23 Aprile, 2024
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Arriva il nuovo sistema scolastico, verso il “piano scuola 4.0”

“Didattiche per ambienti di apprendimento”, (quasi) una novità per l’Italia

 Quante volte abbiamo visto nelle serie televisive americane gli studenti delle scuole secondarie spostarsi tra un’aula e l’altra e riporre i libri nei loro armadietti al termine della lezione? Questo sistema scolastico si basa sul “Dada”, ovvero “Didattiche per ambienti di apprendimento”, ed è un modello didattico prettamente anglosassone che da qualche anno viene applicato anche in alcune scuole pilota italiane e nel prossimo biennio sarà adottato da molti istituti nell’ambito delle innovazioni finanziate dal Pnrr.

Ma di cosa si tratta? Il “Dada” prevede una trasformazione dal punto di vista didattico e logistico del modo in cui si fa lezione a scuola, ogni disciplina si fa in un’aula diversa: non sono i docenti a dover passare da un’aula all’altra al cambio dell’ora, ma gli studenti, che non sono più costretti a stare seduti nella stessa aula per tutta la durata della giornata scolastica.

Gli spazi sono quindi strutturati sulle discipline, come laboratori di apprendimento, forniti della strumentazione necessaria e di materiali didattici ad hoc. Inoltre gli studenti, muovendosi tra una lezione e l’altra sono più stimolati a tenere alta la concentrazione e scaricare la stanchezza fisica. In Italia la sperimentazione è stata avviata per la prima volta in due licei romani, “A. Labriola” e “J. F. Kennedy”, a partire dall’anno scolastico 2014/15, a cui seguiranno molte altre scuole su tutto il territorio nazionale, registrate sul sito www.scuoledada.it.

E’ bene precisare che nel nostro caso si fa riferimento a uno specifico costrutto, definito dal “Manifesto delle scuole Dada”. Il “Dada”, infatti, è un modello originale, articolato in 10 principi (5 postulati e 5 caratteristiche), ideato dai dirigenti scolastici Ottavio Fattorini e Lidia Cangemi, il marchio è stato registrato proprio per tutelarne il corretto uso, come si legge nella sezione legale sulla home page del sito web. Grazie ai fondi del Pnrr il Miur ha attuato il “piano scuola 4.0”, rivolto a tutti gli istituti del primo e secondo ciclo, che vogliano accedere ai finanziamenti per l’innovazione tecnologica e didattica, il cui termine di adesione scade il 30 giugno prossimo. Il futuro delle scuole italiane passa dunque per la transizione verso un modello di apprendimento nuovo e di trasformazione digitale della scuola, che incontrerà certamente alcune criticità di adeguamento degli spazi, ma potrà contare sul più grande investimento mai fatto finora.

Francesca Quarantini

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