12 Novembre, 2024
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Il nuovo sindacato carabinieri scrive ai ministri di Giustizia, Difesa, Interno e Pubblica amministrazione

Riceviamo e pubblichiamo – Il Nuovo sindacato carabinieri (Nsc) ha scritto una lettera aperta al presidente del consiglio e ai ministri di Giustizia, Difesa, Interno e Pubblica amministrazione, per stigmatizzare e chiedere modifiche delle norme che vietano ai dirigenti sindacali di parlare con i media come prevede, spiegano le segreterie regionali di Emilia-Romagna e Lazio, il Dpr in vigore dal prossimo 17 ottobre.

Secondo il sindacato è infatti necessario eliminare le conseguenze penali o disciplinari per i dirigenti che “manifestino liberamente e pubblicamente il proprio ruolo, trattando qualsiasi argomento di carattere sindacale e nell’interesse dei diritti dei lavoratori militari”, con l’unico vincolo di rispettare il segreto militare, istruttorio e di Stato.

Le attuali previsioni normative, prosegue infatti Nsc, risultano “eccessivamente intransigenti e restrittive” e costituiscono una forma di “imbavagliamento” che appare “antidemocratico, spropositato e in conflitto con principi costituzionali e internazionali che tutelano la libertà sindacale e di espressione”.

Per questo si chiede di modificare le norme, “nel senso di riconoscere reale autonomia, libertà ed iniziativa ai sindacati del comparto difesa-sicurezza e rispettivi dirigenti di ogni livello, sul modello di quanto avviene per i sindacati della polizia di Stato.

Concludono Morgese e Mastronardi: il sindacato non può essere gerarchizzato e censurato dal datore di lavoro che è in tutto e per tutto la “controparte”, perché altrimenti il senso costituzionale della vigilanza del sindacato viene seppellito.

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