25 Aprile, 2024
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In carrozzina da Acquapendente a Roma, la Francigena ‘a ruota libera’ per i disabili

Percorrere e mappare la via Francigena laziale per renderla accessibile a tutti.

È questa la nuova sfida in carrozzina di Pietro Scidurlo, 41enne della provincia di Varese, esperto in cammini con mobilità ridotta e per questo scelto come testimonial di ‘A ruota libera’.

“Un documentario interattivo che racconterà, attraverso l’uso dei nuovi media, il viaggio di un uomo con disabilità lungo le tappe dell’antico pellegrinaggio nell’alto Lazio – racconta Marco Neri, direttore artistico del progetto – L’intento è quello di raggiungere quante più persone possibili e allo stesso tempo dimostrare loro che tutti possono intraprendere un percorso del genere con la giusta passione, pazienza e voglia di mettersi in gioco”.

Qualità che di certo non mancano a Scidurlo che lo scorso 20 agosto è partito da Acquapendente, nel Viterbese, passando per Bolsena, Montefiascone e Capranica, con l’obiettivo di raggiungere Roma – tappa finale del tour – entro il 31 agosto. Un itinerario di 150 chilometri a bordo della sua carrozzina attraverso basolati romani e vie boscose, i cui eventuali punti critici vengono quotidianamente rilevati, segnalati e geolocalizzati su una mappa interattiva, che chiunque vorrà intraprendere la Via potrà usare per valutare percorsi e alternative in base alle proprie esigenze.

E non solo mappature, ma anche un viaggio interiore e collettivo (al suo seguito c’è una troupe di 4 operatori più una guida escursionistica) tra panorami mozzafiato, borghi e vie che rievocano la storia e la cultura dell’antica Etruria laziale, con tanto di testimonianze fotografiche e video condivise in anteprima sui canali social del progetto.

“La mia passione per i pellegrinaggi è nata nel 2012, dopo aver percorso per la prima volta il cammino di Santiago di Compostela

– spiega il viaggiatore di Somma Lombardo – In quel frangente mi sono sentito in pace con me stesso e non più arrabbiato con Dio per la mia disabilità fisica, causata da una manovra errata alla nascita; ho capito che ciò che fino a quel momento avevo considerato come un limite stava diventando un’opportunità, non tanto quella di portare semplicemente a termine un cammino, quanto di riuscire ad aprirlo per il prossimo”.

E con lo stesso intento, infatti, ha fondato in quell’anno l’associazione ‘Free Wheels Onlus’, per la quale ha percorso e mappato il cammino di Santiago e Finisterre (fino all’Oceano Atlantico), quello di San Benedetto (da Norcia a Cassino) ed è in via di realizzazione il pellegrinaggio di
San Francesco (da Firenze ad Assisi).

“In questi casi abbiamo realizzato mappature rivolte a un’ampia fetta di pellegrini – racconta Scidurlo – Abbiamo segnalato ad esempio i negozi per persone celiache, quali strutture di ospitalità sono accessibili e quali no, oppure quali sono i servizi più vicini per chi viaggia con bambini o animali domestici”.

Nel frattempo da Capranica è già tempo di tirare alcune somme sul percorso fatto:

“Ieri, a fine giornata, ho bucato entrambe le gomme della carrozzina, quindi non è andata molto bene – ironizza il pellegrino lombardo – Ma, problemi tecnici a parte, ritengo che la via Francigena così com’è sia già molto accessibile; mi ha colpito in particolare la strada del bosco di Turona senza alcuna barriera, mentre i pochi punti critici sono facilmente modificabili da chi di competenza”.

“Grazie al sostegno della Regione Lazio, che attraverso questo progetto ha voluto incentivare il turismo lento e accessibile a tutti – conclude il direttore artistico Neri – oltre a un documentario, ‘A ruota libera’ diventerà anche un e-book e uno spot per promuovere quelle realtà artigianali, museali ed enogastronomiche che più ci hanno colpito durante il pellegrinaggio”.

(La Repubblica)

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