28 Marzo, 2024
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Piante e rimedi naturali: perchè hanno così tanto successo?

Sin dalla notte dei tempi l’uomo ha utilizzato le piante per curare i propri malanni oppure per concedersi un momento di benessere. La botanica, infatti, è una disciplina molto antica che, secondo gli esperti, fu sviluppata con l’istituzione dell’Hortus simplicium o Hortus medicus, semplicemente uno spazio all’interno del monastero riservato alla coltivazione delle erbe officinali semplici, ovvero grezze.

In questi orti gli ordini monastici coltivavano le erbe necessarie per comporre unguenti, decotti ed empiastri, ma anche altre piante medicinali come la menta acquatica e la canapa.

Proprio la canapa nel corso degli anni ha avuto uno sviluppo molto importante nel campo medico. Non a caso sono nati numerosi prodotti derivanti proprio da questa pianta, come quelli disponibili su Cibdol. Questa pianta, come sostengono gli esperti, contiene oltre 400 sostanze tra cui terpeni, flavonoidi e acidi grassi, oltre ai cannabinoidi, il componente principale.

I semi di canapa hanno un ottimo valore nutrizionale in quanto contengono circa il 25% di proteine, in una combinazione unica nel mondo vegetale, poiché in esse sono presenti tutti e 9 gli aminoacidi essenziali, ovvero quelli che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare. Oltre alle proteine nei semi di canapa si trova una frazione grassa (35%) di ottima qualità, costituita per circa 3/4 da una miscela di acidi grassi polinsaturi, fondamentali per la regolazione dell’attività di numerose ghiandole, dei recettori nervosi e dei muscoli. Tra gli acidi grassi, gli Omega 3 e gli Omega 6 sono presenti in una proporzione particolarmente benefica, necessaria per il corretto funzionamento del sistema immunitario e la regolazione del metabolismo.

Le altre piante

Secondo gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le piante medicinali sono quelle che “contengono in uno o più organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi o che sono precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche”. Tra le piante officinali più note ci sono l’aloe, arnica, artiglio del diavolo, betulla, biancospino, calendula, camomilla, cardo mariano, echinacea, eucalipto, ginko biloba, iperico, lavanda, malva, menta, passiflora, ribes nero, rosa canina, salvia, tè verde e timo.

L’aloe, ad esempio, è una pianta particolarmente ricca di un mucopolisaccaride conosciuto come acemannano, recentemente isolato da una socità americanca, la Carrington Laboratories. L’acemannano opera interagendo con il sistema immunitario, favorendo piuttosto che prevalendo su di esso. E’ un potente stimolatore di macrofagi (i globluli bianchi che distruggono i batteri, le cellule tumorali ecc ecc) per produrre agenti immunitari quali l’interferone e l’interleuchina; Quando viene consumata internamente come bevande, usando il gel, l’aloe vera agisce da blando depuratore e disintossicante, attraverso il sistema digerente e penetrando nei tessuti.

L’aloe vera, inoltre, è ricca di amminoacidi visto che fornisce 20 dei 22 aminoacidi di cui il corpo ha bisogno per crescere. L’aloe Vera incrementa la produzione di collagene, la proteina che funge da sostegno per la pelle, in quanto accelera la produzione dei fibroblasti umani da 6 a 8 volte rispetto alla normale produzione cellulare.

12 Ottobre 2020

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