23 Aprile, 2025
spot_imgspot_img

Bettarelli: “Riusciti a dare una nuova idea di Canale Monterano”

All’ingresso dell’antico palazzo comunale, il leone berniniano della vecchia Monterano mi accoglie con un piglio che leggo come un sorriso di accoglienza, sorriso immediatamente riecheggiato dalle due dolci ragazze degli uffici posti a pian terreno, una delle quali, accompagnandomi dal Sindaco, mi riconduce, con i ricordi, a quando insegnavo al liceo “Vian” di Bracciano. Al piano superiore trovo un atletico e gioviale sindaco mentre congeda cordialmente una coppia di cittadini e che mi riceve caldamente, con una estrema gentilezza, con un caldo caffè. La simpatia reciproca è immediata e la chiacchierata, partita da considerazioni sulla povertà del pur bellissimo Comune di Canale Monterano, con le rovine della antica Monterano nella splendida riserva naturale e la frazione di Montevirginio, con artigiani che ancora amano il proprio mestiere ed i cui prodotti sono ricercati nel territorio limitrofo, si allarga a ricordi di studio e di amicizie comuni. Ma ecco le domande specifiche e le sue risposte.

Dottor Alessandro Bettarelli, Lei, nato il 7 dicembre 1973, eletto per la seconda volta nel 2021 “primo cittadino” di Canale Monterano, essendosi presentato con una lista che è stata l’unica alla fine in lizza, ritiene che sia stato rieletto per il suo lavoro ben eseguito al servizio dei cittadini o grazie alle alleanze politiche della sua lista?

In un piccolo comune come Canale Monterano non ci sono alleanze politiche che tengano. Nel 2021 abbiamo riproposto lo schema di “Progetto Locale”, una lista civica che aveva al suo interno, già nel primo mandato, diverse sensibilità politiche, ma soprattutto persone che antepongono il bene comune a interessi personali o di parte. Presentarsi poi da soli, con il quorum al 40% dei votanti, era sicuramente più difficile che avere una lista concorrente, eppure abbiamo preso 200 voti in più del 2016, probabilmente perché i cittadini avevano apprezzato il nostro lavoro.

Cosa significa per lei la politica e che senso ha fare politica?

Seguo la politica fin da bambino. Non perdevo un dibattito in TV neanche quando andava in contemporanea con una partita di calcio. Poi ho studiato politica internazionale alla Sapienza e infine ho provato a farla: ma non credo di esserne portato. Mi ritengo un buon amministratore, ma la politica non credo faccia per me. Preferisco affrontare i problemi quotidiani o la progettualità futura di una comunità, come quella Canalese, semplice solo all’apparenza. La passione politica rimane sullo sfondo, con i grandi ideali, il dovere morale di non pensare solo a se stessi, ma a un mondo enorme, eppure sempre più piccolo, purtroppo sempre più concentrato sull’io, sull’avere, anche a scapito dell’altro. Mi è stato insegnato che, se uno può, deve sempre aiutare chi sta peggio: questa è la barra che tengo dritta tutti i giorni da amministratore pubblico.

Cosa ha fatto la sua Amministrazione nel primo mandato e cosa pensa di concludere in questo secondo mandato?

Fare una lista sarebbe davvero troppo lungo, ma fondamentalmente credo che siamo riusciti a far comprendere che Canale Monterano non è più quel posto un po’ sfigato, tra il Lago di Bracciano e i Monti della Tolfa, che non aveva molto da dire al mondo. Negli ultimi anni siamo riusciti a veicolare il concetto che Canale è un posto che offre al cittadino servizi ottimi. In cui si vive bene anche senza supermercati o cinema. In cui ci sono ottime scuole e le strade sono pulite. Un paese dove, se hai un problema con il Comune,c’è qualcuno che prova a risolvertelo. Un luogo dove puoi vivere immerso nella natura. Dove puoi comprare pane, carne, formaggi, verdure prodotti localmente e poi venduti nella bottega dove lavorano genitori e figli i quali, quando entri, ti chiamano per nome. Un posto che rappresenta con fierezza e al meglio ciò che significa vivere in un piccolo comune a mezz’ora da lago e mare e a un’ora da Roma.
Se ci si riflette bene, non è che ce ne siano poi molti di posti così.

In una cittadina in cui ci si conosce tutti, come ci si sente ad esserne il Sindaco? Come ritiene di essere percepito dai cittadini?

A Canale sono semplicemente“Alessandro”, nato in una famiglia dai sani principi, come tante altre. Quello che da piccolo giocava a rugby perché a calcio era negato, che andava bene a scuola, che suonava con la Banda del paese, che è andato ad abitare dove il nonno e il padre avevano piantato ulivi e viti, che non s’è montato la testa e che sette giorni a settimana non “è” il Sindaco, ma “fa” il Sindaco. Quello che, se c’è un problema, a volte anche non di sua competenza, vuole risolverlo, o quanto meno provarci.

Come sta gestendo la sua Giunta?

Giunta e Consiglio per me sono semplicemente gli amici, i collaboratori, i gruppi di lavoro, in cui ognuno, secondo responsabilità, settore e competenze, deve lavorare al meglio per onorare il ruolo che ha. Nessun medico ci ha ordinato di candidarci a fare gli amministratori pubblici e adesso che siamo qui dobbiamo ripagare la fiducia, che i cittadini ci hanno concesso, impegnandoci al 100%. Per me il gruppo è tutto, ma la maglia va onorata impegnandosi al massimo, io ovviamente per primo.

Le possibili denunce per abuso di ufficio hanno rappresentato, sino a poco tempo fa, una “spada di Damocle” per tutti gli amministratori; lei cosa ne pensa dell’abrogazione di questo reato?

La mia risposta è che non è quello il problema degli amministratori comunali. Quel tipo di reato lo commetti(commettevi) o perché sei incapace o perché sei disonesto. In entrambi i casi è giusto che paghi.

Ci sono invece reati, e mai nessuno ne parla, che possono portare un Sindaco in tribunale senza che abbia mai avuto alcun comportamento scorretto o sbagliato, ma solo perché rappresentante legale di un ente, il Comune, in cui gli atti gestionali sono in carico ai responsabili delle aree e dei servizi. Sindaci e amministratori hanno un ruolo meramente d’indirizzo e impulso amministrativo, ma spesso pagano per atti gestionali su cui non hanno potere. Il Sindaco è davvero ormai il grande parafulmine del sistema dei Comuni. Per non parlare del famigerato danno erariale… Potrei fare decine di esempi di colleghi esposti a procedimenti della Corte dei Conti per fatti avvenuti anni e anni prima del loro insediamento o di cui non sapevano neanche dell’esistenza. Per non parlare poi del peso morale e penale di situazioni di cronaca tristemente note come avvenuto a Torino, Genova, Rigopiano.Ricordiamoci, infine, che l’indennità di un Sindaco di un piccolo Comune è, più o meno, la metà dello stipendio di un impiegato comunale.

Quali responsabilità sente e quali difficoltà trova nel suo ruolo?

La responsabilità di dare risposte a cittadini che hanno problemi o meritano di stare meglio di come stanno. Le difficoltà di una burocrazia ipertrofica, a volte completamente inutile, che spesso rallenta il lavoro invece di facilitarlo. Anche in questo caso però, se uno è preparato, le difficoltà diventano sfide: possibilità di mettersi alla prova.

Come avete affrontato il problema dell’esplosione del 6 gennaio?

Con il senso di comunità che ci caratterizza e che, evidentemente, ha guidato anche l’azione di tutti quei Comuni, associazioni e cittadini, anche non canalesi, che hanno concorso in una meravigliosa gara di solidarietà che ha portato a una donazione complessiva di 76 mila euro in favore delle famiglie coinvolte. Un evento mai accaduto nella storia del nostro territorio, che va oltre il mero dato materiale, per rappresentare una vera unione ideale delle comunità della nostra zona, a prescindere dai confini comunali.

Lei ha scritto un bellissimo libro sul rapporto fra Canale Monterano e il cinema. Quanto ha influito il cinema, direttamente o indirettamente, sull’economia di Canale?

Canale e cinema sono un binomio inscindibile, che, oltre ad aver dato lavoro a tante famiglie e ad aver creato professionalità importanti, ha fatto conoscere il nostro Comune in Italia e all’estero. Ancora oggi chi arriva all’Antica Monterano non può non ricollegare quei posti a quelli visti in decine di pellicole che hanno segnato la storia del cinema italiano e internazionale. Il cineturismo è oggi una realtà affermata e vogliamo sfruttarla al massimo.

Come pensa di valorizzare le rovine dell’Antica Monterano e del magnifico territorio circostante?

Nel 2016, al nostro insediamento, un regolamento comunale prevedeva il divieto per le produzioni cinematografiche di girare a Monterano e in Riserva. Oggi il cinema è di nuovo di casa. Parimenti non c’erano bagni e strade decenti. Abbiamo istallato i bagni e rifatto completamente Via Casalini, Via Palombara e creato due nuove aree sosta, Comunaletto e Poggio Lupino, e un’area di sosta camper in zona Fontana. Ci siamo aggiudicati un bando regionale, il DTC2, da circa 800 mila euro, per interventi di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per la conservazione, la tutela, il recupero e la valorizzazione finalizzata alla promozione territoriale. Quest’anno ne vedremo finalmente i frutti, che consisteranno in studi su contenuti storici e storico artistici finalizzati all’incremento delle conoscenze sull’antico abitato e sul territorio della Riserva; nel monitoraggio remoto per mezzo di tecniche satellitari, fotogrammetriche e termografiche; nell’illuminazione artistica dell’antico abitato; in un piano di sviluppo turistico e infine nello sviluppo di un portale web e di un’app, al fine di consentire una maggiore fruibilità da parte degli utenti. Oggi l’Antica Monterano e la riserva naturale omonima sono stabilmente meta di turisti e presenza costante su TV e giornali. Ovviamente possiamo e dobbiamo fare ancora di più per valorizzare non solo Monterano, ma tutto il sistema turistico canalese.

Caduto il divieto del terzo mandato nei piccoli comuni, cosa pensa di fare nella Primavera del 2027, quando finirà questa sua seconda esperienza alla guida del Comune di Canale Monterano?

Per ora non ci penso e invito sempre tutti gli amministratori, con cui condivido il lavoro, a rimanere concentrati sul da farsi quotidiano. A me fortunatamente la “sindachite” non ha mai preso. Fare il Sindaco è come fare il Presidente di un’associazione o di una contrada: lo si fa al massimo delle proprie possibilità finché si ricopre quel ruolo e, se un giorno finisce, non devi avere rimpianti purché sia certo che, finché l’hai fatto, hai dato il massimo, senza risparmiarti. Poi, se i cittadini lo vogliono e la vita te lo permette, si continua a farlo, altrimenti si fa altro.

Un pensiero per Canale Monterano, per l’Italia, per l’Europa e per il Mondo?

A volte mi piacerebbe dire la mia su questioni che vanno oltre i confini territoriali del Comune. Poi rifletto che ognuno ha il suo ruolo. Io ho l’onore di poter e dover pensare a Canale e Montevirginio, lascio ad altri il dovere di occuparsi del nostro Paese e oltre. In un mondo in cui tutti parlano di tutto, spesso a sproposito, provo a parlare poco e ad ascoltare molto. Magari imparo anche qualcosa…

Ultimi articoli