16 Aprile, 2024
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Didattica a distanza in Lombardia, Azzolina a Fontana: “Trovi altre soluzioni”.

 La replica: “Qui situazione critica”

 

L’ordinanza firmata da Fontana e sindaci prevede da lunedì 26 didattica a distanza per tutte le scuole superiori, dando tempo a chi non è ancora pronto per organizzarsi. Ma l’Anci ha chiesto un incontro che si è chiuso con un rinvio della decisione a domani. Sala: “Noi sindaci siamo contrari”. Fontana: “La ministra impugni il provvedimento”

 

I sindaci lombardi contro il governatore della Regione Attilio Fontana. La questione è quella delle nuove disposizioni sull’organizzazione delle scuole superiori che prevede la didattica a distanza per tutti e quindi lo stop alle lezioni in presenza contenute nell’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione per contenere l’epidemia di coronavirus e firmata anche dai sindaci di tutti i capoluoghi. Ma, accusano loro, la versione che avevano approvato era un’altra, con prescrizioni meno rigide. “Sono totalmente contrario, non ha senso in questo momento: bisogna alternare didattica a distanza e presenza nelle scuole. Così deve essere per tutti gli ordini di scuola. Siamo totalmente contrari, e lo vogliono dire con chiarezza, alla sola didattica a distanza per le superiori. Ci opporremo”, attacca il sindaco di Milano Beppe Sala.

Interviene anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina con una lettera a Fontana:

“In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse”. La ministra ricorda che “il Dpcm del 18 ottobre 2020 ha previsto indicazioni molto chiare per la gestione delle misure da adottare con riferimento alle istituzioni scolastiche, prevedendo in primo luogo la prosecuzione, in ogni caso, in presenza, delle attività didattiche ed educative della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”. Il governatore Attilio Fontana replica alla fine del vertice con i sindaci: “Visti e considerati i dati relativi
alla curva epidemiologica della Lombardia, correlati alla situazione del sistema del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento ai giovani che frequentano le scuole secondarie, ribadiamo essere necessarie decisioni stringenti. Fermo restando che se il ministro reputa eccessivi e non idonei i nostri provvedimenti può impugnarli”. Il governatore sta provvedendo a inviare al ministro una lettera di risposta formale con i dati utili a una corretta lettura della situazione di quanto sta accadendo a livello sanitario in Lombardia. “È giusto sottolineare – conclude Fontana – che da mesi Regione Lombardia ha posto al centro dell’attenzione del Governo quanto grandi siano le difficoltà nel settore trasporto pubblico. Istanze che erano rimaste e continuano a rimanere inascoltate”.

 

I sindaci dell’Anci scrivono a fine riunione: “Oggi abbiamo avuto un approfondito confronto con il Presidente Fontana.

E’ aperta una riflessione  ed una interlocuzione costante relativa alle piu’ adeguate misure sullo svolgimento delle attivita’ didattiche, ma anche al trasporto pubblico locale e alla complessiva evoluzione della pandemia. Tra oggi e domani avremo un ulteriore incontro”

 

“Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in mododa assicurare lo svolgimento delle lezioni mediante la didattica a distanzadelle lezioni, per l’intero gruppo classe, qualora siano già nelle condizioni dieffettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali. Agli altri istituti è raccomandato di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della didattica a distanza. In tali casi, si raccomanda ai dirigenti degli istituti scolastici di organizzare e differenziare gli ingressi a scuola; a tal fine gli Uffici di ambito territoriale (UAT), in raccordo con gli Uffici scolastici regionali (USR), assicurano lo stretto coordinamento con le Agenzie del TPL ed i sindaci degli ambiti di  riferimento. Le attività di laboratorio possono continuare ad essere svolte in presenza”, è scritto nell’ordinanza.

 

Ma Anci Lombardia e i sindaci dei 12 Comuni capoluogo della Lombardia hanno chiesto un incontro “urgente” al presidente della Regione Attilio Fontana per avere chiarimenti:

“Insieme ai sindaci delle città capoluogo – ha spiegato il presidente dell’associazione dei Comuni Mauro Guerra – Anci Lombardia ha chiesto al Presidente Fontana una riunione urgente domani per un ulteriore approfondimento e confronto sulla parte dell’ordinanza relativa alla didattica a distanza per le scuole superiori. Con il Presidente Fontana abbiamo cosi concordato un incontro per domani”. Il motivo? Quella parte non era stata concordata.

Nella bozza dell’ordinanza circolata nel pomeriggio si legge: “Misure di prevenzione in ordine alle attività scolastiche: Le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare il pieno svolgimento mediante la didattica digitale integrata (DDI) delle lezioni, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali. Agli altri istituti è raccomandato di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della DDI. Le attività di laboratorio continuano ad essere svolte in presenza mentre le attività di tirocinio esterno, ove presenti, concorrono alla didattica a distanza. Si raccomanda che i dirigenti degli istituti scolastici organizzino e differenzino gli ingressi a scuola; a tal fine gli Uffici di ambito territoriale (UAT), in raccordo con gli Uffici scolastici regionali (USR), assicurano lo stretto coordinamento con le Agenzie del TPL ed i sindaci degli ambiti di riferimento”. Quindi non DAD ma DDI: secondo le linee guida del Miur, la seconda è una “modalità didattica complementare che integra la tradizionale esperienza di scuola in presenza”, affiancandosi, non sostituendosi integralmente, alle lezioni in presenza.

Twitta a sera il sindaco di Bergamo Giorgio Gori:

“Questo invece il passaggio sulla scuola contenuto nella bozza di ordinanza inviata stamattina per condivisione ai sindaci dei capoluoghi lombardi. Si parla di Didattica digitale integrata (DDI), per definizione complementare a quella in presenza. Domani ne ridiscutiamo”. E Sala, dai microfoni di Rtl, aggiunge: “L’ordinanza è uscita un po’ in velocità, noi sindaci l’abbiamo vista ma eravamo concentrati sul tema del cosiddetto coprifuoco, questa cosa ci è scappata – ammette il sindaco – e quando ce ne siamo accorti ci stiamo opponendo tutti”.

Il risultato, quindi, è una grande confusione. “Non è possibile lavorare in queste condizioni – sottolinea Massimo Spinelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lombardia – abbiamo bisogno di indicazioni chiare, da applicare non da interpretare, altrimenti c’è il rischio di commettere errori”. In attesa della riunione del Tavolo di lavoro regionale permanente (che riunisce tutte le componenti legate al mondo della scuola a livello territoriale) “convocato” per questa mattina, l’Ufficio scolastico regionale non si esprime. Di certo, però, c’è un problema di competenze. “La Regione non può intervenire su scelte in materia di didattica, che ricadono nell’autonomia delle singole scuole” sottolinea Carlo Giuffrè, segretario regionale Uil Scuola Lombardia. Non si può perciò prescindere dal volere del ministero dell’Istruzione, il cui ultimo atto formale è la nota del 19 ottobre, che limita l’applicazione delle misure previste nell’ultimo Dpcm (aumento della quota di didattica a distanza e inizio delle lezioni dopo le 9 sempre per le scuole superiori) al caso in cui ci sia “una comunicazione delle autorità regionali, locali o sanitarie della situazione di criticità e di particolare rischio” che per il momento non c’è stata. La Regione fa sapere che la ministra Azzolina è informata dell’ordinanza e non la impugnerà. La ministra della Famiglia Elena Bonetti però definisce la scelta lombarda “grave” e “miope”.

(La Repubblica)

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