25 Aprile, 2024
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Follia al Csm: il sostituto pg Casella, accusatore di Palamara, gli chiedeva favori…

Quando si tratta di esprimere una valutazione sul comportamento delle toghe, il ministro della Giustizia è solito girarsi dall’altra parte. Anche se la Costituzione gli attribuisce la facoltà di promuovere l’azione disciplinare, Alfonso Bonafede resta sempre silente. Meglio non pretendere posizione, si sarà detto dopo aver visto cosa era successo in casi analoghi ai suoi predecessori a via Arenula, ed attendere che siano i magistrati a togliergli le castagne dal fuoco. Il Palamaragate, a tal proposito, è stato un grande banco di prova per il mutismo del Guardasigilli. Tralasciando la nomina di Marco Mescolini a procuratore di Reggio Emilia, con ben otto interrogazioni parlamentari di cinque diversi partiti alle quali in questi mesi Bonafede non ha mai trovato il tempo di rispondere, c’è un altro episodio, forse ancor più clamoroso, che è finito nel dimenticatoio.

La vicenda riguarda l’avvocato generale Piero Gaeta, colui che ha chiesto e ottenuto la rimozione di Palamara dalla magistratura nelle scorse settimane. Il caso è stato sollevato da Maurizio Gasparri lo scorso giugno. Il senatore di Forza Italia si domandava come Gaeta avesse potuto occuparsi di muovere le accuse a Palamara posto che «si scriveva e si incontrava con l’indagato per discutere, a quanto appare, della sua carriera. È opportuno che Gaeta, che spunta nelle scandalose intercettazioni giudichi chat in cui lui stesso viene evocato? Emergono incontri Gaeta-Palamara, finalizzati a cosa? Al sostegno di Palamara alla carriera di Gaeta o a cosa?».

Il nome di Gaeta, esponente della corrente Magistratura democratica e quindi della sinistra giudiziaria Area – come l’altro accusatore, il sostituto pg Simone Perelli, e il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi che li ha entrambi delegati – ricorre molte volte nella chat tra Palamara e Pina Casella, anch’ella sostituto procuratore generale della Cassazione ed esponente della corrente Unicost cui apparteneva l’ex presidente dell’Anm. Il ruolo della dottoressa Casella di “testa di ponte” tra gli aspiranti in servizio alla Procura generale (ma non solo) e Palamara emerge da molte conversazioni. Il 6 dicembre 2017 Casella scrive a Palamara: «Grazie per Gigi Salvato hai davvero contribuito a migliorare l’ufficio. Un abbraccio», riferendosi alla nomina di Salvato ad avvocato generale in Cassazione, altro accusatore nel Palamaragate. Il 10 gennaio successivo sempre Casella scrive a Palamara: «Ciao Luca. Carmelo ti porterà un mio messaggio…a cui tengo molto…poi la prossima settimana ci vediamo. Baci. Ps: sono qui con Maria Teresa Cameli (aspirante procuratore di Forlì, ndr). Aspetta tue notizie».

Il Carmelo “messaggero” è il successore di Piercamillo Davigo al Csm Carmelo Celentano, ed a proposito della dottoressa Cameli il 31 gennaio 2018 Palamara risponde: “Votata Cameli”. Dopo due minuti Casella: «Una buona notizia dopo tre giorni difficili. Grazie». Risponde subito Palamara: «Stiamo recuperando su tutto». Ribatte Casella: «Volere è potere». La sostituta pg in Cassazione, sempre sui medesimi argomenti, scrive a Palamara il 10 febbraio 2018: «Quando hai le idee chiare mi fai sapere come sei orientato per pst Rimini ancona Macerata e Pesaro? Baci». Risponde Palamara: «Assolutamente si. Ancora nessuno in trattazione».  Ancora Casella a Palamara il 12 febbraio 2018: «Che aria tira per Carmelo Sgroi??» Subito Palamara: «Non facile. Ma ci stiamo lavorando». Replica Casella: «Mi raccomando Luca. Per l’ufficio è importante. Chiamerò anche Maria Rosaria per farglielo capire…». Il magistrato segnalato da Casella è Carmelo Sgroi, sostituto pg in Cassazione, mentre la Maria Rosaria che doveva “capire” era Maria Rosaria Sangiorgio, consigliere del Csm insieme a Palamara.
In questo contesto fa capolino l’accusatore di Palamara. Il 26 aprile 2018 Casella scrive a Palamara: «Ciao Luca sono in ufficio con Piero Gaeta che vorrebbe salutarti come già sai. Io ritorno a Roma il 2. Riesci quella settimana a passare dalle nostre parti per un caffè??».

Risponde Palamara: «Si assolutamente si con piacere». Ancora Casella: «Ok allora ti chiamo il 2 e organizziamo». Come promesso il 2 maggio successivo Casella si fa viva: «Ciao Luca. Quando puoi sentiamoci un attimo. Baci». Risponde Palamara: «Assolutamente sì». Ancora Casella: «Ti chiamo fra un’oretta ok?». E Palamara: «Ok». Il 3 maggio 2018 Casella scrive ancora: «Alle 17 Piero deve andare via. A questo punto rimandiamo». Casella non demorde ed ancora il 9 maggio scrive: «Ciao Luca. Rimandiamo il tuo appuntamento di domani con Piero Gaeta alla prossima settimana? Io questa non ci sono e mi fa piacere partecipare. Ti chiamo lunedì per accordi precisi. Ok?? Baci”. Risponde Palamara: «Ok va bene un bacio». Con tenacia il 14 maggio scrive ancora Casella a Palamara: «Buon inizio settimana. Quando ci si vede? P». Palamara: “Mercoledì pomeriggio caffe’? buon inizio settimana anche a te!!” Ribatte Casella: “Perfetto. Ti chiamo in mattinata e mi dai l’orario esatto”.

Puntuale mercoledì 16 maggio 2018 Casella scrive: «Ciao caro. Confermato il caffè? A che ora?». Risponde Palamara: «Ok per le 15 ti confermo orario preciso appena finiamo plenum». Ribatte Casella: «Perfetto». Sempre il 16 maggio 2018, ore 14.23, scrive Casella: «Siamo a pranzo al francese. Ti aspettiamo per il caffè come d’intesa». Risponde subito Palamara: «Alle 15.15 sono da voi». Ribatte la Casella «Bravo…». Alle 15.18 Palamara scrive: «Sto arrivando». E Casella alle 15.18: «Siamo qui». C’è poi una significativa coda. Il 6 febbraio 2019 Palamara, pur non essendo più consigliere del Csm, scrive alla magistrata: «Mi mandi numero di Piero Gaeta? Noi ci vediamo venerdì?». Risponde Casella: «Certo. Baci» e subito dopo: «Piero Gaeta Cellulare 320 xxx xxxxx». Gaeta, per la cronaca, verrà nominato avvocato generale qualche giorno più tardi.

(Il Riformista)

 

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