20 Aprile, 2024
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Invasioni aliene intorno al lago di Bracciano: parte la “caccia” alla ricerca dell’equilibrio perduto

Alcuni sono graziosi come lo scoiattolo grigio, altri sono fastidiosi e molesti come i pappagallini verdi altri ancora, come i famigerati gamberi killer, incutono timore. Alcuni di loro volano in cielo, altri nuotano in acqua, altri ancora zampettano per i campi e in giardini o fioriscono e verdeggiano ai bordi della strada o nei fondali del lago. Invasioni in piena regola di flora e fauna forestiere, un esercito di specie differenti e subdole molte delle quali provenienti da oltreoceano. Una minaccia per la conservazione dell’ecosistema sabatino. Tutte specie aliene che rischiano di compromettere l’equilibrio dell’ecosistema.

Ma ormai di tutti loro, ricercati speciali, è stato stilato un dettagliato identikit ed è partita una “caccia” all’alieno allo scopo di ristabilire l’equilibrio perduto. Nell’ambito dell’iniziativa “Alieno a chi?” lanciato dal Parco di Bracciano-Martignano – organizzato nel quadro delle azioni del progetto “Contratto di Lago”, sono stati anche ritratti da uno stuolo di artiste/i appassionate di disegno naturalistico a colpi di pennelli, matite, chine e colori per un laboratorio artistico a cura di Elisabetta Mitrovic.. I disegni realizzati saranno esposti nei pannelli di affissione pubblica del comune di Bracciano, in forma di mostra di poster a cura di Fernanda Pessolano/Ti con Zero.

All’insegna del “se lo conosci lo eviti” è partita una campagna di sensibilizzazione con la quale si cambia atteggiamento rispetto a queste specie e si inizia a prendere le distanze da animali, fiori e piante non autoctone.

Finora hanno potuto svilupparsi in modo incontrastato sfruttando le grandi potenzialità del territorio sabatino e lo hanno fatto spesso ai danni di altre specie originarie del luogo che potrebbero soccombere. A diminuire – e sarebbe un danno irreparabile – potrebbe essere la biodiversità che costituisce invece un valore assoluto da preservare.

La lista nera delle specie aliene, almeno sul territorio sabatino, è abbastanza lunga. Le indagini di esperti e di addetti del settore hanno portato a un dettagliato elenco di incriminati. Eccoli: parrocchetto monaco, parrocchetto dal collare ovvero i pappagallini, nutria, scoiattolo grigio, testuggine palustre americana, gambero della Louisiana, persico sole, persico trota meglio conosciuto come “boccalone” o blackbass, ludwigia peploide (piantina acquatica dal fiore giallo), robinia, ailanto e la fastidiosissima zanzara tigre.

Alcuni sono arrivati in autonomia, altri sono stati introdotti volontariamente da persone evidentemente – osiamo credere – inconsapevoli del danno che avrebbero potuto produrre all’ecosistema.

Tra gli invasori particolarmente odiati sono i parrocchetti ovvero quei pappagallini verdi molto voraci che passando da un albero all’altro si nutrono di germogli di fiori, di frutti appena formati. Sono molto scaltri e si muovono velocissimi lasciando intravedere solo una scia di verde che se ne va. Ma gravi danni all’ecosistema del lago di Bracciano arriva anche dal “boccalone”, pesce buono da mangiare, che abbocca facile – da qui il nome – ma che è uno straordinario predatore riuscendo a divenire quasi il dominatore del lago e scansando dal ruolo di “re del lago” il più antico luccio che preferisce individuare le proprie prede restando nella propria zona, quasi fosse la propria personale riserve di caccia.

Ci sono poi quelle specie come le tartarughine – “ine, ine” –  tanto carine quando sono piccole che, regalate spesso ai bambini alle sagre di paese vengono poi abbandonate, in violazione alla legge che ne prevede la consegna, arrivando ad infestare laghi e corsi d’acqua. Risultano altamente competitive anche perché  rispetto alle autoctone sono di maggiori dimensioni corporee, raggiungono la maturità sessuale ad età inferiore e presentano una maggiore fecondità.  Anche la robinia o acacia è una osservata speciale. Nei giardini potrebbe essere ancora tollerata ma va bandita dalle aree boschive dove può minacciare, diffondendosi in modo indiscriminato, altre specie arboree e il sottobosco.

Piccolo e rosso ed apparentemente inoffensivo, il punteruolo rosso si è invece rilevato uno stragista assoluto. Da giardini scomparse in pratica le palme. Anche grandi esemplari hanno dovuto soccombere all’insidia di questo coleottero non più grande di tre centimetri che può onorarsi anche di un decreto ministeriale a lui intestato che lo definisce “organismo nocivo in ogni suo stadio di sviluppo, larva, pupa, o adulto che sia.

Se l’album delle specie aliene che minacciano l’equilibrio nel territorio attorno al lago di Bracciano può essere coloratissimo e variegato ciò non significa che sia comunque un bel vedere. Piuttosto, a difesa della biodiversità, il variopinto libro degli invasori della natura del territorio andrebbe considerato come un utile manuale delle giovani marmotte per scovare ad uno a uno tutti gli  “alieni”, ospiti indesiderati.

Grazia Rosa Villani

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