20 Aprile, 2024
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Oncologia, alla Roma 4 la presa in carico sarà totale

Cristina Matranga: «E’ la fine del pendolarismo per il paziente»

Dopo anni di attesa finalmente anche per la popolazione della Asl Roma 4 sarà possibile eseguire la terapia radiante senza doversi più sottoporre a lunghi ed estenuanti viaggi verso le strutture romane e del viterbese.  Un servizio importante per gli utenti del territorio, dove il bisogno di cure antitumorali, e in special modo del trattamento di radioterapia, è alto.

Tanto per dare dei numeri, nel 2021 sono state richieste oltre 68.000 prestazioni di radioterapia a strutture regionali, per 2450 pazienti.  Il primo passo, che ha avvicinato il territorio alla realizzazione del progetto, era stato mosso nell’estate dello scorso anno quando il Consiglio regionale aveva approvato all’unanimità l’emendamento al bilancio per l’istituzione del servizio.

Sulla base di tale deroga la Asl si è impegnata a redigere uno studio di fattibilità presentato in Regione ad aprile di quest’anno. Poi, poche settimane fa, il parere favorevole al piano di fattibilità, espresso dal Nucleo di valutazione regionale degli Investimenti pubblici in sanità ha reso concreta la possibilità di poter garantire il servizio.

Un investimento di 8,3 milioni che coprirà i costi per la realizzazione del nuovo reparto e l’acquisto delle tecnologie necessarie all’espletamento del servizio di radioterapia, che sorgerà nell’area ospedaliera del San Paolo e in diretto collegamento con l’Unità operativa di radiologia.

«La Radioterapia – ha sottolineato il direttore generale della Asl Roma 4 Cristina Matranga – è il tassello mancante per poter chiudere il ciclo assistenziale di una categoria tra le più fragili. Con l’attivazione di questo nuovo servizio saremo finalmente in grado di garantire una presa in carico totale del paziente oncologico mettendo fine al pendolarismo al quale è stato costretto».

Alla base del riconoscimento regionale, che ha messo la Asl nelle condizioni di poter avviare l’iter per la realizzazione del servizio, c’è il reale bisogno di salute della popolazione così come rilevato nell’ultimo documento tecnico regionale (“Analisi delle prestazioni di radioterapia nel Lazio-elementi per la stima del fabbisogno di acceleratori lineari”).

«Nell’ultimo triennio – ha spiegato il direttore dell’Uosd oncologia medica Mario D’Andrea – i dati del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio hanno mostrato una crescita dell’incidenza di malattie tumorali nel nostro territorio. L’ultima rilevazione, effettuata sull’anno 2017 ha registrato 1999 nuovi casi; nello stesso anno circa il 60% dei residenti con storia di tumore ha necessitato di un trattamento radiante».

Un dato che la dice lunga sulla scelta dell’azienda sanitaria locale di darsi come obiettivo quello di assicurare il servizio ai suoi utenti. «Il continuo miglioramento dell’efficacia dei trattamenti antitumorali attuali – ha poi aggiunto lo specialista – e il ricorso a terapie locoregionali in un’ottica di gestione multimodale della malattia, potrebbe nel breve tempo aumentare la richiesta del trattamento radiante. Inoltre, la disponibilità di un servizio di radioterapia di prossimità ha ripercussioni positive sulla chance di cura dei malati, soprattutto di quelli che hanno bisogno di trattamenti lunghi o che hanno sintomi invalidanti per cui i continui spostamenti, affaticandolo sia fisicamente che psicologicamente, riducono l’aderenza alle cure. Oltre a un beneficio sanitario diretto, tale disponibilità ha anche una ricaduta sociale dal momento che consente ai caregiver un contenimento delle spese e del tempo sottratto al lavoro per accompagnare il proprio caro».

I tempi stimati per l’avvio del servizio sono di circa 24-36 mesi e comprendono anche le tempistiche necessarie all’erogazione del finanziamento da parte del Ministero della salute. A seguire le operazioni tecniche è il direttore della Uoc tecnologie biomediche e sistemi informatici della Asl Roma 4 Annalisa Bononati, nominata Rup nell’ambito del progetto.

«Attualmente – ha spiegato – si sta concludendo l’iter amministrativo necessario all’ottenimento delle autorizzazioni e dei pareri previsti per la realizzazione del progetto. Una volta conclusa questa fase, la stima dei tempi relativi all’installazione e al collaudo dell’acceleratore lineare è di circa 24 mesi». La scelta della tecnologia da utilizzare è stata ponderata sul fabbisogno dell’utenza.

«Sulla base del bacino di utenza e del numero di pazienti previsti – ha aggiunto la Bononati – è stata effettuata la scelta di dotare il nuovo reparto di radioterapia di un solo acceleratore lineare, prevedendo in aggiunta una convenzione con il centro di radioterapia territorialmente più vicino, per garantire continuità terapeutica anche in casi di emergenza». Una strategia che si è rivelata premiante per la Asl. «Il progetto presentato in Regione – ha concluso – ha visto una richiesta di finanziamento contenuta e adeguata alle esigenze del territorio e si è dimostrata strategica e notevolmente apprezzata dai componenti del nucleo di valutazione regionale».

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