19 Aprile, 2024
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La storia di Patrizia Durantini e la sua nuova vita a Ladispoli

E’ attraverso le parole del padre Pierstefano, giornalista ed ex collega, che ho iniziato a conoscere Patrizia Durantini, quando era ancora una ragazzina “problematica” con un vissuto drammatico alle spalle, fatto di scelte sbagliate e un destino segnato già dalla nascita. Abbandonata a 5 mesi dalla madre alla stazione Termini, non un abominio ma un estremo atto di amore di una tossicodipendente, che non poteva più occuparsi di lei e che ha così deciso di consegnarla nelle braccia di una passante, Patrizia dovrà da subito fare i conti con l’astinenza da eroina, assunta suo malgrado ancor prima di nascere. Di lì a poco sarebbe stata adottata da una famiglia con valori solidi, disposta a darle tutto l’amore e l’educazione di cui aveva bisogno. Ma Patrizia aveva dentro di sé il demone dell’abbandono e della dipendenza da droghe. Quell’inquietudine che la accompagna fin dalla tenera età sfocia in una grave crisi adolescenziale, alla quale seguiranno fughe da casa, pericolose frequentazioni e a soli venti anni si ritrova in carcere a scontare una condanna per rapina. Ma è qui che ritrova sé stessa; grazie a un percorso rieducativo e psicologico partecipa a un progetto di scrittura creativa che le permetterà di uscire dalla spirale di autodistruzione che l’aveva risucchiata per anni. Affrontando il passato attraverso i suoi racconti ed elaborando tutta quella rabbia per trasformarla in speranza e rinascita, Patrizia scopre nella scrittura il proprio talento narrativo. Il suo primo racconto, “Ti ho ucciso”, viene premiato nel 2018 al Salone del Libro di Torino come miglior racconto femminile. Verrà pubblicato in “Avrei voluto un’altra vita”, al quale seguirà il racconto “Pensieri Doppi” contenuto nel libro “Malafollia” del 2019 (entrambi della collana “Racconti dal carcere”) per i quali ottiene il premio premio “Goliarda Sapienza”, ideato da Antonella Bolelli Ferrera, giornalista e scrittrice, che dal 2010 ha avviato un progetto letterario dedicato a detenuti-scrittori affiancati da famosi autori e artisti italiani e ne cura le pubblicazioni per il premio. Frutto di questa lodevole iniziativa è l’ultimo libro di Bolelli Ferrera “Bad girls. Da vittime a carnefici” (La Lepre edizioni, Introduzione di Dacia Maraini) uscito a maggio 2021, al quale partecipa anche Patrizia Durantini con due racconti su dieci, ovvero “Donne in fuga” e “Corpi in vendita”. Per lei, come per le altre protagoniste del libro, la parola diventa arma di riscatto personale, ogni riconoscimento ottenuto diventa un traguardo meritatamente raggiunto, nonché motivo di orgoglio, anche per un padre e una madre adottivi che non hanno mai abbandonato la speranza in lei, nonostante le vicissitudini vissute.
Francesca Quarantini

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