giunta: la proposta di legge è solamente, a oggi, un colabrodo normativo. Una legge piena di forzature, scritta male, che viola principi costituzionali, scavalca l’autonomia dei comuni, e mina la certezza del diritto in settori cruciali come urbanistica, paesaggio, ambiente ed edilizia sociale.

Dalle già citate norme sui sottotetti bocciate dalla Corte costituzionale alla compressione illegittima della pianificazione comunale, dall’uso distorto delle varianti semplificate alla deregulation ambientale, fino al rischio di contenziosi per le norme sull’edilizia residenziale e commerciale. Perfino la tutela paesaggistica viene aggirata e con essa il ruolo del Ministero della Cultura.

Ormai non si tratta nemmeno più di opinioni, vedute o pareri politici: la legge va totalmente riscritta e riformulata. Rocca dovrebbe direttamente sospendere l’iter della proposta e aprire un confronto serio e trasparente, non solo con i gruppi consiliari ma con i Comuni, gli ordini professionali, le sovrintendenze e le associazioni del territorio.

Nei prossimi dibattiti in Aula discuteremo proprio di questo. Se la maggioranza Rocca tirerà dritto, il Partito Democratico sarà pronto a fare una battaglia in Aula con emendamenti, interventi e ricorsi. Non permetteremo che per piegare l’urbanistica agli interessi di pochi si sacrifichi il diritto dei cittadini a un territorio ordinato, sicuro e rispettoso dell’ambiente.

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