28 Marzo, 2024
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Conte all’Onu: “La pandemia sia un’opportunità per un nuovo inizio”

Il premier interviene in video, per parlare di inclusione e cooperazione: dalla pace al digitale, dalla salute al cambiamento climatico, le sfide del futuro vanno affrontate insieme dalla comunità internazionale

“Dalle ceneri di un conflitto mondiale che aveva devastato nazioni e popoli, la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite segnava un nuovo inizio della storia mondiale, fondato sulla condivisione dei valori di libertà, pace e democrazia”, ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in apertura della 75ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove era collegato in videoconferenza. “Oggi ci troviamo ad affrontare una situazione altrettanto drammatica, seppur dovuta a mali differenti, inediti. Un nemico invisibile ha sconvolto le nostre esistenze e le nostre abitudini consolidate. Ha provocato vittime e soffocato l’economia mondiale, costringendoci a interrompere le relazioni sociali e a limitare le nostre libertà”.

“La pandemia ha messo in luce le nostre debolezze, ma anche la nostra forza”, ha aggiunto Conte: “Insieme possiamo voltare questa pagina buia della storia, come 75 anni fa. Insieme possiamo costruire un futuro migliore per i nostri figli”. E per il premier non bisogna accontentarsi “di un ritorno alla semplice normalità. La normalità di prima è migliorabile”, fondamentale è coltivare un “rinnovato spirito di solidarietà”.

Il ringraziamento alla comunità internazionale

“L’Italia è stato il primo Paese in Europa e in Occidente che si è trovato a fronteggiare questa emergenza su larga scala”, ricorda il Presidente del Consiglio nel suo intervento, dalla durata di circa venti minuti. “Il nostro Paese è divenuto simbolo di uno sforzo collettivo, umano prima ancora che sanitario e politico, portato poi in dote all’intera comunità internazionale. Nelle settimane di profonda emergenza, l’Italia ha toccato con mano il sostegno e la vicinanza della comunità mondiale. Tante le manifestazioni di solidarietà e di assistenza e tanti, lo voglio sottolineare, gli attestati che hanno riconosciuto la forza, la resilienza e il coraggio dei miei concittadini a cui, anche in questa sede, sento il dovere di dire grazie per il grande senso di responsabilità dimostrato”.

Il vaccino sia per tutti

L’Italia ha superato la fase più acuta dell’emergenza sanitaria facendo tesoro dell’esperienza maturata direttamente sul campo nelle corsie degli ospedali, nei laboratori di ricerca. “Un impegno – sottolinea Conte – che oggi sentiamo di condividere in un sistema multilaterale rinvigorito, con le Nazioni Unite al suo centro, per rendere quanto più concreta l’idea di un mondo all’altezza delle sfide poste dalla pandemia. Sin da subito abbiamo proposto la costituzione di un’alleanza internazionale per la lotta al Covid-19. Questa iniziativa ha contribuito a mobilitare, in tempi straordinariamente rapidi, oltre 40 miliardi di euro per la risposta globale dell’Unione Europea alla crisi, in particolare per garantire l’accesso equo e universale al vaccino, alla diagnostica e alle terapie”. L’Italia li considera beni pubblici globali, con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro, perché “la salute è un bene comune, inalienabile, e come tale deve essere garantito a ogni donna, a ogni uomo del Pianeta”. E sul vaccino: “Oggi sono orgoglioso non solo che l’Italia, con i suoi scienziati, ricercatori e le sue aziende, sia protagonista in alcuni dei progetti più avanzati per la ricerca del vaccino. Mi rende orgoglioso in particolare poter dire anche che il nostro contributo e la nostra ricerca saranno patrimonio collettivo: il vaccino verrà messo a disposizione di tutti i popoli. Non possiamo permetterci di guardare al futuro del Pianeta e dei nostri figli con egoismo, ignorando il fatto che la tutela della salute rischia, in diverse, troppe parti del mondo, di essere un lusso”.

La pace

“L’Italia crede fermamente che le questioni inerenti pace e sicurezza debbano essere affrontate attraverso la prevenzione, la mediazione, il consolidamento della pace. Le situazioni di crisi richiedono un approccio multidimensionale che ricomprenda sviluppo, politica, cultura, giustizia e diritti umani. Dobbiamo ridare alle ragioni della politica, politica con la P maiuscola, della diplomazia, del dialogo e – permettetemi di sottolinearlo, da giurista – del diritto internazionale la primazia sulle opzioni militari”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte. “Dobbiamo farlo non solo per una naturale aspirazione alla pace, ma anche perché la Storia – e quella recente ancor più di quella remota – dimostra che il ricorso alle armi non è sostenibile nè duraturo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Siamo e saremo dunque sempre al fianco delle Nazioni Unite per favorire i processi di stabilizzazione, investendo tutto il nostro capitale politico, ma anche fornendo un determinato e concreto sostegno alle iniziative avviate dal Segretario Generale nell’ambito del peacekeeping perché questa azione guarda innanzitutto alla diffusa instabilità che continua purtroppo ad interessare tutto l’arco del Mediterraneo allargato, estendendosi a Est fino all’Afghanistan ed interessando in modo sempre più diretto, a Sud, il Sahel e il Corno d’Africa. In tutta questa grande e complessa regione, l’Italia intende continuare a fornire il proprio contributo proattivo e multidimensionale alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo”, ha concluso Conte.

 

Non lasciare nessuno indietro

Sui migranti, “l’Italia è in prima linea, quale Paese di ingresso nell’Unione Europea, per un cambio di prospettiva che conduca a un governo europeo autenticamente solidale e multilivello e per lo sviluppo di canali sicuri per la migrazione regolare”. Così il premier Giuseppe Conte nel suo intervento all’Assemblea Generale dell’Onu.

“Particolare attenzione verrà data all'”empowerment” delle donne, alle piccole e medie imprese, ai lavoratori precari”, ha aggiunto. “La digitalizzazione, che per troppo a lungo è stata fonte di disuguaglianza, dovrà diventare volano di crescita inclusiva, offrendo opportunità a tutti. Questi sforzi si collocheranno nel quadro dei due pilastri dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi. Favoriremo una crescita sostenibile, inclusiva, resiliente”.

La vita dopo la pandemia è una scommessa, ha concluso Conte: “La scommessa per ognuno di noi è dunque quella di essere migliori: è la lezione di vita che la pandemia ha scritto sulle nostre agende. Ignorarla, voltando pagina, sarebbe un errore imperdonabile”.

(La Stampa)

 

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